Munderico: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Piccole modifiche |
fix nota |
||
Riga 16:
{{Citazione|Munderico, che sosteneva di essere il parente del re, gonfio d'orgoglio, disse: «Perché Teodorico è il mio re? Il governo di questa terra mi appartiene, come lo è il suo; andrò a radunare il mio popolo e giurerò loro che Teodorico sappia che io sono re come lui.» E quando uscì in pubblico, cominciò a sedurre la gente, dicendo: «Io sono un principe, seguitemi, e voi vi troverete bene.» Così la moltitudine della gente del paese lo seguì, così che, a causa dell'incostanza dell'uomo, egli ne radunò un gran numero, ed essi gli fecero un giuramento di fedeltà e lo onorarono come un re. Quando Teodorico venne a sapere di ciò, gli inviò un ordine: «Venite a me, e se c'è una parte della terra del nostro regno che vi è dovuta, vi sarà data.» E Teodorico disse questo per ingannarlo, affinché venisse da lui e lo uccidesse; ma egli non volle andare, ma disse: «Riferisci al tuo re che io sono re quanto lui.» Allora il re si arrabbiò e ordinò di mandare un esercito per punirlo, quando lo avesse sopraffatto con la forza. Munderico, essendo stato informato, e non essendo in condizione di difendersi, si rifugiò tra le mura del castello di Vitry, dove lavorò per fortificarsi, contenendo tutto ciò che aveva e tutti coloro che aveva sedotto. L'esercito che marciò contro di lui circondò il castello e lo assediò per sette giorni. Munderico si riportò alla testa del suo popolo e disse: «Rimaniamo fermi e combattiamo fino alla morte, e i nemici non ci sconfiggeranno.» E il nemico che stava intorno lanciò i dardi contro le mura, ma non servì a nulla; e fu reso noto al re, ed egli mandò uno dei suoi uomini, di nome Aregesilo, e gli disse: «Fa' che questo traditore riesca nella sua ribellione; va', e vincolalo sotto giuramento ad uscire senza paura, e quando sarà uscito, uccidilo, e cancella la sua memoria dal nostro regno». E quando se ne andò, fece come gli era stato ordinato; ma prima si mise d'accordo con il suo popolo e disse loro: «Quando dirò una cosa del genere, gettatevi subito su di lui e uccidetelo». E quando Aregesilo entrò dunque, disse a Munderico: «Quanto tempo vuoi rimanere qui come uno sciocco? Non puoi resistere a lungo al re: ecco, quando le tue provviste saranno esaurite e sarai sopraffatto dalla fame, uscirai e ti consegnerai nelle mani dei tuoi nemici, e morirai come un cane. Ma ascolta il mio consiglio e sottomettiti al re, affinché tu e i tuoi figli possiate vivere.» E Munderico fu scosso da questo discorso, e disse: «Se esco, sarò preso dal re, e lui ucciderà me e i miei figli, e tutti i miei amici che sono qui riuniti con me». Al che Aregesilo rispose e disse: «Non temete, perché se uscite, prestate il mio giuramento e non vi sarà fatto nulla, e verrete sani e salvi alla presenza del re. Così non hai nulla da temere e sarai con lui come prima.» Allora Munderico disse: «Dio non voglia che mi uccidano!» Allora Aregesilo, con le mani sugli altari sacri, gli giurò che poteva uscire senza paura. Dopo aver ricevuto questo giuramento, Munderico uscì per la prima volta dal castello tenendo per mano Aregesilo; la gente di Aregesilo li guardò mentre li vedeva arrivare da lontano. Allora Aregesilo, secondo il segnale concordato, disse: «Cosa state guardando così attentamente, o uomini! Non avete mai visto Munderico?» E subito si precipitarono su di lui. Ma egli, comprendendo la verità, disse: «Vedo chiaramente da queste parole che hai dato al tuo popolo il segnale della mia morte, ma, ti dico, poiché mi hai ingannato con uno spergiuro, nessuno ti vedrà vivo» e con un colpo di lancia nella schiena lo trafisse. Aregesilo cadde e morì. Allora Munderico, alla testa del suo popolo, estrasse la spada e fece una grande strage del popolo, e finché non rinunciò allo spirito, non cessò di uccidere tutto ciò che poteva raggiungere. Quando morì, diedero i suoi beni all'ufficio delle tasse del re.}}
Le sue pretese al trono sembravano fondate, come dimostrano due elementi del racconto di Gregorio: da una parte del popolo gli giurò fedeltà, cosa che non avrebbe fatto per un impostore, e anche perché Teodorico lo riconobbe come re, offrendogli persino la condivisione del regno.<ref name="AC96"
La ''Vita Gundulfi'' del XII secolo dà alcune indicazioni sui suoi ascendenti e discendenti: egli era figlio di [[Cloderico|Cloderico il Parricida]] e padre di [[Gandolfo di Tongres|san Gandolfo di Togres]] e Bodogiselo. C'è una confusione tra due Bodogiselo, il fratello di Gundulfo e il [[Bodegiselo|presunto padre]] di [[Arnolfo di Metz|sant'Arnolfo di Metz]]:
Riga 27:
=== Filiazione ===
Sembra, sulla base del racconto di Gregorio di Tours, che Munderico discenda dai re di Colonia, i cui due noti rappresentanti sono [[Sigiberto lo Zoppo|Sigeberto lo Zoppo]] e suo figlio [[Cloderico|Cloderico il Parricida]]; sarebbe stato quindi il fratello di [[Doda di Reims]]. [[Christian Settipani]] ritiene che cronologicamente Munderico possa essere solo il figlio di Cloderico il Parridica, morto nel [[508]].<ref name="AC96"
Questa parentela spiega le affermazioni di Munderico:
Riga 33:
* Alla morte di Cloderico il Parricida, Gregorio di Tours racconta che i Franchi Ripuari scelsero [[Clodoveo I]] come re: effettivamente, anche se Munderico fosse stato il figlio di Cloderico, all'epoca era troppo giovane per regnare.
* Alla morte di Clodoveo nel [[511]], non c'era dubbio nemmeno sulla scelta, da un lato perché Munderico era ancora troppo giovane, dall'altro perché i figli di Clodoveo non desideravano vedere parte del [[regno franco]] uscire dal loro controllo. Il regno di Colonia venne quindi definitivamente integrato nel regno di [[Austrasia]], ereditato da Teodorico I.
* Essendo diventato adulto intorno al 534, Munderico cercò quindi di far valere i suoi diritti dinastici.<ref name="AC96"
=== Figli ===
|