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Visione buddhista: riformulo e amplio un po'
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==Visione buddhista==
Il [[Buddhismo]] è fondamentalmente una religione non-teista; [[Siddhartha Gautama]], fondatore della religione, rifiutò sempre di occuparsi di questioni metafisiche sostenendo di insegnare solo ciò che è necessario a seguire la Via, e nient'altro. Al monaco Malunkyaputta che gli poneva simili domande, rispose che se un uomo avvelenato desiderasse sapere tutto dell'avvelenatore prima di assumere l'antidoto, non riuscirebbe a salvarsi<ref>Walter Henry Nelson, "Buddha: His Life and Teaching". Penguin Putnam, 1996, pagg 94-95. ISBN 1-58542-001-8.</ref>
Il [[Buddhismo]] è generalmente visto come una religione priva del concetto di Dio, e ciò è in effetti vero nelle scuole più antiche, come nel [[Buddhismo Theravada]]; nel [[Canone Pali]], il [[Gautama Buddha|Gotama Buddha]] condanna come sciocchezza l'idea che i [[brahmino|brahmini]] possano insegnare ad altri come raggiungere [[Brahma]], che essi stessi non conoscono (''Tevijja Sutta''), e sostiene che nessuna divinità sia esente da cambiamento (''Brahmajala Sutta''), deterioramento e morte, poiché tutti gli esseri senzienti sono parte del {{unicode|[[Saṃsāra]]}}, mentre chi raggiunge il [[Nirvāṇa|Nibbāna]] è al di là dei sensi. Ciò nonostante, non si nega l'esistenza degli dei, che anzi compaiono spesso nei vari ''sutta''; si parla inoltre di umani rinati come dei e dei rinati come umani, rafforzando l'idea che lo stato considerato "divino" sia solo uno di quelli appartenenti al ciclo delle rinascite.
 
In tutte le speculazioni posteriori, gli dei, che pure compaiono spesso nelle scritture buddhiste, sono considerati esseri senzienti al pari degli altri, e quindi prigionieri del {{unicode|[[Saṃsāra]]}}; la natura "divina" è solo una di quelle appartenenti al ciclo delle rinascite, ed agli dei si nega dunque la trascendenza (es. ''Brahmajala Sutta''). Un altro atteggiamento verso gli dei è che avendo natura diversa da quella umana sia impossibile ogni forma di contatto: nel ''Tevijja Sutta'', il [[Gautama Buddha|Gotama Buddha]] condanna come sciocchezza l'idea che i [[brahmino|brahmini]] possano insegnare ad altri come raggiungere [[Brahma]], che essi stessi non conoscono.
 
Nelle scuole [[Buddhismo Hinayana|Hīnayāna]], ad esempio nel [[Buddhismo Theravada|Buddhismo Theravāda]], nessun essere vivente è al di là del {{unicode|Saṃsāra}}, e dopo la sua morte un [[Buddha]] è al di là dei sensi. A partire dal [[Buddhismo Mahayana|Buddhismo Mahāyāna]], però, si assiste a un progressivo fenomeno di "divinizzazione" della figura del Buddha; è interessante notare che la scuola Mahāyāna si formò in un'area di forte influenza [[ellenismo|ellenistica]] (dentro o vicino all'[[Impero Kushan]]), e fu la prima scuola a rappresentare il Buddha con statue e bassorilievi, oltre che la prima a riferirsi a lui col nome Bhagavān (venerabile, divino), usato nell'[[induismo]] per riferirsi agli dei.
 
===Visione Mahāyāna===
Nel [[Buddhismo Mahayana|Buddhismo Mahāyāna]], pur negandosi ancoradecisamente il concetto di un Creatore, si parla tuttavia in alcuni ''sutra'' (ad esempio nel {{unicode|''Mahāparinirvāṇa Sūtra''}}) di un principio noto come "Natura Buddha" (''Buddha-dhatu'' o ''Tathagatagarbha''), piano ultimo di tutte le cose, la Mente Risvegliata, eterno e onnisciente, immanente e trascendente la Realtà, un germoglio del quale è presente in ogni essere senziente ed apre a esso la strada per diventare un vero Buddha. Sebbene siano esistiti ed esisteranno molti [[Buddha]], la loro natura è la medesima; nel ''Lalitavistara Sūtra'', Gautama dice: «''Io sono il dio sopra gli dei, superiore a tutti gli altri dei; nessun dio è come me &mdash; come potrebbe essercene uno più in alto?''». Questa "essenza" del Buddha è indistruttibile, incomprensibile, divina, eterna, infinita, onnisciente, immacolata, increata e immortale, e il suo reame, secondo il {{unicode|''Nirvāṇa Sūtra''}} è inerente in tutti gli esseri viventi.
 
===Visione Vajrayana===