Attentato di Sarajevo: differenze tra le versioni

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L{{'}}'''attentato di Sarajevo''' ({{tedesco|Attentat von Sarajevo}}; {{serbocroato|Сарајевски атентат|Sarajevski atentat}}) fu un omicidio politico compiuto a [[Sarajevo]], all'epoca facente parte dell'[[impero austro-ungarico]], il {{Data|28|06|1914}}.
Ne furono vittime l'[[Erede legittimo|erede al trono]] dell'impero, [[Francesco Ferdinando d'Austria-Este|Francesco Ferdinando]], e sua moglie [[Sophie Chotek von Chotkowa|Sofia]], uccisi dal nazionalista [[Serbi di Bosnia ed Erzegovina|serbo-bosniaco]] [[Gavrilo Princip]] durante una visita ufficiale in città della coppia reale.
Tale atto è convenzionalmente ritenuto come il ''casus belli'' a seguito del quale il governo imperiale di Vienna diede formalmente inizio alla [[prima guerra mondiale]].
 
In quel giorno di solenni celebrazioni in onore di [[San Vito]] e festa nazionale serba, Francesco Ferdinando e Sofia furono colpiti a morte mentre percorrevano in automobile le strade di Sarajevo in mezzo a due ali di folla, dalla quale furono sparati due colpi di [[pistola]] esplosi dall'attentatore Gavrilo Princip, giovane membro del gruppo paramilitare ''[[Mlada Bosna]]'' (Giovane Bosnia).
Nei mesi precedenti all'attentato, Princip venne a contatto con il gruppo terroristico ultranazionalista [[Crna ruka]] (Mano nera), che mirava all'autonomia della [[Bosnia]] dal giogo austriaco, per diventare parte integrante del [[Regno di Serbia]], e con questa organizzazione pianificò l'attentato<ref name="G32">{{cita|Gilbert|p. 32}}.</ref>.
L'arciduca e la consorte, prima di essere uccisi, scamparono a un primo attentato dinamitardo compiuto da alcuni complici di Princip, i quali mancarono il bersaglio e ferirono due ufficiali a bordo della macchina a seguito dell'arciduca. Accertatosi delle condizioni di salute dei feriti ricoverati in ospedale, Francesco Ferdinando proseguì la visita lungo la via principale parallela al fiume che attraversa la città, lungo il quale Princip ebbe l'occasione di portare a termine il compito prefissatosi<ref name="G31"/>. Tuttavia non vi è assoluta certezza circa lo svolgimento esatto degli eventi principalmente a causa delle incongruenze nei racconti dei testimoni<ref name="G32"/>.
 
Appena un mese dopo l'uccisione della coppia, il 28 luglio l'Austria-Ungheria [[dichiarazione di guerra|dichiarò guerra]] alla [[Regno di Serbia|Serbia]]<ref name="G31">{{cita|Gilbert|p. 31}}.</ref>, dando il via ad un conflitto senza precedenti nella storia, che avrebbe richiesto la mobilitazione di oltre 70 milioni di uomini e la morte di oltre 9 milioni di soldati e almeno 5 milioni di civili<ref>{{cita|Gilbert|p. 3}}.</ref>.
 
== Antefatti ==
=== La corte asburgica ===
Nel [[1878]], dopo molti secoli di dominazione, in seguito alla [[Guerra russo-turca (1877-1878)|guerra contro la Russia]] i turchi furono cacciati dalla Bosnia, e in base al [[Trattato di Berlino (1878)|trattato di Berlino]] l'Austria-Ungheria ricevette il mandato di amministrare le province ottomane della [[Bosnia ed Erzegovina]], mentre l'[[Impero ottomano]] ne manteneva la sovranità ufficiale. Questo accordo portò a una serie di dispute territoriali e politiche che nel corso di diversi decenni coinvolsero l'[[Impero russo]], l'Austria, la Bosnia e la Serbia, finché nel 1908, l'Impero Austro-Ungarico procedette alla definitiva [[crisi bosniaca|annessione della Bosnia e dell'Erzegovina]] mortificando completamente le ambizioni nazionali serbe<ref name="G32">{{cita|Gilbert|p. 32}}.</ref>.
[[File:1908-10-07 - Moritz Schiller's Delicatessen.jpg|miniatura|Cittadini di Sarajevo nel 1908 leggono una locandina con la proclamazione dell'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina all'Austria-Ungheria]]
Le due province gemelle erano di popolazione mista serba e musulmana, dove la maggior parte dei bosniaci era piena di risentimenti contro gli Asburgo, i quali si impadronirono di un territorio in fermento. Sotto il peso delle contraddizioni interne e del malcontento delle minoranze oppresse, l'annessione di altri territori da parte di un impero già scricchiolante pareva una follia agli occhi delle altre potenze europee, ma [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] si sentiva ancora umiliato dalla [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|perdita dei domini nel nord Italia]] poco dopo aver ereditato il trono, oltre che dalla [[Guerra austro-prussiana|sconfitta militare]] per mano della [[Prussia]] nel 1866. Le nuove colonie nei Balcani sembravano offrire una sorta di risarcimento, oltre a vanificare i piani della Serbia di incorporarle in uno stato panslavo, ma con delle province in una situazione così precaria, rendere pubblico già a marzo il programma della visita di Francesco Ferdinando in Bosnia fu un'imprudenza<ref>{{cita|Hastings|p. 26}}.</ref>. Tutti i paesi europei guardavano la Serbia con impazienza e sospetto, erano irritate dalla cultura vittimista del piccolo paese e vedevano la sua volontà di imporsi nei Balcani come destabilizzante. Ogni potenza riconosceva che i serbi potevano soddisfare le proprie ambizioni di accogliere sotto il proprio governo i due milioni di fratelli ancora sotto il dominio asburgico solo al costo di far crollare l'impero di Francesco Giuseppe. La Serbia era un esempio della tradizione balcanica fatta di guerre intestine e cambiamenti di regime attraverso l'omicidio, Vienna lo sapeva bene, e la violenza balcanica era così nota che le sue sempre nuove manifestazioni provocavano solo stanco sdegno tra i governanti esteri<ref>{{cita|Hastings|pp. 57-59}}.</ref>.