Sergio Venturi
Sergio Venturi (Siena, 1579-1580 – Roma, 4 febbraio 1646) è stato un architetto italiano.

Biografia
modificaVenturi nacque a Siena, in una famiglia nobile e agiata, negli anni tra il 1579 ed il 1580.[1] Alcuni studi ne hanno indicato la data di nascita al 1584.[1] Aveva un fratello, Lorenzo, che fu procuratore generale e vicario generale dell'Ordine certosino.[1]
Non si conoscono particolari sulla sua formazione senese.[1] Si trasferì a Roma intorno al 1608, dove esistono testimonianze che abbia maturato un forte interesse per l'astronomia.[1]
Nel primo periodo romano visse molto probabilmente nella parrocchia di Sant'Andrea delle Fratte, poi si trasferì presso la chiesa di San Bernardo al Foro di Traiano e dal 1625 fino alla morte abitò in piazza San Silvestro, nella parrocchia dei Santi Apostoli.[1]
"Entrò in grazia di molti Cardinali, e Prencipi",[1] che gli affidarono committenze, come i cardinali Carlo Emmanuele Pio di Savoia e Scipione Borghese, il vescovo Volpiano Volpiani, ed i nobili Giovan Battista Cenci ed Enzo Bentivoglio. Fu membro dell'Accademia di San Luca.[1]
Morì il 4 febbraio 1646 mentre si trovava nelle carceri della Curia Savelli, dove sarebbe stato incarcerato per debiti.[1]
Opere
modifica- lavori nella cappella del Santissimo Sacramento della cattedrale di Spoleto (1620)[2]
- nuova ala di palazzo Cenci a Roma (1620-1621)[2]
- Palazzo del cardinale Bentivoglio a Roma (1620-1630 ca.)[2]
- Palazzo Volpi a Como (1621-1629)[2]
- catafalco di papa Paolo V in Santa Maria Maggiore (1622)[2]
- lavori presso il convento dei Serviti a San Marcello al Corso (1624)[2]
- lavori nel Palazzo Borghese di Montefortino (1623-1628)[2]
- Palazzo Borghese a Roma (1624-1626)[2]
- chiesa di Santa Chiara a Casa Pia a Roma (1627-1628)[2]
- lavori nelle chiese di San Crisogono (1618-1629) e Santa Maria della Vittoria (1625-1627) su committenza del cardinale Borghese[2]
- tomba Volpi in San Carlo ai Catinari (1629)[2]
- lavori nella villa del cardinale Carlo Emmanuele Pio di Savoia al Colosseo (1629)[2]
- lavori nel santuario di Santa Maria di Galloro ad Ariccia (1629)[2]
- lavori nel collegio dei padri Celestini presso la chiesa di Santa Maria in Posterula a Roma (1631)[2]
- Fontana dei Mori a Marino (1632)[3][2]
- sopraelevazione della Porta Romana di Amelia (1639)[2]
Bibliografia
modifica- Giuseppe Tomassetti, La Campagna Romana antica, medioevale e moderna, vol. IV, rist., Roma, 1976 [1910].
- Francesco Petrucci, La miracolosa immagine della Madonna di Galloro e il cardinal Bessarione (PDF), in Castelli Romani. Vicende - uomini - folclore, LXI (XXIX n.s.), n. 6, Ariccia, Nello Spaccatrosi Editore, novembre-dicembre 2021, pp. 163-188. URL consultato il 7 settembre 2025.