Università degli Studi di Torino
L'Università degli Studi di Torino, o semplicemente Università di Torino (UniTo), è un'università statale italiana fondata a Torino agli albori del XV secolo.[7]
Università degli Studi di Torino | |
---|---|
![]() | |
Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Città | Torino |
Altre sedi | Alba, Aosta, Asti, Biella, Collegno, Cuneo, Grugliasco, Orbassano, Savigliano,[1][2][3] Venaria Reale[4] |
Dati generali | |
Nome latino | Alma Universitas Taurinensis (Alma Felix Universitas Studii Taurinensis)[5] |
Soprannome | UniTo |
Fondazione | 1404 |
Tipo | statale |
Rettore | Cristina Prandi |
Studenti | 81 000 (2023)[6] |
Dipendenti | 1 700 amministrativi ca. |
Colori | Rosso Grigio e Bianco |
Sport | CUS Torino |
Mappa di localizzazione | |
![]() | |
Sito web | |

Storia
modificaNel maggio dell'anno 825 il capitolare di Corteolona dell'imperatore Lotario I[8][9] istituì le scuole imperiali. Oltre a Pavia (capitale del Regno d'Italia dipendente dall'Impero carolingio), anche Torino ebbe la scuola di diritto, di retorica e arti liberali; alla sede torinese facevano inoltre riferimento gli studenti di Ventimiglia, Albenga, Vado e Alba.[10][11]
L'università propriamente detta fu istituita nel 1404 quando, per iniziativa del principe Ludovico di Acaia, l'antipapa Benedetto XIII emise la bolla di fondazione dello studium di Torino. Primo cancelliere fu Giovanni da Rivalta.[12]
Iniziò a prendere una forma moderna, sul modello dell'Università di Bologna, con la riforma di Emanuele Filiberto, ma non si sviluppò molto fino alla riforma di Vittorio Amedeo II che, divenuto re di Sicilia, affidò al siciliano Francesco d'Aguirre il compito di modernizzare e laicizzare l'Università e ne fece un modello di riferimento per molte altre università, tra le quali la Sorbona di Parigi che, secondo Filippo Cordova, fu riformata da Napoleone seguendo il modello voluto da Vittorio Amedeo e Francesco d'Aguirre per l'università di Torino.
Nell'Ottocento l'università crebbe molto, fino a diventare una delle più prestigiose in Italia e uno dei punti di riferimento del positivismo italiano, con docenti come Cesare Lombroso, Carlo Forlanini e Arturo Graf. Dal secondo dopoguerra e fino alla fine del secolo, l'incremento del numero di studenti e lo sviluppo edilizio sono stati rilevanti, ma l'università perse gran parte della sua centralità; il ruolo scientifico dell'ateneo ritrovò in seguito un nuovo impulso grazie alla collaborazione con altri centri di ricerca nazionali e internazionali, con gli enti locali e con il ministero dell'istruzione. Alla fine degli anni novanta le sedi di Alessandria, Novara e Vercelli si sono rese autonome, costituendo la nuova università del Piemonte Orientale. La statua di Minerva, realizzata da Vincenzo Vela nel 1858 su commissione di Pedro V di Portogallo[13] e originariamente destinata all'accademia di belle arti di Lisbona, fu acquisita per la città nel 1895. Dopo il restauro del 2003 fu trasferita dalla Galleria civica d'arte moderna al cortile interno del palazzo dell'università.[14]
Struttura
modificaDipartimenti
modificaL'università è organizzata nei seguenti dipartimenti:[15]
- Biotecnologie molecolari e scienze per la salute
- Chimica
- Culture, politica e società
- Economia e statistica
- Filosofia e scienze dell'educazione
- Fisica
- Giurisprudenza
- Informatica
- Lingue e letterature straniere e culture moderne
- Management
- Matematica
- Neuroscienze
- Oncologia
- Psicologia
- Scienza e tecnologia del farmaco
- Scienze agrarie, forestali e alimentari
- Scienze chirurgiche
- Scienze cliniche e biologiche
- Scienze economico-sociali e matematico-statistiche
- Scienze mediche
- Scienze, progetto e politiche del territorio
- Scienze della sanità pubblica e pediatriche
- Scienze della terra
- Scienze veterinarie
- Scienze della vita e biologia dei sistemi
- Studi storici
- Studi umanistici
Scuole
modificaL'ateneo ha altresì predisposto le seguenti scuole:[16]
- Agraria e medicina veterinaria
- Management ed economia
- Medicina
- Scienze giuridiche, politiche ed economico-sociali
- Scienze della natura
- Scienze umanistiche
Scuola di studi superiori
modificaDall'ottobre 2009 presso l'ateneo è istituita una scuola di studi superiori (SSST), intitolata a Ferdinando Rossi, che affianca ai normali corsi universitari. Dopo aver superato un esame di selezione, gli studenti ammessi e che rispettano requisiti di merito hanno diritto a una borsa di studio per le tasse universitarie e alla permanenza in una residenza universitaria.
Ricerca
modificaPresso l'università di Torino sono attivi diversi centri di ricerca,[17] tra cui:
- Centro di eccellenza per la didattica, l'assistenza e la ricerca in campo odontostomatologico (polo didattico Dental School del Lingotto, Via Nizza 230, Torino)
- CIM (centro imaging molecolare)
- Collegio "Carlo Alberto", centro di ricerca nell'area dell'economia, delle scienze statistiche e sociali.[18]
- ICxT (ICT e innovazione per società e territorio)[19] nato dalla collaborazione di otto dipartimenti (culture politica e società; economia; giurisprudenza; informatica; management; psicologia; scienze della vita e biologia dei sistemi; statistica), con l'obiettivo di fare ricerche e sviluppi innovativi di prodotti, servizi e progetti insieme alle imprese e di un incubatore d'impresa presso cui vengono attivati gli spin-off relativi alla ricerca scientifica denominato "2I3T", in compartecipazione con la città di Torino e Finpiemonte. Dispone di due siti, uno per gli spin-off attivi nella ricerca chimico-farmaceutica (complesso ex-Edilscuola di via Quarello) e uno per quelli attivi nella ricerca biotecnologica (Biotech school di via Nizza).
- MBC (molecular biotecnology center; scuola universitaria di biotecnologie)
- NIS (nanostructured interfaces and surfaces; superfici ed interfasi nanostrutturate)
- NICO (neuroscience institute Cavalieri Ottolenghi; centro di ricerca sulle neuroscienze presso Azienda Ospedaliera universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano)
- Centro "G. Scansetti" per lo Studio degli Amianti e di Altri Particolati Nocivi[20]
IRIS è il sistema di gestione integrata dei dati della ricerca (persone, progetti, pubblicazioni, attività) dell'ateneo.[21] IRIS AperTO è l'archivio istituzionale Open Access destinato a raccogliere, rendere visibile e conservare la produzione scientifica dell'Università di Torino.[22]
Musei
modificaLa storia delle collezioni scientifiche dell'ateneo torinese inizia con la creazione del museo dell'università, voluto nel 1739 da re Carlo Emanuele III. Nel corso del tempo esse si sono arricchite e organizzate in musei indipendenti, costituendo uno straordinario patrimonio di beni culturali scientifici.
Oggi questi musei sono al centro di progetti di valorizzazione sviluppati con la collaborazione tra ateneo, regione Piemonte, città di Torino e ministero dell'Istruzione.
I musei di mineralogia, di geologia e paleontologia, di zoologia e anatomia comparata sono stati affidati in convenzione al museo regionale di scienze naturali nel 1980.
I musei di anatomia umana, antropologia criminale e antropologia e etnografia rientrano nel progetto "museo dell'uomo". Quest'ultimo, che si sta realizzando in collaborazione tra l'università e la regione, troverà sede nel palazzo dove è già visitabile il museo di anatomia.
Biblioteche
modificaLe biblioteche dell'università di Torino sono suddivise in biblioteche di facoltà, interdipartimentali e di dipartimento.
Orto botanico
modificaÈ presente un orto botanico, legato al Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, situato nelle vicinanze del Parco del Valentino. Al suo interno è presente un percorso per ipovedenti e non vedenti, dotato di schede in Braille, poste accanto alle specie botaniche che possono quindi essere toccate direttamente dopo aver avuto le relative e sintetiche informazioni scientifiche.
Rettori
modifica- Cesare Nani (1898-1899)[23]
- Francesco Ruffini (1910-1913)
- Romeo Fusari (1913-1917)[24]
- Alfredo Pochettino (1924-1928)
- Luigi Einaudi (1943-1945)
- Mario Allara (1945-1971)
- Guido Sasso (1972-1975)
- Giorgio Cavallo (1975-1984)
- Mario Umberto Dianzani (1984-1996)
- Rinaldo Bertolino (1996-2004)
- Ezio Pelizzetti (2004-2013)
- Gianmaria Ajani (2013-2019)
- Stefano Geuna (2019-2025)
- Cristina Prandi (dal 2025)
Identità visiva
modificaIl logo (o stemma, o marchio) è il simbolo identitario dell'ateneo. Fino al 2022 era formato dal sigillo vero e proprio e dal testo disposto a circondare la parte grafica. Nella parte grafica si riconoscono tre elementi fondamentali:
- un toro (che richiama la città di Torino);
- su questo un'aquila rivolta verso il Sole (a simboleggiare la sapienza che deriva dallo studio) e la corona portata dall'aquila, a testimoniare il potere imperiale che con un suo diploma conferma la Casa Savoia come detentrice del controllo sull'istituto;
- i tre libri su quali è appoggiato il toro, che raffigurano le prime tre Facoltà istituite dall'Università.
Nel testo è leggibile Sigil∗Vnivers∗Avgustae∗Tavrinorvm, cioè Sigillum Universitas Augustae Taurinorum.[25]
Il 28 giugno 2022 è stato pubblicamente presentato il nuovo logo universitario, di colore rosso, che ridisegna parzialmente gli elementi fondamentali e sostituisce la precedente scritta con la nuova Universitas Studii Taurinensis 1404.[26]
Galleria d'immagini
modifica-
Il precedente logo, tratto dallo storico sigillo d'Ateneo
Organizzazione
modificaStatus giuridico, politiche accademiche e classifiche
modificaIl sistema universitario è organizzato e strutturato seguendo la legge 168/89, che ha istituito il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, la quale ha introdotto una serie di disposizioni volte a garantire maggiore autonomia nell'amministrazione universitaria, nella struttura della ricerca, della didattica e nell'organizzazione.
L'obiettivo della successiva riforma universitaria avvenuta nel 1999 era quello di adeguare il sistema di istruzione superiore italiano al modello definito dagli accordi europei della Sorbona e di Bologna. La riforma didattica fu attuata presso l'Università di Torino con lo sviluppo e l'ampliamento delle disposizioni di legge. Soprattutto applicata all'orientamento professionale, considerato come un importante passaggio di congiunzione tra la scuola superiore e l'istruzione universitaria, dove la formazione professionale non deve essere anteposta alla formazione dei cittadini e della persona colta come valore in sé.
L'Università di Torino ha scelto di perseguire la ricerca come sua priorità assoluta: ricerca sia sui fondamenti, sia che orientata al business, che integra competenze relative a:
- Ricerca nazionale e internazionale
- Trasferimento tecnologico (spin off, brevetti)
- Rapporti con le imprese locali e con il territorio
- Ricerca commissionata
- Vari progetti (fondi strutturali UE, ecc.)
Nel 2017, l'Università di Torino è stata classificata tra le migliori 500 università al mondo dal Times Higher Education. Si è inoltre posizionata nella fascia 551-600 nella classifica mondiale delle università QS.[27]
Progetti di cooperazione e internazionalizzazione
modificaA livello internazionale, l'Università di Torino è orientata sia allo sviluppo delle relazioni con le maggiori organizzazioni mondiali, sia alla collaborazione con altri paesi in via di sviluppo. Nel primo ambito, si sono solidificati i rapporti con le Agenzie delle Nazioni Unite, soprattutto con quelle già operative a Torino: l' ILO (International Training Centre) attraverso la Turin School of Development, l'UNICRI e l'UNSSC.
Da un po' di tempo l'università organizza o sponsorizza corsi insieme alla Turin School of Development, ad esempio il Master of Law (LL.M.) in International Trade Law, il Master of Law (LL.M.) in Intellectual Property (presso la Facoltà di Giurisprudenza), il Master in Management dello Sviluppo, il Master in Applied Labour Economics for Development, il Master in Public Procurement Management for Sustainable Development, il Master in World Heritage at work, il Master in Occupational Safety and Health in the Workplace, oltre ad un corso avanzato in Diplomatic and International Studies.
Esistono anche accordi di ricerca e insegnamento con nazioni sudamericane, tramite l'utilizzo di strumenti per l'apprendimento a distanza e brevi programmi di scambio culturale per docenti e studenti.
Tra il 1998 e il 2000, la Francia ha collaborato con l'Università di Torino per fondare l'Università Italo-Francese (UIF). Questa agenzia si dedica a stabilire tutte le possibili forme di collaborazione tra Francia e Italia nel campo dell'insegnamento universitario, della ricerca scientifica e della cultura in generale. L'UIF è coinvolta nel progetto di vasta portata della costruzione di un'"Europa della conoscenza". A testimonianza del suo prestigio, UNITO è stata classificata come una delle migliori università in Italia, nonché una delle principali università di ricerca in Europa.[28]
Riorganizzazione e progetti in corso
modificaL'Università di Torino è attualmente impegnata non solo nel rimodellamento della propria struttura didattica, ma anche in un progetto decennale di ristrutturazione e riorganizzazione delle proprie sedi; sono già in corso i lavori di ristrutturazione e valorizzazione degli edifici esistenti e di quelli di nuova acquisizione.
Tra i progetti già completati c'è la nuova sede di Grugliasco, che ospita le Facoltà di Medicina Veterinaria e di Agraria. Sono anche degne di menzione le sedi dell'ex Italgas (ora Palazzina Luigi Einaudi, già assegnata all'istruzione e alla didattica per le Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche) e dell'ex Manifattura Tabacchi; la costruzione della nuova Scuola di Biotecnologie; la realizzazione presso il Centro Pier della Francesca di nuovi laboratori, aule e sale comuni per gli studenti del Dipartimento di Informatica e, infine, la costruzione di un nuovo edificio per la didattica presso l'Ospedale San Luigi di Orbassano .
Dall'anno accademico 2001/2002 le Facoltà di Scienze Politiche e di Giurisprudenza attivano un corso triennale e un master in Cooperazione allo sviluppo e mantenimento dei rapporti di pace.
Note
modifica- ^ Sedi metropolitane (Torino e provincia), su unito.it. URL consultato il 12 agosto 2018.
- ^ Sedi extrametropolitane, su unito.it. URL consultato il 12 agosto 2018.
- ^ Estratto del "Rapporto di Sostenibilità 2015-2016" (PDF), su unito.it. URL consultato il 12 agosto 2018.
- ^ Struttura universitaria in scienze per la conservazione, restauro, valorizzazione dei beni culturali – Struttura, su conservazionerestauro.campusnet.unito.it. URL consultato il 31 gennaio 2020.
- ^ ALMA FELIX UNIVERSITAS STUDII TAURINENSIS. Lo studio generale dalle origini al primo Cinquecento, su equilibrilibreria.it.
- ^ UniTo in cifre, su unito.it.
- ^ UniPd, p. 10.
- ^ HLOTARII, Constitutiones Olonnenses. A. 825, in Monumenta Germaniae Historica, Leges, II, pp. 248-250
- ^ Ludovico Antonio Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, parte II, tomo I, p. 151
- ^ Prospero Balbo, Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, Torino 1825, pag.211-213
- ^ T. De Partouneaux, Storia della conquista di Lombardia fatta da Carlo Magno e delle cagioni che mutarono nell'alta Italia sotto Ottone il Grande - La dominazione francese in dominazione germanica, Milano, 1842, Epoca prima, Libro II, Capitolo IV, pag. 136
- ^ STORIA DELL’ARCHIVIO DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO CRONOLOGIA (PDF), su archiviostorico.unito.it.
- ^ Il re Pedro V del Portogallo fu in visita alla corte sabauda nel luglio 1855.
- ^ Bertone, Tomiato, 2011, 600-601.
- ^ Dipartimenti, su unito.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
- ^ Scuole, su unito.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
- ^ Centri, su Università di Torino, 27 ottobre 2014. URL consultato il 26 febbraio 2024.
- ^ http://www.carloalberto.org/
- ^ ICT e innovazione per società e territorio, su icxt.di.unito.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
- ^ Centro Interdipartimentale per lo Studio degli Amianti e di altri Particolati Nocivi "Giovanni Scansetti", su centroscansetti.unito.it. URL consultato il 26 febbraio 2024.
- ^ IRIS, su iris.unito.it. URL consultato il 7 dicembre 2024.
- ^ IRIS AperTo, su unito.it.
- ^ https://www.museotorino.it/resources/pdf/books/512/
- ^ Romeo Fusari | Torino Scienza, su torinoscienza.it. URL consultato il 23 aprile 2025.
- ^ Identità e sigillo, su unito.it, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 31 maggio 2019.
- ^ Mostra e lancio nuovo logo, su unito.it.
- ^ University of Turin, su topuniversities.com, 16 luglio 2015.
- ^ Top 100 European Universities – Academic Ranking of World Universities 2007, su ed.sjtu.edu.cn (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2008).
Bibliografia
modifica- Virginia Bertone, Monica Tomiato, Gli anni torinesi di Vincenzo Vela. Appunti su committenze pubbliche e private, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano 2011.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Università degli Studi di Torino
Collegamenti esterni
modifica- (IT, EN, ZH) Sito ufficiale, su unito.it.
- (EN) University of Turin, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Eventi organizzati da Università degli Studi di Torino, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (EN) Università degli Studi di Torino, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- UniToNews, su unitonews.it.
- UniTo Media, su media.unito.it.
- Associazione Amici dell'Università degli Studi di Torino, su amiciunito.it.
- L'Universitàchecontinua, su universitachecontinua.it.
- FRidA - Il Forum della Ricerca di Ateneo, su frida.unito.it.
- (EN) Scholars and Literati at the University of Torino (1404–1800), su ojs.uclouvain.be.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126121637 · ISNI (EN) 0000 0001 2336 6580 · BAV 494/6358 · LCCN (EN) n79029777 · GND (DE) 1011229-7 · BNF (FR) cb119955996 (data) · J9U (EN, HE) 987007269478505171 |
---|