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=== Ventennio fascista e seconda guerra mondiale ===
Negli anni dell'avvento del [[fascismo]] (1921-1922) Tivoli, con la giunta Parmegiani, eletta nel 1919 e a forte componente operaia, fu uno degli ultimi comuni d'Italia a guida socialista e comunista, insieme ad [[Ancona]], [[Parma]] e [[Cremona]], e la sua strenua resistenza alle pressioni del fascismo romano fu strettamente legata allo sfruttamento pubblico delle acque della cascata per la produzione di energia elettrica, che restò tale fino alla caduta della giunta. I tentativi dei fascisti romani, appoggiati da quelli locali che avevano in Guglielmo Veroli il loro segretario, furono continuamente rintuzzati dagli [[Arditi del Popolo]], formazioni di operai e contadini sorte in difesa delle [[Camere del Lavoro]], che erano il consueto bersaglio delle incursioni delle ''[[camicie nere]]''. In questo contesto avvennero episodi di aggressioni di fascisti locali, come in occasione dello sciopero dei ferrovieri del 1920 o in occasione del rientro a Tivoli di bande fasciste che avevano partecipato a Roma a una manifestazione nel 1921. Gli sviluppi di quest'ultima aggressione portarono all'uccisione del segretario del Fascio Guglielmo Veroli da parte del segretario della Camera del Lavoro Dante Corneli, operaio delle cartiere invalido che, aggredito da 4 fascisti, tra cui il Veroli, nel vicolo Todini, si difese con le armi. Come reazione a questo episodio ci fu una vera e propria occupazione della città, con un uso massiccio della violenza da parte del [[fascismo]], che all'uopo trasferì a Tivoli il gerarca di [[Civitavecchia]] Pollastrini, famoso per la sua brutalità che gli aveva consentito di sconfiggere il più agguerrito gruppo di Arditi del Popolo del Lazio. L'attività di quest'ultimo consisté nell'esercitare una continua violenza sui membri della giunta Parmeggiani, e nel tentativo, in parte riuscito, di dividere le maestranze della centrale elettrica. Questo consentì ai fascisti di esautorare, con la complice passività dei regi carabinieri, la giunta Parmegiani, uccidendo in strada l'assessore Multineddu ed esiliandone i principali membri. Il fascismo prese così il potere a Tivoli e immediatamente la centrale elettrica fu privatizzata passando nelle mani della [[Società Anglo-Romana per l'Illuminazione di Roma col gas e altri sistemi|società Anglo-Romana]].
 
[[File:Tivoli 5.jpg|thumb|Tivoli parte antica in una foto del 1972]]