Giulio Malgara: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
Riga 18:
 
==Biografia==
Figlio di un industriale risiero, a 18 anni va in [[Inghilterra]] a imparare l'inglese e trascorre i sabati nei supermercati (che ancora non esistono in Italia) osservando gli scaffali dei prodotti, studiando le esigenze dei consumatori e rimanendo colpito dalle scatolette di cibo per cani e gatti, ancora sconosciute in Italia.<ref>Pietro Gennaro, Giuseppe Scifo, op. cit., p. 88</ref> È assunto dalla [[Kiwi (azienda)|Kiwi]], un'azienda neozelandese con sede operativa a [[Londra]] e leader mondiale nei lucidi per scarpe, all'inizio degli anni Sessanta apre la filiale italiana della Kiwi, nel 1968 costituisce la filiale italiana della [[Mars (azienda)|Mars]], la maggiore produttrice di cibi per cani e gatti. Due anni più tardi entra come dirigente alla [[Esselunga]] (avviata a [[Milano]] solo nel 1966), nel 1972 fonda la filiale italiana della [[Quaker Oats]], il maggiore produttore americano di scatolette per cani e gatti.
 
A metà degli anni Settanta entra in [[joint venture]] (al 50%) la [[Chiari & Forti]], un'impresa alimentare di [[Treviso]] che produce e distribuisce olio di semi con il marchio Topazio e un olio dietetico ricavato dai semi di mais con il marchio Cuore<ref>Pietro Gennaro, Giuseppe Scifo, op. cit., pp. 89-91</ref> L'olio Topazio si trova coinvolto in uno scandalo sollevato dal pretore di Treviso e finito poi con un'assoluzione completa, la Chiari & Forti soffre comunque finanziariamente e la Quaker Oats aumenta progressivamente la sua partecipazione fino ad averne il controllo nel 1981. Malgara è nominato presidente e amministratore delegato oltre ad essere presidente della Quaker Europe. E comincia a utilizzare spot pubblicitari per lanciare una serie di prodotti di marca, dall'olio Cuore alle bevande [[Gatorade]], dai gelati tedeschi Haagen Dasz ai salumi Negroni, dai cibi per cani e gatti Fido e Miao all'aceto balsamico Fini.<ref>Giorgio Dell'Arti, Massimo Parrini, op.cit., p. 1039</ref>
 
Nel 1992 fonda insieme a [[Raul Gardini]], da poco estromesso dai familiari dalla guida della [[Ferruzzi]], un nuovo polo alimentare italiano di nome Garma, dalle iniziali dei due soci.<ref>Alberto Mazzuca, op.cit., p. 267</ref> Malgara ha il 16% (poi racconterà di essere stato aiutato finanziariamente dall'amico [[Silvio Berlusconi]]), Gardini l'84%. In poche settimane la Garma diventa leader in Italia nelle acque minerali con una quota di mercato del 24% acquisendo dalla Crippa & Berger e da [[Giuseppe Ciarrapico]] Levissima, Recoaro, Pejo, Fonti Tigullio e la distribuzione della Fiuggi. Rileva anche alcuni rami della Chiari & Forti con il marchio Olio Cuore e lo stabilimento di [[Silea]]. Nel 1993 Gardini si suicida e, di fronte alla spesa ingente, Malgara fa entrare nella Garma la famiglia Violati (già proprietaria della Ferrarelle), il [[Mediocredito Lombardo]], varie società finanziarie.<ref name = "par">{{cita web|url=http://www.oggitreviso.it/chiari-forti-storia-di-una-rinascita-incompiuta-109519|titolo=Chiari & Forti, storia di una rinascita incompiuta|data=8 aprile 2015|accesso=23 marzo 2019}}</ref> Nel 1996 Garma cambia nome, riprendendo quello storico di Chiari & Forti.<ref name = "par"/>
 
Sono effettuate una serie di acquisizioni, Malgara, che ha la fama di essere uno degli imprenditori più creativi d'Italia, s'inventa il cioccolato che si scalda da solo,<ref>Monica Setta, op.cit. p. 49</ref> ma anche l'indebitamento cresce. Nel 2001 i soci cedono tutti le loro quote e Malgara diventa azionista unico con debiti attorno ai 170 milioni di euro.<ref name = "par"/> Sono così dismessi vari beni tra cui l'Olio Cuore ceduto alla Bonomelli per 80 milioni. Alla fine del 2003 l'indebitamento è sceso a 19 milioni<ref name = "par"/> ma resta il problema del futuro dell'area di Silea dopo la decisione di chiudere l'azienda nel 2004. Malgara si offre di riqualificare l'area (9 ettari) con una cordata di imprenditori immobiliari e di trasformarla con un investimento di 250 milioni in una cittadella di stile medioevale, con alloggi, hotel, uffici. Ci sono dei problemi e nel 2006 Malgara cede per 25 milioni tutto il complesso sul Sile all'[[Acqua Pia Antica Marcia]], società romana che fa capo a [[Francesco Bellavista Caltagirone]], editore de ''Il Gazzettino'' di Venezia.
 
Nel luglio 2005 il ministro dell'Economia [[Domenico Siniscalco]] designa Malgara per l'incarico di presidente della [[RAI]] dopo la staffetta [[Lucia Annunziata]]-[[Francesco Alberoni]]. [[Romano Prodi]], a nome dell'opposizione, si dichiara contraria. Una settimana dopo la designazione, il 12 luglio, Malgara rinuncia all'incarico.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2005/f/sezioni/politica/cdarai3/malgrifiuta/malgrifiuta.html?ref=search|titolo=RAI, Giulio Malgara si ritira|data=12 luglio 220052005|accesso=23 marzo 2019}}</ref> Nell'ottobre 2011 il ministro dei Beni culturali, [[Giancarlo Galan]], propone il nome di Malgara alla presidenza della Fondazione La Biennale di [[Venezia]] in sostituzione di Paolo Baratta. La Commissione cultura della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] boccia la proposta con una votazione di 22 a 22, un pareggio che alla Camera ha il significato di bocciatura.<ref>{{cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-26/biennale-venezia-nomina-malgara-122605.shtml?uuid=Aa2B78FE|titolo=Biennale di Venezia: nomina di Malgara bocciata dalla Commissione cultura|data=26 ottobre 2011|accesso=23 marzo 2019}}</ref> Pochi giorni più tardi Malgara rinuncia alla candidatura.
 
==Note==