Palazzo Frizzoni: differenze tra le versioni

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La [[Fiera di Sant'Alessandro|fiera di sant'Allessandro]] aveva una valenza economica non indifferente, tanto da attirare comercianti anche dall'estero, Bergamo inoltre nella sua posizione strategica tra Milano e Venezia era un luogo di intersi commerci principalmente di tessuti.
 
Nell'anno [[1770]], il giovane Antonio Frizzoni, proveniente dal [[Cantone dei Grigioni]]e appartenente alla [[chiesa evangelica]]<ref>{{cita web|url=http://servizi.ct2.it/ssl/wiki/index.php?title=Frizzoni|titolo=Frizzoni EFL-Società storica lombarda|editore=EncoclopediaEnciclopedia delle famiglie lombarde|accesso=3 agosto 2017}}</ref>, arrivò in Bergamo per lavorare accompagnato dal fratello Tomaso (1760-1835) [[Sordomutismo|sordomuto]]<ref group=nota>Antonio seguirà sempre il fratello e lo manderà a studiare pittura da [[Luigi Deleidi]], a Brera e fino a Roma</ref> e malgrado avesse una istruzione minima conosceva bene tre lingue, questo gli permise di trovare lavoro presso una caffetteria e poi come contabile. Aprì nel 1790 la sua prima attività in Bergamo, commerciando in stoffe di seta e lana ma in particolare in penne di struzzo che andavano molto di moda sugli abiti e cappelli delle signore<ref>{{cita|Carullo|p 25}}</ref>.
 
Affittò nel 1793 uno stabile nella contrada di san Bernardino, e nel 1800 si mise in società con il più importante commerciante svizzero presente in città: Ambrogio Zavaritt, sposando nel 1802 Catterina Irmel anche lei svizzera dalla quale ebbe tre figli: Antonio, Giovanni Leonardo e Federico. Nel medesimo anno lasciò l'immobile in affitto per acquistarne uno da un certo Scandolera -anche lui svizzero - in centalissimacentralissima contrada sant'Orsola<ref>{{cita|Carullo|p 25}}</ref>. La sua vicinanza alla politica della città lo fece integrare bene nelle comunità tanto da venire eletto consigliere comunale nel primo consiglio cittadino il 13 ottobre 1802, carica che richiedeva l'essere di buona posizione economica ed appartenere alle classi alte della città<ref>{{cita|Carullo|p 26}}</ref>.
 
Frizzoni, come di tanti altri commercanticommercianti in stoffe, si arricchì attraverso il contrabbando con L'Inghilterra che Napoleone nel 1806 aveva bloccato ed escluso, ma che era una delle piazza più ricche d'Europa. Nel 1809 morì la giovane moglie; nel 1812 venne eletto membro della camera di commercio nel 1816 venne rieletto consigliere comunalcomunale. Ma nel 1814 i francesi lasciarono abbandonarono la città in mano agli austriciaustriaci, il medesimo anno il 22 settembre, Antonio Frizzoni firmò un atto di acquisto con Egidio Beltrani figlio di quel Giovanni che aveva acquistato i monasteri di santa Marta e santa Lucia nel 1799<ref>{{cita testo|autore=Luigi Santini|titolo=La comunità evangelica di Bergamo|editore=Claudine|annpo=1960}}</ref> per l'acquisto di terreni in [[Valle Imagna]] dando a garanzia i due monasteri abbandonati in Bergamo diventando questo il primo contatto importante dei Frizzoni con il palazzo<ref>{{cita|Carullo|p 26|}}</ref>. Tre ani dopo, il 26 febbraio 1817 risulta l'acquisto degli immobili, in fabbricati e terreni da parte di Antonio Frizzoni, ma dovette subito fare i conti con il governo di [[Francesco II d'Asburgo-Lorena]] che voleva urbanizzare questa parte della città, acquistando nel 1823 i terreni vicini a casa Frizzoni e urbanizzando il ''prato di sant'Alesandro'' costruendo quello che poi divenne il [[Sentierone]], una delle vie più importanti della città. Antonio Frizzoni morì il 20 gennaio [[1835]] nella sua casa nella contrada del Prato, non essendoci ancora una chiesa evangelica in Bergamo, vennero celebrate le esequie con reto ocattolico nella [[Basilica di Sant'Alessandro in Colonna|chiesa di sant'Alessandro]]<ref>{{cita|Carullo|p 29|}}</ref>.
[[File:Palazzo Frizzoni-soffitto scalone interno.jpg|thumb|Palazzo Frizzoni-soffitto scalone interno]]
 
=== Antonio Frizzoni (1804-1876) ===
Il primogenito, Antonio junior, ottemperando ai desideri testamentari del padre, chiese la licenza di costruzione per un nuovo palazzo mentre Bergamo aveva incaricato [[Giuseppe Cusi]] alla realizzazione dello studio per un nuovo piano [[Urbano|urbanistico]] con la edificazione di una nuova porta, llall'abbatimentoabbattimento di vecchie case in legno, la richiesta del Frizzoni venne vista in modo favorevole dalle auoritàautorità cittadine, ma il Frizzoni non trovava soddisfacenti i progetti e i bozzetti che gli venivano proposti, tanto che l'amico Venceslao Albani contattò l'architetto [[Rodolfo Vantini]] per la realizzazione di un nuovo progetto<ref>{{cita|Carullo|p 36}}</ref>.
 
Il progetto di riedificazione e ristrutturazione di questi immobili, presentato da Rodolfo Vantini venne accolto favorevolmente dal Frizzoni, i lavori iniziarono nel [[1836]] con la distruzione delle due chiese di Santa Lucia e Sant'Agata delle quali rimane un dipinto ad acquarello e una stampa conservati nella [[Biblioteca Angelo Mai]]. Il palazzo verrà terminato nel 1841<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00724/|titolo =Palazzo Frizzoni Bergamo|editore =Lombardia Beni culturali|accesso =5 luglio 2016}}</ref> e un documento descrive l'immobile e il giardino stimandone il valore in 329.924,00 [[Lira del Lombardo Veneto|lire austriache]] e indicandone come unico proprietario Antonio Frizzoni junior che aveva avuto solo l'anno precedente il grave lutto della morte del quarto figlio e della giovane moglie, Ursula Ganzoni, di parto<ref>{{cita|Carullo|p 37}}</ref>. Il Vantini seguì non solo la costruzione ma anche gli arredi interni del palazzo, arredi che richiesero un intervento di dieci anni con pitture e stucchi di Simone Quirino Salvatoni con ile del figlio Giovanni Battista<ref>{{cita|Carullo|p 39}}</ref>.
 
Durante i moti [[Cinque giornate di Milano|antiaustriaci]] il palazzo venne occupato dai feriti e dai combattenti, e quando gli austriaci minacciarono di bombardare la città dopo essersi ritirati alla [[Rocca di Bergamo|Rocca]], fu Giovanni Leonardo Frizzoni, che parlava il tedesco, a trattare un accordo ma venne preso in ostaggio, rimanendo prigioniero fino al 23 marzo quando le truppe occupanti lasciarono la città. Giovanni Leonardo morì l'anno succesivosuccessivo.
 
Con il formarsi del Regno d'Italia, Antonio Frizzoni junior venne eletto nel primo consiglio comunale e rimane fino alla sua morte occorsa l'anno seguente, ma un membro della famiglia Frizzoni fece sempre parte del consiglio comunale di Bergamo<ref>{{cita|Carullo|p 40}}</ref>.
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=== Enrico Frizzoni ===
La famiglia negli anni successivi la morte di Antonio, ebbe alcune disgrazie, che obbligarono a passaggi di proprietà e successione tra i nipoti, il figlio Enrico, unico maschio rimasto, nel [[1927]] ritirò dagli eredi del fratello la loro parte del palazzo divenendo l'unico proprietario, e il 3 marzo del medesimo anno redisseredasse il suo testamento che dava la possibilità all'amministrazione comunale di comperare il palazzo ad un prezzo favorevole perchèperché divenisse la residenza del podestà. Enrico morì quindi giorni dopo aver espresso le sue volontà<ref>{{cita|Carullo|p 43}}</ref>.
 
== La sede del comune ==