Raggio traente

ipotetica tecnologia che permette di attrarre o spostare un oggetto a distanza

Il raggio traente è un'ipotetica tecnologia che permetterebbe di attrarre o spostare un oggetto a distanza senza contatto fisico, motivo ricorrente e termine d'uso comune nella fantascienza.[1] Un analogo con effetto opposto è il raggio repulsivo (pressor beam), introdotto come controparte che respinge invece di attrarre.[2]

Una infografica sul raggio traente

Nei racconti e film di genere, i raggi traenti sono comunemente usati da astronavi e stazioni spaziali per movimentare carichi o navette e per impedire la fuga di unità ostili, in funzione analoga ai grappini d'abbordaggio.[1]

Il termine inglese tractor beam (tradotto in "raggio traente") è stato coniato dallo scrittore di fantascienza E. E. "Doc" Smith nel romanzo Spacehounds of IPC (1931), come equivalente «a campo di forza» di un cavo d'abbordaggio.[1]

Nella scienza e tecnologia

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Nel campo dell'ottica, studi teorici e sperimentali hanno mostrato che fasci non parassiali (cioè al di fuori dell'approssimazione parassiale) – ad esempio fasci a profilo di Bessel o a vortice – possono esercitare una forza di trazione su particelle sospese, realizzando condizioni di pressione di radiazione negativa (optical pulling).[3][4]

Nel campo dell'acustica, degli array di ultrasuoni hanno generato acoustic tractor beams su bersagli macroscopici, e l'olografia acustica ha consentito la manipolazione di oggetti levitati.[5][6] In prospettiva applicativa, studi della NASA (programma NIAC) hanno valutato trappole ottiche per il campionamento remoto di particolato in ambienti planetari o da comete e asteroidi.[7][8][9]

Nell'immaginario

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Anticipazioni del concetto di "raggio traente" compaiono nel racconto As Easy as A.B.C. (1912) di Rudyard Kipling (che presenta un dispositivo elettromagnetico per immobilizzare a distanza) e in The Flying Eye (1912) di Jacques Futrelle (raggio di sollevamento), come esempi di azione a distanza senza contatto.[1] La denominazione tractor beam (tradotto in "raggio traente") si afferma con il romanzo Spacehounds of IPC (1931) di E. E. Smith e diventa soluzione standard nell'epoca d'oro della fantascienza nella terminologia e come meccanismo tradizionale nella trama (quando si tratta di afferrare, trainare, bloccare veicoli nello spazio).[1] Il termine viene reso popolare in televisione con l'uso sistematico nella serie di Star Trek (1966–1969), da cui il concetto si diffonde stabilmente nel cinema e negli altri media; nello stesso contesto è spesso associato al concetto di campo di forza.[1] Come controparte «spingente» ricorre il pressor beam, termine coevo in E. E. Smith che indica un raggio repulsivo.[2]

  1. ^ a b c d e f (EN) Tractor Beam, su The Encyclopedia of Science Fiction, 16 gennaio 2023. URL consultato il 31 agosto 2025.
  2. ^ a b (EN) Pressor Beam, su The Encyclopedia of Science Fiction, 3 aprile 2015. URL consultato il 31 agosto 2025.
  3. ^ (EN) Andrey Novitsky; Cheng-Wei Qiu; Arkadiy Novitsky, Single Gradientless Light Beam Drags Particles as Tractor Beam, in Physical Review Letters, vol. 107, 2011, p. 203601, DOI:10.1103/PhysRevLett.107.203601.
  4. ^ (EN) Jun Chen; Jie Ng; Zhifang Lin; C. T. Chan, Optical pulling force, in Nature Photonics, vol. 5, 2011, pp. 531–534, DOI:10.1038/nphoton.2011.153.
  5. ^ (EN) C. E. M. Démoré; Z. Yang; A. Volovick; et al., Acoustic Tractor Beam, in Physical Review Letters, vol. 112, n. 17, 2014, p. 174302, DOI:10.1103/PhysRevLett.112.174302.
  6. ^ (EN) Asier Marzo; et al., Holographic acoustic elements for manipulation of levitated objects, in Nature Communications, vol. 6, 2015, p. 8661, DOI:10.1038/ncomms9661.
  7. ^ (EN) Laser-Based Optical Trap for Remote Sampling of Particles and Organisms (NIAC Phase I), su NASA, 16 febbraio 2014. URL consultato il 31 agosto 2025.
  8. ^ (EN) Laser-Based Optical Trap for Remote Sampling of Particles and Organisms – Final Report (PDF), su NASA, 2011. URL consultato il 31 agosto 2025.
  9. ^ (EN) Laser-Based Optical Trap for Remote Sampling of Interplanetary and Atmospheric Particulate Matter (PDF), su NASA Technical Reports Server, 2016. URL consultato il 31 agosto 2025.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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