Postumio Cominio Aurunco
Postumio Cominio Aurunco (in latino Postumius Cominius Auruncus; fl. VI-V secolo a.C.) è stato un politico e militare romano del VI e del V secolo a.C.
Postumio Cominio Aurunco | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Postumius Cominius Auruncus |
Gens | Cominia |
Consolato | 501 a.C., 493 a.C. |
Biografia
modificaFu eletto console nel 501 a.C. con Tito Larcio[1][2], ma non portò a termine il mandato consolare a causa della nomina del collega a dittatore (la prima volta nella storia di Roma) a causa delle tensioni con i Latini.
Fu eletto console una seconda volta nel 493 a.C. con Spurio Cassio Vecellino.[3]
Mentre Spurio Cassio era trattenuto a Roma per la stipula della pace tra Roma e la lega Latina, che per questo sarebbe stata ricordata come foedus Cassianum, Postumio Comino guidò l'esercito romano contro i Volsci di Anzio, che venne espugnata.
Successivamente la campagna militare fu rivolta contro le città volsce di Longula, Polusca e Corioli, tutte e tre conquistate dai Romani, quest'ultima con l'apporto decisivo di Gneo Marcio Coriolano, tanto che Tito Livio annota:
«...L'impresa di Marcio eclissò la gloria del console al punto che, se il trattato coi Latini, concluso dal solo Spurio Cassio in assenza del collega, non fosse rimasto inciso a perenne memoria su una colonna di bronzo, nessuno si ricorderebbe che Postumio Cominio combatté contro i Volsci»
Nel 488 a.C. fu uno dei cinque ex-consoli inviati dal Senato al campo dei Volsci a intercedere con Coriolano, quando questo stava avanzando contro Roma[4].
Note
modificaBibliografia
modifica- Fonti primarie
- Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro VIII.
- Tito Livio, Ab Urbe condita libri, Libro II.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (EN) Antichità romane, Libri IV - VII
- (EN) Antichità romane, Libri VIII - XX
- (LA) Ab Urbe condita libri, Libro II