16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti è un breve ma intenso resoconto della retata nazista del ghetto di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943.

Il testo descrive l'improvvisa irruzione delle SS nel ghetto di Roma all'alba del 16 ottobre 1943. Debenedetti, con uno stile asciutto e diretto, racconta come i nazisti abbiano circondato il quartiere ebraico, bussando alle porte delle case e arrestando gli ebrei, uomini, donne e bambini.

L'operazione fu condotta con una precisione militare: gli ebrei furono radunati, caricati su camion e portati alla stazione Tiburtina, da dove sarebbero stati deportati ad Auschwitz. Debenedetti sottolinea l'atmosfera di terrore e l'umiliazione subita dalla comunità ebraica, che non aveva ricevuto alcun avvertimento precedente.

Il racconto non si dilunga in descrizioni dettagliate degli eventi, ma lascia trasparire il dramma umano attraverso brevi scene: madri che cercano di nascondere i figli, anziani che vengono trascinati via, e la disperazione di chi assiste impotente.

Debenedetti riflette anche sul silenzio della città di Roma e sulla complicità passiva di molti durante questi eventi tragici, ponendo l'accento su come la memoria di questa giornata oscura non debba essere dimenticata.

Il testo è una testimonianza storica importante, non solo per il suo valore documentale ma anche per il suo impatto emotivo, che richiama alla necessità di ricordare e comprendere le atrocità dell'Olocausto.