Sergio Sarra

artista, pittore, scultore e cestista italiano

Sergio Sarra (Pescara, 8 luglio 1961) è un artista ed ex cestista italiano.

Sergio Sarra, Roma, 2010

Fin dagli esordi della sua carriera artistica, Sarra ha lavorato con una varietà di mezzi espressivi, includendo principalmente pittura, disegno e scultura. Già dalle prime esposizioni, la critica d'arte e la letteratura specialistica ne colgono le specificità stilistiche e i temi speculativi che caratterizzeranno tutta la sua produzione artistica.

«[…] in Sarra ci troviamo di fronte ad una intensa sinteticità dal punto di vista del processo formale a vantaggio di una maggiore concentrazione al dato concettuale. […] L’animale, i paesaggi e i volti vengono stilizzati fino al limite del riconoscibile […]»

Biografia

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Dall’alto: Earvin 'Magic' Johnson, Sergio Sarra e Darnell Valentine, ItaliaUSA, AST Under-18 Basketball World Cup, Mannheim (FRG), 1977

Ha militato nelle squadre nazionali giovanili di pallacanestro e ha debuttato sedicenne nel campionato italiano di Serie A con la Fortitudo Bologna[1] (1976-1977). Nel 1985, a 24 anni, si è ritirato dall’attività agonistica per completare gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna[2] (a.a. 1987/88) nella scuola di Pittura di Concetto Pozzati (1935-2017)[3].

Terminati gli studi, si trasferisce a Roma dove tiene, nel '90, la sua prima personale alla Galleria Alice[4][5], spazio tra i più sperimentali della capitale grazie anche alla forza creativa del suo fondatore, Domenico Nardone e degli artisti coinvolti, tra cui Stefano Arienti, Cesare Pietroiusti e Alfredo Pirri. Sarra presenta, per la prima volta, una installazione composta da quattro lastre di vetro orizzontali poggiate a terra e sul muro, con un asse inclinato rispetto alla parete. Si tratta di una serie di vetri, alti 26 centimetri e lunghi 240, su cui l’artista dipinge o riproduce su pellicola fotografica sottili segni e frammenti di scrittura, attraversati dalla luce bianca dei tubi al neon industriali[6][7].

«Le lastre di vetro imprigionano frammenti di scrittura diventati velo, trasparenza, segno, arabesco, imperfezione imprigionata nella pellicola di ghiaccio che ricopre uno stagno alpino in pieno inverno.»

Nel corso degli anni, i segni e i frammenti di scrittura lasciano il posto a nuove figurazioni e a nuovi immaginari, popolati da forme zoomorfiche inedite, mito-simboliche ed enigmatiche[8]. Lo studioso portoghese Miguel Amado contribuisce a definirne alcuni aspetti:

(inglese)
«Referencing classicism and employing symbolism in creating his enigmatic vision of the world, Sarra calls attention to the iconic power of the handmade image in Western civilization.»
(italiano)
«Facendo riferimento al classicismo e impiegando il simbolismo nel creare la sua visione enigmatica del mondo, Sarra richiama l’attenzione sul potere iconico dell’immagine fatta a mano nella civiltà occidentale.»

È all’inizio degli anni ’90 che Sarra produce una serie di installazioni e di quadri su tela emulsionata[9] - Primitive[10] - basata su immagini zoomorfe, quasi sempre doppiate specularmente[11]. Nel 1991 espone alcune opere appartenenti a questa serie in occasione di Volpaia in vista[12][13], rassegna internazionale d’arte organizzata dal critico d’arte e gallerista Luciano Pistoi a Radda in Chianti (Siena).

Nel ripercorrere le fasi artistiche dell'opera di Sergio Sarra in un saggio critico del 2023, lo studioso italiano Lorenzo Bruni si sofferma analiticamente sull'installazione site-specific presentata ad Aperto '93[14][15][16].

«Alle Corderie dell'Arsenale della Biennale di Venezia del 1993 – diretta da Achille Bonito Oliva e coordinata da Helena Kontova con il coinvolgimento di diversi curatori tra cui il giovane Francesco Bonami – Sarra ha esposto tre quadri e un ambiente ideato appositamente per permetterne una fruizione specifica. Le tre opere su tela avevano come soggetto quelli che diventeranno i temi ricorrenti del suo percorso successivo. Autoritratto, soggetto che declinerà successivamente nello studio di figura, attivava cortocircuiti percettivi e cognitivi particolari, poiché il suo profilo poteva essere letto come quello di una fanciulla. Il secondo quadro, dal titolo Iguane, concentrava l’attenzione sull'antropomorfizzazione dei segni, che nei decenni successivi sconfinerà nel territorio delle costellazioni. Il terzo quadro, Paesaggio, proponeva, invece, l'immagine della chioma di due alberi specchiati in un lago, spostando, così, le forme dal campo della figurazione a quello del miraggio e “dell'immagine ricordata”, piuttosto che dell’immagine osservata. Tali opere erano già caratterizzate dagli elementi propri del suo fare artistico, come l’esigenza di stabilire una convivenza tra opposti, ad esempio tra immagine astratta e immagine figurativa o tra pittura e disegno. Quelle immagini da re-immaginare costituivano, in realtà, solo una parte del lavoro, dal momento che erano collocate in una sala di formato rettangolare, appositamente costruita, con due aperture in corrispondenza dei lati corti, le quali costringevano gli spettatori a scegliere il proprio percorso, nonché ad opporsi alla visione laterale o comunque di passaggio. A dire il vero, lo stesso pavimento era una sorta di scultura/installativa, essendo rialzato di trenta centimetri e staccato, anche se di poco, dalle pareti. È da segnalare, inoltre, il fatto che fosse di truciolato di legno, un materiale che ricorrerà spesso nelle sue installazioni; scelto dall’artista in quanto materiale di scarto, da intendersi come una sorta di “polvere del mondo”, riutilizzata e compattata dalla tecnologia per formare nuovi pannelli di misura standard.

In quel contesto, la pedana era un mezzo per produrre nello spettatore, che doveva scegliere di salirvi sopra e di uscire da una apertura piuttosto che da un’altra del percorso, una riflessione sulla meccanica della visione - già chiamata più volte in causa in questo testo - utilizzata per giudicare i quadri, ed anche una riflessione su tutta quella sua esperienza. L’installazione permetteva di far emergere aspetti inediti non soltanto dei singoli quadri, ma anche di tutto l'atteggiamento del loro autore riguardo alla fine delle ideologie susseguenti alla caduta del muro di Berlino. Erano, infatti, gli anni in cui (superata l'ubriacatura post-moderna e del ritorno alla pittura figurativa di ascendenza espressionista) gli artisti insistevano sul dialogo tra cultura elitaria e cultura popolare, mirando a realizzare un'opera d'arte che permettesse di alzare il livello di attenzione dello spettatore rispetto non alla storia dell'arte, ma alla propria quotidianità che, dopo il crollo dell'Unione Sovietica e dopo la fine della guerra fredda, si stava velocemente trasformando nei suoi paradigmi. Anche se nel 1993 siamo ancora agli albori di quella che qualche anno dopo verrà salutata come una realtà globalizzata e non più occidentalocentrica, è, altresì, vero che l’edizione di Aperto '93 presentava già tutti quegli aspetti, grazie ai lavori di artisti come Rirkrit Tiravanija, Gabriel Orozco, Pipilotti Rist, Andrea Zittel e Paul McCarthy. Se questi artisti raggiunsero gli scopi sopracitati, sperimentando nuovi media come il video, un approccio neo-concettuale o un nuovo tipo di performatività, Sarra li realizzava partendo da un'analisi del ruolo della pittura, utile per fare i conti con il recente passato e, soprattutto, con gli stereotipi legati alla pittura figurativa e ai suoi generi.»

Del 1997 sono la personale alla Galleria Cesare Manzo[17][18] a Pescara, accompagnata da una performance[19][20] di Emilio Prini (1943-2016) - artista geniale[21], protagonista dell'Arte Povera - e la partecipazione alle mostre Odisseo (Ulysses)[22][23] a Bari e Segno Senso Suono Sacro[24][25] a Serre di Rapolano (Siena), con una serie di dipinti di grande formato che hanno per soggetto dei volti femminili. Nel testo che accompagna la mostra in Toscana il critico d'arte e curatore Lorenzo Benedetti traccia alcuni elementi cardine della poetica dell'artista:

«L’artista evidenzia nel suo lavoro un forte senso di superficialità, ogni profondità viene negata, annullata; chiarezza ed essenzialità diventano le dominanti del suo lavoro.»

Nel corso del 1997 Sarra progetta Orlo[26], rivista d’arte gratuita, aperiodica e senza ‛dimora fissa’. «Le caratteristiche della rivista sono la mancanza di testi scritti, di precise scadenze di uscita e la distribuzione piuttosto lenta e segreta»[27]. Invita numerosi artisti a produrre un’immagine su un tema specifico: Carla Accardi (1924-2014), Ansel Adams (1902-1984), Mario Airò, Atelier Bow Wow, Rosa Barba, Carlo Crivelli, Enzo Cucchi, Jan De Cock, Thierry De Cordier, Bruna Esposito, Christelle Familiari, Günther Förg, Federico Fusi, Markus Huemer, Angelo Mosca, Vettor Pisani (1934-2011), Emilio Prini (1943-2016), Bob and Roberta Smith, Ettore Spalletti (1940-2019), Haim Steinbach, Adrián Villar Rojas, Luca Vitone.

Nel 2000 espone a Roma alla Fondazione Volume![28][29] e cura Conversione di Saulo[30][31][32], una mostra collettiva allestita al Palazzo Chigi Odescalchi che si sviluppa intorno all’omonimo quadro[33], dipinto nel 1600 circa dal Caravaggio (1571-1610), di proprietà della famiglia Odescalchi. Gli artisti che partecipano alla mostra sono: Stefano Arienti, Vanessa Beecroft, Jake and Dinos Chapman, Shay Frisch Peri, Avish Khebrehzadeh, Sergio Sarra, Wolfgang Tillmans, Grazia Toderi, Jane and Louise Wilson, Francesca Woodman (1958-1981). Nel corso dell'inaugurazione della mostra avviene l'incontro della famiglia Odescalchi e di Sergio Sarra con lo storico dell'arte americano Everett Fahy (1941-2018), esperto conoscitore della pittura rinascimentale italiana[34] e, all'epoca, Direttore del Dipartimento di Pittura Europea al Metropolitan Museum of Art di New York.

Nello stesso anno partecipa alla 7ª Biennale de L’Avana[35][36] e sposa ad Amalfi Elisabetta Ruscitti[37], della quale realizzerà una lunga serie di ritratti. Dal 2000 al 2002 la coppia va a vivere a Napoli, prima di far ritorno a Roma. Nel 2001 nasce il figlio Gerolamo Papik Merlino.

È a Napoli che produce nel 2003 Table sculpture (Proiezione al tavolo su 12 punti)[38][39][40], opera di cui gli studiosi ne svelano l'importanza e la centralità dei significati per l'artista.

«La figura del tavolo è molto importante nell’arte contemporanea. Un tavolo è un piano di terra sollevato diceva Mario Merz “qualcosa ancora fortemente legato all’organico” commenta Giorgio Verzotti (Mario Merz, Christian Marinotti Edizioni, Milano 2018) che aggiunge “L’idea del tavolo aggancia il lavoro artistico all’umano… Lui lo dice esplicitamente: il tavolo è il primo luogo in cui nasce l’opera d’arte sotto forma di progetto, di disegno, il primo strumento grazie al quale l’artista può metter a fuoco le sue intuizioni. E poi i tavoli, grandi o piccoli, alti o bassi, accompagnano tutti gli aspetti della nostra esistenza, a un tavolo ci si siede per mangiare, intorno a un tavolo ci si mette in relazione con gli altri, e questo bisogno di stare in compagnia Mario non a caso lo indica subito fra i bisogni primari dell’essere…”. Su quei tavoli Marisa Merz disporrà le isole di frutta (e proprio a Pescara…). Pensiamo alla dimensione antropologica del tavolo di Jannis Kounellis, alle sue dimensioni e proporzioni commisurate a quelle dell’uomo. Pensiamo alla funzione sociale del tavolo di Michelangelo Pistoletto, a quello specchio Mediterraneo su cui si “intavolano” i discorsi. Pensiamo al teatro da tavolo di Vettor Pisani. Il tavolo è un luogo collettivo, ma anche intimo, è legato alla vita, ma anche al pensiero: [...]»
«Il tavolo ci suggerisce le potenzialità della stabilità, come quella della sua connotabile plasticità, con cui ci confrontiamo tutti i giorni, con le sue soglie, le sue superfici, le sue parti sottostanti: riferimenti che hanno suggerito all’artista di invertire l’idea di “piano” e stimolato l’interesse metafisico, prima che fisico, a operare in nuove spazialità da e attraverso un ambiente consueto come quello che crea e che occupa un tavolo.»

Negli stessi anni, Sarra elabora la performance D. dal vero n. 2, realizzata in seguito a Pescara per la mostra Anomalie[41][42][43] (2003) a cura della critica d’arte e scrittrice Teresa Macrì, a Palermo per la mostra D. dal vero n. 2[44][45] (2004) a cura di Paolo Falcone al Micromuseum for Contemporary Art and Culture e per la mostra Altered States - Are you experienced?[46][47] (2007) a cura di Nicolas Bourriaud e Paolo Falcone al WAX Winkler Art Xperience di Budapest e al Muzeul Naţional de Artă Contemporană di Bucarest.

In una conversazione dell’epoca con l’artista, Teresa Macrì rivela i punti chiave della interdisciplinarietà del suo fare performativo:

«Nella più disinvolta ispirazione Sarra mi raccontò l’evoluzione del suo processo realizzativo schiudendosi all’attivismo performatico, benché il suo intervento avrebbe contenuto le specificità metodologiche finora perseguite. Lo spazio del disegno sarebbe diventato uno spazio connesso alla corporeità esibita. La performance sarebbe stato il momento di raccordo tra realizzazione manuale, esibizione del modello e fruizione collettiva.»

Nel 2006, Sarra realizza l’installazione Ipotesi di Biblioteca di Chimica dell’Università di Padova (LSD)[48], per la quale il filosofo e accademico italiano Umberto Curi scrive un intenso saggio critico[49] (2007). L’opera si basa sulla relazione tra psichedelia, chimica e percezione visiva, tema che ricorre anche in altri lavori di Sarra, tra i quali la serie Psychedelic garden[50][51] (2008), composta da sei quadri di grande formato in cui l'artista reitera lo stesso disegno alterando, di volta in volta, l’impatto cromatico, e Impegno controvoglia[52][53] (2010), opera con la quale esibisce lo sforzo e il tentativo di dipingere due quadri apparentemente uguali, lavorando intorno all'idea della ripetizione e della differenza. Con riguardo al processo formale, l'artista mette in scena un’iconografia popolata da gruppi compositivi zoomorfi, paesaggi, volti ed edifici dalle geometrie sconosciute e scomposte. Accade così che il profilo di una torre prosegua nel perimetro di un bosco, che la silhouette di una figura antropomorfa si tramuti in una costellazione o che lo specchio di un lago si ribalti in un angolo di cielo[54].

Evocativo e certamente prodromico all'affacciarsi di questa nuova fase stilistica è per l'artista Profilo - un piccolo dipinto su carta di 24 centimetri x 16,5 - realizzato nel 1997 e pubblicato da Bollati Boringhieri Editore nel 2004, quale immagine della prima di copertina del volume filosofico di Umberto Curi La forza dello sguardo[55].

Suggerendo all’artista come nelle sue opere egli non tratti il visibile, bensì gli elementi invisibili[56] che si suppone l’arte mostri[57], il critico d'arte e teorico francese Nicolas Bourriaud coglie nell'opera di Sarra ulteriori dettagli stilistici e nuove sfumature. In Une correspondance sur les fantômes avec Sergio Sarra (maggio 2007) lo studioso si sofferma metaforicamente sui concetti di immaterialità, di incorporeità e di spiritualità legati al lavoro dell'artista.

(francese)
«N B: […] Vos travaux font penser à des palimpsestes, ces manuscrits que leur auteur trace sur un document existant, sans effacer la ou les couches d’écriture précédentes. Quelle est la nature de vos relations avec les fantômes, les formes à demi-effacées, qui y cohabitent? S S: Mes rapports avec les fantômes s’améliorent progressivement ; après un début quelque peu difficile à l’âge de cinq ans avec Belphégor - le fantasme du Louvre, je suis passé à une meilleure relation avec celui de ma grand-mère, dont je commençai bientôt à tracer des portraits. Comme tous les fantômes, ce dernier était entièrement dépourvu de caractère physique et je pense que c’est à partir de ce moment-là que j’ai perdu mon intérêt envers toute forme de naturalisme. Entre-temps, d’autres parents moururent que, pour n’offenser personne, je superposai dans le même tableau. Aujourd’hui encore, je peints souvent par dessus des compositions de figures que j’ai conçues moi-même précédemment, sans les faire disparaître complètement. A la fin, ces compositions cohabitent avec les nouvelles choses. Par exemple, dans le tableau Players in the Mediterranean coast cette cohabitation donne le sens métaphysique de ce que j’entends par « spectral ». C’est un peu comme de se donner rendez-vous à la Bastille ou au Circo Massimo, c’est-à-dire dans des lieux qui n’existent plus. Cela est possible, réel et même, consolant.»
(italiano)
«N B: [...] I suoi lavori fanno pensare a dei palinsesti, a quei manoscritti che vengono tracciati dall’autore sopra un documento già esistente, senza cancellare lo o gli strati di scrittura precedenti. Qual è la natura dei suoi rapporti con i fantasmi, con le forme semi-cancellate, che vi coabitano?

S S: Le mie relazioni con i fantasmi stanno migliorando; dopo un esordio difficile a cinque anni con Belphégor – le phantasme du Louvre, passai a un rapporto migliore con quello di mia nonna del quale cominciai presto a fare dei ritratti. Come tutti i fantasmi era completamente svuotato della propria fisicità e penso che da quel momento persi interesse per qualsiasi forma di naturalismo. Nel frattempo morirono altri parenti che, per non offendere nessuno, andai a sovrapporre sullo stesso quadro. Ancora oggi dipingo spesso sopra delle composizioni di figure da me concepite in precedenza, senza farle sparire completamente. Alla fine, queste composizioni convivono con le nuove cose. Ad esempio, nel quadro Players in the Mediterranean coast questa coabitazione dà il senso metafisico di ciò che intendo per «spettrale». È come darsi appuntamento alla Bastille o al Circo Massimo, cioè in luoghi che non esistono più. È possibile, è reale e anche consolante.»

Nel 2008, il Circolo Filologico Milanese ospita negli spazi storici del Palazzo Liberty (Milano) la mostra Sergio Sarra: pearl fishermen. In questa occasione l'iconografia dell'artista si arricchisce di un nuovo tema - il pescatore di perle - a cui è dedicata una serie di quadri. In uno spazio apparentemente vuoto, la linea dipinta disegna i contorni di un universo di immagini popolato da figure zoomorfe, paesaggi, architetture e volti; i temi prediletti dall'artista. Si tratta di una mostra temporalmente breve - la durata dell'esposizione è di soli tre giorni - eppure, il progetto contribuisce ad arricchire il racconto sull'opera di Sarra con inedite e significative chiavi di lettura; la critica d'arte e giornalista italiana Helga Marsala intitola emblematicamente il saggio critico che accompagna la mostra L'estetica del vuoto di Sergio Sarra e ne teorizza i fondamenti.

«Sarra incide le superfici dei suoi disegni con tagli asciutti e duri, linee che solcano il vuoto di fondo come rumori intercettati nel silenzio: il neutro prende vita, alla stregua di un pentagramma bucato da nugoli di note, o di una pagina su cui viene steso un ideogramma. […] Strati sovrapposti, linee continue e intervalli non escludono il vuoto, anzi. Lo abitano, lo percorrono, lo articolano, ricamando schemi solidi nel volume omogeneo. Un po' come in quel “vuoto quantistico” rintracciato dalla fisica contemporanea, in cui coppie di particelle e antiparticelle nascono e muoiono senza sosta, annullandosi le une con le altre. [...] Tra una forma e l’altra, tra una cifra e l’altra si srotolano porzioni d’assenza. E non si tratta di un vuoto metaforico, né di quel vuoto mistico in cui si condensa l’esperienza del sacro. È piuttosto un vuoto neutro, la pausa tra due linee o due parole sul foglio, l’intervallo che fonda la ripetizione, la superficie di risonanza su cui emergono tracce infinitesimali di un discorso quieto, vitreo, breve. [...] Le installazioni di Sarra - al pari dei disegni e delle sculture - hanno spesso inseguito questo tipo di corrispondenze e intersezioni. Costruzioni semplici, lineari, esse tracciano delle isole silenziose dentro a un vuoto tutto da cartografare.»

Nel 2011 è invitato ad esporre al Padiglione Italia della Biennale di Venezia[58][59] e nel 2016 alla EWHA Womans University[60][61] di Seul, dove presenta una serie di disegni e di dipinti dal titolo iceberg rosaspina, accompagnati da un breve testo dell’artista:

(inglese)
«I am painting icebergs, a series of icebergs. Each of them is a still life drawing, even though it may look like an automatisme. Icebergs are wandering and solitary shapes subject to imperceptible transformation, and they incorporate other shapes and remote images. The submerged part of these ice mountains is almost completely invisible and its balance and flotation capacity is strictly connected to the emerging part. When this ration ceases to exist, icebergs can overturn with deafening sounds, showing the part which has been hidden for millennia.»
(italiano)
«Sto dipingendo degli icebergs, una serie di icebergs. Ognuno di essi è un disegno dal vero, anche se per i suoi caratteri può sembrare un automatisme. Gli icebergs sono forme vaganti e solitarie in continua trasformazione non percepibile, contengono altre forme e immagini remotissime. La parte sommersa di queste montagne di ghiaccio è quasi del tutto invisibile ed è in rapporto di equilibrio e galleggiamento con quella che emerge. Quando questo rapporto cessa, l’iceberg può rovesciarsi fragorosamente e mostrare la sua parte rimasta nascosta per millenni.»
«[...] si tratta di dipinti all'apparenza molto semplici, la cui elementarità nasconde, proprio come succede nei grandi blocchi di ghiaccio galleggianti, molto di più di quel che appare. Gli Icebergs di Sergio infatti ci catturano in una trappola che ha un po' il sapore della storia della Lettera rubata di Poe. Poiché quel che attira l'attenzione è, dopo un attimo, la cancellatura, che cela, anzi, che mostra celando, un altro disegno all'apparenza simile a quello in primo piano. Così andiamo a cercare lì, nel disegno nascosto, il significato del quadro, dell'intreccio di linee. Ma quel che è dietro la cancellatura è nient'altro che un diversivo, che gioca con la presunzione di un osservatore che, credendosi attento e acuto, si perde proprio quello che ha, come si dice, sotto gli occhi. Se, superata questa prima trappola, osserviamo finalmente il "sotto" dell'iceberg, potremmo sorprenderci a rintracciare accenni di volti o di figure, e a vedere forse, addirittura, un autoritratto: dell'artista, o nostro, sembrano possibili entrambi i casi. Se continuiamo a osservare e veniamo catturati, stavolta, dalla libertà caotica, stratigrafica, processuale, della linea che "fa" queste pitture, potremmo notare la differenza, così palese da essere quasi didascalica, con quella, dritta e lineare, appunto, dell'orizzonte. L'una viene dall'altra poiché ne è un'elaborazione, una moltiplicazione di complessità; ma l'altra può allungarsi, sciogliersi nell'una, così come un blocco di ghiaccio può, lentamente sciogliersi nell'acqua in cui galleggia. Così, di trappola in trappola, quel quadro elementare ci avvolge in un groviglio di metafore: noi siamo quella linea, ne tracciamo la storia, anche se non abbiamo mai preso un pennello in mano.»

Dal 2018 Sarra riprende e approfondisce un tema a lui caro: lo 'studio di figura' attraverso l'analisi delle relazioni della figura umana con lo spazio che la circonda, con i suoi conflitti e le passioni interiori. La mostra Sergio Sarra | nature al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps[62][63] (Roma, 2023) mette in evidenza le peculiarità di queste molteplici relazioni e tenta di tracciare una sintesi tra uomo e natura. È questo un approccio che per Lorenzo Bruni, co-curatore della mostra insieme a Ludovico Pratesi, porta a non poter etichettare le opere di Sarra come dei ritratti, poiché questo termine sposterebbe il suo fare pittorico in una condizione documentaria o storica, mentre l'intento dell'artista è insito nel confronto con la dimensione ontologica dell'essere[64].

Stéphane Verger, all'epoca Direttore del Museo Nazionale Romano e membro del Consiglio Scientifico del Musée du Louvre a Parigi inaugura e presenta la mostra personale dell'artista. Se ne pubblica un breve passaggio[65]:

«Sergio ha un discorso molto complesso sul modo di rappresentare il corpo e questo modo, che è sia astratto, sia figurativo, è veramente quello che ha attraversato il modo di rappresentare il corpo nell’antichità, dalla preistoria fino all’epoca ellenistica. Quindi, l’arte contemporanea può ancora inventare dei modi di rappresentare, andando oltre le classificazioni dei metodi classici, cioè antichi, di rappresentare il corpo umano.»

Principali mostre

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Opere in collezioni pubbliche

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  • Sergio Sarra, Senza titolo, 1987, pittura acrilica su muro, cm 100 x cm 300, Museo di Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione (M.A.C.A.M.), Maglione (To), su macam.org.
  • Sergio Sarra, Ipnologic quartett, 1998, marmo, acciaio e smalto acrilico, Stadio della Vittoria, Bari, Collezione civica del Comune di Bari.
  • Sergio Sarra, Tripode per Celestino, 2015, ferro battuto verniciato a caldo, in occasione della 721ª Perdonanza Celestiniana, Collezione civica del Comune di L’Aquila.

Progetti speciali e collaborazioni

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  • Ettore Spalletti, Sergio Sarra, Senza titolo, 1998, copertina cartonata, impasto di colore su carta compressa, pittura acrilica su carta[67].
  • Ettore Spalletti, Sergio Sarra, Senza titolo, 1998, copertina cartonata, impasto di colore su carta compressa, pittura acrilica su carta.
  • Sergio Sarra, senza titolo, 2000, stampa digitale, cm 17 x cm 12, in Massimo Morasso, Ludovico Pratesi, Sergio Sarra, Ettore Spalletti, Andrea Valcalda, Distacco, Brescia, Edizioni L’Obliquo, 2000.
  • Marco Eusepi, Sergio Sarra, Cose viste, due litografie disegnate su pietra e stampate a mano da Beatrice e Flaminia Bulla nella Litografia Bulla (Roma), giugno 2021.
  • Sergio Sarra, Figure, thinking De Chirico (Study no. 2), 2024, litografia, cm 24 x cm 17, realizzata per le Edizioni l’Obliquo (Brescia) e acclusa fuori testo a Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra : nature, catalogo della mostra, Brescia, Edizioni l’Obliquo, 2024, ISBN 978-88-31425-24-7.
  • Bruna Esposito, Sergio Sarra, Ora quanto fosse estesa, 2025, una litografia di Sergio Sarra (cm 30 x cm 21) e un’impronta su carta di Bruna Esposito (cm 30 x cm 21), Brescia, Edizioni L’Obliquo, 2025.

Lectures, conferenze e masterclass

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Premi e riconoscimenti

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Nel 2014 Sergio ed Elisabetta Sarra realizzano la propria casa-studio in Abruzzo, progettata insieme a Studio Zero85. Nello stesso anno, l’edificio è finalista al Wienerberger Brick Award 14[69] a Vienna (Presidente della Giuria è l’Architetto Wang Shu, Premio Priztker 2012) e riceve la Menzione d'Onore al Fritz Höger Preis für Backstein-Architektur[70] di Berlino nella categoria Einfamilienhaus/Doppelhaushälfte.

Nel 2015, il progetto vince a Pescara il Premio Ad’A - Architetture dell'Adriatico e il Premio dell'Ordine degli Architetti della città di Pescara 2014[71]; contestualmente, la rivista inglese designboom inserisce la casa-studio nella TOP 10 lists of 2015 – private houses[72]. Ampia è la bibliografia sull’argomento[73].

Recensione critica

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«Dagli inizi degli anni Novanta Sergio Sarra indaga la natura iconica della pittura (della scultura installata, della performance) per raggiungere le cose in una comprensione astratta, che sia anche evocazione di figure ancestrali: "importante sarebbe per me riuscire a fare un disegno veramente arcaico, che si possa riconoscere solo nella propria coscienza, che non si è mai visto nella realtà".
La manualità del disegno è per Sarra scrittura imponderabile, esercitata «dal vero» nel disinteresse della composizione spaziale; "il colore deve essere solo significativo e non descrittivo", e "il quadro è finito quando resiste alla compagnia delle altre opere in studio".
Ogni opera è generata da una coscienza osservante, che si muove in luoghi autobiografici e appartenenze culturali, costruendo rapporti segnici in sequenze ridondanti: antinomie architettoniche, dualità, zone di confine, speciose ripetizioni; reticoli trasparenti e aporie.
Il progetto della sua casa/studio è forma nitida che interpreta uno dei paesaggi noti all’artista: spazio salvaguardato, personale e famigliare, per avanzare suggerimenti e idee, dove Sergio Sarra ha organizzato una propria possibilità di dipingere.»

Pubblicazioni

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Letture critiche

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  1. ^ Alco Bologna Archiviato il 15 gennaio 2019 in Internet Archive..
  2. ^ Nel 1986 Sarra, all'epoca studente, collabora alla realizzazione di Wall Drawing 462 di Sol LeWitt alla Galleria Studio G7 di Bologna.
  3. ^ Nel saggio Sergio Sarra : Twenty six figures painted on board (2020) realizzato con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Sarra documenta - attraverso il testo intitolato Tesi e una serie di foto d’archivio inedite - l’installazione da lui concepita all’interno dell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, quale tesi di diploma della Scuola di Pittura, e testimonia l’intensa esperienza artistica di quegli anni a Bologna. Cfr. Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra : Twenty six figures painted on board, Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, 2020, pp. 82-89, ISBN 979-12-200-7311-0; Sergio Sarra, intervista radiofonica in diretta da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, STARTER – Fermenti Culturali, puntata # 21, a cura di Claudio Musso, Carlotta Chiodi, Moreno Mari e Caterina De Feo, su NEU Radio, 11 novembre 2021, ore 18:03. Interventi di: Claudio Musso, Caterina De Feo, Sergio Sarra e Moreno Mari; Sergio Sarra : Twenty six figures painted on board, conferenza e presentazione del libro d’artista, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Conference Room, 16 novembre 2021. Interventi di: Lorenzo Balbi, Mirta d’Argenzio, Maura Pozzati, Ludovico Pratesi, Sergio Sarra.
  4. ^ Sergio Sarra, a cura di Ludovico Pratesi, Galleria Alice arte contemporanea, Roma, 9 – 31 maggio 1990.
  5. ^ Domenico Nardone, Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra, catalogo della mostra, Roma, Galleria Alice arte contemporanea, 1990; Gianleonardo Latini, Sergio Sarra – Alice - Roma, in Next, a. VI, no. 18, giugno - agosto 1990, p. 32; Achille Bonito Oliva, L'arte fino al 2000 di Achille Bonito Oliva, in Giulio Carlo Argan (a cura di), L'Arte Moderna di Giulio Carlo Argan, Vol. 11, suppl. di Corriere della Sera, 28 novembre 1990, p. LI (ill.); ripubblicato in Giulio Carlo Argan (a cura di), L'Arte moderna / Giulio Carlo Argan. L'arte fino al 2000 / Achille Bonito Oliva, Vol. 5, collana ‘Storia dell'Arte Classica e Italiana’, Firenze, RCS Sansoni Editore S.p.A., 1991, p. 72, ISBN 88-3831-34-4-X.
  6. ^ Successive esposizioni delle opere nel corso del 1990: Novantesimo, a cura di Achille Bonito Oliva, con il patrocino del Dicastero alla Cultura, Museo di Stato - Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Città di San Marino (RSM), 15 luglio - 31 agosto 1990; Sergio Sarra, Forum Internationale Kunstmesse, su invito di Cleto Polcina artemoderna (Roma), Düsseldorf, 19 – 24 settembre 1990.
  7. ^ Bibliografia selezionata: Achille Bonito Oliva, Novantesimo, catalogo della mostra, Roma, Edizioni Carte Segrete, 1990, p. 18, pp. 38-39 (ill.), ISBN 88-85203-02-7; Redazione (a cura di), Novantesimo, in Flash Art, a. XXIII, no. 157, estate 1990, p. 160; Laura Cherubini, Novantesimo, in segno : notiziario internazionale di arte contemporanea, a. XIV, no. 96, estate 1990, pp. 16-19; Vittoria Coen, S. Marino : Novantesimo : Galleria Nazionale d’Arte Moderna, in Flash Art, Speciale Arte Giovane, a. XXIII, no. 158, ottobre-novembre 1990, p. 204; Achille Bonito Oliva, Novantesimo : «finis russiae», in Diagonals, a. 1, no. 1, novembre - dicembre 1990, pp. 46-47 (ill.); FORUM : Düsseldorf 1990, catalogo della fiera, Zurigo, FORUM Internationale Kunstmesse, 1990, p. 170, p. 171 (ill.).
  8. ^ Principali esposizioni dei vetri nel corso degli anni 2000: Conversione di Saulo, da un’idea di Vittoria Odescalchi, a cura di Sergio Sarra, Palazzo Chigi Odescalchi, Roma, 21 – 23 settembre 2000; Sergio Sarra: Trinacria dream, Porto, MCO Arte Contemporânea, 3 marzo – 10 aprile 2007; Sergio Sarra: un ambiente, sei vetri, in collaborazione con Seowon University (Seul), Loggiato del Conservatorio di Musica ‘Santa Cecilia’, Roma, 4 maggio – 2 giugno 2013; 'Sergio Sarra: Dico a te,', a cura di Giorgio D’Orazio, Abbazia di Santa Maria di Propezzano, Morro d’Oro, 20 luglio – 20 agosto 2018; Sergio Sarra: escluse le cose che ho scelto di fare, a cura di Laura Cherubini, Mattatoio Museo d’Arte Contemporanea, Padiglione 9B, Roma, 11 aprile – 17 maggio 2019.
  9. ^ Superficie trattata con gel che rende il supporto fotosensibile, consentendo la riproduzione di immagini sulla tela con un procedimento simile a quello della stampa fotografica tradizionale.
  10. ^ Bibliografia selezionata: Achille Bonito Oliva, Così: lo stato dell’arte (e anche della critica), in Achille Bonito Oliva, Così – Lo stato dell’arte, Roma, Leonardo – De Luca Editori, 1991, p. 13, tav. 70, ISBN 88-7813-347-7; Sergio Sarra, catalogo della mostra, Milano, Nuova Prearo Editore, 1991; Sergio Sarra - Intervista ad Achille Bonito Oliva: L'arte fino al 2000 e Fuori Uso '91, videoclip, a cura di Carla Urban, TVDonna, TMC, giugno 1991; Ludovico Pratesi, Senza confini, in Panorama, a. XXIX, no. 1318, 21 luglio 1991, p. 28; Sergio Sarra: ateleta, video-catalogo della mostra, Roma, Galleria Cecilia Nesbitt Federici, 30 gennaio 1992. Testi di: Sergio Sarra, Rossella Caruso, Cecilia Nesbitt Federici; Achille Bonito Oliva (a cura di), Propaganda Arte, Roma, Carte Segrete Editore, 1992, pp. 144-145 (ill.), pp. 210-213, ISBN 978-8885203853; Achille Bonito Oliva (a cura di), Punti cardinali dell'arte, catalogo della XLV Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia, Vol. 1, Venezia, Marsilio Editori S.P.A., 1993, p. 311 (ill.), ISBN 88-208-0378-X; Achille Bonito Oliva, Helena Kontova (a cura di), Aperto '93: Emergency/Emergenza: Flash Art International, catalogo della mostra, Milano, Giancarlo Politi Editore, 1993, p. senza numerazione (ill.), ISBN 88-7816-053-9; Ludovico Pratesi, Sergio Sarra, in la Repubblica, a. 17, no. 42, 19 febbraio 1992, p. VIII; Saretto Cincinelli, Sergio Sarra : Gentili, Firenze, in Flash Art, a. XXVII, no. 183, aprile 1994, p. 78; Ami Barak, Dan Cameron, Giacinto Di Pietrantonio, et al., Art under 30 : FIAR International Prize : Milano, Roma, Paris, London, New York, Los Angeles, catalogo delle mostre, Milano, FIAR publisher, 1994, pp. 38-39, pp. 58-59 (ill.); Luca Beatrice & Cristiana Perrella, Guido Costa (a cura di), Nuova scena: artisti italiani degli anni '90, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 1995, pp. 20, 64, ISBN 88-374-1401-3.
  11. ^ Ludovico Pratesi, La personale di Sarra e i fossili viventi, in la Repubblica, a. 17, no. 27, 1° febbraio 1992, p. IX; Laura Cherubini, Sergio Sarra, in Flash Art, a. XXV, no. 168, giugno - luglio 1992, pp. 120-121; Laura Cherubini, Giovani artisti. IV, in Mariano Apa, Laura Cherubini, Marco Di Capua, et al. (a cura di), Giovani Artisti IV, catalogo della mostra, Roma, Edizioni Carte Segrete, 1992, pp. 27-28, 37, pp. 38-39 (ill.), ISBN 88-85203-70-1.
  12. ^ Volpaia in vista, III sez. di Imprevisto, X Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea, su invito di Cleto Polcina artemoderna (Roma), a cura di Luciano Pistoi, Cantina Caparsino, Radda in Chianti, 7 – 30 settembre 1991.
  13. ^ Luciano Pistoi (a cura di), Volpaia in vista, pieghevole della mostra con mappa del territorio, elenco artisti, galleristi e proprietari coinvolti; Margherita Sassone, Cronologia, in Mirella Bandini, Cristina Mundici e Maria Teresa Roberto, Luciano Pistoi: inseguo un mio disegno, Torino, Hopefulmonster, 2008, p. 306, p. 349 (ill.), ISBN 978-88-7757-222-6.
  14. ^ Aperto '93 Emergenza/Emergency, XLV Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, Punti cardinali dell'arte, La Biennale di Venezia, Venezia, Corderie dell'Arsenale, 14 giugno – 10 ottobre 1993. Progetto: Achille Bonito Oliva; Curatori: Helena Kontova (Coordinamento), Francesco Bonami, Nicolas Bourriaud, Antonio d'Avossa, Jeffrey Deitch, Mike Hubert, Thomas Locher, Kong Chang'an (Lauk'ung Chan), Robert Nickas, Rosma Scuteri, Berta Sichel, Matthew Slovoter, Benjamin Weil.
  15. ^ Sandra Giannattasio, La Biennale di Bonito Oliva annuncia a Venezia le tendenze di fine secolo [Archiviato il 15 gennaio 2019 in Internet Archive.], in Avanti!, a. 97, no. 296, 17 dicembre 1992, p. 18; Achille Bonito Oliva (a cura di), Punti cardinali dell'arte, catalogo della XLV Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, La Biennale di Venezia, Vol. I, Venezia, Marsilio Editori s.p.a., 1993, p. 311 (ill.), ISBN 88-208-0378-X; Achille Bonito Oliva, Helena Kontova (a cura di), Aperto '93: Emergency/Emergenza: Flash Art International, catalogo della mostra, Milano, Giancarlo Politi Editore, 1993, p. senza numerazione, ISBN 88-7816-053-9; Gabriele Di Matteo, Franco Silvestro, Vedova Mazzei, Ad Aperto novecentonovantatre si scambiarono per se stessi/The name of player playing the part, E IL TOPO magazine, rivista d’artista, a. II, no. 4, 1993, pp. senza numerazione; Luca Beatrice & Cristiana Perrella, Guido Costa (a cura di), Nuova scena: artisti italiani degli anni '90, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 1995, pp. 20, 64, ISBN 88-374-1401-3 .
  16. ^ Le prerogative del lavoro di Sarra realizzato alle Corderie dell'Arsenale di Venezia per Aperto '93 vengono presentate dall'artista nell'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti di Bologna in un incontro con gli studenti il 26 giugno 1993, introdotto e moderato dai critici d'arte italiani Roberto Daolio (1948-2013) e Adriano Baccilieri (1946-2017).
  17. ^ Sergio Sarra, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Galleria Cesare Manzo, Pescara, 15 febbraio – 20 marzo 1997.
  18. ^ Emilio Prini (a cura di), Sergio Sarra, catalogo della mostra, Pescara, Galleria Cesare Manzo, 1997; accompagnato da: Sergio Sarra, Emilio Prini (a cura di), Quaderno, 76 pagine bianche, copertina rigida rivestita con carta telata (cm 25 x cm 16,8 x cm 1,2), Pescara, Galleria Cesare Manzo, 1997; Giulia Visci, Sergio Sarra : Cesare Manzo, Pescara, in Flash Art, a. XXX, no. 204, giugno – luglio 1997, p. 109.
  19. ^ Emilio Prini grafitavit et performavit h. 8,15 P M, video della performance, a cura di Antonio Capone, Galleria Cesare Manzo, Pescara, 15 febbraio 1997, dalle ore 20:15.
  20. ^ Bibliografia correlata: Sergio Sarra, invito cartaceo della mostra; Emilio Prini grafitavit et performavit, video della performance a cura di Antonio Capone, 15 febbraio 1997, ore 20:15; Emilio Prini (a cura di), Sergio Sarra, catalogo della mostra, Pescara, Galleria Cesare Manzo, 1997, p. 32.
  21. ^ Alessandra Mammì, Emilio Prini, l’artista geniale e antipatico in una grande mostra a Roma, 10 dicembre 2023.
  22. ^ Odisseo (Ulysses), a cura di Giacinto Di Pietrantonio, in occasione dei XIII Giochi del Mediterraneo, ex Stadio della Vittoria, Bari, 4 maggio – 23 giugno. Artisti invitati: Mario Airò, Vanessa Beecroft, Alighiero Boetti (1940-1994), Maurizio Cattelan, Tony Cragg, Enzo Cucchi, Federico Fusi, Giuseppe Gabellone, Alberto Garutti (1948-2023), Bertrand Lavier, Ange Leccia, Richard Long, Mimmo Paladino, Alfredo Pirri, Sergio Sarra, Cindy Sherman, Ettore Spalletti (1940-2019), Haim Steinbach.
  23. ^ Giacinto Di Pietrantonio (a cura di), Odisseo (Ulysses), catalogo della mostra, Pescara, Edizioni Arte Nova, 1997, pp. 12-13, pp. 80-83 (ill.); Carolyn Christov Bakargiev, Sulle tracce di un’Europa inattuale, Il Sole-24 Ore : quotidiano politico economico finanziario, Inserto Domenica, sez. Arte, 18 maggio 1997; Antonella Marino, Odisseo : Stadio della Vittoria, Bari, in Flash Art, a. XXX, no. 205, estate 1997, p. 122.
  24. ^ Segno Senso Suono Sacro: installazioni di Mario Airò - Federico Fusi – Sergio Sarra, a cura di Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea (Roma), in occasione del Convegno di Studi SEGNO - SENSO - SUONO - SACRO : Della spiritualità nelle arti contemporanee, a cura di Riccardo Giagni, Centro Civico per l’Arte Contemporanea 'La Grancia' - Musei Senesi, Serre di Rapolano, 10 maggio – 15 giugno 1997.
  25. ^ Mario Airò (una stanza per Danilo Cherni), Federico Fusi Sergio Sarra, 1997, stampe fotografiche, cm 12 x cm 20, accluse fuori testo a: Riccardo Giagni (a cura di), Segno Senso Suono Sacro : Della spiritualità nelle arti contemporanee, Atti del Convegno di Studi, Roma, I libri di Zerynthia,1997; Dora Stiefelmeier (a cura di), Il Libro di Zerynthia, Vol. II, Spoltore, Di Paolo Edizioni, 2020, p. senza numerazione (ill.), ISBN 978-88-97676-19-5.
  26. ^ Orlo Roma, Roma, I Libri di Zerynthia, 1997; Orlo L’Aquila, L'Aquila, Accademia di Belle Arti di L'Aquila, 2011; Orlo Mountain, L'Aquila, Accademia di Belle Arti di L'Aquila, 2013. Dal 2020 Orlo è conservato nella collezione del Fondo documentazione libro d'artista della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
  27. ^ Orlo 2011 second issue L’Aquila, comunicato stampa, Accademia di Belle Arti di L'Aquila, 7 marzo 2011.
  28. ^ Bruna Esposito – Sergio Sarra – Richard Van Buren, Fondazione Volume!, Roma, 15 – 30 settembre 2000.
  29. ^   Dafni&Papadatos (a cura di), Bruna Esposito Sergio Sarra Richard Van Buren, Roma, Fondazione VOLUME!, 2000.; Paola Magni, Claudio Abate: VOLUME! Portfolio, Roma, Associazione culturale Francesco Nucci, 2001, pp. 54-55 (ill.); Marilena Borriello, Silvia Marsano, VOLUME! 1998›2008, Roma, Edizioni VOLUME!, 2008, pp. senza numerazione, ISBN 978-88-95986-00-5; Fondazione Volume! & Musée D'art Moderne et Contemporain de Saint-Étienne Metropole (a cura di), VOLUME! 1997…TODAY, catalogo della mostra, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2015, p. 48, pp. 122-123 (ill.), ISBN 978-88-366-3166-7.
  30. ^ Conversione di Saulo, da un’idea di Vittoria Odescalchi, a cura di Sergio Sarra, Palazzo Chigi Odescalchi, Roma, 21 - 23 settembre 2000.
  31. ^ Sergio Sarra (a cura di), Conversione di Saulo, catalogo della mostra, Pescara, Edizioni Arte Nova, 2000. Testi di: Stefano Arienti, Rossella Caruso, Dinos & Jake Chapman, Laura Cherubini, Bruna Esposito, Maria Silvia Farci, Agnes Kohlmeyer, Carlo McCormick, Innocenzo Odescalchi, Vittoria Odescalchi, Alessandro Rabottini, Sergio Sarra, Stuart Shave.
  32. ^ Bibliografia selezionata: Ludovico Pratesi, Guardando Caravaggio, in la Repubblica, a. 25, no. 199, 29 agosto 2000, pp. XII-XIII; Lia De Venere, Caravaggio a confronto con i nuovi realismi, in Il Sole 24 Ore, no. 253, 17 settembre 2000, p. 34; Conversione di Saulo, videoclip, a cura di Michela Moro, in Start, RaiSat Art, ottobre 2000; Conversione di Saulo, videoclip, a cura di Lorenzo Di Las Plassas, in Imago, TG3, RAI3, ottobre 2000.
  33. ^ La prima versione della Conversione di Saulo è comunemente chiamata Caravaggio Odescalchi. Il grande dipinto (cm 237 x cm 189) è conservato a Palazzo Chigi Odescalchi a Roma. L’immagine dell'opera ambientata nelle sale del Palazzo è riprodotta a pagina intera sul frontespizio del catalogo della mostra. Cfr. Sergio Sarra (a cura di), Conversione di Saulo, Pescara, Edizioni Arte Nova, 2000.
  34. ^ Cfr. EVERETT FAHY (1941-2018).
  35. ^ Los últimos dibujos del siglo, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri dello Stato Italiano e con il supporto dell’Ambasciata Italiana a Cuba, a cura di Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea (Roma), Teatro Nacional de Cuba, Galería René Portoccarero, L'Avana, 16 novembre – 31 dicembre 2000, nell’ambito della 7ª Biennale de L’Avana, Universes in Universe, L'Avana, novembre 2000 - gennaio 2001.
  36. ^ Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea (a cura di), window onto venus - ventana hacia venus - finestra su venere, pubblicazione della conferenza e catalogo della mostra, Milano, De Agostini Rizzoli arte&cultura, 2001, p. 71, p. 78 (ill.); Dora Stiefelmeier (a cura di), Il Libro di Zerynthia, Vol. II, Spoltore, Di Paolo Edizioni, 2020, p. 291 (ill.), ISBN 978-88-97676-19-5.
  37. ^ Copia archiviata (PDF), su sergiosarra.it. URL consultato il 29 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2021).
  38. ^ Il tavolo/scultura, sotto il quale è agganciato un mastodontico varano rosso (figura arcaica e simbolica, parte strutturale dell’oggetto) nasce dall’unione di dodici punti e dallo sviluppo di un rettangolo aureo.
  39. ^ Esposizioni dell'opera: Sergio Sarra, Galleria Sogospatty, Roma, 9 febbraio – 31 marzo 2004; cose mai viste 1, a cura di Achille Bonito Oliva, Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano, Roma, 26 febbraio – 1° marzo 2008; Sergio Sarra: pearl fishermen, Circolo Filologico Milanese, Milano, 28 - 30 maggio 2008.
  40. ^ Achille Bonito Oliva, Cose mai viste 1 : things you never saw, catalogo della mostra, Roma, The Road To Contemporary Art, 2008, p. senza numerazione (ill.); Cloe Piccoli, Cose mai viste: a Roma, in la Repubblica delle Donne, no. 586, 23 febbraio 2008, p. 124; Helga Marsala, Scritture rumorose. L’estetica del vuoto di Sergio Sarra, in Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra: pearl fishermen, catalogo della mostra, Milano, Circolo Filologico Milanese, 2008, p. senza numerazione; Personale di Sergio Sarra al Circolo Filologico Milanese, in arteecritica, a. XV, no. 55, giugno - agosto 2008, p. 133.
  41. ^ Anomalie, Fuoriuso 2003, XII edizione, a cura di Teresa Macrì, ex Albergo dei Ferrovieri 'Ferrotel', Pescara, 20 novembre 2003 – 20 gennaio 2004.
  42. ^ Teresa Macrì (a cura di), Anomalie, catalogo della mostra, Pescara, Edizioni Arte Nova, 2003, pp. 17, 19-20, pp. 94-99 (ill.), pp. 100-101.
  43. ^ "Negli anni Novanta inizia a Pescara Fuori Uso, rassegna che per le sue modalità organizzative "low-tech" è divenuta un esempio internazionale. Curata da Cesare Manzo, è caratterizzata dall'ospitare mostre e spettacoli in luoghi dismessi, non convenzionali, basandosi sull'apporto di volontari e degli artisti stessi.", in Massimo Melotti, Vicende dell'arte in Italia dal dopoguerra agli anni duemila : Artisti Gallerie Mercato Collezionisti Musei, collana ‘Pubblico, professioni e luoghi della cultura’, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2017, p. 196, ISBN 978-88-917-5197-3.
  44. ^ Sergio Sarra: D. dal vero n. 2, a cura di Paolo Falcone, Micromuseum for Contemporary Art and Culture, Palermo, 24 giugno 2004, dalle ore 21:00 alle ore 24:00.
  45. ^ Sergio Sarra : D. dal vero n. 2 ; micromuseum for contemporary art – Palermo, pieghevole della mostra, 2004; Paola Nicita, Micromuseum si trasferisce e ospita la performance di Sarra, in la Repubblica, sez. Palermo, 24 giugno 2004, p. 10.
  46. ^ Altered States - Are you experienced?, Fuori Uso 2006, XIV edizione, a cura di Nicolas Bourriaud, Paolo Falcone, ex Mercato Ortofrutticolo C.O.F.A., Pescara, 16 dicembre 2006 – 15 febbraio 2007 / WAX Winkler Art Xperience (ex MEO), Budapest, 5 maggio – 10 giugno 2007 / Galeria Nouă e Muzeul Naţional de Artă Contemporană (MNAC), Bucarest, 26 giugno – 31 agosto 2007; su web.archive.org - fuoriuso.it (21/03/2007).
  47. ^ Nicolas Bourriaud, Paolo Falcone (a cura di), Altered States - Are you experienced?, catalogo della mostra, Pescara, Edizioni Arte Nova, 2007, p. 106, pp. senza numerazione.
  48. ^ Ipotesi di Biblioteca di Chimica dell’Università di Padova (LSD), 2006, in Nicolas Bourriaud, Paolo Falcone (a cura di), Altered States - Are you experienced?, catalogo della mostra, Pescara, Edizioni Arte Nova, 2007, pp. senza numerazione.
  49. ^ Umberto Curi, Testo dedicato all'opera «Ipotesi di Biblioteca di Chimica dell'Università di Padova (LSD)» di Sergio Sarra, Special Project, in Nicolas Bourriaud, Paolo Falcone (a cura di), Altered States - Are you experienced?, catalogo della mostra, Pescara, Edizioni Arte Nova, 2007, p. 106.
  50. ^ Esposizioni delle opere: Sergio Sarra, su invito di Achille Bonito Oliva [curatore del programma espositivo della Galleria], Kistê Gallery, Lisbona, dal 24 ottobre 2008; ‘Sergio Sarra: Dico a te,', a cura di Giorgio D'Orazio, Abbazia di Santa Maria di Propezzano, Morro d’Oro, 20 luglio – 20 agosto 2018; Sergio Sarra: escluse le cose che ho scelto di fare, a cura di Laura Cherubini, Mattatoio Museo d’Arte Contemporanea, Roma, 11 aprile – 17 maggio 2019.
  51. ^ Giorgio D’Orazio (a cura di), ‘Sergio Sarra : Dico a te,', catalogo della mostra, Morro d'Oro, 2018, pp. 15-19; Simone Gambacorta, Sarra e Savinio, dialogo in Abbazia, in il Resto del Carlino, 20 luglio 2018, a. 133, no. 171, p. 15; Gaudenzio Deviti, L’arte metafisica di Sarra nell’Abbazia, in il Centro, 20 luglio 2018, a. 32, no. 198, p. 25; Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra : escluse le cose che ho scelto di fare, catalogo della mostra, Roma, Edizioni di Comunità, 2019, pp. 42-43, ISBN 978-88-320-0521-9; Gaudenzio Deviti, Sarra: «Escluse le cose che ho scelto di fare» : Una grande personale delle opere dell’artista abruzzese al Mattatoio di Roma da oggi fino al 17 maggio, in il Centro, a. 34, no. 100, 11 aprile 2019, p. 35; Ludovico Pratesi, Dal disegno alla pittura. Sergio Sarra a Roma, su artribune.com, 8 maggio 2019.
  52. ^ Esposizioni dell'opera: Sergio Sarra: The indifferents, Galleria Cesare Manzo, Roma, 18 marzo – 8 maggio 2010; Fuoriuso in Opera, Fuori Uso 2012, XVI edizione, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Cantiere ‘Caldora TorreOperA’, Parcheggio sotterraneo, Pescara, 7 luglio – 7 settembre 2012; Sergio Sarra: escluse le cose che ho scelto di fare, a cura di Laura Cherubini, Mattatoio Museo d’Arte Contemporanea, Padiglione 9B, Roma, 11 aprile – 17 maggio 2019.
  53. ^ Giacinto Di Pietrantonio (a cura di), Fuoriuso in Opera, catalogo della mostra, Pescara, Edizioni Arte Nova, 2012, p. 25; Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra : escluse le cose che ho scelto di fare, catalogo della mostra, Roma, Edizioni di Comunità, 2019, pp. senza numerazione, ISBN 978-88-320-0521-9.
  54. ^ Helga Marsala, Scritture rumorose. L’estetica del vuoto di Sergio Sarra, in Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra: pearl fishermen, catalogo della mostra, Milano, Circolo Filologico Milanese, 2008, p. senza numerazione.
  55. ^ Umberto Curi, La forza dello sguardo, 2° ed., collana 'Saggi: Storia, filosofia e scienze sociali', Torino, Bollati Boringhieri Editore S.r.l., 2004, ISBN 88-339-1524-7.
  56. ^ «L'invisibilità è lo stato di un oggetto che non può essere visto a occhio nudo.», su wikipedia.org.
  57. ^ «N B: [...] Je ne suis pas sûr que vous traitez le visible, mais plutôt, les éléments invisibles qu’on suppose l’art montre.», in Nicolas Bourriaud, Une correspondance sur les fantômes avec Sergio Sarra, in Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra, catalogo, Roma, Galleria Cesare Manzo, 2007, p. senza numerazione.
  58. ^ L’arte non è cosa nostra, a cura di Vittorio Sgarbi, Padiglione Italia, Tese delle Vergini, Venezia, 4 giugno – 26 novembre 2011, nell’ambito della LIV Esposizione Internazionale d’Arte, ILLUMInazioni, la Biennale di Venezia, Venezia.
  59. ^ Vittorio Sgarbi (a cura di), L’arte non è cosa nostra, catalogo della mostra, Milano, Skira Editore, 2011, p. 546, p. 547 (ill.), ISBN 978-88-572-1158-9; Intervista a Sergio Sarra, a cura di Michela Moro, in Speciale Biennale di Venezia – LIV Esposizione Internazionale d’Arte, videoclip, Cool Tour, RAI5, su rai.tv, 8 giugno 2011.
  60. ^ Sergio Sarra: iceberg rosaspina. Conversations about automatic drawing, conferenza e presentazione della mostra Sergio Sarra: iceberg rosaspina, a cura di JongKu Kim and Art and Real Movement (Seul), EWHA Womans University, Lecture Hall, Seul, 13 giugno 2016; Sergio Sarra: iceberg rosaspina, a cura di JongKu Kim and Art and Real Movement (Seul), EWHA Womans University, EWHA Art Gallery, Seul, 13 giugno – 13 luglio 2016.
  61. ^   Ito Lim (a cura di), Sergio Sarra iceberg rosaspina, Seul, Art and Real Movement, 2016.
  62. ^ Sergio Sarra | nature, a cura di Ludovico Pratesi e Lorenzo Bruni, Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps, Roma, 20 settembre – 12 novembre 2023.
  63. ^ Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra : nature, catalogo della mostra, Brescia, Edizioni l’Obliquo, 2024, ISBN 978-88-31425-24-7; Sergio Sarra | nature, video della mostra di Alessandra Galletta, 1° marzo 2024. Interventi di: Lorenzo Bruni, Ludovico Pratesi, Sergio Sarra, Stéphane Verger; Vittorio Sgarbi, Pensare il mondo oltre la rappresentazione, in Panorama, a. LXI, no. 37, 6 settembre 2023, pp. 66-68; Carlo Alberto Bucci, Sarra, pittura come presenza : marmi antichi e tavole dipinte per “ciò che sarà generato”, in la Repubblica, a. 48, no. 221, 20 settembre 2023, p. 13; Marco Bussagli, Sergio Sarra a confronto con i classici, Agorà, rubrica di Avvenire, a. LVI, no. 224, 22 settembre 2023, p. IV; Davide Oliviero, Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps: “Sergio Sarra. Nature”, 29 settembre 2023; Valentina Muzi, A Roma le opere di Sergio Sarra disseminate tra i capolavori di archeologia, su artribune.com, 2 novembre 2023.
  64. ^ Lorenzo Bruni, L'osservatore e la figura osservata : Indagine nel lavoro di Sergio Sarra dalla Biennale di Venezia del 1993 alla mostra a Palazzo Altemps del 2023, in Sergio Sarra (a cura di), Sergio Sarra : nature, catalogo della mostra, Brescia, Edizioni l’Obliquo, 2024, pp. 82, 84, ISBN 978-88-31425-24-7.
  65. ^ Sergio Sarra | nature, video della mostra di Alessandra Galletta, 1° marzo 2024. Interventi di: Lorenzo Bruni, Ludovico Pratesi, Sergio Sarra, Stéphane Verger.
  66. ^ Arianna Fantuzzi, Cronologia essenziale dell’arte italiana, 1989-2020, in Stefano Chiodi, Bartolomeo Pietromarchi (a cura di), Giovanna Melandri (Prefazione di), Senzamargine : Passaggi nell'arte italiana a cavallo del millennio ; Carla Accardi, Luciano Fabro, Luigi Ghirri, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Poalo Icaro, Jannis Kounellis, Anna Maria Maiolino, Claudio Parmiggiani, Mario Schifano, MAXXI, Roma ; Marsilio Editori, Venezia, 2021, p. senza numerazione, ISBN 978-88-297-0981-6.
  67. ^ Cfr. Hans Ulrich Obrist, Ettore Spalletti, libri, Mantova, Corraini Edizioni, 2022, p. 104, ISBN 9788875709921.
  68. ^ Redazione (a cura di), Confronto sulla pittura. Gianni Politi / Sergio Sarra : Conversazione a cura di Ludovico Pratesi, in arteecritica, a. XXX, no. 99, inverno – primavera 2023/2024, pp. 71-77.
  69. ^ Marion Göth, Home studio for an artist, in Marion Göth (a cura di), Brick 14 : award - winning international brick architecture, sez. Residential Use, catalogo della premiazione, Monaco, Verlag Georg D.W. Callwey Gmb H & Co. KG, 2014, pp. 112-115, ISBN 978-3-7667-2074-0.
  70. ^ Redazione (a cura di), Fritz-Höger-Preis 2014 Für Backstein-Architektur, in Vorteile das Backstein-Magazin, 2 gennaio 2015, p. 63.
  71. ^ Cfr. Ad'A premio architetture dell'adriatico, a cura di CARSA (Pescara) e dell'Agenzia per l'Architettura d'Abruzzo (L'Aquila), comunicato stampa, Pescara, 28 febbraio 2015.
  72. ^ Juliana Neira, home studio for an artist, 20 dicembre 2015.
  73. ^ Sergio Sarra : «Studio» a talk with Marina Gennari, Carlo Nepi, Sergio Sarra, conferenza a cura di Alessandro Gallucci e Federico Fusi, coordinamento teoretico di Romeo Giuli, nell’ambito della III Manifestazione ‘Open Zona Toselli Arte/Architettura’, inner room, Siena, 15 novembre 2014; Studio Zero85, Sergio Sarra, Ohne Jede Prahlerei, in Vorteile das Backstein-Magazin, 1° ottobre 2016, pp. 30-35; Jens Kallfelz, Katharina Ricklefs, Moderne Einfamilienhäuser aus Backstein, Monaco, Deutsche Verlags-Anstalt Bildband, 2016, pp. 36-41, ISBN 978-3421040411; Francesco Pagliari, Casa-Studio Sarra, 06 aprile 2018; Casa-Studio Sarra, 12 marzo 2023; Ludovico Pratesi, Appuntamento con Sergio Sarra: una visita nel paesaggio, in Exibart, 23 settembre 2020, a. XIX, settembre-ottobre 2020, n. 109, p. 57; Giorgio D’Orazio, Vita e pittura dell'ex cestista : Una casa studio fra i monti nell'alto pescarese, Vedere in Abruzzo, p. 9, suppl. [vol. 5] di Il Giornale dell'Arte, 11 maggio 2020, a. XXXVIII, n. 408, maggio-giugno 2020; Studio Visit, video a cura di Sergio Sarra, marzo 2021, mandato in onda nel corso di Explaining Art with Words, Symposium, nell’ambito del progetto EU4ART European University, 19 marzo 2021; Susanna Legrenzi, L'artista Sergio Sarra: «Ho pensato lo studio come un'installazione. Più che in armonia, in contrasto con il paesaggio», in Living [suppl. di Corriere della Sera, 6 ottobre 2021, a. 146, n. 237], sez. Album, n. 10, ottobre 2021, pp. 200-209.

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