Valentino Ongaro: differenze tra le versioni

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di Don Valentino Ongaro parroco di Pizzino|rivista=Quaderni Brembani|volume=16|pp=134-145}}</ref>
 
Dopo il rastrellamento decise di ritirarsi a Serina, a [[Oltre il Colle|Zambla]] e sul [[Monte Farno]] nell'abitazione dei genitori. Per poco il 29 agosto del 1944 evitò un rastrellamento nazifascista mentre si trovava a [[Gandino]]. Per un breve periodo, per sfuggire ad un'accusa che lo vede coinvolto in una cospirazione si ritirò a [[Martinengo]] e poi all'[[Almenno San Bartolomeo|Albenza]], paese natale della perpetua. Percorrendo strade secondarie giunse a Serina e poi a [[Pagliaro]] fino a raggiungere Gandino il 27 novembre dello stesso anno. Esattamente due mesi dopo la casa dei genitori venne perquisita da venti soldati della Repubblica di Salò. Il 9 febbraio entrò in possesso di un lasciapassare ricevuto tramite un accordo tra il vescovo [[Adriano Bernareggi|Bernareggi]] e il comandatecomandante austriaco delle [[Schutzstaffel|SS]] Fritz Langer.<ref name=":0" />
 
Il 12 aprile 1945 fu ancora testimone di un rastrellamento e protagonista di uno scontro con i soldati tedeschi.