Utente:Giada.ferroni/Sandbox


Il requisito di commercialità nei soggetti IRES

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Le disposizioni previste dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.) per i soggetti passivi dell’IRES si applicano anche agli enti del Terzo Settore (ETS), introdotti dal Codice del Terzo Settore (D.lgs. 117/2017). Questi enti sono definiti all’articolo 5 come "soggetti che svolgono in via esclusiva o prevalente una o più attività di interesse generale senza scopo di lucro, perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale".

Enti del Terzo Settore a carattere non commerciale

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La qualificazione fiscale degli ETS dipende dalla natura commerciale o non commerciale delle attività di interesse generale svolte. Secondo l’articolo 79, comma 5, del Codice del Terzo Settore, si considerano non commerciali le attività di interesse generale se:

  1. Sono svolte gratuitamente o dietro corrispettivi che non superano i costi effettivi, laddove per costi effettivi si intende non solo i costi di diretta imputazione ma anche i costi indiretti legati all'attività svolta;
  2. I ricavi eccedono i costi di non oltre il 5% per ciascun periodo d’imposta e per non più di due periodi d’imposta consecutivi.
  3. Nel periodo d’imposta le entrate non commerciali superano i proventi derivanti dalle attività di interesse generale svolte in forma d’impresa e dalle cosiddette “attività diverse”.Indipendentemente da tali criteri, sono considerate non commerciali le attività di ricerca scientifica di particolare interesse sociale, purché:
  • Rappresentino la finalità principale dell’ente.
  • Gli utili siano interamente reinvestiti nell’attività di ricerca.

Sono altresì considerate non commerciali le attività di interventi e servizi sociali, prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, se esercitate da fondazioni che rispettano specifiche condizioni, come il reinvestimento degli utili e l’assenza di compensi per gli amministratori.

Enti del Terzo Settore a carattere commerciale

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Un ETS è qualificato come commerciale quando i ricavi derivanti da attività di interesse generale svolte con modalità commerciali e da attività diverse superano, nel periodo d’imposta, le entrate derivanti da attività non commerciali. Le attività considerate di natura commerciale includono, ad esempio, la cessione di beni e servizi a soci, familiari o conviventi contro pagamento di corrispettivi specifici. Tali corrispettivi contribuiscono alla determinazione del reddito complessivo come reddito d’impresa o redditi diversi, a seconda della loro abitualità o occasionalità.

Regimi fiscali applicabili

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La natura commerciale o non commerciale dell’ETS determina il regime fiscale applicabile. Per gli enti non commerciali del Terzo Settore, il Codice prevede un regime forfettario agevolato per il calcolo del reddito imponibile. Se, tuttavia, l’ente svolge prevalentemente attività commerciale in un periodo d’imposta, perde la qualifica di ente non commerciale, con la conseguente esclusione dai relativi benefici fiscali ma mantiene comunque l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

Imprese sociali

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Accanto agli ETS, il Codice del Terzo Settore disciplina le imprese sociali, definite come enti privati, incluse le società, che esercitano stabilmente attività d’impresa di interesse generale senza scopo di lucro, perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Indipendentemente dalla forma giuridica assunta, le imprese sociali sono fiscalmente inquadrate tra gli enti commerciali.


Fonti

[1][2]

  1. ^ "Fondamenti di diritto tributario", A. Contrino, G. Corasaniti, E. della Valle, A. Marcheselli, E. Marello, S.M Messina, M. Trivellin.
  2. ^ normattiva.it, https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2017-07-03;117.