L'invecchiamento della pelle o invecchiamento cutaneo è un fenomeno per cui, con l'avanzare dell'età e a partire dai 25-30 anni, la pelle tende a perdere elasticità; questa perdita può essere aggravata da disidratazione e dal proprio stile di vita e culmina nella comparsa delle rughe, un tipico segno della vecchiaia insieme alle macchie.

Presentazione

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Contrasto dell'invecchiamento della pelle

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Nel mondo della cosmetica, cosmeceutica e nutraceutica, esistono una serie di alimenti, integratori alimentari e farmaci che permettono di rallentare l'invecchiamento della pelle fin dai 25-30 anni. Questi prodotti e alimenti sono affiancati da una serie di abitudini di vita che sono supportate da loro. Queste soluzioni comunque non invertono la vecchiaia della pelle, ma si limitano a rallentarla: solo una tecnologia molto avanzata può invertire la vecchiaia della pelle o del corpo.

Altre soluzioni, come i semplici cosmetici, si limitano a nascondere l'invecchiamento della pelle, ma non a rallentarlo.

Gran parte delle soluzioni sono pensate per l'applicazione topicale o endogastrica/sottocutanea. L'applicazione di prodotti topicale consiste nella somministrazione sull'epidermide di prodotti cosmetici e cosmeceutici su pelle detersa e asciutta per stimolare la produzione e mantenimento del collagene. Per quanto sia un passo necessario, l'effetto dei prodotti si ferma all'epidermide, cioè al primo strato della pelle: l'effetto non si spinge fino al derma, a meno che la somministrazione è per via endogastrica o iniezione sottocutanea. L'applicazione di prodotti topicale si può affiancare alla somministrazione per via endogastrica e/o sottocutanea di prodotti. In tal modo, una serie di sostanze entrano nel sangue e, attraverso i capillari, raggiungono il derma; nel mentre, sono filtrate dal fegato e metabolizzate, per cui nel sangue restano i metaboliti.

Applicazione topicale

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  • creme ai peptidi di collagene:
  • sieri all'acido ialuronico:
  • sieri all'acido ialuronico:
  • sieri ai retinoidi:
  • sieri alla vitamina C:
  • sieri alla vitamina E:
  • creme alla centella asiatica (gotu kola):
  • sieri alle alghe brune:
  • ... (oli essenziali come la jojoba, rosmarino, ricino?)
  • ... (terapia al laser rosso?)

(scrub possibilmente chimici per favorire il turnover cellulare?)

Somministrazione endogastrica, dieta, trattamenti sottocutanei

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  • ingestione di peptidi di collagene (marino o bovino): (i tipi di collagene e la biodisponibilità; inesistenza del "collagene vegano")
  • acido ialuronico:
  • ingestione di vitamina C: (e maggiore biodisponibilità)
  • ingestione di magnesio: (e maggiore biodisponibilità)
  • ingestione di silicio:
  • ingestione di zinco:
  • ingestione di estratto di echinacea:
  • ingestione di centella asiatica (Gotu Kola):
  • ingestione di estratto di ginseng rosso/coreano/cinese (Panax ginseng):
  • ingestione di estratto di microalga spirulina:
  • ingestione di condroitina: (quale forma è più biodisponibile? Il solfato?)
  • ingestione di curcuma, cannella, zenzero e pepe nero in grani: sono spezie (controllo se tutte quante) che aiutano; il pepe nero in grani contiene piperina, che aumenta la biodisponibilità della curcumina contenuta nella curcuma; il pepe nero in grani contiene leggermente più piperina del pepe nero già macinato.
  • utilizzo del dermaroller: (deve essere professionale; rischio di infezione, inoltre se gli aghi non sono monouso non si può donare sangue intero per 4 mesi ed è costoso)
  • iniezione di filler di acido ialuronico: sono costosi e possono portare a gonfiore e infezione.
  • botox: idem

Antiossidanti

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  • ingestione di acidi boswellici: elastasi e collagenasi
  • ingestione di vitamina E:
  • ingestione di coenzima Q10 (CoQ10):
  • ingestione di selenio:
  • antocianine:
  • tè verde: contiene catechine, si beve dopo il pasto; il più concentrato è il tè verde matcha in polvere
  • GlyNAC: per produrre glutatione
  • alghe marine: alcuni sono fotoprotettive
  • funghi medicinali: ?
  • astaxantina: ?
  • pomodori: contengono licopene (vanno sobbolliti per 40 minuti a fiamma bassa e accompagnati con olio extravergine d'oliva per la biodisponibilità)

La stessa vitamina C, oltre a essere coinvolta nella produzione di collagene, è antiossidante. I rischi dello stress riduttivo. Resveratrolo?

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NON ASSUMERE COLLAGENE PRIMA DEI 25-30 ANNI (?). DIFFERENZA TRA COLLAGENE MARINO E BOVINO. COLLAGENE PURO E INSAPORITO E ARRICCHITO CON ALTRI PRODOTTI. MICROBIOMA.

Altri prodotti

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Alcuni prodotti e applicazioni endogastriche e sottocutanee sono:

  • ingestione di peptidi di collagene (marino o bovino): (i tipi di collagene e la biodisponibilità; inesistenza del "collagene vegano")
  • ingestione di acido ialuronico:
  • iniezione di filler di acido ialuronico: sono costosi e possono portare a gonfiore e infezione.
  • ingestione di vitamina C: (e maggiore biodisponibilità)
  • ingestione di magnesio: (e maggiore biodisponibilità)
  • ingestione di estratto di echinacea:
  • ingestione di centella asiatica (Gotu Kola):
  • ingestione di estratto di ginseng rosso/coreano/cinese (Panax ginseng):
  • ingestione di estratto di microalga spirulina:
  • ingestione di acidi boswellici: (elastasi e collagenasi)
  • ingestione di vitamina E:
  • ingestione di coenzima Q10 (CoQ10):
  • utilizzo del dermaroller: (deve essere professionale; rischio di infezione, inoltre se gli aghi non sono monouso non si può donare sangue intero per 4 mesi ed è costoso)

La dieta (antiossidanti, riduzione dei grassi insalubri e sale e zuccheri aggiunti) e la maggiore idratazione hanno una sovrapposizione tra la stimolazione per via endogastrica e lo stile di vita.

Collagene di tipo VII? Vitamina A? Zinco e selenio?

Stile di vita

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Comportamenti come bere, fumare, avere un sonno di scarsa qualità, non usare mai la crema solare, bere poca acqua, assumere troppi grassi insalubri, sale e zuccheri (e.g., attraverso il cibo spazzatura), essere obesi (i.e., avere una grande massa adiposa), avere problemi ormonali, essere sedentari, avere infiammazioni costanti della pelle, usare spesso scrub aggressivi, vivere in un posto con una scarsa qualità dell'aria, abusare di alcol e droghe, essere anoressici, svolgere attività fisica troppo estenuante e essere costantemente soggetti a stress elevato contribuiscono a degradare ulteriormente il collagene.

Pertanto, uno stile di vita che è orientato a conservare il collagene si basa sui seguenti punti:

  • forte limitazione del consumo di alcol (in particolare i superalcolici come taluni cocktail e liquori), anche attraverso bevande analcoliche (e.g., birra analcolica e vino dealcolato)
  • astensione totale dal fumo (incluse le sigarette elettroniche)
  • utilizzo quotidiano della crema solare ad alto FPS, anche quando ci si ritrova al chiuso (le finestre e le nuvole bloccano solo una parte dei raggi UV, che colpiscono la pelle anche quando manca il sole e quando le finestre sono chiuse)
  • idratarsi attraverso sia l'assunzione diretta di acqua che gli alimenti ricchi di acqua (la quantità di acqua giornaliera per un uomo di 30 anni è XXX, mentre per una donna di 30 anni è XXX. La quantità di acqua varia in base al clima, stagione, attività fisica, gravidanza e presenza di patologie come diarrea e vomito)
  • non usare quotidianamente gli scrub e evitare l'uso di scrub con grana aggressiva (una scelta alternativa è formata dal "peeling chimico", per cui lo scrub diventa un liquido che si applica in gocce su pelle detersa e asciutta e si sfrega)
  • sapere gestire lo stress eccessivo (lo stress eccessivo, nel momento in cui mette il corpo e la mente in stato di allerta, stimola la produzione di cortisolo, un ormone che contribuisce a invecchiare la pelle)
  • migliorare la qualità del sonno (uno scarso sonno porta a sua volta a stress e produzione di cortisolo)
  • eliminare dalla propria dieta i grassi insalubri e il sale e zuccheri in eccesso; questo risultato si raggiunge in parte eliminando il cibo spazzatura (e.g., cibo ultraprocessato denso di calorie ma scarso di nutrienti, pieno in partenza di grassi insalubri, sale e zuccheri in eccesso). In particolare, gli zuccheri in eccesso si legano alla proteina del collagene e portano dunque la proteina in glicazione, per cui è meno efficace. Inoltre, una dieta ricca di antiossidanti rallenta il degrado della pelle; non necessariamente gli antiossidanti devono provenire da integratori, siccome gli integratori per definizione si usano in caso di carenze accertate. Un esempio di grasso salubre e sostanza ricca di polifenoli antiossidanti è l'olio extravergine d'oliva, che è anche un componente base della dieta mediterranea (di cui a sua volta fa parte la Sardegna, una zona blu). Funghi medicinali e alghe marine (a volte vendute come integratori), brodo d'ossa (e rischio di accumulo di piombo e scarsa biodisponibilità) e gelatina. La caffeina inibisce la sintesi di collagene, tranne se il caffè è decaffeinato; il tè verde invece rallenta la degradazione del collagene, anche se contiene una dose minima di caffeina.
  • donare sangue intero (rimuove ferro dal corpo che, se in eccesso, provoca l'invecchiamento della pelle).

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Normal skin is composed of 80% type I collagen and 15% type III collagen. In photoaging skin, collagen fibers become shorter and thicker, and type I collagen is lost. The ratio of type III to type I collagen is significantly increased, and proportion of collagen is altered [96]. The density of collagen and elastin in dermis is decreased, and structure and elasticity of skin are reduced, resulting in the thinner and harder skin. Collagen peptides can increase the content of collagen in skin, reduce the loss of type I collagen, balance the proportion of type III and type I collagen, and decrease the thickness of dermis, which help to ameliorate UV-induced skin damage [97].

Genovese et al. [119], adopting a randomized, double-blind, placebo-controlled method to determine the skin parameters of volunteers after taking the nutrients containing type I collagen hydrolysates or placebo for 90 days, found that oral nutritional supplements could promote the synthesis of collagen, improve skin photoaging parameters and have the potential photoaging protection for skin. Schwartz et al. [120] revealed that the subjects who took a dietary supplement containing chicken sternal cartilage collagen hydrolysates (1 g/day, 12 weeks) experienced the reduced skin dryness and increased collagen content, which can be used to counteract the natural photoaging process [ma quest’ultimo paper è a rischio bias se è del 2019]. However, there are still several clinical trials on collagen peptides to improve photoaging skin, and most of them are mainly nutritional supplements containing collagen peptides. The specific role of collagen peptides in improving photodamage skin is unclear and remains to be investigated. In addition, the mechanism of collagen peptides to improve the condition of photoaging skin is rarely studied in clinical trials. Therefore, a controlled, long-term human study is necessary to verify the anti-photoaging effect of collagen peptide and to better understand its potential mechanisms.

Wang et al. [121] reported that compared with collagen peptides derived from porcine, bovine, and tilapia skin, hen-derived collagen peptides were more excellent in terms of photoprotection in UVA-induced photoaging human dermal fibroblasts

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Un'usanza giapponese correlata alla restrizione calorica è quella di smettere di mangiare quando ci si sente sazi all'80% (Hara hachi bun me, 腹八分目); l'usanza è di origine confuciana ed era parte della medicina tradizionale cinese. Altri concetti del pensiero giapponese sono collegabili a questo motto e all'alimentazione, come "Mottainai" (勿体無い), che significa letteralmente "superfluo" ed è correlato all'abitudine di mangiare solo ciò che sicuramente verrà consumato, per non produrre spreco di cibo o non mangiare oltre il necessario (e.g., mangiare troppo, mangiare quando non si ha fame). Altri due concetti sono "Kanso" (簡素) e "Wabi-sabi" (侘寂), rispettivamente "semplicità" e "naturalezza": entrambi sono riferibili al cibo non processato o minimamente processato.

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sinaptogenesi e aumento della plasticità sinaptica

https://news.mit.edu/2015/brain-strengthen-connections-between-neurons-1118

https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4565722/

https://learnmem.cshlp.org/content/20/11/642.full.pdf

https://karger.com/ger/article/69/9/1065/844969/Novel-Phenylethanoid-Glycosides-Improve

https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6602315/

https://alzres.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13195-022-01002-x

https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10191447/

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0168365922002450

https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0132366

https://www.nature.com/articles/s41531-017-0008-2

https://link.springer.com/article/10.1007/s12035-011-8226-9

https://www.nature.com/articles/s41598-020-73177-y

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(EN) Lilian R. Polsky, Kelly E. Rentscher e Judith E. Carroll, Stress-induced biological aging: A review and guide for research priorities, in Brain, Behavior, and Immunity, vol. 104, 2022-08, pp. 97–109, DOI:10.1016/j.bbi.2022.05.016

articolo con spiegazione piuttosto buona di senescenza cellulare; da unire a "The Hallmarks of Aging" (2013) e simili

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It has been stated that daily polyphenol intake is approximately 1 g/day. It is thought that fruits such as apples, grapes, pears, and cherries contain approximately 200–300 mg of polyphenols in 100 g, and a glass of red wine and a cup of coffee/tea contain approximately 100 mg of polyphenols [166]. Daily dietary habits vary according to geographical conditions. A study estimated that the Italian population consumes an average of 660 mg of polyphenols per day from nuts, cherries, tea, coffee, chocolate, and citrus fruits [167].[1] Burcu Pekdemir, António Raposo e Ariana Saraiva, Mechanisms and Potential Benefits of Neuroprotective Agents in Neurological Health.

Curcumin, another compound used as a dietary supplement, is authorized for use in food supplements in Brazil and the daily consumption amount for individuals over the age of 19 is recommended as 80–130 mg [168].

Resveratrol, which has been studied for its neuroprotective effects, is abundantly found in food sources such as grapes and wine. Resveratrol content is higher in red wine than in white wine. It is known that resveratrol content is also related to fermentation time. In addition to these foods, strawberries, blueberries, peanuts, and mulberries can be given. The effective dose is stated to be 30 mg/day [169].

Some of the studies that focused on the toxicity of polyphenol consumption examined the safety of green tea extracts, stating that regular consumption in the traditional infusion form appears to be safe, but that more studies are needed to ensure the safe use of concentrated extracts [15]. However, they concluded that a daily dose of 800 mg for 4 weeks was well tolerated [170].

nother therapeutic molecule that is quite commonly obtained from diets is the approximately 350 different quercetin conjugates identified in plant compounds. The amount of quercetin varies between 10 mg and 500 mg depending on the type of food, and it is known that the highest quercetin content is in Capparis spinosa (233.84 mg/100 g). In addition, there are significant amounts of quercetin such as 70.37 mg/100 g in raw radish leaves, 66.19 mg/100 g in raw wild arugula, 55.15 mg/100 g in fresh dill, 52.90 mg/100 g in raw coriander leaves, 48.80 mg/100 g in raw fennel leaves, and 42.00 mg/100 g in fresh Mexican oregano [171].

G. biloba leaf extracts, one of the medicinal plants in high demand worldwide, are sold on the market as herbal medicines and dietary supplements. Studies have shown that this extract does not cause any side effects at a dose of 120 mg/kg/day [172].

Consumption of anthocyanins, which are abundant in nature, especially in red, blue, and purple fruits/vegetables, is more common in regions with a Mediterranean diet [173]. Anthocyanin contents in foods have been reported as 400–1500 mg/100 g in black chokeberry, blueberry (60–300 mg/100 g), blackcurrant (100–500 mg/100 g), blackberry (50–350 mg/100 g), and purple corn (≥1500 mg/100 g) [174]. Since anthocyanins are generally not found in daily foods, studies have been conducted on the recommendation for daily consumption of these beneficial compounds. In order to reduce the risks of degenerative diseases as well as diabetes, cancer, and metabolic syndrome, a daily intake of 50 mg has been recommended. When we look at the per capita consumption rates of these compounds worldwide, it was determined as the United States (12.5 mg), Australia (24.2 mg), and Asia (37 mg) [173].

Another polyphenol source found in plants and having neuroprotective effects is apigenin. It is found in nature in plants such as celery, kumquat, parsley, onion, tea, dried thyme, coriander, and vine spinach. The average daily consumption amount was determined to be 3 ± 1 mg/day in Europe, 4.23 mg/day in China, and 0.45 mg/day in Australia [175].

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Preventing vitamin deficiency and toxicity, which constitute an important part of diets in terms of health, is another important issue. The daily recommended intake of vitamin C, which is found in high amounts in foods such as asparagus, celery, zucchini, raspberry, Brussels sprouts, bell pepper, broccoli, peas, orange, lemon, and grapefruit, is recommended as 120 mg. The daily recommended intake of vitamin E, which is found in high levels in avocado, spinach, hazelnuts, eggs, milk, and cereals, is 15 mg [166]. The body’s requirement for vitamin B, which is found in dairy products, meat, eggs, fruits, and green vegetables, varies according to the person’s life stage and the types of B group vitamins [176]. For adults, the recommended daily intake of vitamin B1 is 1.1–1.2 mg. The recommended daily intake of B6 for adults is 1.3–1.7 mg. The adequate daily requirement for vitamin B7 has been determined as 35 μg for infants and 150–300 μg for adults, and it has been concluded that doses greater than 60 mg per day for several months are relatively non-toxic. A daily intake of 4 μg of vitamin B12 is thought to be sufficient to maintain biological functions [177]. The most important dietary sources of vitamin D are known to be oily fish and egg yolks. A daily vitamin D intake of 400–800 IU is recommended. However, consumption of these foods is not common in some regions. For this reason, vitamin D is generally consumed as a food supplement by some countries [178,179]. Vitamin K, which is generally found in photosynthetic plants, is mostly found in vegetables with high chlorophyll concentrations such as kale and spinach [180]. The recommended adequate daily intake of vitamin K aims to ensure normal blood clotting. However, studies conducted so far also target bone and vascular health. For this reason, it is recommended that more than 250 μg of vitamin K intake is necessary [181].

Coenzyme Q10, the third most consumed food supplement after fish oil and multivitamins, has a wide distribution in plant and animal tissues. Since Coenzyme Q10 is distributed in high-energy tissues, animal hearts and livers represent the richest dietary source (30–200 mg/kg). In meat, fish, and nuts, this rate is known to be 10–50 mg/kg, and in grains and fruits/vegetables, this rate is known to be approximately 1–10 mg/kg [182].

Another therapeutic hormone, melatonin, is a compound naturally secreted by the body. Studies conducted on melatonin in the treatment of diseases such as obesity and hypertension have shown that melatonin supplementation has positive effects on the treatment strategies of these diseases. In obese women, daily 6 mg melatonin supplementation before bedtime has been shown to indicate improvements in inflammatory parameters such as tumor necrosis factor-alpha and interleukin-6. When looking at natural dietary sources, melatonin was found in concentrations in chicken heart and liver mixture (1.1 ± 0.01 ng/g), lamb (1.6 ± 0.14 ng/g), chicken with skin (2.3 ± 0.23 ng/g), pork (2.5 ± 0.18 ng/g), beef (2.1 ± 0.13 ng/g), salmon (3.7 ± 0.21 ng/g), and dried egg powder (6.1 ± 0.95 ng/g) [183]. A diet rich in tryptophan has been associated with higher levels of neurotransmitter serotonin. The recommended daily requirement of tryptophan, which can be found in foods such as chicken, eggs, dairy products, bananas, and walnuts, is 900–1000 mg [184]. Tyrosine, found in nuts, legumes, meat, fish, and dairy products, also plays a role in neurotransmitter synthesis and regulation. Tyrosine intake increases dopamine synthesis and release in nigrostriatal neurons.

Another neurotransmitter produced depending on the amount of tyrosine is norepinephrine.

In addition, vitamin B, vitamin C, vitamin D valine, isoleucine, leucine, phenylalanine, iron, zinc, and omega-3 fatty acids also increase the synthesis of other neurotransmitters. Tea, a source of theanine, is thought to increase GABA levels in particular.

There are many foods that contain acetylcholine, known as the main neurotransmitter in the brain. Examples include turkey, peas, salmon, egg yolk, mung bean, soybean, beef, and lentils. However, the highest concentration of acetylcholine is found in nettles. Mistletoe, a type of nettle, has traditionally been used to treat patients with high blood pressure, headaches, epilepsy, and other neurological disorders. It is thought that the suppressive and calming effects of mistletoe on the heart may be due to the presence of GABA in addition to the acetylcholine it contains [185].

The daily requirement for creatine, an amino acid and its derivatives, is 2–2.5 g. Half of this is synthesized endogenously by the kidney, liver, and pancreas, while the other half is taken into the body through an omnivorous diet [186]. While plant-based foods from natural food sources do not contain creatine, it is found in animal foods. In particular, creatine can be found in breast milk at 0.2 g/kg and up to 11.0 g/kg in herring filet [187].

Cysteine deficiency seen in people as they age causes a loss of quality of life. Daily intake of less than 1200 mg of cysteine, which is naturally found in fish, meat, milk, eggs, and soybeans, may not show significant benefit [188]. Due to its rapid intestinal absorption and metabolism, cysteine is generally known to be safe and well tolerated even in high doses [189].

Protein C, which has neuroprotective effects, is a vitamin K-dependent glycoprotein and is not found in foods or nutraceuticals. Therefore, protein C synthesis is dependent on vitamin K levels [190].

Endogenously produced BDNF plays a critical role in brain health, including neuroprotection, neurogenesis, and synaptic plasticity. Dietary strategies to increase the levels of these proteins in the body, which cannot be supplemented orally, are important. In particular, it is known that α-linolenic acid intake increases BDNF expression in the body. Another component that increases BDNF levels and is found largely in fish, flaxseed, and walnuts is omega-3 fatty acid [191,192]. Likewise, there are indications that polyphenols have a positive effect on BDNF and GDNF concentrations [193].

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[Napping/siesta e apprendimento (quando farla e per quanto) e eventuale link con la neurogenesi] > nell'articolo 'pennichella/siesta/sonnellino/pisolino'

cronobiologia dell'apprendimento

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La cronobiologia dell'apprendimento è un filone teorico e di ricerca all'interno della cronobiologia che ricerca il migliore momento all'intero della giornata per studiare, apprendere e memorizzare e il migliore orario per iniziare le lezioni.

Gli studenti universitari in generale iniziano le lezioni a orari fissi al mattino presto, per cui l'orario delle lezioni non segue i tempi di funzionamento ottimale (optimal functioning times) degli studenti. Infatti, secondo la ricerca scientifica, l'inizio delle lezioni ha un effetto migliore sul tempo di sonno degli studenti, sulla loro salute e sulla loro performance. Lo stesso principio è applicabile al lavoro: l'orario di lavoro mediamente inizia a un orario fisso per tutti i dipendenti ed è al mattino presto.[2]

In generale, secondo la ricerca, iniziare le attività educative al mattino tardi migliora la performance educativa (Borlase et al., 2013; Edwards, 2012; Meltzer et al., 2014; Wahlstrom et al., 2014). Negli Stati Uniti, il Centers for Disease Control and Prevention, l'American Academy of Pediatrics e l'American Medical Association propongono anch'esse la soluzione di iniziare le lezioni a un orario più tardo. Inoltre, durante la pubertà (dunque a partire dagli 11 anni), avviene uno spostamento/shift nei tempi di addormentamento e risveglio pari a 2-3 ore più tardi rispetto all'infanzia; dopo che continua a manifestarsi in modo forte fino ad almeno 19.5 anni nelle femmine e a quasi 21 anni nei maschi (Roenneberg et al., 2004), lo shift decade intorno ai 25 anni, per cui il momento di addormentamento e risveglio si anticipa di 2-3 ore. Nonostante ciò, gli orari di inizio lezioni nella scuola dell'obbligo e all'università sono sempre rimasti perlopiù stabili se non immutati. Sempre secondo la ricerca scientifica, è poco efficiente e produttivo fissare un orario e cercare di farvi conformare i cronotipi degli studenti e lavoratori: è più efficace, produttivo e umano allineare gli orari delle lezioni o di lavoro al cronotipo degli studenti e lavoratori. Il disallineamento temporale tra il proprio ritmo circadiano e gli orari di lezione e lavoro portano a perdite di sonno anche considerevoli; negli studenti di 14-24 anni, dunque di scuola superiore e università, porta a perdite di sonno pari a più di due ore al giorno (Foster et al., 2013; Kelley et al., 2007). La privazione del sonno e il debito di sonno portano a uno scarso rendimento scolastico e lavorativo a causa del suo impatto sulla cognizione, attenzione e consolidamento della memoria. Inoltre, la privazione e debito di sonno portano a problemi psico-fisici (e.g., obesità, diabete, depressione, ansia e abuso di droghe) che minano il benessere fisico e emotivo.[2]

Il ritmo circadiano delle persone ha un valore medio; le variazioni individuali sono pari a 4 ore in più o in meno rispetto alla media. Le variazioni sono causate dall'età ma anche dal sesso e dai fattori genetici.[2]

Secondo un sondaggio svolto su 190 studenti e secondo anche quanto noto nel campo della ricerca neuroscientifica sulla cronobiologia, l'orario ideale per iniziare una lezione universitaria non è al mattino presto, ma dovrebbe iniziare molto più tardi, intorno alle 11:00 o 12:00. Tuttavia, questo orario rappresenta un valore medio siccome ogni singolo studente universitario ha un proprio cronotipo, cioè un insieme di abitudini che riguardano la gestione del tempo (in particolare, del periodo di sonno e di veglia, dunque dell'orario in cui si addormenta e risveglia). Pertanto, ogni singolo orario possibile di inizio delle lezioni avvantaggia un cronotipo alle spese degli altri. Per non svantaggiare nessun cronotipo, una soluzione è alternare tre orari di inizio lezione diversi tra loro e una sessione pomeridiana di lezioni in un orario comune.[2]

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Sono a: Method: Survey-Based Empirical Model

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SE TROVO MATERIALE E LA TRATTAZIONE E' BREVE, CI INSERISCO ANCHE LA MOTIVAZIONE E ANSIA NELL'ACQUISIZIONE DEI VERBI FRASALI

  1. ^ (EN) Burcu Pekdemir, António Raposo e Ariana Saraiva, Mechanisms and Potential Benefits of Neuroprotective Agents in Neurological Health, in Nutrients, vol. 16, n. 24, 18 dicembre 2024, pp. 4368, DOI:10.3390/nu16244368. URL consultato il 4 giugno 2025.
  2. ^ a b c d (EN) M. D. R. Evans, Paul Kelley e Jonathan Kelley, Identifying the Best Times for Cognitive Functioning Using New Methods: Matching University Times to Undergraduate Chronotypes, in Frontiers in Human Neuroscience, vol. 11, 19 aprile 2017, DOI:10.3389/fnhum.2017.00188. URL consultato l'11 aprile 2025.