Dora del Hoyo: differenze tra le versioni

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{{E|Non è chiaro il motivo della rilevanza di tale biografia, scritta oltretutto in tono esclusivamente agiografico. Sembrerebbe riprodurre un'immaginetta di devozione|cattolicesimo|marzo 2015}}
'''Dora del Hoyo''' '''Alonso''' nacque(Salvadora Honorata del Hoyo Alonso) nata a [[Boca de Huérgano]] (León, Spagna) l’11 gennaio del 1914 e morìmorta a Roma il 10 gennaio del 2004., Ilfu suouna corpodelle èprime sepoltodonne a far parte dell'Opus Dei[http://www.it1].josemariaescriva.info/articolo/la-chiesa- SantaDi Mariaprofessione dellalavoratrice Pace]domestica, Dora fu la chiesaprima prelatiziadonna dell’Opusa unirsi all'Opus Dei come numeraria ausiliare, accantocioè aidedicandosi restiprofessionalmente mortalia diseguire Sanle necessità materiali dei centri dell'Opera[[2]. Dal 1946 fino alla morte visse a Roma, collaborando prima con Josemaría Escrivá de Balaguer]], fondatore dell’Opusdell'Opus Dei., Morìe inquindi famacon dii santitàsuoi successori  Álvaro del Portillo e sono Javier molteEchevarría lenell'amministrazione personedomestica didel tuttoprimo ilcentro mondodell'Opus Dei a Roma, che ricorronosuccessivamente alladivenne suala intercessionesede centrale dell'istituzione. [3] Morì a Roma il 10 gennaio 2004. Il 18suo giugnoprocesso 2012di sicanonizzazione è stato aperto a Roma il 18 giugno 2012 da Mons. Echevarría, in seguito alla richiesta di molte persone che l'hanno conosciuta e hanno lavorato con lei [4].Il suo processocorpo riposa vicino alla tomba di canonizzazioneSan Josemaría Escrivá, nella cripta della chiesa di  Santa Maria della Pace a Roma [4].
 
Biografia
Dora conobbe l’[[Opus Dei]] nel 1944, quando aveva 29 anni, a Madrid, dove lavorava come domestica presso la Moncloa,<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Sastre|nome1=Ana|titolo=De los Picos de Europa a la Ciudad del Tíber. Apuntes para una reseña biográfica de Dora del Hoyo|rivista=Studia et Documenta|data=April 2011|volume=5|pp=261–284|url=http://www.isje.org/setd/2011/Sastre-SetD-5-2011.pdf|accesso=14 luglio 2015|titolotradotto=Dai picchi d’Europa alla citta’ del Tevere. Appunti per una rassegna biografica di Dora del Hoyo}}</ref> prima residenza universitaria dell’Opus Dei. Lì conobbe San Josemaría Escrivá, che l'aiutò a comprendere che poteva cercare la santità nel lavoro ordinario, facendolo con competenza professionale per Dio e per servire gli altri. Scoprì quindi che Dio la chiamava nell'Opus Dei<ref>{{Cita libro|cognome1=Medina Bayo|nome1=Javier|titolo=Una Luz Encendida: Dora Del Hoyo|data=2011|editore=Ediciones Palabra, S.A|città=Madrid|p=40|lingua=es}}</ref>.
Fu la prima donna a chiedere a San Josemaria l'ammissione nell'Opus [http://www.isje.org/setd/2011/Sastre-SetD-5-2011.pdf Dei], con il desiderio di contribuire con il suo lavoro professionale – la cura domestica – all'ambiente di famiglia caratteristico delle residenze dove l’Opera dà formazione cristiana.
 
Dora nacque l'11 gennaio 1914 nel villaggio di  Boca de Huérgano (León, Spagna). Era la
Il 27 dicembre 1946, su invito di [http://www.it.josemariaescriva.info/articolo/video-dora-ricorda-san-josemaria San Josemaría], si trasferì a Roma, dove visse fino alla fine della sua vita.
quinta dei sei figli di Demetrio del Hoyo, agricoltore e di Carmen Alonso,  casalinga.[6]
Ha saputo scoprire il significato santificatore e apostolico che si nasconde dietro ogni azione apparentemente banale, coniugando lo spirito di servizio e la competenza professionale. Da Roma ha collaborato alla formazione di donne del mondo intero e ha contribuito all’attività apostolica dell’Opus Dei in tutti gli ambienti della società.
Per aiutare la famiglia già da giovane Dora cominciò a lavorare come domestica
per il dottore del villaggio. Nel 1935 Dora cercò delle opportunità di impiego
migliori a Astorga, León, ma l'inizio della guerra civile spagnola (1936-1939)
la costrinse a tornare alla sua città natale.
 
Nel 1940 Dora si trasferì a Madrid, di nuovo in cerca di
Sono in molti che possono testimoniare [https://www.youtube.com/watch?v=3XH5sECjp0c la perfezione con la quale compiva il suo lavoro], indipendentemente dal fatto che fosse un lavoro umile o di prestigio, ma sempre cercando di vivere alla presenza di Dio, per amore Suo e del prossimo, creando così un ambiente familiare che favorisse la crescita umana e spirituale delle persone. Come ha detto Mons. Javier Echevarría, Prelato dell'Opus Dei, "Dora fu molto importante per l’Opus Dei per la sua fedeltà e per il suo lavoro portato a termine con perfezione, arricchito dall’umiltà di chi di chi desidera passare inosservato, "fare e scomparire". Si formò alla scuola della Vergine Maria, secondo lo spirito di San Josemaría. Non volle nessuna gloria, nessun riconoscimento, ma donò se stessa al cento per cento per tutta la vita".
migliori opportunità di lavoro. Con l'aiuto delle figlie di Maria Immacolata
per il  Servizio Domestico (una
congregazione religiosa fondata da suor Vincentia Maria López y Vicuña,
dedicata ad aiutare le ragazze giovani a trovare impiego nel lavoro domestico),
Dora fu assunta come domestica presso il Marchese di Almuni ho a, e più tardi
presso i duchi di NájeraNel 1944, mentre lavorava ancora presso il Duca, venne
in contatto con l'Opus Dei. Don Josemarìa Escrivá, fondatore di quel nuovo
movimento, si era rivolto alle Figlie per il Servizio Domestico perché
l'aiutassero ad assumere impiegate domestiche per una residenza studentesca che
stava aprendo, la  Residenza Moncloa[7].
La madre superiora gli raccomandò Dora, che aveva qualche giorno libero in quel
periodo. Nonostante il basso stipendio che le veniva offerto e lo scarso desiderio
di andare, a causa dell'insistenza delle suore Dora accettò di aiutare la
residenza per alcuni giorni .
 
Più tardi, Dora decise di lasciare il lavoro presso i Duchi
Dora del Hoyo è stata la prima donna a chiedere l’ammissione nell’Opus Dei come numeraria ausiliare, cioè con la volontà di contribuire col suo lavoro di servizio domestico alla missione dell'Opus Dei di diffondere la chiamata universale alla santità.
di Nájera per dedicarsi a tempo pieno alla Moncloa, anche se il salario era più
basso e le condizioni di lavoro erano significativamente  peggiori. Quando più tardi le fu chiesto
perché lo fece, Dora disse che era rimasta colpita "da vedere come
lavoravano duramente in quel luogo." E che era anche rimasta impressionata
da Escrivá e dai suoi insegnamenti. Commentando il libro di Escrivá "Cammino",
Dora ricordò "ne ero veramente entusiasta… Per ogni cosa che avevo
sentito, pensavo 'questo è per me'. Mi piaceva moltissimo e l'ho letto tutto
d'un fiato -non ho potuto andare a letto senza finirlo".
 
Il 14 marzo 1946 Dora entrò nell'Opus Dei come numeraria
ausiliare, cioè, oltre a impegnarsi a vivere secondo lo spirito e il
"piano di vita" dell'Opus Dei, aveva deciso di dedicarsi
professionalmente a prendersi cura delle necessità domestiche dei centri
dell'Opus Dei -pulizie, lavanderia, pasti, e altri aspetti della cura della
casa- e così contribuire col suo lavoro di servizio domestico alla missione
dell'Opus Dei di diffondere la chiamata universale alla santità nella vita
quotidiana. Poiché una conseguenza importante del messaggio di Escrivá di
santificare ogni lavoro onesto riguarda in modo speciale la cura della casa, qualcosa
che Escrivá valutava per la sua intrinseca relazione alla famiglia e l'educazione
dei figli, la decisione di Dora di dedicarsi interamente a questa impresa rappresenta
 un momento storico per l'Opus Dei .
 
Nel dicembre del 1946 Dora si trasferì a Roma, in seguito
alla richiesta di San Josemaría, , di prendersi carico dell'amministrazione
domestica del primo centro dell'Opus Dei a Roma, un centro che in seguito
sarebbe diventato la sede centrale dell'Opus Dei . Da Roma, dove risiedette
fino alla morte nel 2004, Dora svolse un ruolo centrale nell'insegnamento e
nella formazione di donne di tutto il mondo nei compiti che riguardano il
lavoro della casa. Escrivá parlava di questo formazione in una famosa
intervista, rispondendo a una domanda sulle donne che si dedicano al lavoro
della casa:
 
Questa formazione ha come fine principale quello di
nobilitare il mestiere delle impiegate domestiche in modo che possano
realizzare il proprio lavoro con competenza tecnica. Dico competenza tecnica
perché bisogna che il lavoro domestico venga condotto per quello che è: una
vera professione. Non dimentichiamo che si è preteso di presentare questo
lavoro come una cosa umiliante. Ma non è vero; umilianti erano senza dubbio le
condizioni in cui molte volte si svolgeva questo lavoro. E umilianti continuano
a esserlo in vari casi anche oggi: quando chi vi si dedica deve adattarsi ai
capricci di persone irriguardose e deve lavorare senza garanzie legali, con
scarsa retribuzione, senza affetto... Ogni attività sociale ben compiuta è
appunto questo, un bellissimo servizio: e lo è tanto l'attività di una
lavoratrice domestica quanto quella di un docente o di un giudice. L'unica
attività che non è servizio è quella di chi subordina tutto al proprio
interesse... Vedo il lavoro domestico come un mestiere di particolare
importanza, perché con esso si può fare molto bene — o molto male — nel cuore
stesso delle famiglie.
 
Dora morì a Roma il 10 gennaio 2004, dopo una malattia combattuta
per diversi anni. La causa di canonizzazione fu aperta otto anni dopo, il 18
giugno 2002 a Roma. Il 29 marzo 2014 nella sua città natale di Boca de Huergano
 si è tenuta una cerimonia commemorativa
in occasione del centenario della sua nascita.
 
Come ha detto  Mons. Echevarría,
prelato dell'Opus Dei, "il 10 gennaio 2004, nell'omelia della Messa del
suo funerale, dissi che 'Dora ha una grande importanza per l'Opus Dei'. Ne ero
convinto allora, e col passare del tempo mi convinco sempre più dell'importanza
che questa donna ha avuto e avrà nella vita della Chiesa e della società".
 
 
 
[1]
 
[2]
 
[3]
 
[4] .
 
[5]
 
[6]
 
[7]
== Processo di canonizzazione ==