Django (serie)

film western "Django" (1966) e suoi seguiti
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Voce principale: Django (film 1966).

Il film western Django diretto dal regista Sergio Corbucci e distribuito nel 1966, ottenne un notevole successo sia in Italia che all'estero. Del film furono prodotti vari seguiti ufficiosi, atti a capitalizzare il successo del film originario, molti dei quali avevano in comune, con il personaggio corbucciano, solo il nome e l'ambientazione western.[1]

L'unico seguito ufficiale è Django 2 - Il grande ritorno di Nello Rossati (accreditato come Ted Archer) distribuito nel 1987, in cui Django viene interpretato ancora da Franco Nero. Quest'ultimo è poi ritornato in un cameo (interpretando un personaggio diverso) in Django Unchained, produzione del 2012 diretta da Quentin Tarantino ispirata alla saga incominciata da Corbucci. Nel 2023 è uscita la miniserie televisiva Django, rivisitazione del primo film.

Django Lives! è un film attualmente in fase di pre-produzione con Christian Alvart alla regia, John Sayles alla sceneggiatura e Franco Nero nel ruolo di Django.[2][3]

Seguiti non ufficiali di Django

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Diversi film, principalmente produzioni italiane di serie B, furono distribuiti a partire dal 1966 come seguiti di Django. Queste produzioni utilizzano originariamente il personaggio di Django o sono, più o meno liberamente, ad esso ispirate. In un periodo di massima per la produzione di pellicole categorizzabili nella fascia dei "western all'italiana", accennare ad almeno un riferimento per pellicole precedenti di successo risultava d'obbligo per le compagnie di produzione che imponevano a registi ed autori vari la scelta del nome del personaggio, di solito il pistolero protagonista, da utilizzare poi, immancabilmente, anche nella scelta del titolo. La pratica occorse per diversi personaggi del western di successo dell'epoca, da Ringo a Sartana, ma fu con Django che la cosa divenne sistematica, grazie anche al suo successo al di fuori dei confini italiani, dalla Turchia agli Stati Uniti, dal Brasile ai paesi del terzo mondo dove l'eroe vestito di nero veniva visto come emblema della lotta alle sopraffazioni sociali e al razzismo.[1]

Il primo ed unico seguito "ufficiale" di Django fu prodotto solo nel 1986 ma il progetto era già in cantiere nel corso dello stesso anno del film originario, dopo il boom ai botteghini. Il progetto, inizialmente intitolato Viva Django, prevedeva lo stesso cast tecnico e soprattutto lo stesso attore protagonista nel ruolo di Django, Franco Nero. Furono due gli inconvenienti che fecero naufragare l'idea di un seguito ufficiale: in primis i produttori ebbero un diverbio con il regista del film (Sergio Corbucci) e dovettero sostituirlo con Ferdinando Baldi, al suo primo film western; ma soprattutto, i produttori persero l'attore principale quando Franco Nero scelse di trasferirsi ad Hollywood dopo aver accettato un contratto con la Warner Bros. Nero fece appena in tempo a terminare le riprese del seguito e si trasferì negli Stati Uniti per iniziare le riprese di Camelot. Il seguito uscì poi con il titolo Texas addio e con il nome del personaggio cambiato in "Burt Sullivan" (solo nella distribuzione localizzata in tedesco il personaggio riacquistò il nome di "Django"). I produttori originari persero quindi la "stella". Ci riprovarono nel 1967 con Preparati la bara!, assegnando il ruolo del protagonista ad un giovane Terence Hill nel suo primo ruolo da protagonista assoluto.[4]

Texas addio e Preparati la bara! sono gli unici due film con i produttori e gli autori della pellicola originaria (la produzione aveva infatti programmato tre lungometraggi con Franco Nero, il quale partecipò però solo ai primi due). In seguito furono prodotti diversi western con personaggi o tematiche più o meno attinenti alla pellicola originaria, da film che riprendevano come personaggi il figlio di Django ad altri che avevano in comune con questi solo il nome.[1] Ad interpretare il personaggio furono James Philbrook, Glenn Saxson, Gordon Mitchell, Gianni Garko, Giacomo Rossi Stuart, Robert Wood (che interpreta uno sceriffo di nome "Django Ginzburg"), Anthony Steffen, Tony Kendall, Jack Betts, Franco Borelli (accreditato come Chet Davis), Nino Scarciofolo (accreditato come Jeff Cameron), Dino Strano (accreditato come Dean Stratford), Brad Harris. Molti di questi attori partecipavano a queste produzioni di basso costo interpretando personaggi che poi, all'ultimo momento, cambiavano nome in Django per motivi di distribuzione (spesso non si correggeva neanche il doppiaggio, così l'unico riferimento a Django restava solamente nel titolo sulle locandine pubblicitarie).[1]

 
Gianni Garko nel ruolo di Django in 10.000 dollari per un massacro (1966).
 
Django e Sartana in Django sfida Sartana (1970).
 
Django e Carranza che stanno per essere fucilati in W Django! (1971).

Altre produzioni ebbero protagonisti che ricordavano, come assonanza, il pistolero interpretato da Nero, come Cjamango (Cjamango e il sequel Chiedi perdono a Dio... non a me) o Shango (Shango, la pistola infallibile). José Mojica Marins diresse nel 1972 D'Gajão mata para vingar, con Walter Portella nel ruolo di uno zingaro di nome D'Gajão in cerca di vendetta.[1]

Nel 2012 è uscito Django Unchained, diretto da Quentin Tarantino, con Jamie Foxx nel ruolo dell'ex-schiavo nero Django Freeman, un omaggio al film di Corbucci. Il personaggio fa un cameo alla fine di Un milione di modi per morire nel West (2014).

Redistribuzioni

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Altre produzioni non erano originariamente, ossia nelle intenzioni degli autori, seguiti più o meno "ufficiosi" del Django di Corbucci ma furono redistribute al di fuori del paese di origine con "Django" nel titolo o con il personaggio principale rinominato in Django nel doppiaggio. Questa pratica, utilizzata per sfruttare la popolarità conseguita dal Django originario, venne portata avanti in maniera sistematica principalmente in Germania dove, dalla fine degli anni sessanta agli anni settanta, furono distribuite diverse decine di lungometraggi western italiani che facevano riferimento, nel titolo o nel nome di uno dei personaggi della versione localizzata, al Django di Corbucci.

Antecedenti

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Alcune produzioni sono antecedenti al Django originale del 1966 e vennero poi redistribuite con il nome di "Django" nel titolo per sfruttare la popolarità del personaggio.

  • O Cabeleira (Brasile, 1963). Distribuito in Italia con il titolo Se incontri Django cercati un posto per morire.
  • L'uomo che viene da Canyon City (Italia, 1965). Distribuito in Germania Ovest inizialmente con il titolo Die Todesminen von Canyon City, fu redistribuito, sempre in Germania, con il titolo Django - Die Todesminen von Canyon City.
  • El proscrito del río Colorado (Spagna, 1965). Distribuito in Italia nel 1969 come Django killer per onore.

Successive

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Texas, addio (1966), prodotto nello stesso anno della realizzazione di Django, fu distribuito in Germania Ovest come Django 2 e in Danimarca come Django i kamp mod terrorbanden con Franco Nero che interpreta, solo in queste versioni localizzate, ancora un personaggio di nome Django.
 
Vado... l'ammazzo e torno (1967), di Enzo G. Castellari, fu distribuito in Germania Ovest con il titolo Leg ihn um, Django.
 
Dio perdona... io no! (1967) fu distribuito in Germania con il titolo Gott vergibt... Django nie!.

Django in Giappone

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Per quanto un solo "sotto-Django" sia stato prodotto in Giappone (il sopracitato Sukiyaki Western Django, nel 2007), il film originale di Corbucci si trovò a sua volta a far parte di una saga nel Paese del Sol Levante. Infatti, essendo il film un remake non autorizzato di La sfida del samurai (用心棒?, Yōjinbō, lett. "Guardia del corpo", 1961) di Akira Kurosawa, la Toho-Towa, che possedeva i diritti dell'originale nipponico, decise di distribuirlo con il titolo Zoku・kōya no yōjinbō (続・荒野の用心棒? lett. "Continuazione: guardia del corpo della selva"), come se fosse il seguito di Kōya no yōjinbō (荒野の用心棒? lett. "Guardia del corpo della selva"), vale a dire Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone, altra copia di La sfida del samurai che, per accordo preso tra Leone e Kurosawa, sarebbe stato completamente amministrato dalla Toho in Asia. Questo atto, forse pensato a scopi pubblicitari, crea un peculiare collegamento tra l'Uomo senza nome di Clint Eastwood e Django di Franco Nero, che comunque non ebbe vita al di fuori del Giappone.

  1. ^ a b c d e Marco Giusti, Aspettando "Django Unchained", su dagospia.com, Dagospia, 2013. URL consultato il 5 gennaio 2013.
  2. ^ Django Lives!, su imdb.com. URL consultato il 7 luglio 2021.
  3. ^ Franco Nero offre un cameo a Quentin Tarantino per "Django Lives", il sequel!, su Metropolitan Magazine, 30 novembre 2020. URL consultato il 7 luglio 2021.
  4. ^ Marco Bertolino, Ettore Ridola, Bud Spencer & Terence Hill, Gremese Editore, 2002, p. 21, ISBN 88-8440-138-0. URL consultato il 5 gennaio 2013.
  5. ^ Cango Ölüm Süvarisi / Korkusuz Adam (1967), su otekisinema.com.
  6. ^ (EN) Mestizo - The Spaghetti Western Database, su spaghetti-western.net. URL consultato il 5 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2011).
  7. ^ (EN) Mestizo AKA Django Does Not Forgive, su wipfilms.net. URL consultato il 5 gennaio 2013.
  8. ^ (EN) Desperado, El/DVD - The Spaghetti Western Database, su spaghetti-western.net. URL consultato il 5 gennaio 2013.
  9. ^ (DE) Zwei Trottel gegen Django - Film - Cinema.de, su cinema.de. URL consultato il 5 gennaio 2013.
  10. ^ (DE) Django spricht das Nachtgebet, su filmdienst.de. URL consultato il 27 dicembre 2024.
  11. ^ Thomas Weisser, Spaghetti westerns - The good, the bad and the violent. A comprehensive, illustrated filmography of 558 Eurowesterns and their personnel, 1961-1977, p. 179.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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