Rodolfo de Mattei

storico, scrittore e giornalista italiano (1899-1981)
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Rodolfo de Mattei (Catania, 1º gennaio 1899Roma, 19 luglio 1981) è stato uno storico, scrittore e giornalista italiano, docente di storia delle dottrine politiche in diverse università italiane nonché collaboratore del Giornale d'Italia e redattore del Tevere.

Rodolfo de Mattei

Biografia

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Nacque il 1º gennaio 1899 a Catania come terzogenito del medico e docente universitario Eugenio Di Mattei (o de Mattei) e Maria Sciuto Patti, figlia dell'architetto Carmelo Sciuto Patti; ebbe almeno due fratelli maggiori, Giuseppe e Pietro, che seguirono le orme paterne in ambito medico. Frequentò gli studi primari e superiori a Catania, città allora particolarmente attiva in ambito letterario, ed ebbe la possibilità di frequentare assiduamente Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico De Roberto; poco più che diciassettenne divenne direttore di una piccola rivista letteraria, La Fonte, a cui contribuirono Filippo de Pisis, Lionello Fiumi, Giuseppe Ravegnani, Alberto Viviani e Giuseppe Villaroel.[1]

Dopo essersi diplomato al liceo ginnasio Cutelli, dove ebbe tra i suoi compagni Filippo Anfuso, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Catania, da cui si laureò nel 1920[2] con una tesi in diritto internazionale.[1] Dopo gli studi si trasferì a Roma, dove fu legato al senatore Pietro Chimienti ma soprattutto ad altri due conterranei: Giovanni Gentile, che lo volle come suo collaboratore all'Istituto nazionale fascista di cultura, e Gaetano Mosca, di cui fu allievo.[1][3] Si iscrisse al Partito Nazionale Fascista nel 1925, prestando giuramento di fedeltà al fascismo l'8 febbraio 1935.[4]

Conseguì per primo la libera docenza in storia delle dottrine politiche nel 1927[5] e Mosca lo designò come professore incaricato presso la nascente Facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", nominandolo anche suo successore alla stessa cattedra presso la Facoltà di Giurisprudenza del medesimo ateneo.[1] Rimase a Roma fino al 1934, anno in cui vinse un primo concorso per l'insegnamento della materia presso l'Università degli Studi di Cagliari.[4] All'attività accademica affiancò anche quella letteraria, scrivendo Compagni di ventura e Polvere di Roma, quest'ultimo premiato nel 1934 col primo Premio Cervia, la cui commissione giudicante era presieduta dallo storico Gioacchino Volpe.[1] Contribuì inoltre a diverse riviste e periodici tra cui Il Tevere (di cui fu redattore), Quadrivio, Capitolium, la Strenna dei Romanisti e Critica fascista.[6]

Nel corso del 1935 assunse la stessa cattedra presso l'Istituto Cesare Alfieri di Firenze, passando poi all'Università di Pisa, all'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti e, dal 1949 al 1975, nuovamente alla Sapienza di Roma.[4] Fu insignito di una laurea honoris causa dall'Università di Montpellier.[1] Nel 1954 pubblicò con Vallecchi Labirinto Romano, una guida allo spirito di Roma candidata al Premio Strega e al Premio Marzotto, che gli valse il titolo di "romanista principe" da parte dello scrittore Livio Jannattoni.

Si sposò con Michela Tarquini, da cui ebbe almeno due figli: Roberto, nato nel 1948[7], e Flaminia, nata nel 1952.

Nel 1966 fu nominato socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei;[8] fu anche socio della Real Academia de la Historia di Madrid e dell'Académie des sciences et lettres di Montpellier, oltre che presidente onorario dell'Associazione italiana di scienze politiche e sociali e membro della commissione nazionale italiana dell'UNESCO.

Rimase un fervente monarchico, godendo dell'amicizia di Umberto II di Savoia, che lo insignì inoltre del titolo di cavaliere dell'Ordine civile di Savoia.[1] Coltivò inoltre importanti amicizie con Gioacchino Volpe, Niccolò Rodolico e Alberto de' Stefani.[1]

Morì a Roma il 19 luglio 1981.[2]

Onorificenze

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  1. ^ a b c d e f g h Gennaro Malgieri, Rodolfo de Mattei a quarant'anni dalla morte. Le ragioni di una riscoperta, in Formiche, 17 luglio 2021. URL consultato il 27 settembre 2025.
  2. ^ a b Luciano Russi, DE MATTEI, Rodolfo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. URL consultato il 27 settembre 2025.
  3. ^ Laura Mitarotondo, Rodolfo De Mattei e il "dogma" della democrazia. Un itinerario critico nella politica postunitaria a partire da Gaetano Mosca (PDF), in Storia e Politica, XII, n. 2, 2020.
  4. ^ a b c De Mattei Rodolfo, su archiviostorico.unica.it, Università degli Studi di Cagliari. URL consultato il 26 settembre 2025.
  5. ^ Carteggio Croce-De Ruggiero, a cura di Angela Schinaia, Nunzio Ruggiero, con un'introduzione di Gennaro Sasso, Bologna, Il Mulino, 2008.
  6. ^ DE MATTEI Rodolfo (Catania, 1898 – Roma, 1981) (PDF), su gruppodeiromanisti.it, Gruppo dei Romanisti. URL consultato il 27 settembre 2025.
  7. ^ Biografia, su robertodemattei.it. URL consultato il 27 settembre 2025.
  8. ^ de Mattei, Rodolfo, su lincei.it, Accademia Nazionale dei Lincei. URL consultato il 27 settembre 2025.
  9. ^ https://archivio.quirinale.it/archivio//GIOVANNI_COLLI/SCATOLA_8/186_DIPLOMI_ONORIFICENZE_E_DECORAZIONI_DI_COLLI_1934_1980.pdf

Bibliografia

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  • Guglielmo Lo Curzio, «Rodolfo De Mattei», la voce in Scrittori siciliani, Palermo, Novecento, 1989. ISBN 88-373-0096-4.
  • Luciano Russi, «Rodolfo De Mattei», in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XXXVIII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1990, pp. 606–608.
  • Gennaro Malgieri (a cura di), Ideario italiano: il pensiero del Novecento visto da destra, Roma, Il minotauro, 2001. ISBN 88-8073-061-4.
  • Luciano Russi, Il passato del presente: Rodolfo De Mattei e la storia delle dottrine politiche in Italia, Pescara, Edizioni Scientifiche Abruzzesi, 2005. ISBN 88-901482-3-3.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN89050489 · ISNI (EN0000 0001 1030 7522 · SBN CFIV042725 · BAV 495/91860 · LCCN (ENn80040593 · GND (DE130519111 · BNE (ESXX1130803 (data) · BNF (FRcb118860959 (data) · J9U (ENHE987007271890405171 · CONOR.SI (SL202109539
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