Attentato di Sarajevo: differenze tra le versioni
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L{{'}}'''attentato di Sarajevo''' ({{tedesco|Attentat von Sarajevo}}; {{serbocroato|Сарајевски атентат|Sarajevski atentat}}) fu un omicidio politico compiuto a [[Sarajevo]], all'epoca
== Antefatti ==
=== La corte asburgica ===
Nel [[1878]], dopo molti secoli di dominazione, in seguito alla [[Guerra russo-turca (1877-1878)|guerra contro la Russia]] i turchi furono cacciati dalla Bosnia, e in base al [[Trattato di Berlino (1878)|trattato di Berlino]] l'Austria-Ungheria ricevette il mandato di amministrare le province ottomane della [[Bosnia ed Erzegovina]], mentre l'[[Impero ottomano]] ne manteneva la sovranità ufficiale. Questo accordo portò a una serie di dispute territoriali e politiche che nel corso di diversi decenni coinvolsero l'[[Impero russo]], l'Austria, la Bosnia e la Serbia, finché nel 1908, l'Impero Austro-Ungarico procedette alla definitiva [[crisi bosniaca|annessione della Bosnia e dell'Erzegovina]] mortificando completamente le ambizioni nazionali serbe<ref name="G32">{{cita|Gilbert|p. 32}}.</ref>.
[[File:1908-10-07 - Moritz Schiller's Delicatessen.jpg|miniatura|Cittadini di Sarajevo nel 1908 leggono una locandina con la proclamazione dell'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina all'Austria-Ungheria]]
Le due province gemelle erano di popolazione mista serba e musulmana, dove la maggior parte dei bosniaci era piena di risentimenti contro gli Asburgo, i quali si impadronirono di un territorio in fermento. Sotto il peso delle contraddizioni interne e del malcontento delle minoranze oppresse, l'annessione di altri territori da parte di un impero già scricchiolante pareva una follia agli occhi delle altre potenze europee, ma [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] si sentiva ancora umiliato dalla [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|perdita dei domini nel nord Italia]] poco dopo aver ereditato il trono, oltre che dalla [[Guerra austro-prussiana|sconfitta militare]] per mano della [[Prussia]] nel 1866. Le nuove colonie nei Balcani sembravano offrire una sorta di risarcimento, oltre a vanificare i piani della Serbia di incorporarle in uno stato panslavo, ma con delle province in una situazione così precaria, rendere pubblico già a marzo il programma della visita di Francesco Ferdinando in Bosnia fu un'imprudenza<ref>{{cita|Hastings|p. 26}}.</ref>. Tutti i paesi europei guardavano la Serbia con impazienza e sospetto, erano irritate dalla cultura vittimista del piccolo paese e vedevano la sua volontà di imporsi nei Balcani come destabilizzante. Ogni potenza riconosceva che i serbi potevano soddisfare le proprie ambizioni di accogliere sotto il proprio governo i due milioni di fratelli ancora sotto il dominio asburgico solo al costo di far crollare l'impero di Francesco Giuseppe. La Serbia era un esempio della tradizione balcanica fatta di guerre intestine e cambiamenti di regime attraverso l'omicidio, Vienna lo sapeva bene, e la violenza balcanica era così nota che le sue sempre nuove manifestazioni provocavano solo stanco sdegno tra i governanti esteri<ref>{{cita|Hastings|pp. 57-59}}.</ref>.
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