Quattro giornate di Monza
Le Quattro giornate di Monza sono state un'insurrezione armata avvenuta tra il 18 e il 21 marzo 1848 nella città di Monza, che portò alla temporanea liberazione della città dal dominio austriaco.
Quattro giornate di Monza parte del Risorgimento e della Primavera dei popoli | |||
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Data | 18-21 marzo 1848 | ||
Luogo | Monza | ||
Esito | Vittoria degli insorti e formazione del Governo provvisorio di Milano | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
Voci di rivolte presenti su Wikipedia | |||
Questi moti si svolsero nel contesto della Prima guerra d'indipendenza italiana e parallelamente alle più note cinque giornate di Milano.
Contesto storico
modificaNel marzo 1848, l'intera Lombardia era attraversata da fermenti rivoluzionari che culminarono con l'insurrezione di Milano il 18 marzo. L'ondata patriottica si propagò rapidamente in numerose località lombarde, tra cui Monza, centro strategico sulla linea ferroviaria Milano-Chiasso. Gli eventi monzesi si svolsero in un clima di grande tensione, causato dalla presenza di truppe austriache nella vicina Seregno e nella stessa Monza, sotto il comando del maggiore Francesco Sterchele.
La sollevazione popolare
modificaLa rivolta a Monza ebbe inizio nella giornata del 18 marzo 1848. In seguito alla notizia del sollevamento della città di Milano, l'arciprete monzese Francesco Zanzi ordinò di far suonare le campane di tutte le chiese cittadine, mentre venivano fatti volare in cielo palloni di carta velina con la scritta: «Milano è insorta, accorrete!»[1].
Uno dei primi a muoversi fu Enrico Cernuschi, studente monzese di buona famiglia che in seguito partecipò anche ai moti milanesi insieme al suo insegnante Carlo Cattaneo, che sventolò in piazza una bandiera tricolore[2]. Insieme a Gerolamo Borgazzi[3], ispettore ferroviario che aveva precedentemente servito nella Legione straniera, i rivoltosi si radunarono sotto i portici dell'Arengario. Borgazzi organizzò un gruppo di circa 2000 volontari, con cui occupò la stazione ferroviaria e si impadronì di alcuni convogli per raggiungere Milano e partecipare alla rivolta[4].
La repressione austriaca
modificaNel frattempo, l'esercito austriaco tentò di contenere l'insurrezione. La notte tra il 18 e il 19 marzo, tre compagnie del reggimento croato "Barone Geppert", al comando del maggiore Francesco Sterchele, entrarono in città da Seregno. Stabilito il quartier generale all'Osteria della Posta Vecchia, le truppe si dispiegarono nel Pratum Magnum (oggi piazza Trento e Trieste) e alle due porte cittadine superstiti: Porta San Biagio e Porta d'Agrate, presso via Bergamo, entrambe fortificate con pezzi d'artiglieria[5].
Il 19 marzo fu proclamato il coprifuoco, e sui muri della città vennero affissi manifesti che vietavano gli assembramenti. Tuttavia, nel pomeriggio centinaia di persone si radunarono sotto l'Arengario e in piazza dinanzi al Seminario (attuale liceo classico Zucchi) esibendo bandiere tricolori. I soldati tentarono di disperdere la folla con la forza: si verificarono scontri armati che causarono almeno cinque morti accertati e numerosi feriti[6].
Tra le vittime si ricordano Francesco Mazzola, droghiere e possidente di 36 anni, colpito da un colpo d'archibugio, e un merciaio sessantenne. Le truppe, dopo aver mantenuto il controllo della città per l'intera notte, furono costrette a ritirarsi il 21 marzo[7].
L'assalto finale e la liberazione
modificaLa mattina del 21 marzo, un contingente di circa 5000 insorti armati, provenienti dalle campagne brianzole e lecchesi, si avvicinò a Monza. I soldati austriaci, usciti per fronteggiare i rivoltosi, vennero attaccati anche dalla popolazione cittadina. Sterchele e i suoi uomini si rifugiarono temporaneamente nel Seminario e poi si aprirono un varco verso la Villa Reale, all'epoca residenza del Viceré, subendo gravi perdite.
Delle circa 900 truppe iniziali, solo 160 riuscirono a rifugiarsi nella Villa Reale, mentre altri 220 soldati lasciati in caserma furono catturati dai rivoltosi[8]. La città passò così sotto il controllo degli insorti.
Barricate e difesa della città
modificaNei giorni seguenti, gli insorti si prepararono a un possibile contrattacco austriaco. Vennero erette numerose barricate in vari punti della città, inclusi il cortile del Municipio, Porta Nuova, il Carrobiolo, Sant'Orsola, San Pietro Martire, e lungo le strade per Muggiò, Lecco e Concorezzo. Le barricate furono realizzate con tronchi d'albero tagliati nelle campagne circostanti[9].
Conseguenze
modificaLa rivolta di Monza si concluse senza l'immediato ritorno delle truppe imperiali, che giunsero nuovamente in citrà solo nell'agosto 1848, dopo l'armistizio di Salasco. La città pagò un prezzo alto in termini di vite umane, ma contribuì alla mobilitazione popolare contro l'Impero asburgico.
Citazioni e riferimenti
modificaLuoghi e intitolazioni
modifica- Sul Municipio di Monza fu posta una lapide a ricordo degli insorti monzesi.
- A Monza è presente piazza Quattro giornate di Monza, alle quali è stata intitolata il 28 settembre 2023.
- Alcune vie cittadine sono intitolate a protagonisti delle Quattro Giornate: via Enrico Cernusci e via Gerolamo Borgazzi.
Note
modifica- ^ Archivio Storico Diocesano di Milano, Carte Parrocchiali, Fondo Zanzi.
- ^ C. Cattaneo, Dell’insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra, Feltrinelli, 1965.
- ^ Dizionario Biografico degli Italiani – Treccani, voce: Gerolamo Borgazzi.
- ^ G. Barbero, Milano 1848: Le cinque giornate, Il Mulino, 2003.
- ^ Archivio di Stato di Milano, Fondo Governo Austriaco, Relazioni militari, 1848.
- ^ F. Sterchele, Rapporto al Feldmaresciallo Radetzky, marzo 1848 (ASMi, Fondo Militär).
- ^ https://www.ilgiorno.it/monza-brianza/cronaca/le-4-giornate-di-monza-la-rivolta-popolare-contro-gli-asburgo-battaglie-morti-e-feriti-14b06b75
- ^ V. Galli, La Lombardia nel 1848, Franco Angeli, 1998.
- ^ M. Cattaneo, Ricordi della rivoluzione del 1848 in Lombardia, Laterza, 1910.
Bibliografia
modifica- Indro Montanelli, Mario Cervi, vol. 3, in Due secoli di guerre, Milano, Editoriale Nuova, 1980, ISBN non esistente.
- Paolo Murialdi, Storia del giornalismo italiano, Bologna, il Mulino, 2000, ISBN 88-15-05567-3.
- Marco Scardigli, Capitolo 10: Va’, pensiero, in Le grandi battaglie del Risorgimento, Milano, BUR, 2011, ISBN 978-88-17-04611-4.
- Carlo Moiraghi, Milano nelle 5 giornate. La storia, i documenti, la satira, Milano, Lions Milanesi, non datato.
- Carlo Cattaneo, Dell’insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra, Lugano, 1849.
- Alessandro Barbero, Il Risorgimento. Quando l’Italia diventò una nazione (1815–1861), Roma-Bari, Laterza, 2011, ISBN 978-88-420-9604-7.
- Vincenzo Galli, La Lombardia nel 1848. Cronache popolari e militari del Risorgimento, Milano, Fratelli Bocca, 1899.
- Francesco Sterchele, trascrizione in appendice, in Paolo Mazzocchi (a cura di), Rapporto militare sugli eventi di Monza, 18–21 marzo 1848, Missaglia, Bellavite Editore, 2019.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulle Quattro giornate di Monza
Collegamenti esterni
modifica- Le 4 giornate di Monza: la rivolta popolare contro gli Asburgo, su Il Giorno, 17 marzo 2023. URL consultato il 2 giugno 2025.
- Quattro giornate di Monza: l’itinerario tra barricate e monumenti, su Il Giorno, 17 marzo 2023. URL consultato il 2 giugno 2025.
- Monza risorgimentale, su Arengario.net. URL consultato il 2 giugno 2025.
- Fonti dei distretti militari: Monza, su Archivio di Stato di Milano. URL consultato il 2 giugno 2025.
- Cinque giornate di Milano, su Treccani – Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 giugno 2025.
- Carlo Cattaneo – Dizionario Biografico degli Italiani, su Treccani. URL consultato il 2 giugno 2025.
- Archivio del Comune di Monza, su Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 2 giugno 2025.