Soleminis

comune italiano

Soleminis (Solèminis in sardo) è un comune italiano di 1 893 abitanti[1] della città metropolitana di Cagliari, situato a circa 18 km da Cagliari, lungo la strada statale SS387.

Soleminis
comune
(IT) Soleminis
(SC) Solèminis
Soleminis – Stemma
Soleminis – Bandiera
Soleminis – Veduta
Soleminis – Veduta
Chiesa di San Giacomo Apostolo
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sardegna
Città metropolitana Cagliari
Amministrazione
SindacoClaudio Suergiu (lista civica) dal 09-06-2025
Territorio
Coordinate39°20′49.95″N 9°10′52.87″E
Altitudine200 m s.l.m.
Superficie12,79 km²
Abitanti1 893[1] (31-7-2025)
Densità148,01 ab./km²
Comuni confinantiDolianova, Serdiana, Settimo San Pietro, Sinnai
Altre informazioni
Cod. postale09040
Prefisso070
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT111087
Cod. catastaleI797
TargaCA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) soleminesi
(SC) soleminesus
Patronosan Giacomo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Soleminis
Soleminis
Soleminis – Mappa
Soleminis – Mappa
Posizione del comune di Soleminis nella città metropolitana di Cagliari
Sito istituzionale
 
Gonfalone civico

Il territorio di Soleminis è abitato sin dall'antichità come dimostrato dalle aree archeologiche di Facc'e 'Idda, Is Calitas e Cuccuru Cresia Arta. Il paese viene citato per la prima volta nell'XI secolo; in epoca giudicale Soleminis faceva parte del giudicato di Cagliari, nella curatoria del Parteolla. A seguito della scomparsa di quest'ultimo nel 1258, passò prima al giudicato di Arborea e poi al comune di Pisa.

Dopo la conquista aragonese della Sardegna venne dato in feudo a diversi feudatari iberici ma nel XV secolo era ormai disabitato. Nel 1637 il territorio dove sorgeva venne acquistato per trentamila lire da Francesco Vico, che ebbe il titolo di marchese di Soleminis, e che lo cedette a suo nipote il quale avviò l'opera di ripopolamento del villaggio. La ripresa demografica non durò a lungo a causa dell'epidemia di peste che colpì l'isola nel 1652. Solo alcuni anni dopo, grazie alla concessione di franchigie, il centro attirò nuovi coloni che lo rivitalizzarono [3]. Il marchesato passò per successione nel 1812 agli Amat di San Filippo, ai quali il paese fu riscattato nel 1839 con l'abolizione del sistema feudale, per diventare un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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  • Parrocchia di San Giacomo
  • Chiesa di Sant'Isidoro

Architetture civili

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  • Casa Corda/Spada

Siti archeologici

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Aree naturali

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Di rilievo il parco regionale di Mont'Arrubiu, area protetta gestita dalla Regione Sardegna.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[4]

Lingue e dialetti

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La lingua ufficiale è l'Italiano. La variante del sardo parlata a Soleminis è il campidanese occidentale.

Tradizioni e folclore

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Tra le manifestazioni più significative ci sono:

  • Festa del patrono
  • Festa di Sant'Isidoro e sagra delle fave

Economia

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La sua economia, prevalentemente agropastorale, è arricchita da allevamenti avicoli; la coltura principale è la vite, seguita dall'ulivo.

Sono note le cantine Pili che producono vino di alta qualità.

Infrastrutture e trasporti

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Ferrovie

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Il comune è servito dalla fermata di Soleminis, posta alla periferia sud-occidentale dell'abitato lungo la ferrovia Cagliari-Isili. Lo scalo è collegato dai treni dell'ARST, aventi capolinea a Monserrato ed Isili.

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Comunas, Storia di Soleminis
  4. ^ Dati tratti da:

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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