Giovan Carlo Tramontano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica 139605938 di Emilio2005 (discussione)
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Annullato Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile Link a pagina di disambiguazione
Riga 41:
Figlio del ricco banchiere Ottaviano, si distinse come spadaccino. Nel [[1488]] ottenne l'ufficio di mastro di zecca di Napoli e l'Aquila e fu membro del Parlamento generale del Regno di Napoli, istituzione aperta evidentemente ai più facoltosi.
 
Fu nelle grazie di tutti i sovrani aragonesi, a partire da [[Ferdinando I di Napoli|Don Ferrante]] sino all'epilogo verificatosi sotto [[Ferdinando II d'Aragona|Ferdinando il Cattolico]].

Nel [[1496]], durante il regno di [[Ferdinando II di Napoli|Ferdinando II, detto Ferrandino]], richiese il governo di [[Matera]], città del Regno che non era soggetta ad alcun vincolo feudale. Il sovrano subordinò la concessione del titolo di [[conti di Matera|conte di Matera]] al consenso dei materani stessi. La decisione inizialmente negativa venne ribaltata da Tramontano tramite azioni corruttive e promesse, e il titolo venne ottenuto il 1º ottobre [[1497]].
 
Nei combattimenti contro i francesi di [[Carlo VIII di Francia]] fu preso prigioniero e perse il titolo. Ritornato a Napoli ''de plano'', fu riconsiderato nelle grazie di Ferdinando il Cattolico tanto che durante un corteo, nelle strade di Napoli, fece erigere archi di trionfo nelle strade adiacenti. Fece altresì recapitare una collana di perle alla regina [[Isabella di Castiglia|Isabella]], moglie di Ferdinando. Riuscì quindi a farsi concedere nuovamente dal [[viceré di Napoli]] il titolo di conte di Matera e il governo della città.
 
Nel [[1501]] iniziò a far costruire sulla collina di [[Lapillo]], una collinetta al di fuori delle mura cittadine che sovrasta il centro di Matera, un castello a scopo non tanto difensivo quanto piuttosto di controllo feudale del territorio. Seppure rimasto in parte incompiuto, esso porta comunque il nome di [[Castello Tramontano]]. A causa dei numerosi debiti contratti, il conte sottopose Matera ad una pesante tassazione, la quale gli valse la nomea di "''tiranno''" e portò poi al suo assassinio da parte di un complotto di cittadini materani il 29 dicembre [[1514]]. Il commissario regio [[Giovanni Villani]] venne inviato per punire la città facendo impiccare quattro materani e imponendo diverse multe, che a loro volta provocarono nuove rivolte finché la città non ottenne l'indulto.
 
== Nella cultura di massa ==