Immigrazione in Italia

immigrazione verso l'Italia
(Reindirizzamento da Stranieri in Italia)

L'immigrazione in Italia cominciò a raggiungere dimensioni significative all'incirca dagli anni 1970, per poi diventare un fenomeno caratterizzante della demografia italiana nei primi anni del terzo millennio[1].

Cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia al 1º gennaio 2024 per Paese di cittadinanza.
Voci principali: Italia, Demografia d'Italia.

Secondo Eurostat, al 1º gennaio 2017 l'Italia era il quarto Paese dell'UE per popolazione immigrata, ovvero nata all'estero, con 6,1 milioni di immigrati, dopo Germania (12,1 milioni), Regno Unito (9,3 milioni) e Francia (8,2 milioni), appena davanti alla Spagna (6,0 milioni)[2]. Per numero di stranieri (inclusi gli apolidi) in percentuale rispetto al totale della popolazione residente, l'Italia si classificava al quattordicesimo posto (su 28) nell'Unione europea (con l'8,3% di immigrati sul totale della popolazione).

 
Il saldo migratorio dell'Italia (in rosso), dal 1862 ad oggi. Fonte: ISTAT.

L'Italia, per gran parte della sua storia dall'unità in poi, è stata un paese di emigrazione e si stima che tra il 1876 e il 1976 partirono oltre 24 milioni di persone[3] (con una punta massima nel 1913 di oltre 870.000 partenze), al punto che oggi si parla di grande emigrazione o emigrazione italiana[4].

Per tutto questo periodo, il fenomeno dell'immigrazione era stato invece pressoché inesistente, dove si eccettuino le migrazioni dovute alle conseguenze della seconda guerra mondiale, come l'esodo istriano o il rientro degli italiani dalle ex-colonie d'Africa. Tali fenomeni tuttavia avevano un carattere episodico e non presentavano sostanziali problemi d'integrazione dal punto di vista sociale o culturale. L'Italia rimase tendenzialmente un paese dal saldo migratorio negativo; il fenomeno dell'emigrazione cominciò ad affievolirsi decisamente solo a partire dagli anni sessanta, dopo gli anni del miracolo economico[5].

In particolare, nel 1973, l'Italia ebbe per la prima volta un leggerissimo saldo migratorio positivo (101 ingressi ogni 100 espatri), caratteristica che sarebbe diventata costante, amplificandosi negli anni a venire. È da notare tuttavia che in tale periodo gli ingressi erano ancora in gran parte costituiti da emigranti italiani che rientravano nel Paese, piuttosto che da stranieri[5]. Il flusso di stranieri cominciò a prendere consistenza solo verso la fine degli anni settanta, sia per la "politica delle porte aperte" praticata dall'Italia, sia per politiche più restrittive adottate da altri paesi[5]. Nel 1981, il primo censimento Istat degli stranieri in Italia calcolava la presenza di 321.000 stranieri, di cui circa un terzo "stabili" e il rimanente "temporanei". Un anno dopo, nel 1982 veniva proposto un primo programma di regolarizzazione degli immigrati privi di documenti, mentre nel 1986 fu varata la prima legge in materia (legge 30 dicembre 1986, n. 943) con cui ci si poneva l'obiettivo di garantire ai lavoratori extracomunitari gli stessi diritti dei lavoratori italiani[5]. Nel 1991 il numero di stranieri residenti era di fatto raddoppiato, passando a 625.000 individui.

Negli anni novanta il saldo migratorio ha continuato a crescere e, dal 1993 (anno in cui per la prima volta il saldo naturale è diventato negativo), è diventato il solo responsabile della crescita della popolazione italiana.

Nel 1990 veniva emanata la cosiddetta legge Martelli, che cercava per la prima volta di introdurre una programmazione dei flussi d'ingresso, oltre a costituire una sanatoria per quelli che si trovavano già nel territorio italiano: allo scadere dei sei mesi previsti vennero regolarizzati circa 200.000 stranieri, provenienti principalmente dal Nordafrica[5].

Nel 1991 l'Italia dovette anche confrontarsi con la prima "immigrazione di massa", dall'Albania (originata dal crollo del blocco orientale), risolta con accordi bilaterali. Negli anni seguenti ulteriori accordi bilaterali verranno stipulati con altri Paesi, principalmente dell'area mediterranea. Secondo dati stimati dalla Caritas, nel 1996 erano presenti in Italia 924.500 stranieri[5].

È del 1998 la legge Turco-Napolitano, che cercava di regolamentare ulteriormente i flussi in ingresso, cercando tra l'altro di scoraggiare l'immigrazione clandestina e istituendo, per la prima volta in Italia, i centri di permanenza temporanea per quegli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione". La materia sarà tuttavia regolamentata nuovamente nel 2002, con la cosiddetta legge Bossi-Fini, che prevede, tra l'altro, anche la possibilità dell'espulsione immediata dei clandestini da parte della forza pubblica.

Alla data del censimento della popolazione del 2001 risultavano presenti in Italia 1.334.889 stranieri, mentre le comunità maggiormente rappresentate erano quella marocchina (180.103 persone) e albanese (173.064)[6]; tale valore, nel 2005 era giunto a 1.990.159, mentre le comunità albanese e marocchina contavano, rispettivamente 316.000 e 294.000 persone[7].

Il cosiddetto codice dell'immigrazione, dell'asilo e della cittadinanza è formato da un insieme di direttive dell'Unione europea, leggi e decreti di recepimento, a partire dal decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251, dal d. lgs. 28 gennaio 2008, n. 25[8], e anche dalla legge 15 luglio 2009, n. 94 in merito al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, la quale amplia la fattispecie alla promozione, direzione, organizzazione, finanziamento e trasporto, ma senza risolvere il "problema del quando", vale a dire della determinazione dell'inizio dell'attività penalmente perseguibile.[9]

Residenti per paese di nascita 1960-2000[10]

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Paese 1960 1970 1980 1990 2000
  Marocco 9.169   14.158   8.767   160.780   286.498
  Albania 12.606   11.306   12.096   42.821   275.300
  Romania 3.917   3.733   3.886   38.031   119.123
  Filippine 674   9.067   8.558   61.744   85.891
  Serbia e Montenegro 26.299   13.032   14.240   29.707   78.462
  Tunisia 2.368   3.656   43.954   67.184   75.808
  Cina 905   4.177   1.517   30.469   75.109
  Germania 57.978   100.320   79.772   93.119   55.821
  Senegal 583   893   3.888   42.592   49.590
  Perù 309   1.872   118   12.672   46.851
  Francia 39.400   82.797   122.819   65.596   46.629
  Macedonia del Nord 4.320   7.417   6.904   16.850   44.657
  Egitto 384   589   15.770   37.994   43.477
  Polonia 10.827   10.580   10.908   23.465   43.300
  India 639   1.206   1.370   8.198   43.249
  Sri Lanka 643   2.599   1.027   18.916   42.113
  Ghana 313   479   2.257   23.764   34.481
  Regno Unito 34.425   63.925   60.481   57.722   31.746
  Croazia 8.072   4.851   5.109   11.050   29.209
  Brasile 603   11.423   8.478   27.195   28.977
  Bosnia ed Erzegovina 8.596   4.472   4.838   10.193   26.927
  Nigeria 214   328   1.576   11.231   26.868
  Stati Uniti 2.756   133.755   115.807   60.379   26.837
  Pakistan 647   978   1.419   6.447   24.846
  Bangladesh 161   703   252   5.134   23.376
  Svizzera 56.994   79.497   91.874   43.287   22.202
  Ecuador 823   4.952   315   1.345   21.819
  Argentina 458   17.211   16.981   34.358   20.311
  Spagna 29.680   29.109   29.971   25.830   19.609
  Rep. Dominicana 202   3.662   548   9.575   17.851
  Algeria 7.365   11.372   5.306   5.870   15.861
  Colombia 669   4.095   256   10.234   15.042
  Russia 1.702   1.545   1.639   5.742   14.864
  Ucraina 817   739   785   5.298   13.755
  Costa d'Avorio 212   324   1.410   2.273   12.381
  Cuba 224   4.166   621   1.131   11.697
  Mauritius 176   269   1.176   9.086   10.572
  Bulgaria 1.179   1.065   1.132   2.263   10.434
  Austria 9.571   34.886   20.999   15.730   10.131
  Grecia 14.936   14.590   33.731   19.366   10.069
  Paesi Bassi 10.389   16.565   17.598   16.529   9.863
  Turchia 22.000   5.103   49.183   7.174   9.649
  Belgio 9.062   16.449   37.283   14.125   9.121
  Iran 1.176   4.504   21.054   18.084   9.000
  Venezuela 10.389   16.565   17.598   16.529   8.776
  Giappone 463   1.746   1.001   12.481   7.154
  Somalia 204   312   2.682   10.761   6.864
  Canada 403   8.265   18.602   9.649   6.301
  Portogallo 32.154   31.526   32.463   7.167   5.262
  Australia 241   14.982   92   7.632   5.243
  Danimarca 3.406   3.325   68.693   5.264   2.618
  Liberia 32   48   17.771   323   213

Statistiche

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Provenienza

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Analizzando i Paesi di provenienza dei cittadini stranieri regolarmente residenti, si nota come negli ultimi anni ci sia stato un deciso incremento dei flussi provenienti dall'Europa orientale, che hanno superato quelli relativi ai Paesi del Nordafrica, molto forti fino agli anni novanta. Ciò è dovuto soprattutto al rapido incremento della comunità rumena in Italia, che, in particolare nel 2007, è all'incirca raddoppiata, passando da 342.000 a 625.000 persone e rappresentando quindi la principale comunità straniera in Italia. Ciò è dipeso, verosimilmente, dall'ingresso della Romania nell'Unione europea, che ha facilitato i flussi, e dall'affinità linguistica.

Un discorso a parte merita la comunità Romaní sul territorio italiano, ripartita tra Rom (più diffusa al Centro-Sud e con maggiore propensione alla sedentarizzazione) e in minor misura Sinti (soprattutto al Nord, ma con forte tendenza al nomadismo). Stime approssimative riportano 120.000 unità, di cui circa 70.000 di cittadinanza italiana.[11]

Residenti stranieri per paese di cittadinanza[12]
Paese 2005 2010 2015 2020 2024 Aree con più residenti
  Romania 352.992   726.151   1.131.839   1.145.718   1.073.196 Nord Italia e Lazio
  Albania 273.748   441.182   490.483   421.591   416.229 Nord Italia e Centro Italia
  Marocco 254.288   388.406   449.058   414.249   412.346 Nord Italia
  Cina 93.653   168.048   265.820   288.923   308.984 Lombardia e Toscana
  Ucraina 73.991   150.527   226.060   228.560   273.484 Lombardia e Campania
  Bangladesh 35.905   67.267   115.301   138.895   192.678 Lazio
  India 54.706   97.246   147.815   153.209   170.880 Lombardia
  Egitto 44.701   58.587   103.713   128.095   161.551 Lombardia
  Pakistan 34.379   57.808   96.207   121.609   159.332 Lombardia
  Filippine 77.304   112.642   168.238   157.665   156.642 Lombardia e Lazio
  Nigeria 27.397   41.486   71.158   113.049   128.487 Nord Italia
  Senegal 46.294   63.883   94.030   106.198   115.047 Lombardia
  Sri Lanka 42.322   61.955   100.558   107.598   110.532 Lombardia
  Tunisia 61.244   80.538   96.012   93.350   110.395 Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia
  Perù 49.074   80.455   109.668   91.662   105.265 Lombardia
  Moldavia 47.819   99.867   147.388   118.516   102.667 Veneto ed Emilia-Romagna
  Polonia 47.423   81.594   98.694   86.743   73.320 Lazio
  Ecuador 35.101   73.862   91.259   72.644   59.394 Liguria e Lombardia
  Brasile 24.275   34.505   42.587   51.790   51.918 Lombardia
  Macedonia del Nord 53.894   69.208   77.703   55.816   49.366 Veneto
  Bulgaria 19.513   35.818   56.576   56.645   48.659 Lombardia, Lazio e Campania
  Ghana 29.402   41.127   50.414   49.543   46.529 Emilia-Romagna
  Russia 16.864   23.808   35.211   37.424   41.631 Lombardia
  Kosovo 19.916   35.289   45.336   38.645   36.046 Lombardia e Veneto
  Germania 33.524   35.681   36.749   35.316   35.104 Lombardia e Trentino-Alto Adige
  Georgia 2.425   2.403   13.688   15.667   33.674 Toscana e Puglia
  Costa d'Avorio 12.160   19.196   25.362   30.038   31.816 Lombardia
  Francia 26.611   25.217   27.696   29.721   30.896 Lombardia
  Rep. Dominicana 14.448   21.263   28.804   29.111   29.791 Liguria e Lombardia
  Serbia 19.579   37.289   41.562   33.322   29.679 Veneto
  Spagna 12.830   14.443   21.286   25.954   28.932 Lombardia e Lazio
  Regno Unito 20.084   22.563   25.864   29.654   26.202 Lombardia, Toscana e Lazio
  Gambia 1.085   807   3.271   21.336   24.779 Lombardia, Puglia e Sicilia
  Cuba 9.977   14.956   19.999   22.311   24.756 Lombardia e Lazio
  El Salvador 5.060   7.599   12.973   16.270   24.349 Lombardia
  Mali 1.010   989   6.098   19.350   23.233 Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia
  Colombia 11.564   16.261   18.956   18.053   23.155 Nord Italia e Lazio
  Turchia 8.931   14.981   19.450   19.168   21.611 Lombardia
  Iran 5.681   5.877   9.813   12.866   19.887 Lombardia
  Bosnia ed Erzegovina 24.600   26.850   29.442   21.911   19.577 Veneto
  Algeria 13.678   20.433   22.679   18.468   19.142 Lombardia e Campania
  Afghanistan 1.257   2.863   7.654   11.121   17.642 Lombardia e Lazio
  Burkina Faso 5.974   11.119   14.939   13.979   16.768 Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Campania
  Camerun 4.314   7.438   12.298   15.329   16.570 Lombardia e Emilia-Romagna
  Stati Uniti 14.028   13.112   14.145   15.393   16.534 Lombardia, Toscana e Lazio
  Croazia 21.457   17.332   17.375   16.285   15.349 Veneto e Friuli-Venezia Giulia
  Argentina 10.866   9.567   9.053   9.117   15.342 Nord Ovest, Lazio, Calabria e Sicilia
  Venezuela 5.010   5.017   5.642   10.316   15.003 Nord Italia, Lazio, Abruzzo e Campania
  Guinea 1.801   2.713   4.490   12.213   13.670 Lombardia
  Bolivia 4.418   7.853   14.568   13.141   12.478 Lombardia
  Svizzera 11.420   9.013   7.507   7.703   7.794 Lombardia
  Eritrea 5.690   8.085   10.247   8.035   6.120 Lazio

Residenti per paese di nascita[12]

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Paese 2005 2010 2015 2020 2024 Aree con più residenti
  Romania 356.574   746.557   932.244   979.057   898.293 Nord Italia e Lazio
  Albania 250.454   378.877   408.072   478.267   557.064 Nord Italia e Centro Italia
  Marocco 224.064   336.019   388.572   442.430   489.033 Nord Italia
  Ucraina 75.811   164.472   206.392   238.705   297.032 Lombardia e Campania
  Cina 77.458   135.592   185.850   222.408   236.861 Lombardia e Toscana
  Moldavia 50.217   117.637   153.699   193.809   216.211 Veneto ed Emilia-Romagna
  Germania 198.088   205.817   202.843   204.692   203.891 Sud Italia e Sicilia
  India 54.749   94.528   124.949   160.568   190.338 Lombardia
  Svizzera 193.522   193.274   190.036   190.096   188.221 Sud Italia
  Bangladesh 32.328   59.688   90.702   129.527   188.171 Lazio
  Egitto 51.034   73.124   99.711   127.485   170.028 Lombardia
  Pakistan 31.426   55.916   80.200   121.499   162.413 Lombardia
  Filippine 68.359   99.010   128.315   141.644   147.284 Lombardia e Lazio
  Brasile 56.923   82.246   94.853   140.711   141.085 Lombardia
  Perù 53.061   85.908   104.314   112.019   135.830 Lombardia
  Tunisia 70.217   88.509   96.028   105.711   128.853 Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia
  Senegal 42.896   62.617   79.531   109.667   126.971 Lombardia
  Francia 128.493   127.869   125.231   124.324   119.773 Nord Ovest
  Nigeria 24.794   38.153   52.762   97.829   106.109 Nord Italia
  Argentina 56.737   66.173   66.974   74.383   102.855 Nord Ovest
  Sri Lanka 37.165   57.961   78.075   91.698   95.992 Lombardia
  Polonia 56.678   94.225   105.646   105.665   94.947 Lazio
  Russia 32.360   55.613   71.600   79.909   87.936 Lombardia
  Ecuador 34.948   65.888   77.735   78.801   80.462 Liguria e Lombardia
  Macedonia del Nord 51.175   66.930   67.270   72.617   72.388 Veneto
  Regno Unito 52.597   57.478   59.545   66.962   68.185 Lombardia, Toscana e Lazio
  Venezuela 38.665   44.186   46.800   61.652   66.190 Sud Italia
  Stati Uniti 48.833   49.180   50.001   53.182   53.855 Lombardia, Toscana, Lazio e Campania
  Rep. Dominicana 20.456   31.170   39.897   47.690   51.105 Liguria e Lombardia
  Bulgaria 22.572   42.154   53.933   57.968   50.959 Lombardia, Lazio e Campania
  Ghana 24.569   34.444   41.233   51.155   49.078 Emilia-Romagna
  Colombia 21.064   30.770   36.334   41.137   48.352 Nord Italia e Lazio
  Kosovo 20.672   33.744   38.002   43.561   44.637 Lombardia e Veneto
  Belgio 43.072   44.094   44.047   44.889   44.350 Lombardia, Veneto e Sicilia
  Cuba 14.460  24.391   31.797   38.367   42.660 Lombardia e Lazio
  Costa d'Avorio 11.309   17.861  22.718  34.169  37.343 Lombardia
  Spagna 21.251   24.101   29.015   34.617   36.926 Lombardia e Lazio
  Serbia 20.917  37.104   39.478   28.768   34.432 Veneto
  Georgia 2.566   6.166  11.825  15.546  33.393 Toscana e Puglia
  Libia 36.602   35.307   33.960   33.066   30.086 Lazio
  Bosnia ed Erzegovina 25.070   28.626   27.773   33.163   29.588 Veneto
  Iran 8.028   9.834   13.562   18.714   26.415 Lombardia
  Etiopia 16.565   22.923   26.364   27.709   25.929 Lazio
  El Salvador 5.769   8.425  12.071  16.682  24.361 Lombardia
  Canada 23.524   24.058   24.137   24.619   24.343 Sud Italia
  Gambia 987   1.128   3.091   21.261   24.251 Lombardia, Puglia e Sicilia
  Turchia 10.759   15.594   18.129   19.913   23.764 Lombardia
  Algeria 14.422   18.804   20.558   21.488   23.707 Lombardia e Campania
  Croazia 71.829   52.390   40.882   25.142   22.624 Veneto e Friuli-Venezia Giulia
  Mali 938   1.289   5.232   18.846   22.520 Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia
  Australia 17.980   18.548   18.959   19.588   19.185 Veneto e Lazio
  Burkina Faso 4.804   8.423   10.722   13.560   18.012 Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Campania
  Afghanistan 1.348   3.045   6.513   10.896   17.275 Lombardia e Lazio
  Camerun 4.156   7.393   10.474   15.220   16.886 Lombardia e Emilia-Romagna
  Grecia 14.470   14.856   15.367   16.556   16.313 Lombardia
  Bolivia 5.710   10.885   14.224   14.785   15.228 Lombardia
  Austria 16.312   15.977   15.017   15.132   15.018 Trentino-Alto Adige
  Bielorussia 4.298   7.934   10.508   13.155   14.906 Lombardia
  Guinea 1.607   2.553   3.697   12.298   13.817 Lombardia
  Paesi Bassi 10.362   11.527   11.895   12.808   13.778 Lombardia
  Cile 9.620   10.926   11.626   12.466   13.490 Nord Ovest
  Ungheria 7.811   10.535   11.973   12.872   13.269 Lombardia
  Somalia 7.215   8.539   10.580   12.110   12.635 Lazio
  Thailandia 5.152   7.542   9.109   11.142   11.727 Lombardia
  Messico 5.002   6.472   7.931   9.997   11.545 Lombardia e Lazio
  Slovacchia 5.140   8.729   9.987   10.390   10.887 Trentino-Alto Adige
  Eritrea 12.102   12.107   13.049   11.055   9.554 Lazio
  Slovenia 20.738   18.412   16.200   5.818   6.976 Friuli-Venezia Giulia

Divisione per continente

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La seguente tabella riporta i continenti d'origine della popolazione straniera residente in Italia al 31 dicembre 2022:[13]

Continente Popolazione Quota del totale*
Africa 1 240 012 2,062%
Asia 1 007 556 1,674%
America 380 146 0,632%
Oceania 2 236 0,003%
* % sulla popolazione totale dell'Italia

Evoluzione

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Anno Stranieri residenti Naturalizzazioni
2001[6] 1 334 889 10.401
2002[14] 1 341 209 12 258
2003[14] 1 464 663 17 183
2004[14] 1 854 748 19 123
2005[14] 2 210 478 28 643
2006[14] 2 419 483 34 260
2007[14] 2 592 950 45 459
2008[14] 3 023 317 53 679
2009[14] 3 402 435 59 362
2010[14] 3 648 128 65 932
2011[14] 3 879 224 56 147
2012[15] 4 052 081 65 183
2013[16] 4 387 721 100 712
2014[17] 4 922 085 129 887
2015[18] 5 014 437 178 035
2016[19] 5 026 153 201 591
2017[20] 5 047 028 146 605
2018[21] 5 144 440 112 523
2019[22] 4 996 158 127.001
2020 [2] 5 039 637 131.803
2021[23] 5 171 894 121.457
2022[24] 5 030 716 213.716
2023[25] 5 141 341 213.567
2024 5 253 658 217.000
2025 5.422.000

Secondo i dati Istat relativi al bilancio demografico nazionale, alla data del 31 dicembre 2020, risultavano regolarmente residenti in Italia 5.171.894 cittadini stranieri, pari all'8,45% della popolazione residente totale (59.641.488 individui), praticamente invariati rispetto all'anno precedente (+0,87%, pari a 43.479 individui).

L'incremento nel corso degli anni della popolazione straniera residente è dovuto sia a un saldo migratorio positivo tra immigrati ed emigrati, sia a un saldo naturale positivo tra nati e morti: per quanto riguarda il primo, i nuovi arrivi di immigrati stranieri dall'estero sono in calo da alcuni anni (da 530.456 nel corso del 2007[14] a 250.026 nel corso del 2015), ma continuano a superare gli stranieri emigrati (44.696 nel 2015); per quanto riguarda il saldo naturale, nel corso del 2015 ci sono stati 72.096 nati stranieri (il 14,8% dei nati, anch'essi in diminuzione rispetto ai due anni precedenti) contro 6.497 morti[26].

È da notare che il dato complessivo dei cittadini stranieri presenti nel territorio nazionale è stato corretto al ribasso in seguito al censimento generale ISTAT del 2011 della popolazione italiana, secondo il quale risultavano presenti 4.029.145 stranieri (6,8% della popolazione) alla data del 9 ottobre 2011, valore triplicato rispetto a quello del precedente censimento dell'ottobre del 2001, quando i cittadini stranieri risultavano essere 1.334.889 (2,3%)[27][28]. La differenza rispetto al dato proveniente dalle anagrafi, già riscontrata per tutti i dati demografici anche nei precedenti censimenti, dipende generalmente da errori o mancanze nell'aggiornamento delle anagrafi comunali nei dieci anni che intercorrono tra un censimento e l'altro[29].

I dati sui cittadini stranieri residenti non includono gli stranieri naturalizzati italiani e i cittadini stranieri irregolari. Secondo il censimento della popolazione del 2011, gli stranieri naturalizzati italiani erano 607.394[30]. Le acquisizioni di cittadinanza sono in costante aumento, da 4.158 nel 1991, a 10.401 nel 2001[31], a 65.383 nel 2012[16], fino a 178.035 nel 2015[26] (+37% rispetto al 2014). A titolo di paragone, si consideri che nel 2014 le acquisizioni di cittadinanza in Italia (129.000) sono state, in numeri assoluti, meno che in Spagna (206.000) ma più o meno in linea con quelle registrate in Germania (111.000), Francia (106.000) e Regno Unito (126.000)[32]. Tra coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2015, il 20% era precedentemente cittadino albanese e il 18% marocchino, ovvero apparteneva a due comunità straniere di più antico insediamento in Italia[26]. Al 31 dicembre 2023 si stimano circa 1 milione 912mila residenti italiani di origine straniera, di questi 1 milione 625 mila dei quali (circa l’85%) sono cittadini di origine non comunitaria.

Distribuzione

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La distribuzione dei cittadini stranieri sul territorio italiano è disomogenea: nel Nord-ovest risiede il 34,1% degli stranieri, nel Nord-est il 24,6%, nel Centro il 24,6%, al Sud l'11,9% e nelle Isole il 4,7%. Nella sola Regione Lombardia, la popolazione straniera è superiore al numero totale degli residenti stranieri nel Sud e nelle Isole.[33]

 
Analisi statistica dell'immigrazione in Italia nel 2022 con dati Istat
 
Percentuale di stranieri sul totale della popolazione regionale nel 2015

Province italiane con maggiore popolazione di stranieri residenti, al 1º gennaio 2023:

Provincia / Città metropolitana Regione Popolazione straniera residente Percentuale sul totale della popolazione
Città metropolitana di Roma Lazio 511.332 12,1%
Città metropolitana di Milano Lombardia 475.171 14,7%
Città metropolitana di Torino Piemonte 214.860 9,7%
Provincia di Brescia Lombardia 150.383 12%
Città metropolitana di Firenze Toscana 128.290 13%
Città metropolitana di Napoli Campania 127.154 4,3%
Città metropolitana di Bologna Emilia-Romagna 122.204 12,1%
Provincia di Bergamo Lombardia 120.821 10,9%
Provincia di Verona Veneto 111.175 12%
Provincia di Padova Veneto 96.639 10,4%

I capoluoghi di provincia italiani con maggiore presenza di stranieri residenti, al 1º gennaio 2023:[33]

Capoluogo di provincia Regione Popolazione straniera residente Percentuale sul totale della popolazione
Roma Lazio 347.758 12,6%
Milano Lombardia 301.149 21,2%
Torino Piemonte 127.836 15,1%
Genova Liguria 60.544 10,8%
Napoli Campania 56.153 6,1%
Firenze Toscana 54.970 15,2%
Prato Toscana 48.277 24,6%
Venezia Veneto 39.025 15,6%
Verona Veneto 38.333 15,0%
Brescia Lombardia 37.721 19,1%
Parma Emilia-Romagna 34.294 17,4%
Padova Veneto 33.634 16,2%
Reggio nell'Emilia Emilia-Romagna 28.474 16,7%
Modena Emilia-Romagna 28.438 15,4%
Palermo Sicilia 24.749 3,9%
Trieste Friuli-Venezia Giulia 22.878 11,5%
Perugia Umbria 20.548 12,7%
Piacenza Emilia-Romagna 19.669 19,1%
Rimini Emilia-Romagna 19.618 13,1%
Bergamo Lombardia 19.255 16,1%

I capoluoghi di provincia italiani con la più alta percentuale (superiore al 15%) di stranieri residenti sul totale della popolazione, al 1º gennaio 2023:[33]

Capoluogo di provincia Regione Percentuale di stranieri residenti sul totale della popolazione
Prato Toscana 24,6%
Milano Lombardia 21,2%
Piacenza Emilia-Romagna 19,1%
Brescia Lombardia 19,1%
Parma Emilia-Romagna 17,4%
Reggio nell'Emilia Emilia-Romagna 16,7%
Padova Veneto 16,2%
Mantova Lombardia 16,2%
Bergamo Lombardia 16,1%
Imperia Liguria 16,0%
Alessandria Piemonte 15,9%
Vicenza Veneto 15,6%
Venezia Veneto 15,6%
Cremona Lombardia 15,5%
Modena Emilia-Romagna 15,4%
Bologna Emilia-Romagna 15,2%
Firenze Toscana 15,2%
Novara Piemonte 15,1%
Torino Piemonte 15,1%
Pordenone Friuli-Venezia Giulia 15,0%

I ventuno comuni italiani con la più alta percentuale di stranieri residenti sul totale della popolazione, al 1º gennaio 2023:[33]

Comune Provincia / Città metropolitana Regione Percentuale di stranieri residenti sul totale della popolazione Paese di provenienza della maggioranza degli stranieri residenti
Baranzate Città metropolitana di Milano Lombardia 36,7% Egitto (21,2%)[34]
Bajardo Provincia di Imperia Liguria 35,3% Pakistan (22,2%)[35]
Rocca de' Giorgi Provincia di Pavia Lombardia 34,0% Romania (58,8%)[36]
Lucinasco Provincia di Imperia Liguria 32,0% Albania (52,6%)[37]
Airole Provincia di Imperia Liguria 31,4% Paesi Bassi (32,2%)[38]
Monfalcone Provincia di Gorizia Friuli-Venezia Giulia 30,4% Bangladesh (52,3%)[39]
Montieri Provincia di Grosseto Toscana 30,0% Macedonia del Nord (55,7%)[40]
Campione d'Italia Provincia di Como Lombardia 30,0% Russia (46,4)[41]
Acate Libero consorzio comunale di Ragusa Sicilia 29,7% Romania (46,8%)[42]
Fortezza/Franzensfeste Provincia autonoma di Bolzano Trentino-Alto Adige 28,5% Pakistan (14,6%)[43]
Monticiano Provincia di Siena Toscana 27,8% Macedonia del Nord (40,9%)[44]
Colleretto Castelnuovo Città metropolitana di Torino Piemonte 27,3% Romania (42,7%)[45]
Monterotondo Marittimo Provincia di Grosseto Toscana 26,3% Macedonia del Nord (78,1%)[46]
Pragelato Città metropolitana di Torino Piemonte 25,9% Romania (86,4%)[47]
Borgoratto Mormorolo Provincia di Pavia Lombardia 25,6% Romania (74,3%)[48]
Castel del Monte Provincia dell'Aquila Abruzzo 25,3% Romania (24,5%)[49]
Verdellino Provincia di Bergamo Lombardia 24,8% Senegal (22,3%)[50]
Pornassio Provincia di Imperia Liguria 24,8% Marocco (17,4%)[51]
Telgate Provincia di Bergamo Lombardia 24,7% India (33,4%)[52]
Pioltello Città metropolitana di Milano Lombardia 24,6% Egitto (15,4%)[53]
Prato Provincia di Prato Toscana 24,6% Repubblica Popolare Cinese (65,5%)[54]

Tabella con i dati regionali della popolazione straniera residente in Italia al 1º gennaio 2023:[33]

Ordine Regione Popolazione straniera residente Percentuale su popolazione totale
1 Lombardia 1.176.169 11,8
2 Lazio 634.045 11,1
3 Emilia-Romagna 554.041 12,5
4 Veneto 498.127 10,3
5 Piemonte 420.240 9,9
6 Toscana 415.190 11,3
7 Campania 251.996 4,5
8 Sicilia 191.368 4,0
9 Liguria 150.541 10,0
10 Puglia 142.145 3,6
11 Marche 129.067 8,7
12 Friuli-Venezia Giulia 116.340 9,7
13 Trentino-Alto Adige / Südtirol 98.267 9,1
14 Calabria 97.062 5,3
15 Umbria 88.571 10,3
16 Abruzzo 82.904 6,5
17 Sardegna 50.211 3,2
18 Basilicata 24.211 4,5
19 Molise 12.464 4,3
20 Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 8.382 6,8
ITALIA 5.141.241 8,71

Appartenenza religiosa

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Italia e Demografia religiosa d'Italia.
 
La Moschea di Ravenna

Secondo l'ultima indagine ISTAT, condotta tra il 2011 e il 2012, oltre la metà dei cittadini stranieri residenti in Italia con più di 6 anni di età si dichiara cristiano (56,4%). La seconda comunità religiosa tra gli stranieri è invece costituita dai musulmani (26,3%), mentre i buddisti sono circa il 3% e il 7,1% si dichiara ateo. I 4.570.317 immigrati censiti in Italia a quella data risultavano infatti così suddivisi[55]:

  • Cristiani: 2.052.000, di cui:
    • Ortodossi: 983.000, in prevalenza rumeni (62%)
    • Cattolici: 913.000, in prevalenza albanesi, rumeni e sudamericani
    • Protestanti: 98.000, in prevalenza romeni (17%)
  • Musulmani: 957.000, in prevalenza marocchini (35%) e albanesi (15%)
  • Atei / Non religiosi: 258.000, in prevalenza cinesi (25%) e albanesi (24%)
  • Buddisti: 102.000, in prevalenza cinesi (64%)
  • Altri: 142.000
  • Non risponde: 124.000

Se si considera, invece, la religione alla quale i genitori educano i propri figli (0-5 anni), il 41% dei bambini segue la fede musulmana contro il 37% di cristiani (in prevalenza cattolici e in misura minore ortodossi). Il 6% dei bambini non riceve invece nessuna educazione religiosa.

Secondo il Rapporto Immigrazione di Caritas e Fondazione Migrantes, nel 2021 il 56,2% degli stranieri residenti in Italia erano cristiani, dei quali il 57,5% ortodossi (31% sul totale), il 30,3% cattolici (17% sul totale) e il 5,8% protestanti (3,26% sul totale), il 27,1% musulmani, il 9% atei e agnostici, il 2,8% buddhisti, il 2% induisti, l'1,9% sikh e lo 0,9% di altre fedi.

Secondo il Dossier Statistico Immigrazione del Centro Studi e Ricerche IDOS, nel 2021 gli stranieri residenti in Italia erano composti per il 51,7% da cristiani (dei quali: 55,6% ortodossi, 34,2% cattolici, 8,4% protestanti, 1,5% altri cristiani), per il 33,3% da musulmani, per lo 0,1% da ebrei, per 3,1% induisti, per il 2,4% da buddisti, per l'1,7% da altri. Secondo tale rapporto, gli stranieri atei e agnostici nel 2021 sarebbero invece il 4,8% mentre l'1,7% praticherebbe altre religioni orientali e il 1,3% religioni tradizionali.

Dati Caritas-Migrantes sulla popolazione straniera
2021[56] 2020[57]
Religione % membri % membri
Cristiani 56,2 2.900.000 54,1 2.900.000
- Ortodossi 31,0 1.600.000 29,3 1.600.000
- Cattolici 17,0 866.000 20,1 1.100.000
- Protestanti 3,26 166.000 3,0 166.000
- Copti 4,9 142.000 0,3 19.000
- Altri cristiani 1,3 68.000
Musulmani 27,1 1.400.000 29,2 1.600.000
Buddhisti 2,8 144.000 3,2 174.000
Induisti 2,0 102.000 1,8 96.000
Sikh 1,9 98.000 1,0 51.000
Altre religioni 0,9 47.000 0,8 44.000
Atei e agnostici 9,0 461.000 9,9 531.000
Dati IDOS sulla popolazione straniera
Religione 2021[58] 2020[59] 2019[60] 2018[61]
Cristiani 51,7 51,9 52,2 52,6
- Ortodossi 28,7 28,9 29,2 29,6
- Cattolici 17.7 17,7 17,7 17,9
- Protestanti 4,5 4,4 4,4 4,4
- Altri cristiani 0,8 0,9 0,8 0,8
Musulmani 33,3 33,2 33,0 32,7
Ebrei 0,1 0,1 0,1 0,1
Induisti 3,1 3,1 3,0 3,0
Buddhisti 2,4 2,3 2,3 2,3
Altre religioni orientali 1,7 1,7 1,6 1,6
Religioni tradizionali 1,3 1,3 1,3 1,3
Altre religioni 1,7 1,7 1,7 1,7
Atei/Agnostici 4,8 4,8 4,7 4,7
Alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano
Dati: Ministero dell'Istruzione[62][63]
Anno scolastico Numero Percentuale sul totale degli alunni
2022-2023 914 860 11,2%
2021-2022 872 360 10,6%
2020-2021 865 388 10,3%
2019-2020 876 801 10,3%
2018-2019 857 729 10,0%
2017-2018 841 719 9,7%
2016-2017 826 091 9,4%
2015-2016 814 851 9,2%
2014-2015 814 208 9,2%
2013-2014 803 053 9,0%
2012-2013 786 630 8,9%
2011-2012 755 939 8,4%
2010-2011 710 263 7,9%
2009-2010 673 800 7,5%
2008-2009 629 360 7,0%
2007-2008 574 133 6,4%
2006-2007 501 420 5,6%
2005-2006 431 211 4,8%
2004-2005 370 803 4,2%
2003-2004 307 141 3,5%
2002-2003 239 808 2,7%
2001-2002 196 414 2,2%

Nel 2010, gli stranieri residenti in Italia risultavano significativamente più giovani dei cittadini italiani, con un'età mediana di 32,5 anni contro 44,3. Si tratta della quarta comunità straniera più giovane tra i Paesi della U.E. contro la seconda popolazione nazionale più vecchia (dopo la Germania).[64]

Nel 2009 i minorenni erano 932.675 (il 22% del totale) mentre gli stranieri nati in Italia (le cosiddette seconde generazioni) erano ormai 573.000[65], cioè il 13,5% del totale degli stranieri. In particolare, gli stranieri nati in Italia nel 2010 hanno rappresentato il 14% del totale delle nascite, un'incidenza circa doppia rispetto a quella degli stranieri sul totale della popolazione residente[66].

La presenza di allievi privi di cittadinanza italiana è in costante aumento nel sistema scolastico italiano, rappresentando oggi il 9%, con punte prossime al 10% nella scuola dell'obbligo. La loro presenza però è concentrata soprattutto nelle regioni settentrionali e in particolare in alcune aree urbane, cosicché in talune scuole la percentuale risulta significativamente più elevata[67].

Questi alunni rappresentano tutti gli stati del mondo, sebbene il 45% di loro provenga da soli 3 stati (Romania, Marocco e Albania). Circa l'81% di loro proviene da 19 stati (Romania, Albania, Marocco, Cina, Moldavia, Filippine, India, Ucraina, Ecuador, Peru, Tunisia, Pakistan, Macedonia, Egitto, Bangladesh, Senegal, Nigeria, Polonia, Ghana). Quasi la metà di questi alunni, oltre 371.000, sono nati e cresciuti in Italia, parlano l'italiano come prima lingua e/o sono bilingui; essi hanno lo status di "straniero" in base a una legislazione basata principalmente sullo ius sanguinis e non sullo ius soli, vigente e condizionato in pochi paesi europei (per esempio Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finlandia), ma che invece caratterizza quasi tutti gli stati del continente americano.[68]

Titolo di studio

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Fonte :Istat

La popolazione straniera residente in Italia ha un livello di istruzione simile a quello della popolazione italiana. Fonti Istat e Banca d'Italia riportano come il 39,4% della popolazione italiana abbia un diploma di scuola media superiore a fronte del 38,9% della popolazione straniera. Gli italiani in possesso di laurea invece si attestano intorno al 12,5% contro il 10,2% degli stranieri[69].

Condizione economica

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Analisi statistica dell'immigrazione in Italia nel 2022 con dati Istat

Un rapporto dell'Istat relativo agli anni 2008/2009 sugli stranieri nati all'estero e residenti in Italia[70] rileva che due terzi sono immigrati per motivi di lavoro.

Le condizioni economiche delle famiglie straniere sono in generale peggiori di quelle delle famiglie italiane. Infatti, le prime dispongono di un reddito netto mediano di 14.469,00 € contro i 24.631 € dei secondi. Le famiglie con un reddito netto più vicino a quello delle famiglie italiane sono, tra le comunità più numerose, quelle albanesi (70,1% del reddito medio delle famiglie italiane), filippine (68,3%) e cinesi (67,1%). Al contrario, quelle più lontane dal tenore di vita degli italiani sono le famiglie ucraine (40,8%), moldave (48,6%) e romene (47,6%).

Immigrati in Italia di 15 anni e più occupati, disoccupati o inattivi in migliaia nel 2022
Territorio Occupati Disoccupati Inattivi Totale
Italia 2.382 321 1.205 3.908
Nord-est 646 66 296 1.008
Nord-ovest 810 90 392 1.292
Centro 611 93 271 975
Mezzogiorno 315 72 246 633

Nel complesso, quasi la metà (49,1%) delle famiglie composte da soli stranieri è a rischio povertà (tale percentuale è il 17,4% per le famiglie di soli italiani). Come nel caso degli italiani, tuttavia, il rischio povertà è considerevolmente più elevato al Sud che al Centro o al Nord.

Tuttavia, le condizioni economiche degli stranieri migliorano con l'allungarsi della permanenza in Italia. Infatti, il reddito di una famiglia di soli stranieri residente nel Paese da più di 12 anni è in media superiore del 40% rispetto a quello di una famiglia arrivata da soli due anni. Inoltre, le entrate delle famiglie straniere dipendono per oltre il 90% da redditi da lavoro, mentre per le famiglie italiane tale quota si attesta solo al 63,8%. I redditi da capitale incidono appena per l'1,1% (contro il 5,5%) e le pensioni contano solo per l'1,9% (contro quasi il 30% delle famiglie italiane). Da osservare anche che il possesso di una laurea si traduce, in media, in un reddito solo dell'8% più elevato rispetto a quello di chi possiede la licenza elementare. Gli italiani laureati, al contrario, guadagnano in media il 75% in più di quelli con una licenza elementare.

 
Analisi statistica dell'immigrazione in Italia nel 2022 con dati Istat

I principali reati compiuti dagli immigrati detenuti riguardano lo spaccio di droga, la rapina e i delitti legati al furto. Il seguente grafico riguarda i reati compiuti da detenuti immigrati che si trovano nelle carceri italiane.

Stranieri irregolari

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I dati delle statistiche ufficiali basate sulla residenza, come è ovvio, non comprendono i numerosi stranieri che dimorano illegalmente sul territorio nazionale. La Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità stima la presenza di stranieri irregolari presenti sul territorio italiano al 1º gennaio 2014 in 300.000 unità (pari al 6% in proporzione alla popolazione straniera regolare), la stessa fondazione stimava gli irregolari in 500.000 unità nel 2003 e in 326.000 nel 2012[71].

In Italia l'immigrazione irregolare è alimentata soprattutto dagli overstayers, tutti quegli stranieri che, entrati nel Paese regolarmente, restano dopo la scadenza del visto o dell'autorizzazione al soggiorno: un fenomeno che ha raggiunto - secondo dati ufficiali del Ministero dell'Interno[72] - il 60% del totale degli immigrati irregolari nel 2005 (il 63% nel primo semestre del 2006). Un altro 25% circa degli immigrati irregolari giunge illegalmente da altri Paesi Schengen, approfittando dell'abolizione dei controlli alle frontiere interne (il 24% nei primi sei mesi del 2006). Soltanto il 15% dell'immigrazione irregolare arriva dalle rotte del Mediterraneo.

Sbarchi

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Rotte di migranti nel Mediterraneo.

Numero di persone sbarcate in Italia per anno[73][74][75][76][77][78][79].

Mese Anni
2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025
Gennaio 217 2.171 3.528 5.273 4.468 4.182 202 1.342 1.039 3.035 4.963 2.258 3.479
Febbraio 232 3.335 4.354 3.828 8.971 1.065 60 1.211 3.994 2.439 9.469 2.301 3.329
Marzo 1.075 5.459 2.283 9.676 10.853 1.049 262 241 2.395 1.358 13.216 6.857 2.407
Aprile 1.838 15.679 16.056 9.149 12.943 3.171 255 671 1.585 3.929 14.507 4.721 6.578
Maggio 1.031 14.599 21.232 19.957 22.993 3.963 782 1.654 5.679 8.720 8.153 4.976 7.178
Giugno 3.523 22.642 23.241 22.339 23.526 3.147 1.218 1.831 5.840 8.152 15.164 4.902 7.089
Luglio 5.980 24.026 22.846 23.552 11.461 1.969 1.088 7.067 8.609 13.802 23.638 7.465
Agosto 7.345 24.776 22.610 21.294 3.920 1.531 1.268 5.322 10.269 16.822 25.664 8.526
Settembre 9.388 26.122 15.922 16.975 6.282 947 2.498 4.386 6.919 13.533 19.149 7.685
Ottobre 8.250 15.264 8.915 27.384 5.984 1.007 2.017 3.477 7.097 13.251 10.277 5.722
Novembre 1.362 9.295 3.219 13.581 5.641 980 1.232 5.360 9.517 9.058 8.317 8.124
Dicembre 2.681 6.732 9.636 8.428 2.327 359 589 1.571 4.534 10.799 5.237 2.780
Totale 49.925[80] 170.100 153.842 181.436 119.369 23.370 11.471 34.134 67.477 105.140 157.652 66.317

A sbarcare sulle coste italiane attraversando irregolarmente i confini marittimi sono sia rifugiati in fuga da conflitti armati o persecuzioni e aventi diritto di asilo, sia migranti economici in cerca di migliori condizioni di lavoro[81][82]. Negli ultimi anni, i principali Paesi d'imbarco dei migranti sono quelli del Nordafrica - soprattutto Libia, Tunisia ed Egitto, ma anche Turchia e Grecia.[83]

 
Numero di migranti sbarcati in Italia, 1997-2021[84][85][86][87]

Il numero degli arrivi dalla fine degli anni novanta è altalenante. Due picchi sono stati raggiunti nel 1999 (49.999 arrivi) e nel 2008 (36.951 arrivi). Nel 2009-2010, anche a seguito degli accordi stipulati dal governo Berlusconi con il governo di Gheddafi in Libia, gli arrivi si sono ridotti a un minimo di 9.573 nel 2009 e 4.406 nel 2010. I respingimenti dei migranti intercettati in mare dall'Italia e riportati in Libia in base agli accordi con Gheddafi hanno procurato all'Italia una condanna della Corte europea dei diritti umani nel 2012, per violazione del divieto di espulsioni collettive e per aver esposto i migranti a trattamenti inumani e degradanti in Libia e al rischio di essere rimpatriati dalla Libia in Paesi d'origine non sicuri.[88] Nel 2011, con l'inizio delle primavere arabe in Tunisia, Libia ed Egitto, si è avuto un nuovo picco di 62.692 arrivi, per quasi la metà provenienti dalla Tunisia.[83]

 
Fonte: https://datibenecomune.substack.com/p/il-numero-zero

Dal 2014, con lo scoppio della seconda guerra civile in Libia e la crisi dei rifugiati siriani, si è verificato un nuovo marcato incremento degli sbarchi. Nel 2014 sono sbarcati sulle coste italiane 170.100 rifugiati e migranti[89] (su un totale di 220.194 che sono giunti nella U.E. attraversando irregolarmente il Mediterraneo nel 2014)[90], in crescita rispetto al 2013 (42.925 sbarcati)[83]. 141.484 degli sbarcati in Italia nel 2014 erano partiti dalle coste della Libia, 15.283 dalle coste dell'Egitto e 10.340 dalle coste della Turchia. I principali Paesi di cittadinanza degli sbarcati erano Siria (42.323), Eritrea (34.329), Mali (9.908), Nigeria (9.000), Gambia (8.691), Somalia (5.756) ed Egitto (4.095)[89]. L'incremento negli sbarchi si doveva sia al maggior numero di rifugiati provenienti in particolare dalla Siria a causa della guerra civile siriana, sia alla maggiore facilità e urgenza di partire dalle coste libiche a causa della situazione di anarchia creata dalla guerra civile in Libia, essa stessa storicamente un Paese non solo di transito, ma anche di destinazione per i migranti economici africani[91]. Molti degli sbarcati erano in cerca di asilo, in particolare siriani ed eritrei, le cui domande di asilo in Europa esaminate nel 2014 sono state accolte positivamente per il 95% e per l'89% dei casi, rispettivamente[92][93]. Tuttavia, solo pochissimi siriani ed eritrei hanno presentato domanda di asilo in Italia (500 e 480, rispettivamente)[94], mentre la maggior parte ha proseguito verso il Nord Europa (Germania e Svezia in particolare), nonostante il regolamento di Dublino preveda che i richiedenti asilo debbano presentare domanda di asilo nel primo Paese d'arrivo[95][96][97][98]. Nel 2015, i rifugiati e migranti sbarcati in Italia sono stati 153.842, il 9% in meno rispetto al 2014. Salvo una drastica riduzione del numero di rifugiati siriani, spostatisi sulla rotta dalla Turchia alle coste della Grecia (dove nel 2015 sono sbarcati 856.723 rifugiati e migranti[99] nel contesto della crisi europea dei rifugiati), le principali nazionalità dichiarate al momento dello sbarco sono rimaste Eritrea (38.612), Nigeria (21.886), Somalia (12.176), Sudan (8.909), Gambia (8.123), Siria (7.444) e Mali (5.752)[100]. Nel 2016 sono sbarcate 181.436 persone: i migranti di nazionalità nigeriana (37.551) hanno superato quelli di nazionalità eritrea (20.718), con un generale aumento dei migranti originari dell'Africa occidentale (13.342 dalla Guinea, 12.396 dalla Costa d'Avorio, 11.929 dal Gambia, 10.327 dal Senegal, 10.010 dal Mali), seguiti da Sudan (9.327), Bangladesh (8.131) e Somalia (7.281).[85] Dal luglio 2017 gli sbarchi sono iniziati a calare sensibilmente, in seguito a diversi accordi bilaterali con i governi di Libia e Niger, le tribù libiche del Fezzan e alcune milizie operanti nella zona di Sabratha.[101]

Richiedenti asilo e rifugiati

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Diritto di asilo § Normativa italiana.

Da non confondersi con la maggioranza degli stranieri, immigrati in Italia quasi sempre per motivi economici, i richiedenti asilo sono stranieri che hanno presentato all'Italia richiesta di protezione e ospitalità in base alle convenzioni internazionali, perché perseguitati nel loro paese di origine per le loro opinioni politiche, appartenenza a un gruppo religioso, appartenenza a una determinata classe sociale, appartenenza etnica, o provenienti da zone di guerra totalmente insicure, o oggetto di discriminazioni o persecuzioni. Dal momento che la richiesta di asilo va presentata nel territorio dello Stato a cui si richiede asilo e che le leggi italiane ed europee non prevedono vie di ingresso regolari per coloro che intendono presentare richiesta di asilo, i richiedenti asilo arrivano per lo più in maniera irregolare, attraverso gli sbarchi sulle coste italiane. In base alla convenzione di Ginevra sui rifugiati (1951), i richiedenti asilo non possono essere respinti ai confini se sono a rischio di persecuzione o di altri gravi danni[102]. Coloro la cui richiesta è stata accolta positivamente ricevono lo status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale (protezione sussidiaria o umanitaria), mentre i restanti possono essere rimpatriati[103]. Se nella categoria dei rifugiati rientravano nel secolo scorso prima persone rimpatriate da ex colonie italiane (accusati di collaborazionismo con i colonizzatori italiani) e poi persone perseguitate nell'Est Europa per l'opposizione ai regimi comunisti ivi allora imperanti, nel nuovo secolo la provenienza è prevalentemente da stati in guerra o autoritari, soprattutto Eritrea, Somalia e Afghanistan, non senza la presenza di perseguitati per motivi politici o religiosi.

 
Richieste di asilo in Italia,1990-2015. In arancione, le richieste di asilo ricevute; in blu, le decisioni prese sulle richieste di asilo presentate; in verde, le decisioni che hanno avuto esito positivo, col riconoscimento dello status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale.[104]

Tra il 1990 e il 2015, l'Italia ha ricevuto 517.720 richieste d'asilo, riconoscendo lo status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale a 178.788 richiedenti asilo[105][100]. Secondo l'UNHCR, il numero totale di rifugiati residenti in Italia alla fine del 2015 era di 118.047 unità, meno che in Germania (316.113), Francia (273.126), Svezia (169.520) e Regno Unito (123.067)[106]. I primi cinque Paesi di cittadinanza dei rifugiati in Italia erano Somalia (13.068), Afghanistan (12.203), Eritrea (11.962), Nigeria (9.931) e Pakistan (9.202)[107].

Il 2014 è stato, sia in Italia, sia nel resto d'Europa, un anno record per il numero di nuove richieste di asilo. In Italia sono state presentate 64.625 richieste di asilo (rispetto alle 26.620 del 2013), su un totale di 625.920 richieste di asilo in tutta l'U.E. (rispetto alle 431.090 del 2013); hanno avuto più richieste di asilo dell'Italia la Germania (202.645) e la Svezia (81.180). Le prime cinque nazionalità dei richiedenti asilo in Italia nel 2014 sono state Nigeria (10.135), Mali (9.790), Gambia (8.575), Pakistan (7.150) e Senegal (4.675)[108]. Alla fine del 2014, nelle strutture di accoglienza per richiedenti asilo in Italia erano ospitate 66.066 persone[109]. Nel 2015, le richieste di asilo sono state 83.970; al 31 dicembre 2015 i richiedenti asilo ospitati nelle strutture di accoglienza erano 103.792.[100]

Nel 2014 ci sono state in Italia 35.180 decisioni in prima istanza sulle richieste di asilo presentate (sia nello stesso anno, sia precedentemente): di queste, 20.580 (59%) hanno avuto esito positivo, col riconoscimento dello status di rifugiato o di altra forma di protezione internazionale, mentre le restanti 14.600 sono state respinte[108][110]. Hanno accolto positivamente più richieste di asilo dell'Italia la Germania (47.555), la Svezia (33.025) e la Francia (20.640). Le prime tre nazionalità di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale in Italia nel 2014 sono state Pakistan (2.420), Afghanistan (2.400) e Nigeria (2.145)[111].

Nel 2015 sono state prese 71.110 decisioni sulle richieste di asilo presentate; di queste, 29.535 (41%) hanno avuto esito positivo, mentre il 53% sono state respinte.[100]

L'immigrazione nel cinema

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Filmografia sull'immigrazione in Italia.

Negli ultimi anni, l'immigrazione è diventata un tema ricorrente nel cinema italiano, fino quasi a rappresentarne un genere a parte[112]. Uno dei primi film ad affrontare le problematiche relative all'immigrazione, in quel caso albanese, è stato Lamerica di Gianni Amelio (1994). Nell'ultimo decennio in particolare, tra i film incentranti su tematiche migratorie si trovano Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio Giordana (2005), Le ferie di Licu di Vittorio Moroni (2006), Cover-boy di Carmine Amoroso (2006), Bianco e nero di Cristina Comencini (2008), Cose dell'altro mondo di Francesco Patierno, Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi (2011), Terraferma (2011) di Emanuele Crialese e Con il sole negli occhi (2015) di Pupi Avati. Il regista veneziano Andrea Segre si è spesso concentrato sui temi relativi all'immigrazione nei suoi documentari (tra cui Come un uomo sulla terra, diretto insieme a Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer nel 2008), fino a dirigere e presentare alla 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il suo primo lungometraggio di fiction, Io sono Li (2011). È da notare che la maggior parte dei film sull'immigrazione sono realizzati da registi italiani, non essendoci ancora in Italia una generazione di cineasti di seconda generazione[113].

Media etnici

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I media etnici sono una tra le fonti principali di informazione degli immigrati in Italia. Già nel 2010 si registravano numerose testate multilingue, alcune delle quali appoggiate a grossi gruppi editoriali come per esempio L'Espresso (la Repubblica e Gazzetta di Reggio)[114] oppure portali a grossa diffusione come Stranieri in Italia, network etnico fondato nel 2000 con 22 testate in lingua diffuse in tutta Europa[114].

Babel TV è il primo canale televisivo in Italia dedicato ai temi dell'immigrazione. Nato nel 2010 sulla piattaforma digitale di Sky[115], dal 2014 trasmette solo su digitale terrestre.

Le principali fonti di informazione online sono Ethnoland, rivista bimestrale di informazione e di servizi, stringer.it e il citato Stranieri in Italia, presente sul web con il portale e la rete di siti in lingua[116].

La Corte dei Conti ha calcolato che al 2016 il costo medio per l'accoglienza di un singolo migrante variava tra i 30 e i 35 euro al giorno.[117][118] La spesa per l'accoglienza dei migranti nel 2018 (centri di prima accoglienza, SPRAR e hotspot)[119] è ammontata a 4.7 miliardi di euro, cifra che il governo italiano ha chiesto all'Unione europea e ottenuto di escludere dal computo del debito pubblico ai fini del Fiscal Compact[118] (tale somma non include la spesa a favore degli italiani non migranti che vivono al di sotto della soglia di povertà).

Il 95% della spesa degli SPRAR dal Ministero dell'Interno attingendo al Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell'asilo. Il massimale di 35 euro/giorno è erogato dal Ministero non direttamente ai rifugiati, bensì agli SPRAR ospitanti (tipicamente gestiti da laici o da Chiese cristiane[120] Nel 2022 il Decreto Sicurezza del ministro Salvini tagliò gli importi dei CAS (Centri di accoglienza straordinaria), secondo tre schemi di contratto: uno per i centri composti da singole unità abitative (21,35 euro pro-die/pro-capite), uno per i centri collettivi fino a 50 posti (26,35 euro pro-die/pro-capite), e uno per i centri collettivi da 51 a 300 posti (25,25 euro pro-die/pro-capite).[121]

  1. ^ Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes kakakkaka2006 (PDF) [collegamento interrotto], su caritasroma.it.
  2. ^ Population on 1 January by age group, sex and country of birth - Eurostat
  3. ^ Fonte: Rielaborazione dati Istat in Gianfausto Rosoli, Un secolo di emigrazione italiana 1876-1976, Roma, Cser, 1978
  4. ^ Copia archiviata (PDF), su migranti.torino.it. URL consultato il 19 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2012).
  5. ^ a b c d e f Stefano Baldi, op cit.
  6. ^ a b Rapporto Istat - 14º Censimento della popolazione: dati definitivi. Cittadini stranieri residenti (dati 2001).
  7. ^ Rapporto ISTAT - Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2004 per sesso e cittadinanza.
  8. ^ Emanati rispettivamente in attuazione della direttiva europea 2004/83/CE e della 2005/85/CE, seguiti dal d.lgs. 16 luglio 2012, n. 109. In tema di diritto d'asilo le principali innovazioni derivano dalle Direttive 13 dicembre 2011 - n. 2011/95/UE (recepita in Italia con il d.lgs. 21 febbraio 2014, n. 18), e dalla Direttiva 26 luglio 2013 - n. 2013/32/UE. Cfr. Calogero Commandatore e Alberto Di Gaetano, Codice dell'immigrazione, dell'asilo e della cittadinanza. Annotato con dottrina e giurisprudenza, I codici del professionista, Roma, Neldiritto, 2014, p. 1198, ISBN 9788866574323, OCLC 893418786. URL consultato il 15 luglio 2019 (archiviato il 15 luglio 2019).
  9. ^ Vincenzo Militello e Alessandro Spena, Il traffico di migranti: Diritti, tutele, criminalizzazione, Torino, G Giappichelli, 30 novembre 2015, p. 110, ISBN 9788892101388, OCLC 944522591. URL consultato il 15 luglio 2019 (archiviato il 15 luglio 2019).
  10. ^ Global Bilateral Migration | DataBank, su databank.worldbank.org. URL consultato il 3 febbraio 2025.
  11. ^ UNICEF: Rom in Italia, su unicef.it. URL consultato il 10-1-2008 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2009).
  12. ^ a b Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita, su demo.istat.it. URL consultato il 3 febbraio 2025.
  13. ^ Nicolò Berti, I numeri degli stranieri residenti in Italia, su youtrend.it, 9 dicembre 2020. URL consultato il 16 novembre 2023 (archiviato l'8 giugno 2023).
  14. ^ a b c d e f g h i j k Ricostruzione della popolazione residente per età, sesso e cittadinanza nei comuni, su istat.it, ISTAT, 26 settembre 2013. URL consultato il 27 novembre 2019.
  15. ^ Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2011, su istat.it, ISTAT. URL consultato il 27 novembre 2019.
  16. ^ a b Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2012, su istat.it, ISTAT. URL consultato il 27 novembre 2019.
  17. ^ Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2013, su istat.it, ISTAT. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  18. ^ Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2014, su istat.it, ISTAT. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2021).
  19. ^ Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2015, su istat.it, ISTAT. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2021).
  20. ^ Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2016, su istat.it, ISTAT. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2021).
  21. ^ Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2017, su istat.it, ISTAT. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2019).
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  27. ^ ISTAT - 15º Censimento generale della popolazione e delle abitazioni - Struttura demografica della popolazione
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Bibliografia

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