Simone di Joinville
Simone di Joinville (in francese Simon de Joinville; Joinville, 1175 circa – Joinville, maggio 1233) è stato un nobile e cavaliere medievale francese, signore di Joinville e siniscalco di Champagne dal 1204 fino alla sua morte.
Simone di Joinville | |
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Signore di Joinville | |
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In carica | 1204 – maggio 1233 |
Predecessore | Goffredo V di Joinville |
Successore | Giovanni di Joinville |
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In carica | 1204 – maggio 1233 |
Predecessore | Goffredo V di Joinville |
Successore | Giovanni di Joinville |
Altri titoli | Signore di Sailly Signore di Montclair |
Nascita | 1175 circa |
Morte | maggio 1233 |
Luogo di sepoltura | Abbazia di Clairvaux |
Dinastia | Casato di Joinville |
Padre | Goffredo IV di Joinville |
Madre | Elvide di Dampierre |
Coniugi | Ermengarda di Montclair Beatrice d'Auxonne |
Figli | Goffredo Isabella Beatrice Giovanni Goffredo Simone Guglielmo Maria Eloisa |
Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaOrigini
modificaSimone di Joinville nacque attorno al 1175, probabilmente nel castello di Joinville, quartogenito di Goffredo IV di Joinville e di Elvide, figlia di Guido I di Dampierre.[1][2] Suo padre apparteneva al casato di Joinville, una delle famiglie più antiche e potenti della contea di Champagne, tanto da aver ottenuto di poter trasmettere in maniera ereditaria il titolo di siniscalco della contea (ruolo che era invece solitamente assegnato a discrezione del conte).[2][3]
Gioventù
modificaAccesso alla signoria di Joinville
modificaSecondo alcuni autori del XIX e XX secolo, Simone avrebbe accompagnato suo padre e suo fratello maggiore Goffredo nella terza crociata,[4][5][6] ma questo viene oggi considerato falso, poiché Simone, che si stima sia nato intorno al 1175, sarebbe stato troppo giovane per prendere parte alla guerra. Suo padre morì nel 1190 durante l'assedio di Acri e fu succeduto dal già citato Goffredo, che rientrò in patria appositamente prima della conclusione dell'assedio per prendere possesso della propria signoria. La signoria di Sailly andò invece al suo secondogenito Roberto, mentre il terzogenito Guglielmo di Joinville era stato già indirizzato alla carriera ecclesiastica e sarebbe divenuto arcidiacono di Châlons nel 1191, poi vescovo di Langres nel 1209 e infine arcivescovo di Reims nel 1219.[1][2]
Simone non era, pertanto, destinato a ottenere alcun titolo né a fondare un ramo cadetto del proprio casato. Tuttavia la morte senza eredi dei suoi fratelli Goffredo, che cadde combattendo tra la fine del 1203 e l'inizio del 1204 a Krak dei Cavalieri, e Roberto, che nell'aprile 1201 era partito verso l'Italia per aiutare suo cugino Gualtieri III di Brienne a sottomettere il Regno di Sicilia dove trovò la morte l'11 giugno 1205 presso Sarno, lo lasciò come unico erede della famiglia.[7] Firmò per la prima volta con il titolo di signore nel giugno 1204 in occasione della celebrazione del compleanno del defunto fratello, mentre nel 1206 utilizzò per la prima volta il titolo di siniscalco di Champagne (titolo che gli verrà in futuro contestato dalla contessa Bianca di Navarra). Il titolo di signore di Sailly, passato brevemente a Simone, fu invece lasciato a suo fratello minore Guido.[8] L'altro suo fratello minore, Andrea, si unì invece ai cavalieri templari.[1]
Primo matrimonio
modificaPoiché in un documento del 1205 egli si dichiarava celibe e senza figli,[9] Simone, dato il suo nuovo ruolo di capo del casato, si vide costretto a prendere moglie per continuare la linea dinastica. A differenza dei suoi fratelli maggiori, che avevano scelto le proprie mogli tra la nobiltà della Champagne, Simone sposò nel 1207 la tedesca Ermengarda di Montclair, figlia ed erede di Giovanni, signore di Montclair e avvocato dell'abbazia di Merzig nella diocesi di Treviri.[10] La coppia ebbe tre figli.[1][2]
A seguito del matrimonio, Simone assunse anche il titolo di signore di Montclair ma, alla morte di sua moglie poco dopo il 1218, il titolo passò a suo figlio maggiore Goffredo. Tuttavia quando questi morì senza eredi nel 1232, il titolo passò a sua sorella minore Isabella che sposò poi Simone IV di Clefmont, la cui linea di discendenza ereditò definitivamente la signoria su Montclair.[10]
Attività bellica
modificaGuerra nel Barrois
modificaNel 1208 il duca Federico II di Lorena, allora in guerra con il suocero Teobaldo I conte di Bar, devastò le terre dell'abbazia di Gorze, poste sotto la protezione del conte, come rappresaglia per un simile danno causato un anno prima da Teobaldo nelle terre del duca. Federico fu tuttavia preso prigioniero con due suoi fratelli nel corso dell'attacco e costretto ad accettare le condizioni del conte, portando alla firma di un trattato di pace il 2 novembre 1208. È probabile che Simone di Joinville abbia fatto parte di questa spedizione punitiva del duca di Lorena, poiché si impegnò a pagare 200 dei 2000 marchi d'argento che Federico dovette versare al conte in riparazione dei danni subiti e fu poi scelto dal quest'ultimo tra gli ostaggi offerti in garanzia del rispetto delle condizioni del trattato. In esso, Simone di Joinville è sistematicamente nominato tra i più grandi signori del regno come il duca di Borgogna o il conte di Deux-Ponts.[10]
Crociata albigese
modificaNel 1209 Simone di Joinville decise di rispondere, come molti altri nobili francesi, alla chiamata a prendere parte alla crociata albigese contro gli eretici dell'Occitania. Per ingraziarsi il favore divino prima della partenza, fece diverse donazioni alla collegiata di San Lorenzo di Joinville, alle abbazie di La Crête e Clairvaux e alla prioria di Mathons. Partì probabilmente nel mese di giugno, poiché nel mese successivo è registrata la sua presenza nella regione di Montségur.[11]
Simone rimase solo per breve tempo in Linguadoca e già nel luglio 1210 era nuovamente a Joinville, segno che fece probabilmente parte di quel gruppo di cavalieri che, ritenendo di aver adempiuto al proprio dovere feudale, lasciarono la crociata dopo la caduta di Béziers o di Carcassonne nel luglio-agosto del 1209.[11]
Guerra di successione di Champagne
modificaNel 1214 la contessa reggente Bianca di Navarra, vedova del precedente conte Tebaldo III di Champagne, prevedendo il possibile reclamo sulla contea di sua nipote acquisita Filippa e del di lei marito Erardo di Brienne-Ramerupt, chiese a tutti i suoi vassalli di rendere omaggio al futuro Tebaldo IV, allora solo tredicenne.[12] Simone di Joinville fu il primo tra i feudatari a prestare giuramento nell'agosto 1214, vincolando però il rispetto dello stesso alla conferma del proprio diritto ereditario sul siniscalcato comitale.[13] Fecero da garanti del suo omaggio il fratello Guglielmo, allora vescovo di Langres, e il cugino Gualtiero I di Vignory.[14][15] Simone non rispettò tuttavia il proprio giuramento e allo scoppio del conflitto si schierò con Erardo di Brienne, così quando questi cominciò la conquista militare della contea agli inizi del 1216, il siniscalco ne divenne il maggiore sostenitore in Champagne e mise il castello di Joinville a sua disposizione.[16] Questo repentino cambio di fronte può essere spiegato dagli stretti legami di parentela che legavano Erardo e Simone,[17] ma anche dalle insufficienti garanzie sul siniscalcato offerte dalla contessa.[18] Con l'inizio della guerra, Erardo e tutti i suoi sostenitori furono scomunicati da papa Innocenzo III.[19]
Una prima tregua fu raggiunta nell'aprile 1216 grazie all'intervento di re Filippo II ma le ostilità furono riprese poco dopo da Erardo di Brienne, che lamentava la mancata restituzione delle proprietà che gli erano state confiscate dalla contessa mentre egli si trovava in Terrasanta. Nei mesi successivi papa Onorio III sollecitò Simone ad adempiere al suo voto di unirsi alla quinta crociata, nella speranza che altri nobili restii a partire lo prendessero da esempio e lo seguissero, ma Simone preferì restare in patria e proseguire la guerra.[20] Una seconda tregua fu concessa da Erardo, Simone e Renardo II di Choiseul alla contessa Bianca il 5 dicembre 1217, accettando di sospendere le ostilità fino alla prima domenica dopo il Natale.[20][21]
Nel giugno 1218 Bianca di Navarra e il suo alleato Oddone III di Borgogna, mentre marciavano verso Nancy, sede del duca Teobaldo I di Lorena (il più potente tra i sostenitori di Erardo di Brienne), attaccarono uno dopo l'altro i castelli di Châteauvillain, Clefmont, Joinville e Doulevant (questi ultimi due di proprietà di Simone).[22][23] Il 7 giugno il signore di Joinville, che aveva preso parte a questi scontri, fu sconfitto e costretto a rendere nuovamente omaggio alla contessa Bianca e a suo figlio Tebaldo.[24] Come pegno della sua lealtà concesse suo figlio maggiore Goffredo come ostaggio e mise il castello di Joinville sotto la giurisdizione di suo fratello Guglielmo; inoltre il suo vassallo Ugo di Lafauche dovette trasferire i suoi doveri feudali a Bianca. Le uniche concessioni che Simone riuscì a ottenere furono il riconoscimento del suo diritto ereditario sul titolo di siniscalco e una compensazione economica per la perdita dei diritti feudali su Lafauche.[25]
Infine il 20 dicembre 1218 papa Onorio III revocò la scomunica di Simone di Joinville e di tutti i sostenitori di Erardo di Brienne.[19] Nello stesso periodo il signore di Joinville partì per unirsi alla crociata, probabilmente per allontanarsi definitivamente dai tumulti che ancora persistevano in Champagne.[26]
Quinta crociata
modificaRaggiunto l'Egitto nel febbraio 1219, Simone prese parte alle ultime fasi dell'assedio di Damietta sotto il comando di suo cugino, il re di Gerusalemme Giovanni di Brienne.[26] Nello stesso anno compare, sempre presso la città egiziana, come testimone del testamento di un suo altro cugino, Giovanni di Nully, nel quale questi lasciava in eredità tutto ciò che possedeva presso Sommevoire all'abbazia di Montier-en-Der e all'Ordine templare in ugual misura.[19]
Simone di Joinville rimase in Egitto fino alla caduta di Damietta e sembra sia partito più o meno in contemporanea con Giovanni di Brienne, il quale lasciò la crociata a seguito di contrasti con il legato pontificio Pelagio Galvani. Entro il settembre 1220 rientrò nei suoi domini, dove venne a sapere della morte di sua moglie Ermengarda.[19][27]
Ritorno alla crociata albigese
modificaAll'inizio del 1226, re Luigi VIII di Francia decise di intervenire personalmente in Occitania, con la benedizione di papa Onorio III che dichiarò una crociata, e molti dei suoi vassalli lo seguirono. Il 10 giugno ebbe inizio l'assedio di Avignone, ma Tebaldo IV di Champagne, accompagnato dal suo siniscalco Simone di Joinville, raggiunse gli altri partecipanti almeno una settimana dopo.[28][29] Tuttavia dopo appena quaranta giorni, ovvero trascorso il tempo minimo dovuto di servizio militare al proprio sovrano, il conte di Champagne abbandonò la crociata con tutto il suo seguito, nonostante le intimazioni e le minacce del re.[28] Quando quest'ultimo morì a Montpensier alcune settimane dopo, Tebaldo e Simone furono accusati dai loro detrattori di averlo avvelenato prima di partire.[30]
Fronda contro il conte di Champagne
modificaNel 1227 il conte Tebaldo IV di Champagne entrò a far parte di quella lega di grandi vassalli del regno che si opposero alla reggenza della regina vedova Bianca di Castiglia e all'incoronazione del giovane Luigi IX. Tuttavia il supporto di Tebaldo alla causa fu spesso incostante e appena un anno dopo, ritenendo la rivolta futile e non godendo della fiducia degli altri insorti, abbandonò i suoi compagni e si riconciliò con il re e la regina, che gli concessero il loro perdono.[31]
Il conflitto riprese nel 1229 e alcuni membri della lega ribelle, in risposta al tradimento di Tebaldo, invasero la Champagne e saccheggiarono i centri di Saint-Florentin, di Chaource e di Bar-sur-Seine prima che il re potesse intervenire per fermarli.[32] Tuttavia le ostilità ripresero poco dopo e il conte Enrico II di Bar attaccò le terre del duca Mattia II di Lorena, alleato di Tebaldo, devastando oltre settanta villaggi. In risposta il Mattia, Tebaldo e Simone attaccarono il Barrois. Il signore di Joinville fece inoltre fortificare il suo castello di Montiers-sur-Saulx, al confine tra i suoi possedimenti e quelli del conte di di Bar, ma Enrico II riuscì comunque a conquistarlo e demolirlo.[32][33]
Nell'estate del 1230 fu il duca Ugo IV di Borgogna con i suoi alleati ad attaccare la Champagne. A Provins gli invasori sconfissero e misero in fuga Tebaldo, che dovette riparare a Parigi per chiedere l'aiuto del re, e attaccarono poi Ramerupt e infine Troyes, che fu cinta d'assedio. Gli abitanti della città chiesero aiuto al loro siniscalco Simone di Joinville che radunò immediatamente i suoi vassalli e marciò nottetempo verso Troyes. Davanti a questa rapida avanzata e consapevoli dell'imminente arrivo di ulteriori rinforzi inviati dal duca di Lorena e dal re di Francia, gli invasori tolsero l'assedio e si ritirarono.[34][35]
Ultimi anni
modificaSecondo matrimonio
modificaVedovo sin dal 1219, Simone contrasse nuovamente matrimonio nel 1224 con Beatrice d'Auxonne, sorella di Giovanni di Chalon e figlia di Stefano III d'Auxonne e di Beatrice di Chalon. Come parte degli accordi matrimoniali, Beatrice portò a Simone in dote in castello di Marnay. Cosa abbastanza rara per questo periodo, Beatrice d'Auxonne era al suo secondo matrimonio non perché vedova ma perché separatasi dal suo precedente marito, Aimone II di Faucigny, col quale aveva avuto due figlie.[36]
Simone e Beatrice ebbero sei figli insieme.[1][2] Inoltre le cronache dell'epoca sembrano indicare che i figli di entrambi avuti nei loro precedenti matrimoni avessero ottimi rapporti tra di loro e che collaborassero attivamente per incrementare le ricchezze e lo status del casato.[36]
Difficoltà finanziarie
modificaLe varie spedizioni militari, sia in patria che in Terrasanta, così come forse le spese per il suo secondo matrimonio, lasciarono Simone con numerosi debiti che pare abbia avuto difficoltà a ripagare. Così il 1º agosto 1222 dovette prendere in prestito 500 libbre d'argento dal vescovo di Châlons, con il conte di Champagne che fece da garante, e il successivo settembre dovette cedere le proprie rendite di Charmes e Colombey ai monaci di Clairvaux in cambio di ulteriori 400 libbre, garante stavolta suo fratello Guglielmo.[37]
Morte ed eredità
modificaGli ultimi anni di Simone di Joinville trascorsero tranquilli e senza eventi di rilievo, eccezion fatta per la prematura morte del suo figlio maggiore ed erede Goffredo nel 1232. Perciò Simone si dedicò a trovare un matrimonio vantaggioso per il suo nuovo erede Giovanni, figlio maggiore del suo secondo matrimonio, fidanzandolo ancora bambino con la figlia della contessa di Grandpré Maria di Garlande, ex-moglie del defunto Goffredo, separatasi da lui qualche tempo prima che morisse.[38]
Simone di Joinville morì nel maggio 1233 e fu seppellito nell'abbazia di Clairvaux.[39] Suo figlio ed erede Giovanni (futuro cronista della vita di san Luigi IX), essendo ancora minorenne, fu affidato alla reggenza di sua madre Beatrice d'Auxonne.[40]
Nel corso della sua signoria Simone fondò due nuove città: Mathons nel 1208 e Burey-la-Côte nel 1229, alle quali concesse la legge di Beaumont.[41]
Politiche e relazioni
modificaRapporti con il clero locale
modificaCome i suoi antenati, Simone di Joinville ebbe numerose dispute con i monaci delle abbazie di cui deteneva l'avvocazia, ossia l'abbazia di Montier-en-Der e quella di Saint-Urbain. Le liti con quest'ultima arrivarono a un tale livello che il 4 marzo 1229 il vescovo di Toul minacciò il Joinville di scomunica se non avesse rimediato entro dieci giorni ai torti commessi contro i suoi monaci.[42]
Simone tuttavia si mostrò sempre molto generoso verso altre abbazie e concesse numerosi doni a molte di esse, tra cui quelle di Clairvaux, di Boulancourt, di La Crête, nonché la collegiata di Saint-Laurent, situata all'interno delle mura del castello di Joinville.[43][44]
Rapporti con la contea di Champagne
modificaI signori di Joinville erano probabilmente la casata baronale più potente di Champagne e una delle più influenti dell'intero regno, e Simone prese parte attivamente alle politiche di entrambe le entità. Nel 1212 partecipò con i grandi signori di Champagne all'ordinanza sulla regolamentazione della successione dei feudi in linea femminile e sui duelli e nel 1224 a quella sulla divisione dei feudi tra eredi maschi.[45] Nel 1214 è citato tra i vari cavalieri bannereti di Champagne presenti nell'esercito di re Filippo Augusto durante la battaglia di Bouvines, nella quale combatté probabilmente in qualità di siniscalco di Champagne.[46]
Eccezion fatta per l'iniziale ostilità nella guerra di successione di Champagne (ostilità legata principalmente alla questione dell'ereditarietà del siniscalcato, vedi sotto), a partire dal suo atto di sottomissione del 7 giugno 1218 Simone rimase sempre fedele al conte Tebaldo IV. Accompagnò infatti il suo signore alla crociata albigese nel 1226, seguendolo anche nella sua decisione di abbandonare la guerra dopo appena quaranta giorni, lo supportò nella sua incursione in Barrois del 1230 e soprattutto pochi mesi dopo intervenne prontamente per impedire che la capitale della contea, Troyes, cadesse in mano agli assedianti, nonostante il suo signore fosse già stato sconfitto sul campo.
Siniscalcato di Champagne
modificaSimone di Joinville ereditò il titolo di siniscalco di Champagne da suo padre Goffredo IV e lo utilizzò per la prima volta in una carta del 1206, ma si astenne poi dall'usarlo ancora per i successivi otto anni, segno che probabilmente la sua investitura non era stata formalmente confermata dalla contessa Bianca.[8] Questo titolo era il più importante nella contea di Champagne dopo quello del conte stesso e comportava per il suo detentore un significativo reddito, come dimostrato da una carta del 22 maggio 1223, quando il conte Tebaldo versò 100 libbre d'argento a Guido per conto di suo fratello Simone.[47] Pur di mantenerlo, nel 1218 dovette fare significative concessioni al suddetto fratello minore Guido in cambio della sua definitiva rinuncia al titolo (vedi sotto).
Nell'agosto 1214 Simone giurò fedeltà a Bianca e a suo figlio, vincolando però il giuramento al riconoscimento formale del suo titolo di siniscalco e del suo diritto ereditario. Tuttavia la contessa rifiutò di confermargli il titolo, sostenendo tale provvedimento sarebbe spettato al futuro conte Tebaldo una volta raggiunta la maggiore età.[13] Questa decisione contribuì senza dubbio a spingere il signore di Joinville dalla parte del pretendente Erardo di Brienne-Ramerupt allo scoppio della guerra di successione, ma quando Simone si sottomise di nuovo nel 1218 chiese ancora come garanzia la conferma del suo ruolo di siniscalco e nel trattato che seguì asserì che l'unico motivo per cui aveva aderito alla ribellione contro la contessa Bianca di Navarra e suo figlio fosse perché essi si erano ingiustamente rifiutati di riconoscere il suo diritto ereditario sul siniscalcato.[23] Nel 1224 Tebaldo tuttavia disconobbe questo trattato e, pur confermando Simone come attuale siniscalco, rifiutò di riconoscergli il diritto ereditario e preferì posporre la questione a quando il ruolo sarebbe tornato vacante. Pur insoddisfatto, Simone decise comunque di non protestare.[37]
Nel 1226, dopo l'inasprimento dei suoi rapporti con il re di Francia durane la crociata albigese, il conte Tebaldo, desiderando assicurarsi le lealtà del suo più potente vassallo, concesse finalmente a Simone il siniscalcato su base ereditaria.[28] Nel 1233 il conte di Champagne rinnovò la promessa del 1226 e confermò di nuovo la natura ereditaria della carica.[48]
Quando Simone morì, suo moglie Beatrice d'Auxonne assunse temporaneamente, in quanto reggente per il figlio Giovanni, i titoli di "signore di Joinville" e di "siniscalco di Champagne" fino al 1238. Il 1º maggio dell'anno successivo Giovanni compare per la prima volta nei documenti con il titolo di Joinville e di siniscalco.[49]
Rapporti con i suoi fratelli
modificaRapporti con Guglielmo
modificaNel 1214 il vescovo Guglielmo di Joinville fece da garante per la lealtà di suo fratello Simone verso Bianca di Navarra e dichiarò che avrebbe lanciato l'interdetto sulle terre di Simone e la scomunica su suo fratello se non avesse rispettato i suoi giuramenti.[15] Per tutta la durata della successiva guerra di successione, Simone e Guglielmo rimasero però su schieramenti opposti, dato che il primo si schierò con il Brienne mentre Guglielmo, seguendo le linee politiche di papa Onorio III e del re di Francia, supportò la contessa. Anche nel 1216 Guglielmo rimase saldamente dalla parte del re, sostenendone il giudizio che il giovane Tebaldo non poteva essere perseguito prima del compimento dei ventuno anni.[50]
Tuttavia nel 1217, quando Erardo e i suoi sostenitori erano stato scomunicati, Guglielmo rifiutò di applicare immediatamente le disposizioni papali e preferì temporeggiare.[51] Poi alla fine del conflitto, quando Simone fu costretto a sottomettersi nuovamente alla contessa, il castello di Joinville fu affidato a Guglielmo che di nuovo si fece garante per la lealtà di suo fratello e promise di consegnare il castello a Bianca e Tebaldo se suo fratello non avesse rispettato il suo nuovo giuramento.[25]
Nel 1219 Guglielmo fu promosso ad arcivescovo di Reims, segno che il suo operato e la sua integrità fossero stati riconosciuti dal re e dal papa, nonostante il supporto indiretto offerto talvolta alla causa del fratello. In seguito Guglielmo agirà di nuovo da garante per Simone quando questi dovette richiedere importanti prestiti.[37]
Rapporti con Guido
modificaGuido di Joinville, fratello minore di Simone, aveva ottenuto dopo la morte di suo fratello maggiore Goffredo V la signoria di Sailly, passata brevemente anche nelle mani di Simone stesso, e nel giugno 1217 fece omaggio a suo fratello maggiore, dichiarandogli la sua fedeltà sopra ogni altro signore eccetto il conte di Champagne. Tuttavia Guido ambiva a posizioni di maggior rilievo e iniziò a reclamare per sé il siniscalcato di Champagne. Simone, che voleva che tale titolo restasse nella sua linea di discendenza, preferì piuttosto concedergli nel settembre 1218 metà dei propri domini feudali in champagne più quaranta libbre d'argento; in cambio Guido avrebbe rinunciato alle sue pretese sul siniscalcato e su qualsiasi futura eredità di Simone. Loro fratello Guglielmo presenziò all'accordo e rese pubblicamente noto che la disputa tra i due fratelli era conclusa.[16]
Le terre ottenute da Guido dovevano essere di significativa estensione, dato che nel 1224 Guido fu invitato a partecipare con i più grandi baroni di Champagne alla già citata ordinanza sulla divisione dei feudi tra eredi maschi.[52]
Episodio in Lorena
modificaIl 27 marzo 1217 Mattia di Lorena, figlio del duca Federico I di Lorena e vescovo deposto di Toul, tese un'imboscata per vendetta al suo successore Rinaldo di Chantilly e lo uccise. Suo nipote Teobaldo I di Lorena decise di punirlo per questo atto e quando partì per dargli la caccia chiese a Simone di Joinville di accompagnarlo. I due trovarono l'ex vescovo il 3 o 10 aprile lungo la strada tra Void-Vacon e Saint-Michel-sur-Meurthe, dove si stava recando nella speranza di incontrare i suoi inseguitori per ottenere il loro perdono. Teobaldo tuttavia ordinò a Simone di uccidere Mattia sul posto con la sua lancia ma quando Simone rifiutò, non volendo uccidere un membro della casa di Lorena, il duca gli strappò la lancia dalle mani e trafisse personalmente lo zio.[20][53]
Famiglia
modificaSimone di Joinville sposò nel 1205 Ermengarda di Montclair, dalla quale ebbe i seguenti figli:[1][2]
- Goffredo: succedette a sua madre come signore di Montclair, sposò Maria di Garlande, dalla quale poi si separò; morì nel 1232 senza figli.
- Isabella: signora di Montclair dopo suo fratello; sposò Simone IV di Clefmont.
- Beatrice: sposò Varmondo, visdomino di Châlons.
Rimasto vedovo nel 1219, sposò in seconde nozze Beatrice d'Auxonne, dalla quale ebbe i seguenti figli:[1][2]
- Giovanni: succedette al padre come signore di Joinville e siniscalco di Champagne; sposò Alice di Grandpré e poi Alice di Reynel; accompagnò re Luigi IX nella settima crociata e ne divenne il biografo ufficiale.
- Goffredo: divenne signore di Vaucouleurs; sposò Matilde di Lacy; trovò fortuna in Inghilterra sotto i regni di Enrico III ed Edoardo I, ottenendo vasti domini nelle Marche gallesi e in Irlanda e il titolo di barone.[54]
- Simone: sposò Leonetta di Gex, divenendo signore di Marnay e Gex.[55]
- Guglielmo: si dedicò alla carriera ecclesiastica, divenendo arcidiacono di Salins, poi rettore di Arthimurchir in Irlanda nel 1260 e infine decano di Besaçon.
- Maria o Simonetta: sposò Guido di Til-Châtel.
- Eloisa: sposò Giovanni I di Faucogney; rimasta vedova si fece monaca e fondò l'abbazia di Montigny-lès-Vesoul.[56][57]
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Ruggero di Joinville | Goffredo II di Joinville | ||||||||||||
Odierna di Courtenay | |||||||||||||
Goffredo III di Joinville | |||||||||||||
Adelarda di Vignory | Guido III di Vignory | ||||||||||||
Beatrice di Borgogna | |||||||||||||
Goffredo IV di Joinville | |||||||||||||
Erardo I di Brienne | Gualtiero I di Brienne | ||||||||||||
Eustachia di Tonnerre | |||||||||||||
Felicita di Brienne | |||||||||||||
Alice di Ramerupt | Andrea di Ramerupt | ||||||||||||
Adelisa | |||||||||||||
Simone di Joinville | |||||||||||||
Teobaldo di Dampierre | Vitero di Moëslains | ||||||||||||
Maria di Saint-Just | |||||||||||||
Guido I di Dampierre | |||||||||||||
Elisabetta di Montlhéry | Milone I di Montlhéry | ||||||||||||
Lituisa di Soissons | |||||||||||||
Elvide di Dampierre | |||||||||||||
Andrea di Baudement | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Elvide di Baudement | |||||||||||||
Agnese di Braine | Ugo di Braine | ||||||||||||
Ada di Soissons | |||||||||||||
Note
modifica- ^ a b c d e f g (EN) Simon de Joinville, su Medieval Lands, Foundation for Medieval Genealogy. URL consultato il 21 settembre 2025.
- ^ a b c d e f g (FR) Étienne Pattou, Maison de Joinville (PDF), su racineshistoire.free.fr, 2008. URL consultato il 25 settembre 2025.
- ^ Jubainville 1865, p. 487.
- ^ (FR) Ambroise Firmin Didot, Dissertations sur le sire de Joinville, Parigi, Librairie de Firmin Didot frères, fils et compagnie, 1858, p. I.
- ^ (FR) Alcide Marot, La Haute-Marne aux Croisades, Chaumont, Imprimerie Andriot Frères, 1927, p. 88.
- ^ Simonnet 1876, p. 91.
- ^ (FR) Fernand de Sassenay, Les Brienne de Lecce et d'Athènes, Parigi, Hachette, 1869, p. 82.
- ^ a b Delaborde 1894, p. 46.
- ^ Delaborde 1894, p. 47.
- ^ a b c Delaborde 1894, p. 48.
- ^ a b Delaborde 1894, p. 49.
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- ^ a b Delaborde 1894, p. 50.
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- ^ Jubainville 1865, p. 488.
- ^ a b c d Delaborde 1894, p. 56.
- ^ a b c Delaborde 1894, p. 52.
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- ^ (FR) Ernest Petit, Histoire des ducs de Bourgogne de la race capétienne, vol. 3, Digione, Imprimerie Darantière, 1885, pp. 240-241.
- ^ a b Delaborde 1894, p. 54.
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- ^ Simonnet 1876, pp. 98-99.
- ^ a b c Delaborde 1894, p. 59.
- ^ Jubainville 1865, p. 204.
- ^ Jubainville 1865, p. 209.
- ^ Jubainville 1865, p. 212.
- ^ a b Jubainville 1865, p. 228.
- ^ Delaborde 1894, p. 60.
- ^ Jubainville 1865, p. 248.
- ^ Delaborde 1894, p. 61.
- ^ a b Delaborde 1894, p. 57.
- ^ a b c Delaborde 1894, p. 58.
- ^ Delaborde 1894, p. 62.
- ^ (FR) Natalis de Wailly, Jean sire de Joinville - Histoire de Saint Louis, Credo et lettre a Louis X, Parigi, Librairie de Firmin Didot frères, fils et compagnie, 1874, pp. 544-547.
- ^ Simonnet 1876, p. 105.
- ^ Delaborde 1894, p. 63.
- ^ Delaborde 1894, p. 64.
- ^ Simonnet 1876, p. 109.
- ^ Delaborde 1894, p. 65.
- ^ Jubainville 1865, p. 558.
- ^ (FR) Alexandre Mazas, Vies des grands capitaines français du Moyen Âge, vol. 1, Parigi, Typographie de Firmin Didot Fréres, 1845, pp. 57 e 306.
- ^ Jubainville 1865, p. 489.
- ^ Delaborde 1894, p. 66.
- ^ Delaborde 1894, p. 70.
- ^ Jubainville 1865, p. 137.
- ^ Jubainville 1865, p. 146.
- ^ Jubainville 1865, p. 559.
- ^ Simonnet 1876, p. 104.
- ^ (EN) Michael Prestwich, Geneville [Joinville], Geoffrey de, first Lord Geneville, in Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 23 settembre 2004, DOI:10.1093/ref:odnb/37448.
- ^ Ansgar Wildermann, de Gex, su Dictionnaire Historique de la Suisse, 11 dicembre 2006. URL consultato il 26 settembre 2025.
- ^ (FR) Nouveau dictionnaire des communes, vol. 4, Vesoul, Salsa, 1972, pp. 188-190.
- ^ (FR) Jules Finot, Héluyse de Joinville, sœur de l'historien Jean de Joinville (1264-1312), in Bibliothèque de l'École des chartes, vol. 37, 1876, pp. 528-540.
Bibliografia
modifica- (FR) Henri-François Delaborde, Jean de Joinville et les seigneurs de Joinville, suivi d'un catalogue de leurs actes, Parigi, Librairie Picard et fils, 1894.
- (FR) Henri d'Arbois de Jubainville, Histoire des Ducs et Comtes de Champagne, vol. 4, Parigi, Librairie Auguste Durand, 1865.
- (FR) Jules Simonnet, Essai sur l'histoire et la généalogie des sires de Joinville, Langres, Imprimarie e librairie Firmin Dangien, 1876.
Voci correlate
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