Paspardo

comune italiano

Paspardo (Paspàrt in dialetto camuno[4][5]) è un comune italiano di 579 abitanti[1], della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.

Paspardo
comune
Paspardo – Stemma
Paspardo – Veduta
Paspardo – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoFabio Depedro (lista civica) dal 7-5-2012
Territorio
Coordinate46°01′54″N 10°22′19″E
Altitudine1 005 m s.l.m.
Superficie11,15 km²
Abitanti579[1] (31-7-2025)
Densità51,93 ab./km²
Comuni confinantiCapo di Ponte, Cedegolo, Cimbergo
Altre informazioni
Cod. postale25050
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017135
Cod. catastaleG354
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 608 GG[3]
Nome abitantipaspardesi
Patronosan Gaudenzio
Giorno festivo16 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Paspardo
Paspardo
Paspardo – Mappa
Paspardo – Mappa
Posizione del comune di Paspardo nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

È raggiunto dalla strada provinciale 88 che lo collega da un lato al vicino paese di Cimbergo, dall'altro a valle a Capo di Ponte lungo la strada della Deria.

Il territorio di Paspardo confina con diversi comuni: a ovest con quello di Capo di Ponte, a nord con quello di Cedegolo, a sud e ad est con quello di Cimbergo.

Il territorio di Paspardo in Val Camonica

Geografia fisica

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Territorio

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Collocato su un pianoro a quota 1000 metri, in una incantevole posizione dominante la Val Camonica, è affacciato di fronte alla Concarena e incorniciato dalla catena del Tredenus e dal Pizzo Badile Camuno. Il paese sorge ai piedi del monte Colombé, sormontato dalla cima Barbignaga (Brögn), nei pressi del passo della Porta che permette di raggiungere il lago d'Arno (raggiungibile anche direttamente dal paese, attraverso il sentiero dei Tre Fratelli). Il territorio è caratterizzato a sud dal profondo gretto del torrente Re di Tredenus, che segna il confine con il territorio di Cimbergo; al di sotto del paese, in località Deria (Driva) si estendono ampi castagneti fino alle località di Campivo (Capo di Ponte) e Triplane.

Un tempo collegato ai paesi vicini, attraverso vari sentieri, fra cui il "Biàl dole Scale" (loc. Le Sante di Capo di Ponte), oggi è collegato dalla strada provinciale SP 88.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.

Etimologia:

Pasquartum (sec. XI) - Pascardo (sec. XII) - Paspardo (1597): il nome Paspardo potrebbe essere derivato dalle parole latine "pascuum aridum" (pascolo arido), vista sia la posizione montana del borgo, con scarsità di estesi pascoli validi per l'allevamento del bestiame grosso, sia per la collocazione idrografica su un piccolo piano a strapiombo sulla media Valle Camonica. Altri studiosi sostengono possa invece derivare dal termine latino "pagus" (villaggio), unito al termine germanico "bart" (vigilato), facendo riferimento ad un nucleo abitato, e difeso da qualche fortificazione.

Il nome "Pascardo", per quanto si conosca, compare per la prima volta in un atto del 10 febbraio 1123 con il quale papa Callisto riconosce a Pietro abate di S. Eufemia, privilegi e proprietà in numerose località. Analoga è la riconferma di una "sorte" allo stesso monastero in una bolla da Piacenza di Papa Innocenzo H. Dato che il monastero di S. Eufemia fu di fondazione vescovile tali notizie possono confermare la presenza del vescovo come feudatario di Paspardo già da lungo tempo. La dedicazione della chiesa a S. Gaudenzio, conferma la presenza vescovile nel territorio.

1298: I diritti feudali (dall'archivio Vescovile di Brescia, registri della Mensa vescovile, ad annum)

"Il signor Andrea, figlio del fu signor Arnemboldo di Saviore, il signor Federico, figlio del signor Giovanni di Andrista... devono dare e pagare all'episcopato un peso di pesci salati e secchi per il luogo dell'episcopato in contrada detta in Arno territorio di Saviore. Diedero fideiussione per loro Rosso di Paspardo e Adamo, detto Pollicino, di Paspardo. Il termine è a Natale e la carta è stata fatta da Stefanino Rossi Fatino di Cemmo nell'anno passato cioè 1298, l'affitto deve essere pagato nella terra di Cemmo secondo la volontà del vescovo".

L'8 aprile 1299 i consoli della vicinia di Paspardo si recano a Cemmo dove è presente Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di Brescia Berardo Maggi. Qui giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta.[6]

Pochi giorni dopo il 12 aprile 1299 in Cemmo il vicario vescovile Cazoino dava in affitto al Comune, retto dal sindaco Bonafede fu Lanfranco, e agli uomini di Paspardo, unitamente a quelli di Cimbergo, alcuni possedimenti della Curia in quel di Zero, i cui abitanti vi avevano rinunciato non essendo essi in condizione di pagare i canoni convenuti. E' registrato infatti un avvenimento catastrofico a causa della piena del torrente Re che sulla fine del XIII secolo avrebbe distrutto il villaggio di Serio o Zero, che sorgeva nei pressi della odierna Chiesa delle Sante.

Il 24 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Paspardo al Comune (vicinia) ed agli uomini di Paspardo.[7] Dal 1308 e fino al 1421 risulta, da più documenti della Curia vescovile, che il paese e le sue terre (come altri borghi della montagna bresciana) dovevano sottostare a una lunga serie di adempimenti ed erano tenuti a versare le decime in favore della "mensa vescovile". Singolare il fatto che la sudditanza feudale dal vescovo comportava da parte degli abitanti di Paspardo e Cimbergo la cattura nei dirupi della montagna di nidi (aree) di falchi e sparvieri (falconum et accipitrum) per la caccia del vescovo di Brescia. All'avvocato risiedente "in curia Cemmi" gli abitanti erano obbligati a portare ogni anno un fascio di assicelle o scandole di legno (unum fassum scandularum) per coprire i tetti.

Viene riportato nelle "Provvisioni" del 1477, che dopo la pace di Lodi (9 aprile 1454) e negli anni successivi, la famiglia dei conti di Lodrone (con il permesso della Serenissima Repubblica Veneta a cui avevano fatto vari e svariati servigi nelle guerre contro il ducato di Milano) tentò più volte di appropriarsi anche della giurisdizione sui monti di Paspardo, dopo aver ricevuto l'infeudamento nelle vicine terre di Cimbergo. La sudditanza vescovile permise a Paspardo, di respingere i tentativi di usurpazione dei diritti feudali di Lodrone.

Gli abitanti erano principalmente dediti all'agricoltura e all'allevamento, altri emigravano per lavorare nelle miniere camune, altri ancora si recavano a Venezia come facchini, manovali, cestai, come documentato dal Da Lezze nel 1610.

Sono documentate la presenza storica di cave e miniere per l'estrazione di cadmio, rame o ferro:

- del 1488 è il famoso "Codice minerario" in cui sono descritte anche le miniere di rame e cadmio, che erano localizzate nelle terre di Paspardo. Non dovevano essere comunque di particolare rilevanza poiché, già nel 1610 nel suo famoso "Catastico", il delegato veneto Giovanni da Lezze, non riportava, descrivendo Paspardo e il suo circondario, l'esistenza di siti estrattivi ma solo di un'economia basata sull'agricoltura e l'allevamento. Nello stesso "Catastico" erano segnalati però due mulini e una segheria, segno questo di un certo benessere (tra la diffusa miseria presente in molti borghi della valle) che comunque resta anche attestato da alcune abitazioni signorili con dei portali datati 1576 e 1671 ancora visibili nel centro storico e da alcuni frammenti di affreschi presenti a casa Bonfadini.

- il 19 novembre 1674 è documentata l'investitura di una miniera di ferro a Gioan De Giacomi presso il "Dosso delle Fiere nel loco del Monastero".

- il 29 novembre 1803, richiesta da Giovan Battista Salari di esercitare "in contrada del Monastero una miniera di ferro già allora tale per quel che si deduce dei vestiggi esercitata ma abbandonata", istanza ripresentata quattro anni dopo con indicato il "dosso della Ferra". Il 20 aprile 1813 Bernardo Mottinelli segnala nella "contrada del Monastero una miniera di ferro con avanti un andito antico e abbandonato".

Sono registrate gravi inondazioni del torrente Re il 25 ottobre 1614, quelle ripetute nella seconda metà dell'ottobre 1738, gli straripamenti del Re nell'agosto 1757, che travolse mulini e strade, i gravi danni provocati nel 1779 da un incendio, che si ripetè ancor più distruttore nel 1833 distruggendo numerose case e molti documenti contenuti nel municipio.

In epoca napoleonica, nel 1805 il comune veniva soppresso e unito a quello di Cimbergo, ma con decreto del 12 febbraio 1816 veniva di nuovo ricostituito.

L'unità d'Italia aggravò la situazione economica di Paspardo rendendo impossibile dapprima e poi difficile l'accesso alle malghe che il Comune aveva nel Trentino. Tale accesso venne riconosciuto dall'Austria: nel 1870 i mandriani paspardesi potevano raggiungere le malghe pagando alla dogana austriaca venti centesimi per capo. Un certo qual respiro economico venne dal trattato fra Austria e Italia dell' 11 febbraio 1906 che riconobbe i diritti e gli interessi dei comuni di Cimbergo, Paspardo e Saviore circa gli alpeggi in Trentino di proprietà fin da tempi remotissimi di tali comuni. Degli alpeggi dovette, tuttavia, di nuovo interessarsi, il vice presidente della Camera on. Carlo Gorio che nel 1908 riuscì ad ottenere via libera alla transumanza.

Almeno fino agli anni '60, alcuni mandriani si recavano annualmente, durante la stagione estiva, con buona parte delle greggi delle famiglie del paese, nelle malghe trentine (Pihìna) della val di Fumo attraverso un lungo tragitto (Sentiero dei Tre Fratelli, lago d'Arno, Passo di Campo), dove la vicinia di Paspardo possedeva ampie porzioni di Vallata: malghe Bissina, Ervina, Pietra Fassa, Latola. Anche le comunità di Cimbergo e Saviore avevano possedimenti in quelle terre, rispettivamente le malghe Leno, Gello, Gellino e le malghe di Campo di Sopra, di Sotto, Breguzzo, Re di Castello, Cerudine. La Malga Bissina venne venduta per la costruzione del bacino idroelettrico da cui si è formato il lago di Bissina; con la siccità degli ultimi anni e il restringimento del lago, tornano qualvolta in vista i ruderi di alcune malghe/cascine.

In epoca fascista, dal 1927 al 1947, Paspardo fu unita a Cimbergo nel comune di Cimbergo-Paspardo.

La Prima guerra mondiale segnò il paese, causando, fra Paspardo e Cimbergo, 23 caduti, nella seconda i caduti furono 16.

Feudatari locali

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Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Stemma Periodo
Vicinia di Paspardo 1336 - ?

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 agosto 1982.

«Di rosso, alla figura di San Gaudenzio vestito di bianco, con manto di porpora, pallio di rosso e mitria d'argento, il santo benedicente con la destra e impugnante con la sinistra un pastorale d'oro, fermo sulla terrazza di verde; ai fianchi dello scudo due pali di nero, scorciati e caricati della scritta in caratteri d'argento "Paspardi" e "S. Gaudentio". Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo troncato di rosso e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa di San Gaudenzio

Centro Storico

Nel centro storico è possibile osservare i caratteristici anvólcc (archi e volte di sostegno) e raólcc (strade voltate coperte), oltre agli antichi portali con iscrizioni; le case spesso celano al loro interno delle spaziose aie ("era"), in cui un tempo venivano svolte le attività artigianali/contadine (come la battitura del frumento). Alcune case presentano nonostante i rimaneggiamenti, pareti, soffitti, balconi e strutture in legno che un tempo dovevano essere molto più diffuse.

Il centro storico è diviso in varie contrade: Fontana, Plaha, Quadrobio, Rac, Scarolina, Sbaöla.

Strutture militari

-Rocca di Paspardo: nel maggio 2011, il Consorzio delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo ha promosso lo svolgersi di scavi archeologici in località Castél (Paspardo), una rupe in posizione dominante sul fondovalle e in collegamento visivo con il castello di Cimbergo, per verificare la presenza di un fortilizio in quell’area. Come suggerito dalla toponomastica, le indagini archeologiche hanno confermato la presenza di un fortilizio, sviluppato su più livelli, la cui effettiva dimensione non è ancora stata verificata: infatti, nonostante il cattivo stato di conservazione e la perturbazione dei livelli stratigrafici (causata dalla posa di ripetitori e dalla creazione di una strada di accesso), le indagini hanno evidenziato numerose murature pertinenti. È stato possibile individuare due fasi costruttive: alla prima (XIV secolo) appartengono la cinta muraria fortificata e il portale di ingresso, una cisterna alla veneziana per il filtraggio dell’acqua, la torre o mastio del castello e un edificio di cui non è possibile ricostruire la destinazione; alla seconda (post-medievale) risalgono invece il rimaneggiamento e ampliamento dell’edificio e di parte delle murature. Rimangono ancora dei quesiti irrisolti riguardo alla reale funzione di tale struttura, di cui non rimane traccia in documenti storici.

-Mulattiera militare conca di Zumella-Passo della Porta (segnavia 78)

Architetture religiose

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Le chiese di Paspardo sono:[8]

  • Parrocchiale di San Gaudenzio
  • Cappella di San Rocco: si tratta di un santuarietto che ha avuto probabilmente origine in quell'altare anonimo, esistente fuori la chiesa, nel cimitero, che il vescovo Bollani nel 1567 ordinò che venisse tolto o chiuso da cancello. S. Carlo, nel 1580, ordinò che venisse chiuso con muri da ogni lato, con soli occhio e porta sulla facciata. La cappella ebbe vita relativamente breve: infatti, nella relazione parrocchiale per la visita pastorale del 1675, il parroco scrive che "è quasi ruinato, né vi si celebra già da secoli". Per questo prega il vescovo che conceda che venga trasformato in una casa per il curato. Ma la comunità non contentandosi di venerare S. Rocco nella chiesa parrocchiale, rivolle una sua cappella, nella relazione del parroco per la visita pastorale del 1837, si legge che esso esiste di nuovo, contiguo alla parrocchiale "fabbricato di recente dai Confratelli del SS. Sacramento dove i detti confratelli si radunano a fare i loro uffici. Vi si celebra messa ma senza alcun dovere". Lo stesso annota la relazione parrocchiale per la visita pastorale del 1861.
  • Santuario della Deria, chiesa sorta nell'ampio castagneto della Deria, dove si spostava la popolazione di Paspardo durante il periodo della raccolta.
  • Chiesetta della Madonna delle Nevi in località Plà dol Rac.

Interesse naturalistico

-Centro Faunistico del Parco regionale dell'Adamello

-Rifugio Colombé

-Castagneti e cascine località Deria, Campivo e Triplane

-Baite e pascoli località Pusol, Zumella, Nicol, Baitù, Pradalbì

-Miniera di ferro in località "dos dele fere"

-Cima Sablunera, m. 2606, cima panoramica posta tra le conche del Volano, di Zumella e d'Arno, ricca di affioramenti geologici.

Nomi di luoghi e località limitrofe:

-Bolp, 'N Vall, Dos dola Hegnada, ìt, 'Al de Fuòs, 'Al de plaha, Campìf, Triplane, Pùt, Funtanine, ai Mulì, ale Mure, Canèt, Munfrì, ai Pos, Rac, Galinì, Plana, Puìt, Prada, Fless, Pohöl, Ghisgiulì, Puzol, Valzél dola mpromia, Plà de Guadagn, Calchera, Bergol, Peha 'ache, Corbela, Nicol, Sablönera, Pas Porta, Baha dol cop, Zömela, Lognét, Baitù, Foràm, Plà dol Rac, Plà de cap, Palahina, Brogn, Càrt, Cornei, Coran Scarpiù, Bus dele grole, Daha, plà de Tupì, Cadanocol, plà de Marsa, Nusa, Tret, Fre, Holaol, Crus de Barbes, Dos Costapeta, Plas, Dos Sulìf, Volbegana, Adacla, Pos de Combel, Laich d'Aran, Trii Fradii, Frezoss, Driva, Santa Barbara, Tredenus, Pes Badél, Volànt, Colom, Tret, Clef dola Gles'gia, Pér, Goia, Taola dol Marmo, Marmòr, Fornocol, Stablèl, Plà lonch, Salì, Salina, Crus, Pos dol pal del luf, Tei, Dos de Ozana, Gazada, Plà dei agnilì, Pihina, Ervina, Latola, Predafaha, Loera, Hehola, Roenada, Cà Morta, ale Rie, Castél, plà da Fröf, Trenì, Dos Baitì, Dos dele Fere, Fopaha, Salet, Roenada, Coran Cutra, Sparsola, Dos, Gelì, Cima Brüzada

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[9]

Vista la grande povertà che per secoli caratterizzò i piccoli borghi di montagna, esistevano un Pio Luogo della Carità sul quale Carlo Borromeo, in visita pastorale nella diocesi bresciana, poneva regole severe affinché ogni sussidio fosse in favore dei poveri; ad esso si aggiungevano la Confraternita del SS. Sacramento che, pur vivendo di elemosine, contava 80 confratelli che si sforzavano di aiutare i più poveri ed infermi e la Scuola o Confraternita della B. Concezione di istituzione francescana, nata nel 1578.

Nel 1594 venne fondato il monte di pietà grazie al testamento di don Gaudenzio Ruggeri. Era ancora in funzione nel 1870 e il Rizzi scriveva: «Sotto la gran sala del Consiglio comunale, esiste un vasto locale cui chiamano Monte di Pietà, nel quale, in ciascun anno, ripongono più d'un centinaio di sacchi di segale. Ogni proprietario, quando sia costretto dalla necessità, ha diritto di prendersi ad imprestito quella quantità di grano, che basti a soddisfare al bisogno; l'anno appresso ne paga l'affitto in grano, e restituisce pure il prestito, che viene riposto nei granai, per altre successive occorrenze». L'affitto dei campi comunali permetteva a Natale e a Pasqua la distribuzione di due chili di sale e dodici di frumento agli abitanti originali e la metà ai forestieri.


Persone legate a Paspardo

- Maria Salari nasce a Paspardo nel 1901 e muore nei cieli americani a soli 27 anni. È la prima donna con il brevetto di pilotaggio dell'intera costa orientale americana e, con il marito anche lui aviatore, crea il primo servizio postale aereo del Mar Caraibico.

- Cesare Bertolotti, pittore (1854-1932). Importante pittore bresciano, possedeva una casa di villeggiatura a Paspardo (detta "cà de la pitura"), da dove poté trarre ispirazione per i suoi mirabili paesaggi.

- Giuseppe Bertolotti, capitano alpino, medaglia d'oro al valore militare (1890-1917).

Originari di Paspardo:

-Martinazzoli, Ruggeri, Salari, Derocchi, Depedro, Squaratti, Sorteni, Giacomi, Bonfadini, Laidelli, Delaidelli, Dassa.

Tradizioni e folclore

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  • 1º gennaio, Capodanno: Ancora oggi permane l'usanza della distribuzione gratuita del sale da parte della Vicinia a ciascun capofuoco (famiglie residenti).[10] Permane la distribuzione del sale a ciascuna famiglia anche in seguito ai funerali.
  • 06 gennaio (Epifania), Gabénàt: durante questa festa conosciuta in altre zone della Valle come gabinòt o gabinat, ci si scambiava, specie fra fidanzati, piccoli doni, come frutta secca o mandarini. Il termine deriva dal tedesco Nacht der Gaben o Gabe-nacht che significa appunto notte dei regali, tale occasione era infatti diffusa oltre che nei confinati Trentino e Valtellina anche nel Tirolo, in Austria e in Baviera.
  • Pasqua: era tradizione che il padrino (ghedàs) donasse una grande pagnotta di pane bianco ("scaleta") o una pagnotta di pane dolce (spongada) al proprio figlioccio (fiòs) per rinfrancare questo legame.
  • 25 aprile Rogazioni di San Marco: era tradizione compiere la processione fino al Capitello dei Due Pini, presso un altare preistorico.[10]
  • 23 giugno vigilia di San Giovanni Battista: vi era fino a qualche decennio fa una processione notturna fino al Capitello dei Due Pini.[10]
  • 16 Agosto festa patronale di San Gaudenzio di Novara: viene tradizionalmente festeggiato ad agosto, essendo il 16 agosto festa di san Lorenzo, compatrono insieme a san Rocco, anziché il 22 gennaio (secondo il calendario dei santi) per permettere alla gente, specie gli uomini, che andavano un tempo a lavorare lontano una volta rientrati di festeggiare insieme a tutta la comunità.
  • Seconda domenica di Ottobre, festa del raccolto in località Deria: fino a pochi anni fa era organizzata in località Deria, zona ricca di castagneti, una festa che chiudeva la stagione della raccolta delle castagne, in passato fondamentale per l'economia del paese. La vita del paese era regolata dai tempi della natura, che garantiva un'efficiente sfruttamento del territorio: durante il periodo autunnale si trasferiva in Deria buona parte della popolazione del paese per dedicarsi esclusivamente alla suddetta attività, mentre d'estate nelle baite in quota per seguire il movimento delle greggi.
  • La sera, prima di andare a dormire, era usanza ritrovarsi tutta la famiglia nelle stalle per fare la "leherna", dove venivano narrati racconti (bòte) più vari, semplicemente per divertire o spaventare (numerosi erano i racconti sulle strìe e i pé de cavra, solitamente ambientati in località Deria), ma anche per trasmettere norme e valori.


Scutum:

Gli scütüm, nel dialetto locale scötöm, sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue i paspardesi ("pasparcc"), gli abitanti di Paspardo, è Pahpardèi/Paspardì oppure Sguísser.[11] *

A Cimbergo sono soprannominati Cülbass o Malìgn, mentre gli abitanti dei confinanti Cimbergo e Grevo sono conosciuti a Paspardo rispettivamente come Hembargòcc/Hembargù/Mastì e Cuspì/Curtilì.

Oltre agli scütüm usati per indicare la singola persona o l'abitante di un certo paese, vi erano anche quelli di famiglia; in questo caso si trattava di nomignoli, con senso pratico, usati nel linguaggio colloquiale, per meglio identificare il nucleo familiare di appartenenza delle persone che spesso portavano nomi e cognomi ricorrenti. Eccone alcuni, in parte ancor oggi utilizzati: Pelegrane, Michilì, Magiulì, Marchì, Begname, Bargamasc, Ligris'cì, Mereche, Pecenet, Zanù, Legór, Tabachì, Vehéns, Galine, Gacc, Roc, Pelegre, Biline, Tunine, Mene, Gnòc, Tampurì, Gianì, Iosep, Caròs, Cumarì, Bianche, Nadai, Pihì, Pui, Mos, Ros, Pehegn, Cuchì, Cense...

Amministrazione

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Municipio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
26 agosto 1989 28 maggio 2002 Gaudenzio Salari DC
lista civica di centrosinistra
Sindaco
28 maggio 2002 7 maggio 2012 Delia Orsignola lista civica di centrodestra Sindaco
7 maggio 2012 in carica Fabio Depedro lista civica Sindaco

Unione di comuni

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Paspardo fa parte dell'Unione Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo, assieme ai comuni di Ceto e Cimbergo.
L'unione di comuni, che ha sede a Ceto, è stata creata il 1º gennaio 1998, essendo la prima unione di comuni in Valle Camonica, ed ha una superficie di circa 69,01 km².[12][13]

Nel 2017 il comune di Ceto ha lasciato l'unione, ora formata solamente dai comuni di Cimbergo e Paspardo e ribattezzata "Unione lombarda di Cimbergo e Paspardo", diventando la più piccola unione comunale di Valle Camonica.

Galleria d'immagini

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  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 163.
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 475, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Gabriele Archetti, Berardo Maggi - Vescovo e signore di Brescia, Brescia, ottobre 1994, p. 322.
  7. ^ Tratto da: Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 84, ISBN 88-343-0333-4.
  8. ^ Tratto da: Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 82.
  9. ^ Dati tratti da:
  10. ^ a b c Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 13-08-2008.
  11. ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 163.
  12. ^ Ministero dell Interno - Unione Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo [collegamento interrotto], su pers.mininterno.it. URL consultato il 26 luglio 2008.
  13. ^ Elenco unioni dei comuni italiani, su Governo italiano - Ministero dell'Interno. URL consultato il 9 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2023).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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