Storia degli ebrei in Francia: differenze tra le versioni
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Il Concistoro lanciò dagli anni cinquanta l'"operazione dei cantieri" sotto la direzione del banchiere e [[filantropo]] [[Alain de Rothschild]]<ref>{{cita web|url=http://www.cairn.info/article.php?ID_REVUE=LMS&ID_NUMPUBLIE=LMS_197&ID_ARTICLE=LMS_197_0029|titolo=Grandes et petites misères du grand exode des Juifs nord-africains vers la France|autore=Charlotte Siney-Lange|editore=Le Mouvement Social, Editions de l’Atelier}}</ref>.
Con l'arrivo in massa dei [[pieds-noirs]] dall'[[Algeria]], le necessità si fecero enormi e ciò condusse alla moltiplicazione di edifici abitativi molto più funzionali che estetici. A [[Parigi]], [[Villiers-le-Bel]], [[Massy (Essonne)|Massy]], Sarcelles e [[Fontainebleau]] vennero costruite delle nuove sinagoghe prima del 1965; a poco a poco il loro modello tradizionale dedicato esclusivamente al culto lasciò il posto ad un centro comunitario in cui potevano svolgersi tutte le attività culturali, innanzitutto ricevimenti familiari. Nel solo 1982 ben 36 nuove sinagoghe furono create.<ref>{{cita libro|titolo=Les Juifs de France: de la Révolution française à nos jours|nome1=Annette|cognome1=Wieviorka|lien auteur=Annette Wieviorka||
La comunità ebraica francese, fino a quel momento composta quasi esclusivamente da [[aschenaziti]], diventò principalmente sefardita. Meno assimilati rispetto ai loro correligionari presenti da più tempo, i sefarditi contribuirono a rilanciare l'osservanza delle pratiche religiose - incluso il rispetto per la [[Casherut]] - il che si tradusse con la comparsa di negozi kosher nelle città con una forte prevalenza ebraica.<ref name="Blumenkranz">{{cita|Blumenkranz|1972|p.431}}.</ref>
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