Simin Keramati (in persiano سیمین کرامتی‎; Teheran, 1970[1]) è un'artista iraniana è un'artista visiva e attivista multidisciplinare canadese di origine iraniana[2][3]. È principalmente conosciuta come pittrice, videoartista, artista nel campo delle installazioni e regista.[4] Keramati vive a Toronto.[5]

Simin Keramati

Biografia

modifica

Simin Keramati è nata nel 1970 a Teheran.[5][6] Ha frequentato l'Università d'arte di Teheran, dove ha conseguito sia la laurea triennale che quella magistrale (1996) in pittura, e l'Università islamica Azad, dove ha conseguito una laurea triennale (1995) in inglese;[5][6][7] Si è trasferita a Toronto nel 2013,[5] dove ha frequentato il George Brown College per conseguire un master.

L'opera d'arte di Keramati si concentra su argomenti socio-politici, identità e ingiustizie che le donne subiscono in Iran.[1][2] Tra i suoi contemporanei d'arte ci sono Shirin Neshat, Shadi Ghadirian e Newsha Tavakolian.[1][8]

 
Simin Keramati intervistata alla presentazione della PaykanArtCar a Oslo, 2023

Nel 2009, Keramati ha preso parte alla mostra collettiva Made in Iran, curata da Arianne Levene ed Eglantine de Ganay e tenutasi all'Asia House di Londra; altri artisti in mostra includevano Nazgol Ansarinia, Shirin Aliabadi, Behrouz Rae, Vahid Sharifian, Peyman Hooshmandzadeh e Arash Hanaei.[9][10][11] Il suo lavoro faceva parte della mostra collettiva Art Brief IV: Iranian Contemporary San Francisco (2018) tenutasi al SOMA Arts di San Francisco, creata in collaborazione con il gruppo no-profit Moms Against Poverty (MAP).[12]

Nel settembre 2022, durante le proteste di Mahsa Amini, ha contribuito a organizzare l'evento di protesta fuori dall'Assemblea legislativa dell'Ontario e ha anche concepito un notevole poster sull'argomento.[2]

Ha concepito la seconda installazione della PaykanArtCar, resa nota nel giugno 2023.[13][14][15]

Voci correlate

modifica
  1. ^ a b c (EN) Diane V. Silverthorne, Music, Art and Performance from Liszt to Riot Grrrl: The Musicalization of Art, Bloomsbury Publishing USA, 18 ottobre 2018, pp. 344, ISBN 978-1-5013-3015-5.
  2. ^ a b c (EN) Elaine Velie, Artists Worldwide Demand Freedom for Iranian Women, su Hyperallergic, 28 settembre 2022. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  3. ^ (EN) Iranian Artists Fight Smog with the Tehran Monoxide Project, su Green Prophet, 11 ottobre 2011. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  4. ^ (EN) Staci Gem Scheiwiller, Performing the Iranian State: Visual Culture and Representations of Iranian Identity, Anthem Press, 1º novembre 2014, p. 183, ISBN 978-1-78308-328-2.
  5. ^ a b c d (DE) Harald Pechlaner, Elisa Innerhofer e Julia Allerstorfer, Simin Keramati: De/Konstruktion(en) des Selbst, in Künstler unterwegs: Wege und Grenzen des Reisens, Nomos Verlag, 25 settembre 2018, ISBN 978-3-8452-9044-7.
  6. ^ a b Simin Keramati, su Tavoos Online, Iran's First Bilingual Art Magazine. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  7. ^ (EN) A Breeze from the Gardens of Persia: New Art from Iran, Meridian International center, 2001, pp. 85, ISBN 978-0-9661013-2-4.
  8. ^ L'espresso, Issues 26-29, vol. 51, 26–29, Editrice L'Espresso, 2005, pp. 110.
  9. ^ (EN) Katherine Butler, Iran's Hybrids Unveiled, su Newspapers.com, The Independent, 27 giugno 2009, p. 38. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  10. ^ Exhibition: "Made in Iran" in London, su Payvand.com, 6 luglio 2009. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  11. ^ (EN) Mark Westall, Made in Iran Opening at Asia House through to July4th, su FAD Magazine, 23 giugno 2009. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  12. ^ (EN) Artistic Reflections from the Iranian Diaspora at SOMArts, su SF Station. URL consultato l'11 ottobre 2022.
  13. ^ (NO) Thomas Paust, Denne bilen er tildekket av kvinnehår: – Mullaene skjelver, in Nettavisen, 13 giugno 2023. URL consultato il 3 agosto 2023.
  14. ^ (EN) Nahal Toosi, Activists say the human rights movement is failing, in Politico, 18 giugno 2023. URL consultato il 3 agosto 2023.
  15. ^ Claudio Castello, Hårprotest utenfor Oslo konserthus, in Utrop, 15 giugno 2023. URL consultato il 3 agosto 2023.

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN160970260 · ISNI (EN0000 0001 0846 4924 · LCCN (ENno2010193166 · GND (DE116553830X