Roger Vandenberghe
Roger Vandenberghe (XIV arrondissement di Parigi, 26 ottobre 1927 – Nam Dinh, 5 gennaio 1952) è stato un militare francese, particolarmente distintosi nel corso della seconda guerra mondiale.
| Roger Vandenberghe | |
|---|---|
| Soprannome | "Vanden" |
| Nascita | XIV arrondissement di Parigi, 2 maggio 1920 |
| Morte | Nam Dinh, 5 gennaio 1952 |
| Cause della morte | Assassinio |
| Luogo di sepoltura | cimitero di Castillon |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | Armée de terre |
| Anni di servizio | 1944-1952 |
| Grado | Maresciallo capo |
| Guerre | Seconda guerra mondiale Guerra d'Indocina |
| Decorazioni | vedi qui |
| dati tratti da Roger Vandenberghe[1] | |
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Decorato con la Croce di Cavaliere della Legion d'onore, della Médaille militaire, della Croix de guerre 1939-1945, e della Croix de Guerre des Theatres d'Operations Exterieurs (con nove palme).[2][3][4] Il generale Jean de Lattre de Tassigny lo definì il miglior soldato d'Indocina[5].
Biografia
modificaNacque nel XIV arrondissement di Parigi il 26 ottobre 1927, figlio di Raoul Emile e di Toba Adler.[N 1][6][4] Il padre era invalido di guerra ed affetto da tubercolosi, e la responsabilità di provvedere alla sua famiglia ricadette sulla madre che svolgeva lavori domestici, ma, ammalatasi a sua volta, decise infine di mettere lui e suo fratello Albert (nato Albert Adler), di tre anni più grande, nell'Assistenza Pubblica nel 1932.[1][3][4] I due fratelli trascorsero anni difficili in collegio, e nel 1935, furono affidati a due famiglie di contadini bearnesi del villaggio di Arthez-de-Béarn per aiutarli nei campi mentre continuavano ad andare a scuola.[1] Si diplomò nel 1938, l'anno successivo il padre morì e scoppiò la seconda guerra Mondiale.[1]
Dopo la deportazione in Germania di sua madre, avvenuta nel corso del 1943, cercò di entrare nella resistenza, venendo rifiutato perché considerato troppo giovane.[1] Infine, il 14 luglio 1944, all'età di 16 anni, con il fratello, si arruolò nella Compagnie Peillon del Corps franc Pommiès che, dal punto di vista operativo, dipendeva direttamente dal Bureau central de renseignements et d'action (BCRA) di Londra.[1] Partecipò alle operazioni contro le truppe di occupazione nei settori di Monein e Arthez-de-Béarn, riuscendo a liberare i suoi commilitoni dall'accerchiamento a cui li avevano sottoposti le truppe tedesche.[1] Dopo la liberazione del dipartimento, fu assegnato a un'unità a guardia del confine franco-spagnolo nei Pirenei, per poi unirsi al resto del Corps franc Pommiès vicino a Digione.[1][4] Il 4 febbraio 1945 rimase ferito dall'esplosione di una mina mentre conduceva una ricognizione per la quale si era offerto volontario, e per questo fatto il 9 dello stesso mese fu insignito della Croix de guerre 1939-1945 e citato all'ordine del giorno del reggimento.[3]
Alla fine della guerra decise di rimanere nell'Armée de terre. Fu quindi assegnato il 12 febbraio alla 2ª Compagnia del 49° Reggimento fanteria, formato dai veterani del Corps franc Pommiès, che era di stanza in Germania.[4] Nominato caporale nel 1946, si offrì volontario con suo fratello per l'Indocina e si unì al 2° Battaglione di marcia del Corpo di spedizione francese in Estremo Oriente.[3]
La guerra d'Indocina
modificaIl 13 gennaio 1947 si imbarcò a Marsiglia con il 1° Battaglione del 49° Reggimento fanteria, arrivando a Tourane, nell'Annam, un mese dopo.[1] Dopo lo scioglimento del I Battaglione del 49° Reggimento fanteria, lui e suo fratello vennero trasferiti alla 10ª Compagnia del 6° Reggimento fanteria coloniale (6ème RIC, Régiment d'Infanterie Coloniale).[4] Il 6 gennaio 1948, suo fratello maggiore Albert fu ucciso ad Ha Dong durante un assalto.[1] Trasferito alla 5ª Compagnia del 6° Reggimento fanteria coloniale (6éme RIC) il 1° gennaio 1948, il suo plotone fu responsabile delle operazioni di ricognizione e assalto del battaglione, venendo impiegato per riconquistare la miriade di villaggi che punteggiavano le risaie del delta del Fiume Rosso (Tonchino).[1][4] Rimase gravemente ferito il 18 febbraio 1949, quando un proiettile lo colpì di striscio al cuore.[4] Fu nominato Cavaliere della Legion d'onore.[1] Evacuato per motivi medici due mesi dopo, venne ricoverato all'ospedale militare di Bordeaux prima di ricongiungersi alla sua famiglia adottiva nel Béarn.[1] Il 14 luglio 1949, sfilò sulla avenue des Champs-Élysées come guardia d'onore del 3° Reggimento fanteria coloniale.[1]
Dopo otto mesi di convalescenza, il 2 novembre 1949 si imbarcò per tornare in Indocina.[1] Il 29 aprile 1951 condusse l'attacco a Ninh Bình, che il giorno dopo consentì di recuperare il corpo del tenente Bernard de Lattre de Tassigny, ucciso sul monte Non Nuoc durante l'offensiva dei Viet Minh che segnò l'inizio della battaglia di Day.[3][4] Il 2 luglio 1951 il generale Jean de Lattre de Tassigny, comandante del Corpo di spedizione francese in Estremo Oriente, decise di creare 8 unità di commandos nordvietnamiti, unità leggere ausiliarie supervisionate da sottufficiali e ufficiali francesi.[1][4] L'obiettivo era quello di colpire il Viet Minh con gli stessi metodi.[4] Il numero di commando salì a 45 il 19 novembre 1951, tra cui il n. 24 assegnato al suo comando, assistito dai due fedeli assistenti, il sergente Edmond Puel, e Tran Dinh Vy, un ex insegnante che sarebbe poi diventato colonnello della Legione straniera.[1] Il personale del commando n. 24, noto come commando "Vandenberghe", indossava tute mimetiche nere, per cui in seguito venne chiamato "Le Tigri Nere", e comprendeva circa circa 50 persone; in seguito il numero aumentò nell'estate del 1951, cosa che non gli consentì più di seguire tutti e di garantire l'affidabilità di ciascuno.[1]
In una missione in profondità in territorio nemico si finse prigioniero e fu condotto dalle sue truppe, travestite da Viet Minh, a marciare apertamente verso un Commissario dei Vieth Minh.[4] Al momento giusto, i soldati del Commando 24 uscirono e aprirono il fuoco, recuperarono armi e documenti, comprese le comunicazioni di un imminente attacco nemico.[N 2][1][4] Aveva perfettamente compreso e imitato il metodo della guerriglia indipendentista, basato sull'infiltrazione dietro le retrovie nemiche, e con grande meticolosità decuplicava l'efficacia delle sue incursioni.[1] Il Commando 24 prese parte alla campagna di Hoa Binh alla fine del 1951. Operava con il Groupe Mobile No. 2, sotto il comando del colonnello Christian de Castries (in seguito, comandante di Dien Bien Phu).[4]
Il 5 gennaio 1952 il sottotenente Nguien Tinh Khoï (ex comandante dell'unità d'assalto del 36° Reggimento della 308ª Brigata Viet Minh), catturato durante la battaglia di Day nel 1951, lo tradì e lo assassinò mentre dormiva a Nam Dinh, insieme al sergente Puel.[4] La sua tomba portava il numero 263 nel cimitero di Nam Định.[3] Con il sostegno di diverse associazioni di veterani dell'Indocina, la sua bara, insieme a quella di suo fratello Albert, fu rimpatriata in Francia nelle loro regioni di adozione nel 1987, Albert riposa nel cimitero di Arthez-de-Béarn e Roger nel cimitero di Castillon, un villaggio vicino. Una stele con il suo nome domina la valle del Béarn.[1]
Onorificenze
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Suo padre era nato a Le Havre il 26 dicembre 1885, di origine belga era invalido di guerra in quanto intossicato dai gas asfissianti nel corso della prima guerra mondiale, gravemente affetto da tubercolosi e disoccupato, dovette partire poco dopo per un sanatorio per essere curato. Morì nel settembre 1939. Sua madre, nata a Galați, in Romania, e di fede ebraica fu deportata con il convoglio 66 dal campo di Drancy al campo di concentramento di Auschwitz il 20 gennaio 1944; non fece ritorno.
- ^ Aveva con sé uomini che avrebbero eguagliato il suo coraggio e riconosciuto il suo valore di leader e stratega eminente, capace di assimilare le tattiche dei suoi avversari.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- (FR) Erwan Bergot, Commando Vandenberghe : Le Pirate du Delta: Roger Vandenberghe, héros légendaire de la Guerre d'Indochine (février 1947-janvier 1952), Paris, Pygmalion, 1985.
- (FR) Charles-Henri De Pirey, Vandenberghe Le Commando Des Tigres Noir, Paris, Indo éditions, 2003.
- (FR) Guy Leonetti (a cura di), Mémorial Indochine, Paris, Ministère de la Défense, 2014.
- (FR) Hugues Tertrais, Regards sur l’Indochine, Paris, Gallimard, 2015.
Collegamenti esterni
modifica- (FR) Roger VANDENBERGHE. Un Béarnais héros de la guerre d'Indochine (PDF), su Unacitaistres. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (FR) Serge Clay, Roger Vandenberghe. Héroïque combattant assassiné, su Orphelin. URL consultato il 19 aprile 2025.
- (FR) En Indochine, il n’y avait qu’un tigre et il s’appelait Roger Vandenberghe, su Souvenir Francais. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (EN) David Galster, De Lattre's Line: Commandos Nord-Vietnam, su Campaign Series Legion. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (FR) 06/01/52 - Adc Roger VANDENBERGHE ( 25 ans) -Chef du Commando 24, su Soldats de France. URL consultato il 24 aprile 2025.
