Niccolò Piccinino: differenze tra le versioni
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[[File:Pisanello, medaglia di niccolò piccinino, recto.jpg|thumb|200px|[[Pisanello]], [[Medaglia di Niccolò Piccinino]]]]
Nel 1416 iniziò la sua carriera militare al servizio di [[Braccio da Montone]].
Alla morte del suo condottiero, avvenuta durante l'assedio del[[l'Aquila]] ([[1424]]), subito seguita da quella dell'ultimo figlio di quest'ultimo, [[Oddo Fortebracci]], Piccinino divenne la guida della ''condotta'' di Braccio. Dopo un breve periodo al servizio della [[Repubblica di Firenze]], servì [[Filippo Maria Visconti]], duca di Milano ([[1425]]), per il quale, insieme a [[Niccolò Fortebraccio]] combatté contro la lega formata da [[Papa Eugenio IV]], [[Venezia]] e [[Firenze]].
Nel [[1427]] prese parte alla [[battaglia di Maclodio]] a favore del [[Ducato di Milano]].
Sconfitte le forze papali a [[Castel Bolognese]] nel ([[1434]]), seguite però da una seconda armata comandata da [[Francesco Sforza]] che sconfissero ed uccisero Fortebraccio a [[Fiordimonte]], Piccinino rimase da solo al comando ed in una serie di campagne contro gli Sforza conquistò un certo numero di città in
[[File:Apparizione dei santi faustino e giovita in difesa di brescia.jpg|thumb|left|[[Grazio Cossali]], ''[[Apparizione dei santi Faustino e Giovita in difesa di Brescia]]'' 1603, [[chiesa dei Santi Faustino e Giovita]], [[Brescia]].]]
Nel [[1438]], durante la guerra tra la [[Repubblica di Venezia]] e il [[Ducato di Milano]], Piccinino combatté per il duca di Milano [[Filippo Maria Visconti]], e tentò di prendere la città di [[Brescia]], ma [[Scaramuccia da Forlì]], al servizio di [[Venezia]], intervenne con successo per scongiurare l'assedio. Nel [[1439]] Piccinino combatté ancora in Lombardia ottenendo diversi successi contro lo Sforza, che era entrato al servizio di Venezia.
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Il [[29 giugno]] [[1440]] Niccolò si recò a [[Sansepolcro]] dove, lasciati i bagagli e arruolati 2.000 uomini di Sansepolcro che odiavano la città rivale, mosse contro [[Anghiari]]. Nella piana tra le due città l'esercito del Duca condotto dal Piccinino venne travolto dai fiorentini comandati da [[Michele Attendolo|Micheletto Attendolo]] e Giampaolo Orsini e la battaglia verrà poi immortalata dal genio di [[Leonardo da Vinci]] negli studi per l'affresco della [[Battaglia di Anghiari]]. Al Piccinino non restò che ritornare in Lombardia.
Nel
Nel novembre del [[1442]] con l'aiuto dei perugini e del cardinale [[Nicola Cusano]] pose l'assedio alla città di [[Assisi]]. Dopo diversi giorni di inutili tentativi le truppe del Piccinino, anche grazie all'aiuto di un frate traditore, riuscirono a penetrare all'interno della cerchia di mura e la città, difesa in quel periodo da [[Alessandro Sforza]], venne duramente saccheggiata e devastata. Il Piccinino si oppose comunque alla completa distruzione della città rifiutando i 15.000 fiorini offerti dai perugini al riguardo<ref>Arnaldo Fortini, ''Assisi nel Medioevo'', Società internazionale degli studi francescani, Edizioni Roma, 1940.</ref>.
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