Basilica di San Domenico Maggiore: differenze tra le versioni

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==== Controfacciata ====
Sul lato destro è la cappella di san Martino, edificata nel 1508 e dedicata al santo vescovo di [[Tours]]. La cappella è appartenuta ai [[Carafa Santa Severina]] e presenta diversi elementi decorativi marmorei, alcuni dei quali che raffigurano lo stemma della famiglia [[Carafa]], altri che rappresentano trofei militari, elementi vegetali ed altri celebranti le virtù della nobile famiglia partenopea, in particolare di [[Andrea Carafa|Andrea]], luogotenente di [[Carlo V]] e di fatto anche il committente dell'arco rinascimentale che dà accesso alla cappella, questo scolpito dagli sculturiscultori toscani [[Romolo Balsimelli]] da [[Settignano]] e [[Andrea Ferrucci]]. Sono inoltre presenti sulla parete di fondo altre opere, come il dipinto ''Vergine col Bambino su un trono e i Santi Domenico, Caterina e Martino'', di fine XVI secolo attribuito al fiammingo [[Cornelis Semet]]. Ancora, si trovano nella cappella: la ''tomba di Galeotto Carafa'' (1513) di [[Romolo Balsimelli]]<ref name=T167>{{Cita|Touring Club|p. 167}}.</ref> e la ''tomba di Filippo Saluzzo'' (1846) di [[Giuseppe Vaccà]], oltre alle quattro grandi tele del De Vivo di inizio Ottocento, ''Creazione della luce'', ''Adorazione dei magi'', ''Visita della regina di Saba a Salomone'' e ''Ingresso della famiglia di Noè nell'arca''.
 
Sul lato sinistro è invece la cappella Muscettola, risalente anch'essa agli inizi del XVI secolo, quando furono chiusi i due ingressi laterali alla basilica. La cappella vide nel corso del Seicento il passaggio della proprietà alla famiglia Muscettola, la quale aveva la proprietà fino ad allora un'altra cappella della basilica, poi scomparsa nei lavori di ristrutturazione seicenteschi. I Muscettola possedevano un cospicuo numero di opere d'arte, anche di particolare valore, che fecero immediatamente collocare nella cappella non appena avvenuto il passaggio di proprietà di quella che fino ad allora era la cappella di san Giuseppe. Nell'interno sono visibili decorazioni in marmo bianco databili dalla prima metà del XVI secolo alla prima metà del secolo successivo. Sull'altare sono presenti due pitture di scuola napoletana quali il ''San Giuseppe incoronato dal Bambino Gesù retto dalla Vergine'' di [[Luca Giordano]] e più in alto l{{'}}''Eterno Padre'' di [[Belisario Corenzio]]. Un'altra tela presente nella cappella è quella di [[Girolamo Alibrandi]], il ''Redentore'' (1524). Altre due non più presenti in loco invece erano una di dubbia attribuzione (contesa tra [[Raffaello]] e [[Fra' Bartolomeo|Fra' Bartolomeo della Porta]]) sottratta durante il decennio francese 1805-1815, poi sostituita da una copia di epoca ottocentesca, ed un{{'}}''Adorazione dei Magi'' di anonimo pittore [[pittura fiamminga|fiammingo]] del Cinquecento, oggi esposta al [[Museo nazionale di Capodimonte]].