Accademia degli Aspiranti Naturalisti
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Minerva galeata ed astata stante di fronte, tiene una lancia nella mano sinistra e indica con la destra la testa di un leone accovacciato ai suoi piedi[1]
La Cappella dei Pontano, sede dell'Accademia dal 16 giugno 1843
Fondazione1838
FondatoreOronzio Gabriele Costa (1787-1867)
Scioglimento1869
ScopoLa diffusione e promozione dello studio delle cose naturali de' tre regni, minerale vegetale ed animale[2]
Sede centraleItalia (bandiera) Napoli
Lingua ufficialeitaliano
MottoSapienza e Fortezza

L'Accademia degli Aspiranti Naturalisti è stata un'associazione scientifica privata, fondata a Napoli dallo zoologo pugliese Oronzio Gabriele Costa, nel 1838, durante il Regno delle Due Sicilie.[3]

È ritenuta l'accademia che ha formato i più eminenti medici e naturalisti che operarono a Napoli nell'ultimo ventennio borbonico,[4] e che contribuirono poi, nell'Italia postunitaria, alla ripresa degli studi chimici, botanici, medici e zoologici.[5]

Il sodalizio si riunì per la prima volta il 24 febbraio 1838 in veste ancora informale e fu inaugurato solennemente il 10 gennaio 1841, nella Cappella di Santa Monaca a Carbonara.[6] Sospese le sue attività nel 1848 per riprenderle nel 1861, nella sede dell'Accade­mia Pontaniana, e sciogliersi poi definitivamente nel 1869.[7]

L'inizio del percorso

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L'inizio del percorso, che avrebbe portato alla nascita della nuova Accademia, si può far risalire, secondo le parole dello stesso fondatore, lo zoologo salentino Oronzio Gabriele Costa, al luglio del 1836.[8]

Proprio allora Costa, in esplorazione faunistica nelle Calabrie per conto della R. Accademia delle Scienze, aveva ricevuto la proposta di nomina a titolare della cattedra di Storia naturale, presso l'Università degli Studi di Corfù.[9][10]

Nel contempo, a Napoli, era stata varata la riforma universitaria di Ferdinando II che prevedeva, tra l'altro, la ripartizione su quattro cattedre delle discipline afferenti alla zoologia.[11]

Per la prima di dette cattedre, definita da Francesco Saverio Monticelli di Zoologia generale,[12] si richiedeva che il candidato avesse «profonde dottrine, e facile comunicativa» e che fossero «in lui ben formate e chiarificate le idee generali che si applicano ad una o ad altra classe di viventi». Coerentemente, ne era prevista l'assegnazione tramite pubblico concorso nazionale.[13]

Ferdinando II, invece, per scongiurare la partenza di Costa e il grave detrimento che ne sarebbe derivato per la zoologia napoletana,[14] assegnò proprio quella cattedra a Costa[15] e, «con un ragiro già concertato»,[10] lo fece nominare professore nella R. Università di Napoli. Costa accettò.[16]

La nascita dell'Accademia

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Accolto formalmente nell'ambiente universitario napoletano, dal quale era rimasto sino ad allora escluso, Costa intravide l'opportunità di attuare in patria una sua antica idea, «un pensiero già maturato fin dal 1817» ma che, «per i sospetti in cui il governo viveva»,[8] non aveva potuto ancora realizzarsi.[17] Era il progetto dell'Accademia degli Aspiranti Naturalisti.[18]

 
Santa Monaca a Carbonara, sede della cerimonia d'inaugurazione dell'Accademia degli Aspiranti Naturalisti

All'epoca a Napoli esistevano già quattro accademie, due regie e due private,[19] ma il progetto di Costa era diverso. Era quello di un'associazione «giovanile... tutta operosa e per così dire militante»,[20] che procedesse «con proprie osservazioni nella disamina de' fatti della natura»[21] e, attraverso il confronto, la sperimentazione e la ricerca sul campo,[22] allargasse i ristretti limiti intellettuali degli studi e dell'insegnamento universitario, e ovviasse all'inaccessibilità delle accademie.[20]

Un'istituzione cioè che «penetrata si fattamente di se medesima, esercita i giovani a ciascun ramo di Storia Naturale, li accomuna a periodiche adunanze, pone a squittinio e liberamente le loro osservazioni ed i loro giudizi».[23]

Anche nella denominazione era diversa.

Gli inizi della nuova accademia furono piuttosto informali. Erano riunioni serali, in casa di Costa, dei «più atti e volenterosi» dei suoi studenti, tra cui il figlio Achille, «onde per via d'una conversazione... apprendessero talune cose, che ad un tempo loro riuscissero d'istruzione e di diletto».[24]

Nei mesi successivi, quando gli incontri divennero da occasionali a periodici e coinvolsero altri studenti, molto più avanti negli studi universitari, il nuovo sodalizio si era di fatto costituito e poté riunirsi per la prima volta come Accademia degli Aspiranti Naturalisti, il 24 febbraio 1838, anche se in veste ancora informale.[22]

Nel 1840, con l'ammissione dei primi soci[25] e la pubblicazione dello statuto redatto da Costa,[26] l'Accademia degli Aspiranti Naturalisti fu pronta per l'inaugurazione ufficiale che si svolse solennemente il 10 gennaio 1841. La cerimonia si tenne nella Cappella di Santa Monaca a Carbonara, con «gran concorso di dotti e di ragguardevoli persone»[27] e alla presenza di Francesco Ricciardi, presidente della R. Accademia delle Scienze,[28] di Giuseppe Maria Mazzetti, arcivescovo di Seleucia, Consultore di Stato e Presidente della R. Università degli Studi e della Commissione dell'Istruzione Pubblica e di Antonio Sancio, intendente della Provincia di Napoli.

La nuova sede e la sospensione delle attività nel 1848

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Santa Monaca a Carbonara fu solo la sede della solenne inaugurazione dell'Accademia, ma non era stato il luogo abituale delle sue riunioni. Infatti, già a partire dai primi incontri informali, gli Aspiranti Naturalisti si erano sempre ritrovati in casa del «benemerito istitutore». [29] Solo dal maggio del 1840, costituitisi formalmente in associazione, ebbero la disponibilità di una sala presso l'Intendenza della Provincia di Napoli.[30]

 
Interno della Cappella Pontano

Costa però aspirava a qualcosa di più di autonomo e di più funzionale per un'accademia «militante» come la sua.[20] Così nel giugno 1843, acquistò a sue spese, la Cappella Pontano[31] che versava in uno stato di totale abbandono e che, sempre pagando personalmente, fece restaurare e adattare.[32]

Dal 1° gennaio del 1844 la Cappella poté ospitare non solo le riunioni degli associati, ma anche una biblioteca, numerose collezioni naturalistiche del gabinetto scientifico personale di Costa,[18] da lui donate all'Accademia assieme allo strumentario e alle attrezzature di laboratorio, alle sue note e disegni[33] nonché a «parecchi ritratti d'insigni naturalisti».[34][30]

La Cappella dei Pontano avrebbe ospitato le riunioni e le attività degli Aspiranti Naturalisti fino a quella che sarebbe stata l'ultima adunanza pubblica, il 16 gennaio 1848.[35]

Falliti infatti i moti costituzionali del 1848, la repressione borbonica colpì violentemente anche l'Accademia che, accusata di svolgere «un'azione sobillatrice e di attacco alla monarchia», fu chiusa e molti tra gli associati subirono la persecuzione, il carcere o l'esilio.[36]

La riapertura nel 1861 e i Congressi scientifici provinciali

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L'Accademia rimase chiusa per circa dodici anni quando, finiti i «tempi inverecondi», Costa fu riabilitato[37] e gli «esuli Socii, gloriosi per isventura, e celebrati per amor di patria e di scienza», poterono nuovamente riunirsi in una prima adunanza pubblica, il 6 gennaio 1861.[38]

Ma gli inizi della nuova fase non furono facili. Anche se le attività di ricerca non si erano completamente interrotte durante la chiusura forzata, i lavori prodotti erano pochi e, nonostante l'ingresso di nuovi soci,[39] i primi numeri della nuova serie degli Annali furono scarni e, spesso, pubblicati con ritardo.[40] Per rimediarvi, Costa cominciò con l'introdurre una modifica dello statuto, portando il numero dei soci ordinari da dieci a diciotto e inoltre, pur confermando di riservare a suo carico tutte le spese di mantenimento dell'Accademia, sollecitò l'Amministrazione statale a sovvenzionare i progetti maggiori quali la realizzazione della carta geologica dell'Italia meridionale e le ricerche, peraltro già avviate, sul tarantolismo.[41]

Costa pensò anche a iniziative sul territorio che coinvolgessero le Amministrazioni locali, per ottenerne finanziamenti per la ricerca, per l'allestimento di piccoli musei naturalistici e di osservatori meteorologici e per creare associazioni scientifiche locali, affiliate alla sua Accademia.[40]

Le idee di Costa ebbero seguito. Di concerto con le Reali Società economiche,[42] furono organizzati tre congressi scientifici provinciali, tenuti in altrettanti capoluoghi di provincia della Campania, nella primavera di ciascun anno dal 1862 al 1864.[43] Ebbero come tema il miglioramento di due attività fondamentali del settore primario, l'agricoltura e la pastorizia, supportato da studi naturalistici, agronomici e zootecnici svolti sul territorio dai soci dell'Accademia.







Gli Aspiranti Naturalisti al VII Congresso degli scienziati italiani

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Lo statuto e la struttura organizzativa

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L'attività di divulgazione

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Costa era un convinto fautore della «diffusione... dello studio delle cose naturali»,[44] tanto da farne uno degli obiettivi della sua Accademia, inserito nel primo articolo dello statuto.[44] E così, al fine di «dar contezza alla gioventù studiosa, siccome delle mie poche osservazioni in fatto di zoologia come eziandio delle altrui»,[45] fin dal gennaio del 1839 aveva iniziato la pubblicazione di un foglio mensile di divulgazione naturalistica, la Corrispondenza zoologica.[46]

Nella definizione dei contenuti, questo primo progetto editoriale di Costa prevedeva la pubblicazione delle memorie originali dei soci dell'Accademia, degli articoli inviati alla rivista da autori stranieri, nonché gli estratti di lavori a stampa, i sunti di opere già pubblicate e gli annunci di opere nuove sia di zoologia che di scienze affini.[47] I fogli, accompagnati dalle tavole incise in rame con i disegni, sarebbero poi andati a formare annualmente un volume.[22]

Le pubblicazioni della Corrispondenza si interruppero però prima di quanto previsto, perché nel giugno dello stesso 1839, Costa diede vita a un nuovo progetto, le Esercitazioni accademiche degli Aspiranti naturalisti. Una nuova rivista che, simile ni contenuti, avrebbe preso il posto della Corrispondenza e che sarebbe uscita regolarmente fino al 1841,[22] poi sostituita a sua volta da una nuova pubblicazione

Nel 1842, infatti, Costa curò l'uscita di nuovo «periodico lavoro», il Bullettino dell'Accademia degli Aspiranti Naturalisti.[48] Pubblicato sia in italiano che in francese, il Bullettino si proponeva di dare «spedita e sollecita comunicazione de' nuovi fatti che si presentano al Naturalista» riportando sia gli estratti delle memorie dei propri soci sia «le cose più riguardevoli... comunicate dalle Accademie Europee... e da' scienziati nazionali e stranieri».[49] Un'ulteriore innovazione, furono i processi verbali delle tornate ordinarie e i resoconti delle due riunioni in forma pubblica, a gennaio e a maggio, con i verbali generali sui lavori eseguiti dai soci nel corso del rispettivo semestre precedente.[50]

Dal 1843 il Bullettino fu affiancato dagli Annali dell'Accademia degli Aspiranti Naturalisti,[51] che avrebbero riportato per intero le memorie dei soci, le note comunicate e tutto «quanto potrà derivare d'altrui opere o giornali, che nuovo sia e che avvantaggi le scienze naturali». Usciti regolarmente fino al 1847, gli Annali avrebbero interrotto le pubblicazioni durante il lungo periodo di sospensione delle attività dell'Accademia, per riprenderle poi, con una nuova serie, nel 1861 e fino alla chiusura definitiva dell'Accademia nel 1869.

Un ideale passaggio di testimone

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, «sollecita ad immegliare nel nostro Paese lo studio di tanto vasto sapere»,


Pubblicazioni dell'Accademia

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  1. ^ Minieri-Riccio, 1879
  2. ^ Esercitazioni, 1840b
  3. ^ Cfr. AAVV, 1845, p. 5 e p. 19.
  4. ^ Cfr. Maio, 2011, p. 193.
  5. ^ Tra gli altri il patologo Salvatore Tommasi, l'entomologo Achille Costa, il filosofo Angelo Camillo De Meis, i medici Tito Livio De Sanctis, Antonio Di Martini e Leonardo Dorotea, il chimico Pasquale La Cava, e il botanico Vincenzo Tenore (cfr. Borrelli, 2003, p. 108).
  6. ^ La cappella fa parte del complesso monumentale della chiesa di San Giovanni a Carbonara ed è attualmente conosciuta come Cappella di Santa Monica. Secondo alcune fonti dell'epoca, la Cappella di chiamava invece di Santa Monaca a Carbonara (cfr. Il Lucifero, 1841, p. 198; AAVV, 1845, p. 19; Celano, 1858, p. 275 e Luigi Catalani, Discorso su' monumenti patrii, Napoli, Stab. Tip. Dell'Aquila, 1842, p. 21).
  7. ^ Cfr. Borrelli, 2024.
  8. ^ a b Cfr. Minieri-Riccio, 1879, p. 176.
  9. ^ L'Università di Corfù (Ionian University) è stata la prima università greca in età moderna, fondata nel 1824 dal filoellenico britannico Frederick North, 5° conte di Guilford, quando Corfù e le altre sei isole Ionie, erano un protettorato del Regno Unito, così come sancito dal Trattato di Parigi del 1815 (cfr. University History, su Ionian University, 11 gennaio 2023).
  10. ^ a b Cfr. Minieri-Riccio, 1879, p. 175.
  11. ^ Cfr. Battaglini, 2008, pp. 52-53.
  12. ^ O di Zoologia teoretica secondo la definizione di Pietro Battaglini (cfr. Battaglini, 2008, p. 53).
  13. ^ Cfr. Monticelli, 1901, p. 33
  14. ^ Costa, all'epoca, godeva già di fama internazionale soprattutto per le sue ricerche sull'anfiosso. Rinvenuto lungo le spiagge del litorale di Posillipo, il Branchiostoma lubricum Costa, 1834 poi accettato come Branchiostoma lanceolatum (Pallas, 1774) era stato descritto e collocato sistematicamente da Costa che, per primo, ne aveva riconosciuto i caratteri diagnostici di quello che, più tardi, sarebbe stato definito il subphylum dei Cephalochordata. Inoltre Costa era socio di prestigiose istituzioni nazionali e straniere, era autore di numerose pubblicazioni e aveva già messo mano alla Fauna del Regno di Napoli, la sua opera monumentale in 11 volumi che, probabilmente, sarebbe rimasta incompiuta se avesse scelto di lasciare Napoli (cfr. Branchiostoma lubricum Costa, 1834, su WoRMS e Battaglini, 2008, p. 56).
  15. ^ Cfr. Monticelli, 1901, p. 35
  16. ^ Costa accettò, accontentandosi del «meschino soldo della nostra Università» in luogo del «vistoso trattamento» già assegnatogli dal Senato di Corfù, perché «attaccato alla terra natale» e «grato a quello atto sovrano» (Cfr. Minieri-Riccio, 1879, p. 176).
  17. ^ Il giovane Costa aveva aderito agli ideali politici liberali che lo avevano portato a partecipare ai moti costituzionali del 1820-21, come segretario della Deputazione provinciale leccese. Con il ritorno dell'Assolutismo, era stato destituito dalla cattedra del Regio Collegio di Lecce, dove insegnava dal 1816. Costretto a lasciare definitivamente la Puglia si stabilì nel 1824 a Napoli esercitando la professione di medico (cfr. Maria Beatrice D'Ambrosio, COSTA, Oronzo Gabriele, su Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 30, Istituto della Enciclopedia Italiana
fondata da Giovanni Treccani S.p.A.).
  18. ^ a b Cfr. Borrelli, 2003, p. 97.
  19. ^ Le accademie regie erano la R. Società Borbonica e il R. Istituto d'Incoraggiamento, mentre le accademie private erano l'Accademia Pontaniana e l'Accademia Medico-Cerusica (cfr. AAVV, 1845, p. 5)
  20. ^ a b c Cfr. Borrelli, 2003, p. 99.
  21. ^ Cfr. Il Lucifero, 1841, p. 398.
  22. ^ a b c d Cfr. Borrelli, 2003, p. 100.
  23. ^ Cfr. Esercitazioni, 1840a, p. 4.
  24. ^ Cfr. Borrelli, 2003, pp. 98-99.
  25. ^ Per l'art. II, co. III, dello Statuto, l'Accademia avrebbe dovuto avere al massimo dieci soci ordinari. Erano però previste anche le figure dei soci soprannumerari, dei corrispondenti e degli onorari (di diritto o elettivi). I primi soci ordinari furono: Achille Costa, Gherardo Cioffi, Salvatore Tommasi, Pietro Corigliano, Giuseppe Costa, Antonio de Martino, Michele Carbone, Pasquale La Cava e Giulio Avellino (cfr. Esercitazioni, 1840b, p. 13).
  26. ^ Cfr. Esercitazioni, 1840b, pp. 7-13. Lo statuto fu sancito con sovrano rescritto del maggio 1842 da Ferdinando II (cfr. Bullettino, 1842, p. 70 e Roberto A. Pantaleoni, Achille Costa (1823-1898), entomologo naturalista esploratore: tratteggio biografico, in Naturalista sicil., XXXVI, n. 1, febbraio 2012, p. 7).
  27. ^ Cfr. Il Lucifero, 1841, p. 398.
  28. ^ Per l'occasione Costa fece coniare tre medaglie, opera dell'incisore Raffaele Vernucci, per premiare pubblicamente «quei soci che, essendo stati tra j primi che I' Accademia composero, hanno avuto il tempo di fornirla di un maggior numero d'importanti lavori». La medaglia di bronzo fu assegnata al soprannumerario Giuseppe Antonio Pasquale, mentre con quelle d'argento furono premiati i due soci ordinari Antonio de Martino e Salvatore Tommasi (cfr. Il Lucifero, 1841, p. 398).
  29. ^ Cfr. Celano, 1858, p. 275.
  30. ^ a b Cfr. Borrelli, 2003, p. 105.
  31. ^ La cappella fu venduta a Costa dalla Collegiata di S. Maria Maggiore alla Pietrasanta, con atto del notaio Francesco Saverio Majella del 16 giugno 1843 (cfr. Annali, 1844, p. 6).
  32. ^ La Cappella «era stata frugata in ogni punto sulla speranza di trovarvi qualche prezioso deposito: né si erano risparmiati i fondamenti angolari, né le ossa medesime del Pontano. Il lastricato superiore della volta in mille guise infranto, lasciava penetrar l'acqua allo interno delle mura, le quali ne grondavano perciò. Queste ed altre esterne ed interne devastazioni minacciavano il crollamento di questo prezioso edifizio, che tante patrie memorie racchiude» (cfr. Annali, 1844, p. 5).
  33. ^ Nel gennaio del 1842 Costa fece dono all'Accademia di «molti istrumenti che servir debbono ai socî nelle loro speciali lucubrazioni». Tra questi «utensili dì porcellana, e di platino, di Areometri, di Gassometri, di tubi e campane graduate, di Eudiometri, e fili e lamine di platino, di patassio... una ben'intesa Lampada da farvi ebollizioni e fusioni di metalli durissimi... due cassette d'istrumenti per le fine dissezioni, due apparecchi per iniezioni... le forme primitive de' cristalli» (cfr. Bullettino, 1842, p. 5, nota 2). Nel gennaio del 1843 Costa offrì all'Accademia, «qual simbolo d'inalterabile amore», l'intera collezione mineralogica-petrografica da lui raccolta nel 1830 nelle isole Palmeari e nelle Eolie, nonché le note e i disegni «onde da grette e disordinate quali esse sono, a forma regolare ed all'intelletto accessibili condotte venissero» (cfr. Annali, 1843, p. 3).
  34. ^ Cfr. Celano, 1858, p. 276.
  35. ^ , nella quale il presidente De Meis, in un celebre discorso, fece un «resoconto dell'attività annuale dell'Accademia e ne pose i risultati in relazione con lo sviluppo delle scienze naturali».
  36. ^ Tra quelli che subirono la repressione borbonica, Costa fu destituito dall'insegnamento e interdetto, assieme al figlio Achille, dalla partecipazione ai pubblici concorsi universitari, mentre Tommasi e De Meis, coinvolti più attivamente nei moti del 1848, furono costretti all'esilio in Piemonte. Tutti gli altri si videro costretti a vivere «appartati in "dignitoso silenzio" o a lasciare la capitale del Regno» (cfr. Borrelli, 2003, p. 120). Ma anche se «la tempesta li disperse, le nobili aspirazioni si celarono ma non si spensero» (cfr. Annali, 1861, p. 3).
  37. ^ Cfr. Borrelli, 2003, p. 122.
  38. ^ Cfr. Annali, 1861, p. 3.
  39. ^ Tra i primi nuovi soci: il rettore del Collegio veterinario di Napoli Alberico Christin, i professori del Collegio Medico-chirurgico Carlo Pane e Domenico Tarsitani, gli entomologi Antonio Garbiglietti e Gaetano Osculati, il micologo Francesco Saverio Briganti, il botanico Nicola Antonio Pedicino e l'anatomopatologo Filippo Pacini (cfr. Annali, 1861, pp. 13-16).
  40. ^ a b Cfr. Borrelli, 2003, p. 123.
  41. ^ Cfr. Borrelli, 2003, p. 122.
  42. ^ «ché, concordemente associandosi, e facendosi I'una ausiliaria dell'altra, si reciprocassero i consigli e gli sforzi; così le loro investigazioni si moltiplicheranno, si renderanno più gagliardi gli sforzi, e faranno avanzare ad un tempo l'arte e la scienza, prospererà l'industria, e si allargherà il commercio» (cfr. Congresso, 1863, p. 7).
  43. ^ Il primo congresso provinciale di tenne dall'8 al 15 giugno 1862 a Benevento, in collaborione con
  44. ^ a b Cfr. Esercitazioni, 1840b, p. 7.
  45. ^ Cfr. Il Lucifero, 1841, p. 395.
  46. ^ Cfr. Corrispondenza, 1839.
  47. ^ Cfr. Corrispondenza zoologica, in Annali Civili del regno delle Due sicilie, XIX, XXXVIII, Napoli, Tip. R. Ministero degli Affari Interni, marzo e aprile 1839, pp. 152-153.
  48. ^ Cfr. Bullettino, 1842.
  49. ^ Cfr. Bullettino, 1842, pp. 3-4.
  50. ^ Le adunanze pubbliche erano tre. La prima all'inizio del nuovo anno, le altre due convocate in una domenica di gennaio e in una di maggio più prossime alla ricorrenza del compleanno e dell'onomastico di Re Ferdinando II (cfr. Bullettino, 1842, p. 8 e Celano, 1858, p. 276).
  51. ^ Cfr. Annali, 1843.
  52. ^ Il volume Si tratta di un volume monografico Statistica fisica ed economica dell'isola di Capri

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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