Dionisio Anzilotti: differenze tra le versioni
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| Riga 22: Si sposò il 28 novembre 1891 con Eugenia Pacini, dalla quale ebbe due figli: Luisa (1893) e [[Enrico Anzilotti|Enrico]] (1898).  Iniziò la carriera come [[giudice]] alla [[Corte d'Appello (Italia)|Corte d'Appello]] di [[Firenze]]. Nella stessa città, dal [[1892]] al [[1902]], insegnò "Diritto civile e privato internazionale" al Regio Istituto di Scienze Sociali "[[Istituto Cesare Alfieri|Cesare Alfieri]]". Ottenuta la libera docenza in "Diritto internazionale" all'università statale, lasciò Firenze per Nel [[1906]], assieme ad [[Arturo Ricci Busatti]] e [[Leone Adolfo Senigallia]], fondò la "Rivista di Diritto Internazionale", che pubblicò e promosse attivamente per circa venti anni. Riga 28: Fu membro del ''Consiglio del contenzioso diplomatico'' del [[Ministero degli Affari Esteri]], fino alla sua riforma, e consigliere del ministro o membro di consigli temporanei in molte occasioni (casi "Carthage", "Manouba" e "Tavignano") nel [[1912]]-[[1913|13]] presso la [[Corte permanente di arbitrato]]. [[File:2018-09-22 Villa del Castellaccio Uzzano 03.jpg|left|miniatura|Dionisio Anzilotti raffigurato assieme agli altri giudici dell'Alta Corte di Giustizia de L'Aia.]] Nel [[1919]] fu consigliere legale e delegato tecnico del governo italiano alla [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|Conferenza di pace di Parigi]]. Dal [[1916]] fu sottosegretario generale della [[Società delle Nazioni]] e in tale veste partecipò nel [[1920]] ai lavori preparatori dello [[statuto (diritto)|statuto]] della [[Corte Permanente di Giustizia Internazionale]]. Il 14 settembre [[1921]], fu giudice presso tale Corte e ne tenne la presidenza il [[1928]] e il [[1930]]; nel 1930 fu rieletto per un secondo mandato di nove anni. Nel ''caso del Vapore Wimbledon''<ref>{{Cita web|url=https://it.frwiki.wiki/wiki/Affaire_du_vapeur_Wimbledon|titolo=Steamship Wimbledon Affair|accesso=17 luglio 2023}}</ref> passò alla storia della Corte come l'unico giudice ad aver votato contro un ricorso presentato dallo Stato che l'aveva designato come componente del collegio giurisdizionale. Fu membro internazionale dell'[[Accademia dei Lincei]] nel campo delle scienze morali (dal [[1926]]) e socio della ''[[Reale Accademia d'Italia]]'' dal 27 settembre [[1929]]. Fu inoltre membro associato dell'[[Institut de droit international]] dal [[1908]], e ottenne la piena affiliazione nel [[1921]], mentre tra il [[1932]] e il [[1934]] fu il primo vicepresidente dello stesso "Institute". Fece ancora parte di molte altre istituzioni culturali in Italia e all'estero, come l'[[Accademia dei Georgofili]], l'Accademia delle Scienze di Bologna, l'Istituto americano di diritto internazionale, l'Académie de droit comparé, il Comitato consultivo per le conferenze di diritto privato internazionale e l'Accademia delle scienze di [[Utrecht]]. Scrisse la sua ultima fatica accademica nel 1932 con un lavoro sui limiti della giurisdizione italiana nei confronti delle compagnie straniere. | |||