Parabola del servo fedele
La parabola del servo fedele (o parabola del guardiano o anche parabola dei servi che vegliano) è una parabola di Gesù presentata nel vangelo secondo Matteo 24,42-51, in quello di Marco 13,34-37 ed in quello di Luca 12,35-48. Essa invita i fedeli a mantenere alta la guardia.

Nel vangelo di Matteo, essa precede immediatamente la parabola delle dieci vergini che ha un simile valore escatologico.
La parabola
modificaNel vangelo di Luca la parabola è la seguente:
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.»
Il vangelo di Marco riporta:
Interpretazione
modificaNel vangelo di Matteo, la parabola si apre con l'ingiunzione: "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (Matteo 24,42). In altre parole, "il discepolo deve rimanere preparato per la venuta del Signore, rimanendo allerta e sveglio al suo posto."[1] Anche se molti sono i segni della seconda venuta di Gesù, non è data a sapersi la data precisa.[1] Questo è un tema che viene inoltre discusso in Luca 12.[2] Il riferimento al banchetto di nozze in Luca 12,36 suggerisce l'idea del banchetto celeste,[2] e richiama la parabola delle dieci vergini che segue subito dopo in Matteo.
La seconda parte della parabola include una precauzione richiesta alla persona a cui tanto è dato.[1] J. Dwight Pentecost scrisse che questa parabola "enfatizza il fatto che un privilegio porta anche delle responsabilità e che le responsabilità prevedono affidamento."[3] Questo si applica in particolare ai capi religiosi.[4]
Inni
modificaLa parabola ha ispirato diversi inni, tra cui quello di Philip Doddridge dal titolo "Ye Servants of the Lord", che termina così:
Christ shall the banquet spread
With His own royal hand,
And raise that faithful servant’s
Amid the angelic band.[5]
Note
modifica- ^ a b c Craig S. Keener, A Commentary on the Gospel of Matthew, Eerdmans, 1999, ISBN 0-8028-3821-9, p. 592.
- ^ a b Joel B. Green, The Gospel of Luke, Eerdmans, 1997, ISBN 0-8028-2315-7, pp. 497-501.
- ^ J. Dwight Pentecost, The Parables of Jesus: Lessons in life from the Master Teacher, the parable in Gospel says regel Publications, 1998, ISBN 0-8254-3458-0, p. 175.
- ^ Joel B. Green, The Gospel of Luke, Eerdmans, 1997, ISBN 0-8028-2315-7, p. 506.
- ^ The Cyber Hymnal: Ye Servants of the Lord.
Voci correlate
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