Quo primum tempore: differenze tra le versioni

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Contenuto della bolla: Il messale transitorio del 1965 si distacca in molti tratti brutalmente da tutte le edizioni precedenti (introduzione del volgare, della preghiera dei fedeli, taglio delle preghiere iniziali e dell'ultimo Vangelo, etc.). L'ultima edizione è del 1962.
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In apertura del documento il pontefice richiama i decreti della XXV sessione del [[Concilio di Trento]], allorché i padri conciliari avevano stabilito di delegare al papa il compito di curare le edizioni riformate della [[Bibbia]], del [[Messale Romano|messale]], del [[Breviario romano|breviario]] e del [[Catechismo del Concilio di Trento|catechismo]]. Se per la revisione delle Sacre Scritture fu istituita una commissione pontificia che porterà alla promulgazione della cosiddetta ''[[Vulgata|Vulgata Sixtina]]'' nel [[1590]], il [[Breviario romano]] riformato era già stato pubblicato dallo stesso Pio V nel [[1568]] con la bolla ''Quod a Nobis'' e così il [[Catechismo del Concilio di Trento|Catechismo romano]] nel [[1566]].
 
Pio V volle accelerare il processo di compilazione del nuovo messale e ne affidò la cura a una commissione di dotti che nel corso di quattro anni portarono avanti una diligente opera di [[Collazione (filologia)|collazione]] dei codici liturgici conservati nella [[Biblioteca apostolica vaticana]], al termine della quale si giunse alla definitiva edizione, che rimarrà pressoché invariata fino al [[19691965]].
{{Citazione|Non intendiamo tuttavia, in alcun modo, privare del loro ordinamento quelle tra le summenzionate Chiese che, o dal tempo della loro istituzione, approvata dalla Sede Apostolica, o in forza di una consuetudine, possono dimostrare un proprio rito ininterrottamente osservato per oltre duecento anni.}}
Il nuovo Messale Romano sancì pertanto l'unificazione della [[Liturgia cattolica|liturgia]] della [[Chiesa latina|Chiesa cattolica latina]] con l'imposizione del [[rito romano]] e contestualmente furono aboliti molti riti locali, tra i quali il [[rito patriarchino]] (in uso dei [[Patriarcato di Aquileia|patriarcati di Aquileia]], [[Patriarcato di Grado|Grado]] e [[Patriarcato di Venezia|Venezia]]). Furono invece mantenuti in vigore, previo consenso del [[vescovo]] e del [[capitolo (cristianesimo)|capitolo diocesano]], quei [[Rito liturgico|riti liturgici]] in uso da più di duecento anni, tra i quali il [[rito ambrosiano]] ([[arcidiocesi di Milano]]), il [[rito mozarabico]] (alcune zone della Spagna), il [[rito di Braga]] ([[arcidiocesi di Braga]]), il [[rito lionese]] ([[arcidiocesi di Lione]]), il [[rito parigino]] ([[arcidiocesi di Parigi]]), il [[rito gallicano]] (alcune zone della Francia) e i riti particolari di alcuni [[Ordine religioso|ordini religiosi]]: premostratense ([[Canonici regolari premostratensi]]), domenicano ([[Ordine dei frati predicatori]]), carmelitano ([[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo]]), certosino ([[Ordine certosino]]) e cistercense ([[Ordine cistercense]]).