Plazer
Il plazer (pl. plazers, dal lat. placḗre, lett. ‘piacere’) è uno stilema letterario provenzale del Medioevo[1]; prevede componimenti in cui si elencano una serie di situazioni piacevoli nell'ambito laico e mondano, cose desiderate in quanto gradevoli che ci si augurava di vivere. L'elenco era inquadrato nell'ambito di un calendario giornaliero o mensile riflettendo le gioie della vita cortese.
Al plazer si contrappone l'enueg, cioè l'elencazione di cose noiose per l'esistenza umana.
Un esempio di Plazer è Esparviers et austors ("Sparvieri e astori") di Guiraut de Salainhac[2][3]; anche Dante Alighieri ha scritto un sonetto che è un plazer: Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io. Il poeta stilnovista Guido Guinizzelli segue il modello del plazer nel sonetto Io voglio del ver la mia donna laudare.
Esempio
modificaTraduzione delle prime due coblas del plazer di Guiraut de Salainhac
Testo in occitano | Traduzione in Italiano |
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Esparviers et austors |
Sparvieri e falchi |
Note
modifica- ^ Vittorio Dornetti, Aspetti e figure della poesia minore trecentesca, Piccin, 1984, p. 153.
- ^ Servei de Recursos Digitals, Corpus des Troubadors, su trobadors.iec.cat.
- ^ Strempel, Alexander, Giraut de Salignac, ein provenzalischer Trobador., India: Pravana Books, 1916, 1916.