Status quaestionis
Status quaestionis (lett. "stato della questione") è una locuzione latina usata in ambito scientifico e tradotta come "stato della ricerca" o "stato dell'arte (della ricerca)". Essa trova comunemente impiego nella letteratura accademica per riferirsi in modo sintetico all'insieme dei contributi di altri autori accumulato nel tempo, che è necessario per comprendere l'oggetto di discussione.[1] L'espressione è usata anche per indicare il concetto secondo cui si dovrebbe prima conoscere ciò che altri hanno detto o scritto su un certo argomento prima di iniziare a studiarlo in prima persona. Inbnltre, essa si riferisce alle opere scritte che cercano di riassumere lo stato dell'arte in un determinato settore disciplinare, al consenso accademico e alle aree che rimangono da sviluppare su un determinato argomento.
La frase è spesso usata da storici del mondo antico, classicisti, teologi, filosofi, biblisti e studiosi in campi correlati, come la storia della Chiesa.[2]
È consuetudine che sia il primo passo di qualsiasi ricerca scientifica, in particolare delle tesi di dottorato di ricerca.[3][4]
Note
modifica- ^ (NL) 2. Annotations & Status Quaestionis. Accesso del'8 gennaio 2022.
- ^ Si potrebbero citare molteplici esempi di utilizzo, come si può confermare con una ricerca su JSTOR o Google Books. Il termine iniziò ad essere utilizzato regolarmente nelle tesi di laurea in lingua latina pubblicate dai tedeschi alla fine del XIX secolo, ed entrò regolarmente nell'uso accademico (almeno) nel 1909, anno in cui troviamo la prima delle 655 occorrenze su JSTOR (a luglio 2011).
- ^ Norme metodologiche e tipografiche per la redazione degli elaborati (PDF), su Pontificia Università Gregoriana, p. 10 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2022).
- ^ Come sostenere una tesi (PDF), su paolovidali.it.
Bibliografia
modifica- H. Temporini - W. Haase (a cura di), Aufstieg und Niedergang der römischen Welt, Berlijn, I: 1973-1973, II: 1974, vol. III: in preparazione, vol. IV: in preparazione.