Smetto quando voglio - Ad honorem
Smetto quando voglio - Ad honorem è un film del 2017 diretto da Sydney Sibilia.
Sequel di Smetto quando voglio - Masterclass, uscito nello stesso anno – il quale è, a sua volta, il midquel di Smetto quando voglio del 2014 –, le vicende del secondo capitolo si svolgono prima della scena finale del primo capitolo. Si tratta dell'ultimo film della trilogia di Sydney Sibilia sulle banda dei ricercatori.
Trama
modificaIl film inizia la notte dell'incidente di Alberto mostrando i tre (futuri) produttori di Sopox tendere un agguato al camion che porta il cromatografo che, successivamente, Alberto vedrà provocando l'incidente. Il cromatografo viene portato al Tecnopolo abbandonato di Civitavecchia, che usano come base per produrre la droga.
Un anno dopo Pietro Zinni è in carcere a Regina Coeli e cerca in tutti i modi di convincere il magistrato che qualcuno ha sintetizzato il gas nervino grazie al cromatografo e che ora vuole usarlo per fare una strage. Un giorno, in carcere, si presenta Alice Gentili, la blogger autrice dell'articolo che aveva smascherato la trattativa tra la banda dei ricercatori e la polizia, la quale ha indagato sul Tecnopolo abbandonato scoprendo di un incidente di alcuni anni prima che aveva coinvolto l'ingegnere navale Claudio Felici, ora noto come Murena, che attualmente si trova a Rebibbia in isolamento. Pietro, aiutato dall'avvocato Vittorio, si fa trasferire a Rebibbia per parlare proprio con Murena e scoprire di più sull'incidente. A Rebibbia riceve un posto come insegnante per i detenuti. Pietro continua ad incontrare l'ex fidanzata Giulia e il bimbo, scoprendo che lei ha iniziato a frequentare il collega medico senza frontiere Fabio, al quale consegneranno una laurea honoris causa per la cooperazione internazionale.
Dopo due mesi Murena esce dall'isolamento: appena scopre di essere cercato da Pietro Zinni, lo attende fuori dal parlatorio, lo afferra e lo spinge in un angolo armato di un rudimentale coltello, chiedendogli il motivo per cui lo sta cercando (la scena iniziale di Masterclass). Appena sente Pietro parlare dell'incidente al Tecnopolo, Claudio/Murena si scioglie e inizia a raccontare. Circa quindici anni prima venne inaugurato il Tecnopolo "Ettore Majorana" di Civitavecchia, con tante vane promesse politiche di aggiunga di dipartimenti e laboratori: di fatto, gli unici reparti attivi erano il suo (ingegneria navale) e quello di chimica inorganica, gestito da Walter Mercurio, futuro creatore di Sopox, e la sua collega e fidanzata Ginevra Pardi. I soldi a disposizione erano pochi e la sicurezza era carente, il che portò ad un'esplosione in cui morì Ginevra e inflisse a Claudio la cicatrice da ustione all'occhio destro. L'assicurazione non pagò nulla ai ricercatori sopravvissuti e Walter, deluso e affranto, decise di vendicarsi contro il sistema universitario mentre Claudio decise di reinventarsi come spacciatore diventando il celeberrimo e cattivissimo Murena, arrochendo apposta la voce.
Pietro si rende conto che Mercurio attaccherà sicuramente al conferimento della laurea honoris causa a Fabio, dove saranno riuniti molti presidi di facoltà. Vittorio riesce a radunare tutti i membri della banda a Rebibbia, grazie alla promessa di patteggiamento con il magistrato; da questo momento la banda ha solo 72 ore per sventare l’attentato, evadendo e rientrando in carcere entro 24 ore per non essere incriminati di evasione. Con l'aiuto di Claudio, il gruppo riesce a provocare un'esplosione durante l'annuale spettacolo canoro organizzato dallo stravagante direttore del carcere e a fuggire attraverso un condotto sotterraneo usato per far arrivare i cavi della fibra ottica. Travestiti da frati si recano a La Sapienza ma, durante il viaggio in metropolitana, Claudio lascia la banda e se ne va per la sua strada, poiché il suo compito, a suo dire, è terminato.
Nel frattempo la polizia ha appreso della fuga della banda e il commissario Galatro organizza un'operazione di cattura per le strade di Roma, ma l'ispettrice Paola Coletti, unica a conoscerli veramente, capisce che gli evasi sono diretti all'università. A La Sapienza, Pietro si separa dagli altri per parlare con Giulia, ma intravede Walter Mercurio e lo segue. Si imbatte nella Coletti e la convince a non arrestarlo per aiutarlo a fermare l'attentato.
Claudio, ancora travestito da frate in metropolitana, sente due studenti ancora fiduciosi nel sistema universitario e decide di fermare Walter.
Intanto il resto della banda capisce che il gas nervino si trova già nell'università, ma allo stato liquido, segno che può essere neutralizzato con l'idrossido di sodio. Dopo aver prelevato la sostanza da un cadavere imbalsamato, Alberto e Paola la iniettano nei boccioni dell'acqua, nei quali si trovava il gas. Pietro incontra Walter Mercurio e cerca in tutti i modi di convincerlo ad abbandonare il suo piano malvagio. Dopo un breve dialogo, Pietro si rende conto che fu proprio lui, anni prima, ad aver ignorato le diverse e-mail di allerta dello stato del Tecnopolo da parte di Mercurio, dietro l'ingerenza del professor Seta. Anche sopraggiunto Claudio, Mercurio attiva le cariche nascoste ma il gas è ormai neutralizzato: l'uovo, pertanto, rivela dell'esistenza di un boccione nascosto ma Pietro riesce a far saltare l'impianto elettrico grazie ad una presa guasta nell'aula (che gli aveva causato problemi durante la presentazione del suo algoritmo, nella scena iniziale del primo capitolo), dando tempo e modo ad Alberto di neutralizzare anche l’ultimo boccione. Mercurio, infuriato, cerca di uccidere Pietro, ma fortunatamente irrompe la Coletti che lo dichiara in arresto.
Claudio scappa e Pietro, nell'uscire dall'università, incontra Giulia che, nonostante un ultimo bacio, gli fa capire che tra loro non c'è più nulla pur ammirandolo per la sua determinazione, totalmente assente all'inizio delle vicende. Pietro si riunisce alla banda e, assieme, si allontanano dalla Sapienza per tornare in carcere. Nel finale si vedono gli stessi ragazzi che Claudio aveva incontrato in metropolitana chiedersi cosa faranno quando saranno laureati, rispondendosi che qualcosa si inventeranno.
Distribuzione
modificaLa pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 30 novembre 2017 in 400 copie da 01 Distribution[1].
Accoglienza
modificaIncassi
modificaIl film ha debuttato al secondo posto nel botteghino italiano, con un incasso di 1 milione di euro nel primo weekend di programmazione[2] e ha chiuso con un incasso finale di 2,9 milioni[3].
Critica
modificaIl terzo capitolo è stato accolto generalmente in maniera più positiva del secondo dai siti Bad Taste[4], MoviePlayer[5] e Coming Soon[6]. Paolo D'Agostini de la Repubblica ha definito la trilogia "un piccolo classico"[7]. Il sito Mymovies ha definito Smetto Quando Voglio - Ad honorem come un "film che ti riconcilia con un certo tipo di italianità allo stesso tempo ribelle e costruttiva, e con il cinema di commedia italiano, più ancora che "all'italiana"[8]. Maurizio Acerbi su Il Giornale parla invece di un finale fiacco: "Dopo un folgorante primo episodio e un penoso seguito, si conclude uno dei più interessanti casi cinematografici degli ultimi anni"[9]. Il sito Long Take esprime alcune critiche nei confronti della sceneggiatura: "non tutto è rodato a sufficienza e ben amalgamato a livello di ritmo e di scrittura, ma Sibilia chiude il trittico con un film che pur senza entusiasmare né regalare siparietti comici indimenticabili fa piuttosto bene il suo dovere, rinunciando per fortuna alle ambizioni action fuori misura del secondo film. Meno convincenti e più stiracchiati i cattivi, primo fra tutti il Mercurio di Lo Cascio, raccontato attraverso approssimativi e troppo diluiti flashback e privo di credibilità ed efficacia. Il tentativo di smarcarsi dai villain stereotipati dei film americani è apprezzabile ma piuttosto privo di mordente, e vale anche per lo sviluppo psicologico del Murena di Marcoré, sulla carta interessante nei suoi chiaroscuri ma liquidato con eccessivo pressappochismo"[10].
Note
modifica- ^ MYmovies.it, Smetto quando voglio - Ad Honorem, su MYmovies.it. URL consultato il 3 dicembre 2017.
- ^ Andrea Francesco Berni, Box-Office Italia: Assassinio sull’Orient Express vince il weekend, in bad taste, 4 dicembre 2017. URL consultato il 5 dicembre 2017.
- ^ Gabriele Niola, Smetto quando voglio - Ad Honorem segna un passaggio epocale nel nostro cinema, in GQ Italia, 7 dicembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Gabriele Niola, Smetto Quando Voglio – Ad Honorem, la recensione [collegamento interrotto], su badtaste.it, 22 novembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Giuseppe Grossi, Smetto quando voglio - Ad honorem: lode ai guardiani de la Sapienza, su movieplayer.it, 30 novembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Carola Proto, Smetto quando voglio: Ad honorem: la recensione del capitolo finale della trilogia sulla banda dei ricercatori, su comingsoon.it, 23 novembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Paolo D'Agostini, Il piccolo classico della banda dei ricercatori, in La Repubblica, 30 novembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Paola Casella, L'ultimo capitolo della trilogia di Sibilia ti riconcilia con un certo tipo di italianità, su mymovies.it, 23 novembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Maurizio Acerbi, Smetto quando voglio - Ad Honorem (2017), in Il Giornale. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Smetto quando voglio: Ad honorem, su longtake.it. URL consultato il 24 aprile 2018.
Collegamenti esterni
modifica- Smetto quando voglio - Ad Honorem, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Smetto quando voglio - Ad honorem, su MYmovies.it, Mo-Net s.r.l..
- (EN) Smetto quando voglio - Ad honorem, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Smetto quando voglio - Ad honorem, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN) Smetto quando voglio - Ad honorem, su Box Office Mojo, IMDb.com.