Policrate
Policrate (Samo, 574 a.C. – Magnesia al Meandro, 522 a.C.) fu dal 537 a.C. circa al 522 a.C. tiranno di Samo.[1]

Tirannide
modificaAscesa
modificaNel 537 a.C. riuscì a prendere il controllo dell'isola in qualità di tiranno, abbattendo il potere dell'aristocrazia dei proprietari fondiari, i cosiddetti geomori. Paiono accertati suoi contatti con Pisistrato, tiranno in Atene nei medesimi anni (561 - 527 a.C.).
Conquista dell'Egeo
modificaPolicrate tentò di rendere Samo una potenza regionale, instaurando alleanze con l'Egitto, in particolare il faraone Amasi e altre città-stato greche. Fu in grado di creare dal nulla una potente flotta commerciale e bellica. Grazie a questa flotta riuscì ad ottenere l'egemonia sul mare Egeo, ponendo sotto tributo numerosi popoli e paesi (l'isola di Taso in primis). L'egemonia di Policrate sull'Egeo fu tale da essere considerato da Erodoto (Storie III, 122) il primo dominatore dei mari che la storia ricordi.
Samo sotto Policrate
modificaCon le ingenti ricchezze accumulate attraverso il dominio dei mari, Policrate innalzò possenti mura attorno alla propria capitale. Per poterla approvvigionare d'acqua in caso d'assedio, evitò di far costruire un acquedotto soprelevato, che sarebbe stato troppo vulnerabile, optando invece per un condotto che attraversava un monte. Venne così realizzata un'opera d'ingegneria mirabile: la galleria di Eupalino, un tunnel sotterraneo lungo più di un chilometro, nella quale venne ricavata una condotta che trasportava l'acqua captata da numerose fonti e la convogliava in città. Policrate fece costruire anche un grande porto fortificato (oggi detto Pythagoreion), con due moli di 370 e 180 m, inserito nelle mura cittadine. Infine, promosse anche l'avvio della costruzione dell'tempio di Era, che ben presto divenne un grande santuario.
La tirannide di Policrate spinse vari cittadini di Samo a lasciare l'isola. Nel 531 a.C. un gruppo di fuggiaschi Samii si rifugiò in Magna Grecia. Chiesero ai cumani di potersi insediare in un loro luogo fortificato, ed ottenuto il permesso, fondarono su quel promontorio la loro città che chiamarono Dikaiarchèia (ossia "Città dal giusto governo"), che in epoca romana divenne Puteoli, l'odierna Pozzuoli. Nel 530 a.C. anche Pitagora lasciò Samo per trasferirsi in Magna Grecia, e precisamente a Crotone, dove fondò la sua scuola filosofica.
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Resti dell'heraion di Samo
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Resti delle mura fortificate del Pythagoreion
Caduta
modificaLe flotte samie di Policrate erano intanto dedite ad atti di pirateria, il che avrebbe potuto porre Samo in contrasto con l'Impero achemenide, allora in ascesa nell'Egeo. Tuttavia all'inizio Policrate mantenne buoni rapporti con i persiani. L'ascesa achemenide era infatti inarrestabile: da semplice vassallo del re Astiage di Media, il re persiano Ciro il Grande nel 550 a.C. aveva sconfitto il re dei Medi e assorbito il regno di quest'ultimo nel suo. Nel 547 a.C. conquistò il regno di Lidia dopo aver battuto il re Creso; nel 538 a.C., senza combattere, una congiura aprì a Ciro le porte del Regno di Babilonia e nei successivi anni riuscì a sottomettere anche le città greche della costa anatolica.
Dopo la morte di Ciro, il suo successore, Cambise, decise di attaccare l'Egitto, e Policrate fu costretto a prendere un partito: intuendo la maggiore potenza persiana, inviò a Cambise un contingente di navi che appoggiasse la conquista persiana dell'Egitto, fatto che avvenne nel 525 a.C. con la sconfitta del faraone Psammetico III a Pelusio. Policrate, sicuro di ricavare qualche vantaggio nell'aver prestato il suo aiuto, sarebbe quindi rimasto deluso dall'ingratitudine persiana. Questo fatto lo portò a comportarsi male anche nei loro confronti, flagellando con la sua flotta l'intera costa anatolica dominata dai persiani.
Sul finire del regno di Cambise, il satrapo persiano Orete attirò con l'inganno Policrate a Magnesia al Meandro. Secondo Erodoto, la figlia di Policrate avvisò il padre di non andare, raccontandogli un sogno profetico in cui lo aveva visto sospeso in aria, lavato da Zeus e unto da Elio (il dio del sole). Il tiranno non le prestò ascolto e si recò a Magnesia, ove Orete lo fece catturare e uccidere, per poi esporne il cadavere agli elementi: si adempì così la profezia, in quanto Policrate fu "bagnato da Zeus" (con la pioggia) e "unto da Elio" (per gli umori trasudanti dal corpo a causa del sole).[2]
Perduto così il suo carismatico sovrano, nel 522 a.C. Samo venne facilmente sottomessa dai persiani di Dario, che installò come governatore e vassallo Silosonte, fratello di Policrate.
La leggenda
modificaPolicrate era famoso, oltre che per la sua proverbiale ricchezza, anche per la sua fortuna.
Secondo la leggenda, ritenendo che un uomo troppo fortunato prima o poi sarebbe stato colpito da una grave sventura, Amasi chiese a Policrate di rinunciare a qualcosa di veramente prezioso, in modo che tale perdita rappresentasse una grande sventura e ne scongiurasse una peggiore. Policrate decise perciò di privarsi di un anello preziosissimo cui era molto affezionato e lo gettò in mare. Tempo dopo, un pescatore pescò un pesce di dimensioni notevoli e decise di farne dono a Policrate, ma, mentre i cuochi lo cucinavano, ritrovarono nella sua pancia l'anello che il tiranno aveva gettato in mare. Quando Amasi seppe che Policrate era riuscito a recuperare l'anello, capì che il tiranno era un uomo troppo fortunato e che prima o poi sarebbe stato colpito da una grave disgrazia; non volendo essere travolto anch'egli dalla rovina di Policrate, decise di rompere l'alleanza.[3] Tempo dopo, i timori di Amasi si sarebbero avverati: nel 522 a.C., il satrapo persiano Orete attirò con l'inganno Policrate presso di sé e lo fece giustiziare mediante crocifissione. Da allora e per oltre un secolo i Persiani mantennero il controllo di Samo.
Note
modificaBibliografia
modifica- Alberto Citti, POLICRATE tiranno di Samo, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. URL consultato il 2 settembre 2022.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Policrate
Collegamenti esterni
modifica- Polìcrate, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Policrate, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Polìcrate, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Polycrates, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Jona Lendering, Polycrates of Samos, su Copia archiviata, livius.org, Livius. URL consultato il 2 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2013).
- Polìcrate, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 settembre 2022.
- Alberto Citti, Policrate, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. URL consultato il 2 settembre 2022.
- Policrate, in Dizionario di storia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011. URL consultato il 2 settembre 2022.
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