Utente:Cicognac/Sandbox/10
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Sanscrito (Krishna e Radha)
modificaNarsinh Mehta, Vidyapati, Chandidas, Meera Bai, Surdas, Swami Haridas
Pittura
modificaaccenni al Medioevo e Rinascimento, esempi; venerazione di santi e vite dei santi? Dolce Stil Novo? Ariosto (e Tasso?). Fragonard, Jacek Malczewski
Letteratura Ottocento
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L’avvocato del diavolo,
La migliore offerta (Tornatore). Tromeo and Juliet.
Interviste private e in studio: confessioni (personaggi e escort).
I meme
Effetto amplificazione di tv, mass media di internet e social media.
CENERENTOLA E LE SUE SORELLE
Nello studio di Zhang Zhongzai sul valore della scarpa femminile nel subconscio cinese ed europeo, egli afferma invece che è probabile che in tempi antichi questo modello di riconoscimento attraverso la calzatura fosse comune in tutto il mondo, in quanto la scarpa veniva a colmare la distanza tra il mondo maschile e quello femminile in tutte le società in cui la segregazione di quest'ultimo rendeva difficile i contatti; la scarpa delegava infatti l'identità in un mondo in cui il sesso era remoto, e i contatti tra i due generi sporadici, e rigidamente controllati40: durante le contrattazioni matrimoniali, in epoca feudale, il sensale chiedeva alla futura sposa una scarpa come pegno da dare allo sposo; la scarpa quindi era legata sì alla femminilità (vediamo ad esempio il vocabolo 破鞋 poxie, ovvero “scarpa usata” che serve a tutt'oggi a designare una donna dissoluta) ma anche allo status. Secondo l'autore, infatti, il possesso della scarpa stessa era una prova di appartenenza ad un lignaggio, in quanto gli schiavi e i poveri nelle società antiche non possedevano calzari, mentre ufficiali, maestri confuciani e dame della nobiltà usavano scarpe preziose e decorate; in epoca Han nasce il concetto di 履历 lüli, letteralmente “esperienza della scarpa” per designare tutt'oggi il “curriculum vitae” di una persona; e durante l'impero dei Song vi era il costume di fornire il candidato agli esami imperiali di una lettera di raccomandazione che aveva il compito di scavalcare i canali ufficiali per superare le prove, e questa presentazione aveva il nome di 脚色 jiaose letteralmente “ colore del piede” o 脚色状 jiaosezhuang “condizione del colore del piede”, e stava a simboleggiare lo status e le conoscenze che un candidato possedeva per favorire la propria promozione.
La scarpa ha un valore specifico nella cultura cinese del Sud, sia per gli Han che per le minoranze, ed è quello a cui si è accennato sopra a proposito della ritualità nuziale. Liu Xiaochun elenca una serie di riti e tradizioni collegati al matrimonio e al corteggiamento in cui le calzature sono un elemento necessario: per esempio, durante la dinastia Jin, si era diffuso il rito del 同鞋 tongxie, ovvero “scarpe compagne”per il quale gli sposi promessi si scambiavano delle scarpe di canapa intrecciate per l'occasione; a Wuhu, nel passato, nel corredo di ogni figlia doveva esserci un paio di scarpe da indossare all'ingresso nella nuova casa; a Hefei, il giorno delle nozze, la sposa scambiava le scarpe con lo sposo; e nell'area di Jiangnan il matrimonio viene indicato anche come “踏夫鞋” tafuxie, ovvero “camminare nelle scarpe del marito”.
Tutte queste tradizioni sono da mettere in relazione, come molti studiosi spiegano, con l'omofonia tra 鞋, scarpa, e 谐 che significa “armonia”; e anche con il fatto che l'antica parola per definire il piede, 足 zu, entra in composti come 足够 zugou che significa “abbastanza” e 满足 manzu “soddisfatto” che richiamano un'idea di contentezza e serenità 48 . Nondimeno, anche in aree non Han, in cui il cinese mandarino non è la lingua tradizionale, quindi, troviamo costumi nuziali legati alle calzature: tra gli altri, i Mulao del Guanxi, i Dong del Guizhou e gli Yao49, segno che l'usanza non ha un collegamento univoco con la lingua. Quello che unisce la scarpa, specialmente femminile, e il matrimonio, è probabilmente un dettaglio che si è perduto nel tempo, ma che risulta fondamentale per la comprensione dei costumi dell'epoca e per la genesi della fiaba trattata qui e del quale, stranamente, solo alcuni studiosi hanno parlato sebbene getti una luce interessante sul significato della scarpa nella nostra vicenda. Il primo ad evidenziarlo è stato Ding Naidong, che spiega come “In ancient China, girls often made their own shoes. Even high-born maidens did the embroidery themselves. Embroidered shoes were thus regarded as very intimate and dearly treasured , as they vore the personality traits of their owner and maker” 50. L'autore cita questo elemento per spiegare la scarsa fortuna del modello di Cenerentola in Cina: il legame con una scarpa femminile e la sua proprietaria era così forte che una ragazza che perdesse le scarpe sarebbe certamente incorsa nel biasimo generale, e non sarebbe certo stata la protagonista positiva di una fiaba. In un certo senso anche Tangherlini, che tratta il modello di Cenerentola in Corea, è dello stesso avviso, ma espande il suo pensiero; notando che la maggior parte delle fiabe di questo modello contengono delle prove, che molto spesso sono legate alla dimostrazione delle proprie capacità e quindi del proprio valore come futura moglie nell'ambito della vita rurale, in un contesto di povertà estrema e di duro lavoro nei campi: in diverse versioni la ragazza deve filare grandi quantità di canapa, o separare le lenticchie buone da quelle guaste, o raccogliere della frutta o della legna; le pantofole confezionate a mano, che in Corea si chiamano 꽅신kkot sin, sono “delicately embroidered silk slippers. Often girls embroidered these themselves over a period of time in preparation for, and more likely, in expectation of their eventual marriage[...] as such, the kkot' shin are very visible and unique marking of the future and potential bride” 51. Queste pantofole, insomma, hanno il valore sia di riconoscimento di status, ma anche quello di “prova a scopo nuziale”: cardatura, filatura e tessitura erano parte integrante dei lavori domestici in tutte le realtà rurali del mondo antico, e specie in una famiglia numerosa.
(da p.74-78 e oltre)