Tempietto del Volto Santo

tempio nel Duomo di Lucca

Il Tempietto del Volto Santo è una edicola all'interno della cattedrale di Lucca. Eretto nel 1484 da Matteo Civitali (1436-1501), custodisce al suo interno il veneratissimo crocifisso detto Volto Santo di Lucca.

Tempietto del Volto Santo
Tempietto del Volto Santo visto di lato (lato sud)
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàLucca
Coordinate43°50′26.47″N 10°30′21.57″E
Religionecattolica
TitolareGesù Cristo
Consacrazione1484
FondatoreDomenico Bertini
Stile architettonicorinascimentale
Completamento1484
 
Tempietto del Volto Santo visto dal retro (lato est) con la statua di San Sebastiano

Fino al 1484 il crocifisso ligneo noto come Volto Santo di Lucca era custodito in una cappella laterale dedicata a San Sebastiano. Domenico Bertini, diplomatico, altissimo funzionario della corte Papale e mecenate, chiese di poter costruire un nuovo tempietto per la grande croce, non tanto per le cattive condizioni del precedente altare, quanto perché il prezioso simulacro fosse ospitato in una struttura più prestigiosa, soprattutto in linea con quanto si stava realizzando in cattedrale[1]. A questo scopo il Bertini stipulò con Matteo Civitali un primo contratto nel 1482[2], che presentò un progetto piuttosto convenzionale per un tempietto a pianta quadrangolare, ispirato alle edicole di alcune chiese fiorentine.

Nel giro di un mese il Civitali passò alla stesura di un progetto alternativo secondo le sue aspirazioni, riguardante una struttura ottagonale, piuttosto nuova per quel periodo. Nonostante ciò, il nuovo progetto, sottoposto al finanziatore dei lavori, fu immediatamente approvato. La proposta struttura, pur di dimensioni minori rispetto al progetto iniziale (presumibilmente per non innalzare troppo il costo già stabilito), fu accettata entusiasticamente dal committente, dal vescovo e dal clero della cattedrale. La spesa rimase contenuta in 750 ducati larghi, ma Civitali ottenne anche il possesso di un'abitazione in città. Il tempietto fu costruito nel 1484 e doveva essere completato da dipinti e dorature che non furono realizzati, forse anche a causa della morte, nello stesso anno, del pittore collaboratore Baldassarre di Biagio. Le dorature furono realizzate in epoca barocca.

Gli edifici a pianta centrale erano uno dei temi più amati dagli architetti del Rinascimento, sulla scorta dei grandi esempi classici. Per quanto praticamente tutti gli architetti dell'epoca abbiano lasciato disegni di piante centrali da cui traspare il grandissimo fascino che il tema esercitava sui tecnici, appare chiaro che la committenza non era interessata ad un edificio del genere, la cui forma non si prestava ad usi pratici o alla liturgia. Infatti gli unici edifici sino allora realizzati che declinano il tema in qualche modo sono il triconco con cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, che è però saldato ad un tradizionale corpo basilicale, come è anche il caso della michelozziana tribuna della Basilica della Santissima Annunziata e la rotonda di Santa Maria degli Angeli, iniziata nel 1437 ma lasciata incompiuta alla morte del Brunelleschi. In ogni caso il Civitali si inserì in questa riflessione architettonica in modo autorevole e allo stesso tempo originale.

Descrizione

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La costruzione si presenta come un recinto ottagonale in marmo policromo con aperture soltanto su tre degli otto lati, quelli rivolti ad est, nord e sud. Sugli otto spigoli si levano otto colonne rudentate su basi quadrate e sormontate da capitelli compositi. Questi inquadrano, sugli otto lati, aperture ad arco a tutto sesto, chiuse da grate in ferro battuto sui cinque lati rivolti ad Ovest-Nord-Sud e chiuse da specchiature di marmi policromi sui tre lati rivolti ad est.

I capitelli sorreggono una tipica trabeazione nello stile del Civitali, un architrave suddivisa orizzontalmente in due da un sottile fregio ad ovoli e sormontata da un fregio continuo ornato da splendidi festoni di frutta legati con tenie, sostenuti agli angoli da mascheroni classicheggianti e al centro di ogni faccia da uno scudo con le armi del donatore. Al di sopra troviamo un altro cornicione aggettante di forme classiche. L'attacco dell'estradosso della cupola semisferica, coperta da squame multicolori e divisa da costoloni che continuano la partizione delle colonne, è mascherato da frontoni ad arco di cerchio, ornati da un motivo a conchiglia. A coronare il tutto, una lanterna di forme ancora tardogotiche, slanciata come un pinnacolo. Intorno alla sua base, ancora il motto del Bertini.

 
Il Volto Santo

Il lato centrale dietro l'altare interno aveva un altro altare, sempre di patronato del Bertini, ancora oggi ospitante uno dei suoi capolavori, la statua in marmo di San Sebastiano, in ricordo dell'altare in navata intitolato al santo e demolito per far posto al tempietto. Sotto il tronco d'albero cui il santo è legato il motto del Bertini, UT VIVAM VERAM VITAM; al di sotto in un cartiglio-firma viene orgogliosamente ricordata la ricollocazione del volto santo e della immagine di san Sebastiano interamente a spese del Bertini, che si intitola segretario vaticano e conte, e per opera del Civitali.

Nella specchiatura chiusa immediatamente a sinistra è collocato un clipeo laureato in marmo con il ritratto del donatore, realizzato come fosse una medaglia di cui potrebbe essere il recto, e in basso un'iscrizione contenente la data 1484[3]. In quella a destra, anch'essa chiusa, troviamo un altro clipeo, quasi il verso dell'altro, con il suo stemma, il gallo che becca da una spiga, allusivo a Gallicano, luogo natale del Bertini. Al di sotto di esso è un'altra firma dell'artefice[4].

Al centro della cappella, addossato sul lato est, troviamo la croce lignea di 2,24 per 2,65 metri, nota come Volto Santo di Lucca. La volta è stata decorata da Guerriero, figlio di Baldassarre di Biagio[5].

  1. ^ Maria Teresa Filieri, Il rinnovamento delle chiese lucchesi alla fine del Quattrocento, in "Matteo Civitali e il suo tempo. Pittori, scultori e orafi a Lucca nel tardo Quattrocento", catalogo della mostra, Cinisello Balsamo 2004, pag. 214.
  2. ^ Francesco Caglioti, Matteo Civitali e i suoi committenti nel Duomo di Lucca, in Matteo Civitali nella Cattedrale di Lucca..., cit. in bibliografia, Lucca 2011, pag, 76.
  3. ^ VALET VI SUA VERITAS MCCCCLXXXIIII
  4. ^ OPVS MATHEI CIVITAL[IS] LVCEN[SIS]
  5. ^ Graziano Concioni, Claudio Ferri, Giuseppe. Ghilarducci, I Pittori Rinascimentali a Lucca. Vita, opere, committenza, Lucca, 1988, pagg. 81 - 82.

Bibliografia

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  • AA.VV., San Martino di Lucca. Gli arredi della cattedrale, vol. II, Lucca, Istituto Storico Lucchese, 1999, ISBN non esistente.
  • AA. VV., Matteo Civitali nella Cattedrale di Lucca. Studi e restauri, a cura di Antonia D’Aniello e Maria Teresa Filieri, Lucca 2011.

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