Sala Baganza

comune italiano

Sala Baganza (Säla in dialetto parmigiano[4]) è un comune italiano di 6 037 abitanti[1] della provincia di Parma in Emilia-Romagna, circa 12 km a sud del capoluogo provinciale. È sede di numerose aziende del comparto metalmeccanico e del settore agroalimentare (soprattutto lavorazione carne suina per produzione di salumi), dislocate tra Castellaro e San Vitale Baganza, sulla riva sinistra del torrente Baganza. L'offerta enogastronomica può essere considerata di pregio: il comune è infatti terra del Prosciutto di Parma, del Parmigiano Reggiano e zona di produzione del vino Malvasia. Fa parte dell'Unione Pedemontana Parmense.

Sala Baganza
comune
Sala Baganza – Stemma
Sala Baganza – Bandiera
Sala Baganza – Veduta
Sala Baganza – Veduta
La Rocca Sanvitale di Sala Baganza
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Amministrazione
SindacoAldo Spina (lista civica di centro-sinistra Solidarietà) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 3-10-2021)
Territorio
Coordinate44°43′N 10°14′E
Altitudine176 m s.l.m.
Superficie30,76 km²
Abitanti6 037[1] (31-5-2025)
Densità196,26 ab./km²
FrazioniCase Marconi, Casino de' Boschi, Castellaro, Limido, Maiatico, San Vitale Baganza, Segalara, Talignano
Comuni confinantiCalestano, Collecchio, Felino, Fornovo di Taro, Parma, Terenzo
Altre informazioni
Cod. postale43038
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT034031
Cod. catastaleH682
TargaPR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 664 GG[3]
Nome abitantisalesi
Patronosanti Stefano e Lorenzo
Giorno festivo26 dicembre e 10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sala Baganza
Sala Baganza
Sala Baganza – Mappa
Sala Baganza – Mappa
Posizione del comune di Sala Baganza nella provincia di Parma
Sito istituzionale

Origini del nome

modifica

Il toponimo Sala è di origine longobarda ed è attestato in molte regioni italiane, ad esempio: Sala Bolognese, Sala Comacina, Sala Biellese, Sala Consilina, La Sala, a Usigliano di Lari, Pisa, nonché in Svizzera, a Sala Capriasca. La sala era la terra direttamente occupata dal presidio germanico e si contrapponeva alle terre tributarie degli altri abitanti, i quali corrispondevano ai Longobardi parte dei raccolti in veste di tributo. Il termine deriva dal longobardo saliz, 'fattoria'.

Il termine Baganza, dal nome del torrente sulla cui sponda si trova il paese, fu aggiunto per decreto reale solo nel 1862. Il nome è di etimo incerto, ma potrebbe derivare dalla radice celtica bagus ('faggio'), albero molto comune nella Val Baganza.

L'11 giugno 2011 una parte del paese di Sala Baganza e la frazione di Talignano (insieme ad alcune aree dei comuni vicini di Collecchio e Fornovo di Taro) sono state duramente colpite da un'alluvione dovuta all'esondazione del Rio Ginestra e del Torrente Scodogna a causa di intense precipitazioni. L'evento calamitoso ha causato la morte di una persona e feriti gravi. I danni ammontano a circa 7 200 000 euro per privati e aziende e circa 450 000 euro i danni pubblici. Sono 185 le famiglie e 50 le attività produttive colpite.[5]

Simboli

modifica

Lo stemma del comune di Sala Baganza è stato concesso con regio decreto del 16 febbraio 1931.[6]

«Partito: nel primo d'oro, alla banda di rosso; nel secondo d’azzurro, ai 9 gigli d'oro, disposti 3, 3, 3. Ornamenti esteriori da Comune.[7]»

Nello scudo si trovano elementi ispirati ai blasoni dei Sanvitale (d'argento, alla banda di rosso) e dei Farnese (d'oro, ai sei gigli di azzurro 3, 2, 1).

Il gonfalone municipale, concesso con D.P.R. del 28 maggio 2013, è un drappo partito di azzurro e di giallo.[8]

Monumenti e luoghi d'interesse

modifica

Architetture religiose

modifica

Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo (Sala Baganza).
 
Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo

Edificata tra il 1582 e il 1586 per volere dei conti Giberto IV e Girolamo Sanvitale quale oratorio del convento degli agostiniani, la chiesa fu elevata a sede parrocchiale nel 1694 in sostituzione dell'abbandonata cappella medievale intitolata a santo Stefano, menzionata per la prima volta nel 1005 tra i beni donati al Capitolo della Cattedrale di Parma e divenuta autonoma nel 1520; ampliata e decorata in stile neoclassico nel 1801 per volere del duca di Parma Ferdinando di Borbone, fu nuovamente modificata tra il 1930 e il 1939 con l'allungamento dell'abside, la costruzione delle cappelle laterali e la sopraelevazione della torre campanaria; lesionata da grandi crepe, fu interamente restaurata tra il 2022 e il 2023. L'edificio, sviluppato su una pianta a navata unica affiancata da tre cappelle per parte, presenta una facciata neoclassica elevata su un doppio ordine di lesene doriche binate, a sostegno del frontone triangolare di coronamento; all'interno il presbiterio e le cappelle laterali conservano varie opere di pregio, tra cui alcuni affreschi staccati provenienti dall'antica cappella di Santo Stefano, realizzati tra il XVI e il XVII secolo da Cesare Baglioni, tracce di dipinti a olio eseguiti intorno al 1940 da Latino Barilli, due quadri settecenteschi di Domenico Muzzi e Gaetano Callani e uno ottocentesco di Enrico Bandini, un calice del 1725 e vari oggetti e paramenti sacri risalenti al XVIII e XIX secolo.[9][10][11]

Oratorio di San Lorenzo

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio di San Lorenzo (Sala Baganza).
 
Oratorio di San Lorenzo

Menzionato per la prima volta nel 1230, l'originario oratorio dedicato a San Lorenzo fu ricostruito dopo il 1477 all'interno della Rocca Sanvitale per volere del conte di Sala Giberto III; sconsacrato nel 1600 e confiscato insieme al maniero dal duca di Parma Ranuccio I Farnese nel 1612, fu sostituito alla fine del XVIII secolo da un nuovo edificio neoclassico, eretto tra il 1793 e il 1795 accanto al torrione a nord-ovest su commissione del duca Ferdinando di Borbone; donato col castello al tenente napoleonico Michele Varron nel 1804, seguì le vicende della rocca, passando nel 1888 al marchese Giovanni Battista Carrega, poi nel 1920 all'imprenditore Remigio Magnani, indi alla famiglia Romani, che nel 1987 alienò l'intera porzione nord-occidentale del maniero al Comune di Sala Baganza; restaurato negli anni seguenti, fu riaperto al pubblico nel 2003. Il luogo di culto, noto anche come oratorio dell'Assunta, si sviluppa su una pianta a navata unica e presenta una simmetrica facciata a capanna, coronata da un frontone triangolare; all'interno l'aula, scandita lateralmente da una serie di lesene ioniche, è affiancata da due tribune su ogni lato; il presbiterio absidato accoglie un altare in marmi policromi e un'ancona lignea realizzati in stile neoclassico su progetto dello stesso architetto dell'edificio, secondo gli storici individuabile in Pietro Cugini, Louis-Auguste Feneulle o Donnino Ferrari.[12][13][14][15][16]

Chiesa di San Biagio a Talignano

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Biagio (Sala Baganza).
 
Chiesa di San Biagio

Costruita a Talignano lungo un ramo della via Francigena tra la fine dell'XI e gli inizi del XIII secolo dai frati cistercensi dell'abbazia di Chaise-Dieu, la chiesa romanica, originariamente dipendente dal monastero della Rocchetta sul monte Prinzera, fu elevata a sede parrocchiale autonoma nel 1564; decorata in stile barocco e neoclassico tra il XVI e il XVIII secolo, fu modificata nel 1877 con la sopraelevazione della navata e la realizzazione della volta a botte lunettata sull'aula e di una cappella su ogni lato; interamente ristrutturata tra il 1935 e il 1939 ripristinando le antiche forme medievali, fu colpita dal sisma del 15 luglio 1971, che danneggiò il campanile, in seguito restaurato. L'edificio, sviluppato su una pianta a navata unica, è caratterizzato dalla simmetrica facciata a capanna a strisce orizzontali in pietre e mattoni, al cui centro si apre un portale coronato da una lunetta, contenente un rarissimo altorilievo duecentesco raffigurante la Psicostasia; all'interno la cappella alla base del campanile medievale conserva un affresco tardo-quattrocentesco rappresentante la Madonna col Bambino, un santo vescovo e sant'Antonio Abate.[17][18][19][20]

Chiesa di San Nicolò a Maiatico

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Nicolò Vescovo (Sala Baganza).
 
Chiesa di San Nicolò

Menzionata per la prima volta nel 1208, la chiesa di Maiatico fu eretta a sede parrocchiale autonoma nel 1564; ricostruita tra il XVI e il XVIII secolo in stile barocco, fu pesantemente danneggiata nel 1851 da un fulmine, che provocò il crollo di uno dei due campanili sul presbiterio e sulla canonica; risistemata nei decenni seguenti con la sopraelevazione della torre campanaria superstite e la riedificazione degli ambienti distrutti, tra il 1908 e il 1912 fu ristrutturata e dotata di una nuova facciata neoromanica su progetto dello scenografo Mario Soncini. L'edificio, sviluppato su una pianta a navata unica, presenta nel prospetto principale un portale affiancato da due semicolonne con capitelli quattrocenteschi in pietra e sormontato da una lunetta contenente un coevo bassorilievo; l'interno, ornato con dipinti a finto rilievo realizzati dal Soncini, ospita alcuni dipinti di pregio, tra cui la pala seicentesca.[21][22][23]

Chiesa di San Vitale a San Vitale Baganza

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Vitale (Sala Baganza).
 
Chiesa di San Vitale

Menzionata per la prima volta nel 1005, la pieve romanica di San Vitale Baganza, all'epoca appartenente all'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma, nel XIV secolo fu arricchita del campanile, ricostruito nel 1597 e sopraelevato nel 1737; gravemente danneggiata nel 1834 da una violenta scossa tellurica, la chiesa fu interamente riedificata in stile neoclassico tra il 1835 e il 1841 su disegno dell'architetto Lorenzo Raschi, conservando solo la torre campanaria settecentesca; completata nel 1868 con la facciata progettata dall'architetto Luigi Bianchi, fu restaurata nel 1941; lesionata nel 2008 da un nuovo terremoto, fu ristrutturata nel 2012. Il luogo di culto, sviluppato su una pianta a navata unica affiancata da quattro cappelle per lato, presenta una facciata elevata su un doppio ordine di semicolonne e decorata con due nicchie contenenti altrettante statue realizzate dallo scultore Agostino Ferrarini nel 1885; all'interno il tempio conserva varie opere di pregio, tra cui alcuni dipinti di Giuseppe Peroni e Clemente Ruta.[24][25][26][27]

Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo a San Vitale Baganza

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo (Sala Baganza).
 
Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo

Edificato nel 1717 dai fratelli Adorni quale cappella privata dell'adiacente villa coeva, l'edificio barocco di San Vitale Baganza fu sconsacrato nel XIX secolo per volere dei nuovi proprietari Carpintero e riaperto al culto quale oratorio sussidiario della vicina chiesa di San Vitale nel 1982, in seguito al suo completo restauro; danneggiato dal sisma del dicembre 2008, fu successivamente ristrutturato. L'edificio, sviluppato su una pianta centrale ottagonale, presenta una semplice facciata col portale d'ingresso sormontato da una monofora polilobata e lesene sugli spigoli; all'interno era originariamente conservata una pala dipinta da Giuseppe Peroni e successivamente traslata nell'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma.[28][29]

Oratorio del Santissimo Nome di Maria a Castellaro

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio del Santissimo Nome di Maria.
 
Oratorio del Santissimo Nome di Maria

Menzionato per la prima volta nel 1230, l'oratorio originario di Castellaro, danneggiato gravemente tra il 1603 e il 1606, fu ricostruito nel 1618 su finanziamento dei marchesi Banzola e intitolato a san Giovanni Battista; caduto successivamente in rovina, fu riedificato in stile barocco nel 1715 per volere dei Banzola e dedicato alla beata Vergine Maria. La struttura, sviluppata su una pianta a navata unica, è caratterizzata dalla presenza di una serie di aperture polilobate nella facciata; all'interno è conservato sul fondo dell'abside un piccolo affresco raffigurante la Madonna col Bambino, eseguito forse da Giuseppe Peroni.[30][31][32]

Architetture militari

modifica

Rocca Sanvitale

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Rocca Sanvitale (Sala Baganza).
 
Rocca Sanvitale

Castello di San Vitale Baganza

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di San Vitale Baganza.
 
Castello di San Vitale Baganza

Costruito in epoca imprecisata accanto alla pieve di San Vitale, il castello di San Vitale Baganza, appartenente nel 1142 all'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma, passò in seguito dapprima al Comune di Parma e poi ai Rossi; ampliato nella seconda metà del XV secolo, fu risparmiato da scontri e distruzioni grazie alla neutralità del ramo di San Vitale dei conti Rossi; successivamente acquisito secondo alcuni storici dai Sanvitale, sarebbe loro appartenuto fino alla confisca nel 1612 da parte della Camera Ducale di Parma; assegnato nel 1652 al conte Giovanni Battista Gaddi, nel 1791 fu conferito al conte Gian Battista Carpintero; ereditato nel 1879 da Annibale Douglas Scotti, fu in seguito rivenduto a vari proprietari; danneggiato da un sisma nel 2008, fu in parte dichiarato inagibile. Il maniero, sviluppato su una pianta a L, conserva dell'edificio medievale la torre sud-est e il mastio, cui sono addossati due corpi di fabbrica quattrocenteschi; di pregio risultano alcune finestre trilobate con cornici in cotto ad arco ogivale, risalenti al XV secolo, oltre a un piccolo affresco seicentesco raffigurante la Madonna.[33][34][35][36]

Castello di Monte Palero

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Monte Palero.

Costruito a Monte Palero nel 1196 dai Pallavicino, il castello fu espugnato nel 1267 dal Comune guelfo di Parma, che ne decretò la demolizione nel 1295; riassegnato successivamente ai Marchesi, il feudo fu conquistato nel 1405 dal vescovo Giacomo de' Rossi, che fece ricostruire sugli antichi ruderi una fortificazione difensiva, detta "Castel Palerio", che tuttavia fu abbandonata dopo pochi anni, quando i Rossi furono costretti a restituirla ai Pallavicino; assorbito dalla Camera ducale di Parma, il maniero fu assegnato nel 1631 al marchese Marcello Prati e successivamente ai conti Bondani, che lo mantennero fino all'abolizione napoleonica dei diritti feudali del 1805; sprofondato già all'epoca in profondo degrado, l'edificio fu completamente demolito tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX e sulle sue rovine furono costruiti alcuni edifici a uso residenziale e agricolo, modificati dopo il 1970.[37]

Castello di Segalara

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Segalara.
 
Castello di Segalara

Edificato originariamente forse già in età bizantina, il castello di Segalara, menzionato per la prima volta nell'XI secolo, passò in seguito sotto il controllo dei Sanvitale, per essere acquisito verso la fine del XIII secolo dai Rossi; distrutto nel 1305 dalle truppe di Giberto da Correggio, fu ricostruito dai Rossi dopo il 1316; fortificato dal conte Pier Maria nel 1481, fu ereditato l'anno seguente dal figlio Bertrando, alleatosi con Ludovico il Moro contro i propri fratelli; trasmesso nel 1502 al nipote Troilo, fu rinforzato nel 1547 dai suoi eredi; trasformato nel tempo in palazzo nobiliare con annessa corte rurale, fu confiscato nel 1635 a Troilo IV de' Rossi dal duca Odoardo I Farnese, ma riacquistato nel 1653 da Scipione de' Rossi, che tuttavia nel 1665 fu costretto a restituirlo alla Camera ducale a causa dell'impossibilità di ottemperare al pagamento del suo debito; alienato nel 1682 al marchese Gian Antonio Canossa, fu ristrutturato in stile neoclassico nel 1765; venduto nel 1799 a Giuseppe Franceschi dalle eredi dell'ultimo discendente della casata, fu successivamente frazionato in più unità immobiliari e diviso tra diversi proprietari. L'edificio a corte, sviluppato su una pianta a U, conserva intatto il portale ad arco a tutto sesto in laterizio dell'antico maniero; a lato del settecentesco androne d'ingresso, sorge il neoclassico oratorio della Concezione di Maria Vergine, coronato da un piccolo campanile in mattoni.[38][39][40]

Architetture civili

modifica

Casino dei Boschi

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Casino dei Boschi.
 
Casino dei Boschi

Edificato tra il 1775 e il 1789 in stile neoclassico sul luogo di un preesistente casino di caccia dell'immensa tenuta farnesiana, il grande complesso fu commissionato all'architetto Ennemond Alexandre Petitot dalla duchessa Maria Amalia, moglie del duca di Parma Ferdinando di Borbone; acquistato nel 1819 dalla duchessa Maria Luigia, che incaricò del suo ampliamento l'architetto Nicola Bettoli, fu arricchito del parco all'inglese disegnato dal giardiniere Carlo Barvitius, concluso nel 1832; donato nel 1835 dalla duchessa alla Camera ducale di Parma, passò ai duchi Borbone e, dopo l'Unità d'Italia, ai Savoia, che nel 1870 lo cedettero all'ingegner Severino Grattoni; alienato nel 1881 ai principi Carrega di Lucedio, nella prima metà del XX secolo fu parzialmente adibito a residenza per circa 30 nuclei familiari; abbandonato dopo il 1960, cadde nel degrado, accentuato dal terremoto del 1983. In parte alienato a partire dal 1994 al Consorzio Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega, il complesso, esteso su una superficie complessiva di circa 13 000 m², comprende la villa ducale, la lunghissima "Prolunga" con colonnato dorico, il "Casinetto" centrale, sede del Consorzio e del museo dei Boschi e del Territorio, la "Corte rustica" o "Ghetto", la "Casa di Pietra" e le ghiacciaie; il "Giardino monumentale", solcato da due viali d'accesso delimitati da piante monumentali, è caratterizzato dall'alternanza di ampie praterie a fitte boscaglie di alberi ornamentali secolari, frammisti alla vegetazione spontanea.[41]

Aree naturali

modifica

Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega.

Parte del parco naturale regionale dei Boschi di Carrega si trova all'interno dei confini comunali di Sala Baganza.

Società

modifica

Evoluzione demografica

modifica

Abitanti censiti[42]

Amministrazione

modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
ottobre 1946 ottobre 1949 Antonio Rivara Sindaco [43]
ottobre 1949 giugno 1951 Gaetano Bandini Sindaco [43]
giugno 1951 luglio 1956 Remo Bussi Sindaco [43]
luglio 1956 luglio 1970 Pierino Lambertini Sindaco [43]
luglio 1970 maggio 1978 Renato Monica Sindaco [43]
maggio 1978 15 agosto 1985 Paolo Carpena Sindaco [43]
15 agosto 1985 19 luglio 1990 Paolo Carpena PCI Sindaco [44]
19 luglio 1990 24 aprile 1995 Paolo Carpena PCI, PDS Sindaco [44]
24 aprile 1995 13 luglio 1996 Mauro Carra centro-sinistra Sindaco [44]
18 novembre 1996 14 maggio 2001 Ferdinando Cigala centro-sinistra Sindaco [44]
14 maggio 2001 30 maggio 2006 Ferdinando Cigala centro-sinistra Sindaco [44]
30 maggio 2006 16 maggio 2011 Cristina Merusi lista civica: "Solidarietà" Sindaco [44]
16 maggio 2011 6 giugno 2016 Cristina Merusi lista civica: "Solidarietà" Sindaco [44]
6 giugno 2016 in carica Aldo Spina lista civica: "Solidarietà" Sindaco [44]

È presente dal 1971 la società di baseball, l'A.S.D Sala Baganza baseball militante nel campionato italiano di baseball di Serie B, oltre le varie categorie giovanili e la squadra under 12 di softball.

In estate si svolge a Sala il "Torneo internazionale giovanile di baseball e softball" che nel 2016 giungerà alla 32 edizione.

Impianti sportivi

modifica
  • Golf Club La Rocca - Il comune vanta un campo da golf a 18 buche creato nel 1985 nelle vicinanze della Rocca Sanvitale[senza fonte], e del Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega.

Infrastrutture e trasporti

modifica

Tra il 1910 e il 1954 Sala Baganza fu servita dalla tranvia Parma-Marzolara.

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Guglielmo Capacchi, Dizionario Italiano-Parmigiano. Tomo II M-Z, Artegrafica Silva, pp. 895ss.
  5. ^ A Sala Baganza il punto sull'alluvione: danni per 7milioni 650mila euro, in www.parmatoday.it, 2 luglio 2011. URL consultato il 1º maggio 2023.
  6. ^ Sala Baganza, decreto 1931-02-16 RD, concessione di stemma, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 6 agosto 2022.
  7. ^ Bozzetto dello stemma del Comune di Sala Baganza, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 29 settembre 2024.
  8. ^ Sala Baganza (Parma) D.P.R. 28.05.2013 concessione del gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 6 agosto 2022.
  9. ^ Dall'Aglio II, pp. 869-870.
  10. ^ Cirillo, Godi, p. 312.
  11. ^ Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo "Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 21 agosto 2025.
  12. ^ Dall'Aglio, pp. 866-870.
  13. ^ Cirillo, Godi, pp. 311-312.
  14. ^ Mordacci, p. 46.
  15. ^ Itinerario religioso - Luoghi d'anima: alla scoperta antico oratorio di San Lorenzo a Sala Baganza, su castellidelducato.it. URL consultato il 24 agosto 2025.
  16. ^ Itinerario religioso - Luoghi d'anima: alla scoperta dell'oratorio dell'Assunta a Sala Baganza, su castellidelducato.it. URL consultato il 24 agosto 2025.
  17. ^ Dall'Aglio II, pp. 1007-1010.
  18. ^ Cirillo, Godi, p. 314-315.
  19. ^ Chiesa di San Biagio "Talignano, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 25 luglio 2025.
  20. ^ Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, pp. 143-146.
  21. ^ Dall'Aglio I, p. 591.
  22. ^ Cirillo, Godi, p. 315.
  23. ^ Chiesa di San Nicolò Vescovo "Maiatico, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 9 agosto 2025.
  24. ^ Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 73.
  25. ^ Dall'Aglio II, pp. 934-936.
  26. ^ Cirillo, Godi, p. 316.
  27. ^ Chiesa di San Vitale "San Vitale di Baganza, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  28. ^ Cirillo, Godi, p. 317.
  29. ^ Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo "San Vitale di Baganza, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 19 agosto 2025.
  30. ^ Dall'Aglio II, p. 936.
  31. ^ Cirillo, Godi, p. 317.
  32. ^ Oratorio del Santissimo Nome di Maria o del Castellaro "Castellaro, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato l'11 agosto 2025.
  33. ^ Capacchi, pp. 231-237.
  34. ^ Gambara, pp. 294-295.
  35. ^ Dall'Aglio II, pp. 932-933.
  36. ^ San Vitale Baganza, su scuolasalabaganza.com. URL consultato il 20 agosto 2025 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2021).
  37. ^ Relazione illustrativa con analisi storico-critica (PDF), su salabaganza.progettidiimpresa.it. URL consultato il 6 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  38. ^ Capacchi, p. 255.
  39. ^ Delsante, pp. 19-33.
  40. ^ Castello di Segalara: un luogo tutto da riscoprire, su scuolasalabaganza.com. URL consultato il 6 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2021).
  41. ^ Descrizione, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 5 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2018).
  42. ^ Dati tratti da:
  43. ^ a b c d e f http://www.ilborgodiparma.it/archivio_900/sindaci_prov_pr/sindaci_prov_pr_4.htm
  44. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

Bibliografia

modifica
  • Guglielmo Capacchi, Castelli parmigiani, Parma, Artegrafica Silva, 1979.
  • Giuseppe Cirillo, Giovanni Godi, Guida artistica del Parmense, II volume, Parma, Artegrafica Silva, 1986.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, I Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Ubaldo Delsante, La Villa Lalatta di Talignano, Parma, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, 1996.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • Lodovico Gambara, Le ville Parmensi, Parma, La Nazionale Tipografia, 1966.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN156020847 · LCCN (ENn86041822 · J9U (ENHE987007557882805171
  Portale Parma: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Parma