Statuto della Val d'Ambra: differenze tra le versioni

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==Ordinamento giudiziario==
[[File:Boethius imprisoned Consolation of philosophy 1385.jpg|thumb|upright=1.5|Prigione medievale]]
La legge assicurava ai sudditi del viscontado il diritto alla tutela della vita, della proprietà privata, dei traffici e dei commerci. E infatti mentre il potestà aveva mano libera nel perseguire, nei modi e nei tempi che riteneva più opportuni, i delitti pubblici non poteva ricusarsi di fare pronta giustizia nelle dispute tra privati pena una multa di cinque soldi. E nell'emettere la sentenza il podestà o, un giudiciegiudice da lui incaricato, non poteva indugiare più di due mesi a meno che le indagini non richiedessero più tempo.
 
Conformemente al diritto germanico, al quale giuridicamente si rifaceva lo ''ius'' del documento, nei provvedimenti criminali dello statuto della Val d'Ambra prevaleva il principio che del danno arrecato si facesse ammenda principalmente col denaro e che le pene corporali o la morte fossero solo punizioni di compenso, sussidiarie. Conformemente a questo principio l'offesa veniva stimata in base alla condizione sociale ed economica della persona e dunque, tra le altre, espressamente si stabiliva che se l'offesa o l'offenditrice fosse una donna la multa doveva essere la metà di quella che infliggevasi all'uomo. Tuttavia per alcuni principi lo statuto presentava elementi di forte modernità come il fatto che contemplasse tra i crimini più gravi la violenza sessuale sulle donne e che venisse perseguito sia il delitto compiuto che quello tentato. Tutte le sanzioni pecuniarie erano da liquidare in un arco di tempo massimo di 30 giorni.