Azuma
L'Azuma all'ancora a Portsmouth, 1900
Descrizione generale
TipoIncrociatore corazzato
In servizio conMarina imperiale giapponese
Ordine12 ottobre 1897
CantiereAteliers et Chantiers de la Loire, Saint-Nazaire, Francia
Impostazione11 febbraio 1898
Varo24 giugno 1899
Completamento28 luglio 1900
Radiazione1941
Destino finaleDemolizione nel 1946
Caratteristiche generali
Dislocamento9278 t
Lunghezza137,9 m
Larghezza17,74 m
Pescaggio7,18 m
Propulsione

Potenza installata: 13000 kW

Velocità21 nodi (38,89 km/h)
Autonomia7 000 miglia a 10 nodi (12 960 km a 18,52 km/h)
Equipaggio670
Armamento
Armamento
Corazzatura
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L'Azuma (吾妻) (a volte traslitterato arcaicamente come Adzuma) fu un incrociatore corazzato (Sōkō jun'yōkan) costruito per la marina imperiale giapponese negli ultimi anni '90 del XIX secolo. Dato che il Giappone non aveva una capacità industriale adeguata per produrre navi da guerra, la nave fu costruita in Francia. Partecipò in molte battaglie della guerra russo-giapponese e fu leggermente danneggiato durante la Battaglia di Ulsan e la Battaglia di Tsushima. L'Azuma iniziò la prima di cinque crociere d'addestramento nel 1912 e non vide il combattimento durante la prima guerra mondiale. Non fu mai formalmente riclassificata come nave scuola anche se servì esclusivamente in quel ruolo dal 1921, fino a che fu disarmata e resa un pontone nel 1941. L'Azuma fu ampiamente danneggiata durante un bombardamento nel 1945 e l'anno seguente fu demolita.

Storia e progetto

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Il piano di espansione navale del 1896 fu stilato dopo la prima guerra sino-giapponese e includeva quattro incrociatori corazzati, in aggiunta a quattro corazzate, tutte da ordinarsi a cantieri d'oltremare dato che il Giappone non aveva le capacità per costruire domesticamente. Ulteriori considerazioni sul programma navale russo portarono la marina imperiale a pensare che navi ordinate non sarebbero state abbastanza. Limitazioni budgettarie bloccavano l'ordine di ulteriori corazzate e quindi si decise di aumentare il numero dei più convenienti incrociatori corazzati da quattro a sei, con l'idea che l'introduzione della superiore corazzatura Krupp gli avrebbe permesso di prendere parte ad una linea di battaglia. Il piano revisionato è comunemente conosciuto come Flotta Sei-Sei. Le prime quattro navi furono costruite da Armstrong Whitworth nel Regno Unito, ma le ultime due furono costruite in Germania e Francia. Per assicurare la compatibilità delle munizioni la marina imperiale giapponese richiese ai costruttori di usare gli stessi cannoni britannici delle prime quattro navi.[1] In generale la marina giapponese fornì solo un disegno di massima ed alcune specifiche ai costruttori, per il resto ogni cantiere fu libero di costruire le navi come preferì. A differenza della maggior parte degli incrociatori del tempo, progettati per interdire il commercio nemico o difendere le colonie e i trasporti, l'Azuma e le sue mezze sorelle furono progettate per fungere da esploratori della flotta e per poter combattere nella linea di battaglia.[2]

Descrizione

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Vista trasversale e pianta dell'incrociatore Azuma, da Jane's Fighting Ships 1904

La nave era lunga 137.9 metri fuori tutto e 131.56 metri tra le perpendicolari. Aveva un baglio massimo di 17.74 metri e un'immersione media di 7.18 metri. L'Azuma dislocava 9 278 t a carico normale e 9 953 t a carico massimo. La nave aveva un'altezza metacentrica di 0.85 m. Aveva un doppio fondo e lo scafo era suddiviso in 213 compartimenti stagni.[2] L'equipaggio consisteva in 670 tra ufficiali e marinai.[3]

L'Azuma aveva due motori a vapore a triplice espansione, ognuno collegato ad un elica.[2] Il vapore per i due motori era prodotto da 24 caldaie Belleville con una potenza indicata totale di 13000 kW. La nave aveva una velocità di progetto di 21 nodi. Poteva trasportare fino a 1200 t di carbone per un autonomia di 7000 miglia nautiche a 10 nodi.[3]

Armamento

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L'armamento principale per tutta la Flotta Sei-Sei di incrociatori corazzati furono quattro cannoni 203/45 Armstrong Whitworth in due torrette binate a prora e poppa delle infrastrutture. Le torrette con movimentazione elettrica erano capaci di rotazione di 130°, un'elevazione di +30° e depressione di −5°. Le torrette ospitavano 65 proietti ma potevano essere ricaricati solo da porte sul fondo della torretta e sul ponte che premettevano ad un argano elettrico nella torretta di sollevare il proietto dalla polveriera.[2] I cannoni erano caricati manualmente e la velocità di tiro era di circa 1.2 colpi al minuto. Questi cannoni potevano sparare proietti perforanti da 113.5 kg con una velocità alla volata di 760 metri al secondo e una gittata di 18 000 m.[2]

L'armamento secondario consisteva in una dozzina di cannoni a fuoco rapido 152/40 EOC pattern Z. Otto di questi pezzi erano montati in casematte corazzate sul ponte principale e superiore e gli affusti sul ponte superiore erano protetti da scudi. I proietti ad alta perforazione da 100 libbre (45.4 kg) erano lanciati con una velocità alla volata di 700 m/s.[4] L'Azuma era equipaggiata anche con una dozzina di cannoni a fuoco rapido 12 lb 12 cwt calibro 40 e otto cannoni Yamanouchi a tiro rapido da 2.5 libbre per la difesa a breve distanza dalle torpediniere.[2] Quest'ultimo sparava proietti da 76 mm (3 '') da 3 libbre (1.5 kg) alla velocità alla volata di 719 m/s.[4]

L'Azuma era equipaggiato con cinque tubi lanciasiluri da 475 mm, uno sopra il galleggiamento a prua e quattro tubi sommersi, due su ogni fiancata. Il siluro Type 30 aveva una testata di esplosivo da 100 kg e tre settaggi di distanza/velocità: 800 m a 27 nodi (50 km/h), 1000 m a 23,6 nodi (43.7 km/h) o 3000 m a 14.2 nodi (26,3 km/h).[2]

Protezione

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Tutti gli incrociatori corazzati della flotta sei-sei avevano lo stesso schema di protezione con differenze minori, una delle quali fu che le ultime quattro navi utilizzarono corazzature cementate Krupp. La cintura corazzata al galleggiamento correva per tutta la lunghezza della nave e lo spessore variava tra i 178 mm a centro nave agli 89 mm a prua e poppa. Aveva un'altezza di 2,13 m, di cui solitamente 1,5 m erano sommersi. Il corso di fasciame corazzato superiore era spesso 127 mm e si estendeva dal bordo superiore della cintura corazzata al pronte principale, per una lunghezza di 61,49 m tra la barbetta prodiera e quella poppiera. L'Azuma aveva solo una paratia trasversale corazzata da 76 mm che chiudeva la parte prodiera della cittadella corazzata.[2]

Le barbette, le torrette dei cannoni e il davanti delle casematte erano tutte spesse 152 mm, con i lati e il retro delle casematte da 51 mm. Il ponte corazzato era spesso 63 mm e la torre di comando era spessa 356 mm.[5]

Costruzione e servizio

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Il contratto per l'Azuma, così chiamato dalla regione del Kantō,[6] fu firmato il 12 ottobre 1897 con il cantiere Ateliers et Chantiers de la Loire, e la nave fu impostata nel cantiere di Saint-Nazaire il 1 febbraio 1898, varata il 24 giugno 1898 e completata il 29 giugno 1900. L'Azuma lasciò la Francia alla volta del Giappone il giorno successivo ed arrivò a Yokosuka il 29 ottobre.[2] Il capitano Fujii Kōichi ne prese il comando prima dell'inizio della guerra Russo-giapponese, nel febbraio 1904,[7] finchè non fu avvicendato dal capitano Murakami Kakuichi.[8]

Guerra russo-giapponese

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All'inizio della guerra russo-giapponese l'Azuma fu assegnato alla 2a Divisione della 2a Flotta.[7] Il 9 febbraio 1904 partecipò alla Battaglia di Port Arthur, quando il viceammiraglio Tōgō Heihachirō condusse la Flotta Combinata in un attacco alle navi russe della Squadra del Pacifico ancorate appena fuori Port Arthur. Tōgō si aspettava che l'attacco notturno a sorpresa dei suoi cacciatorpedinere avrebbe avuto molto più successo, anticipando che i Russi sarebbero stati molto disorganizzati e indeboliti dall'attacco, ma in realtà si erano ripresi dalla sorpresa ed erano pronti per il suo attacco. Le navi giapponesi furono individuate dall'incrociatore protetto Boyarin, che stava pattugliando la costa e allertò la flotta russa. Tōgō decise di attaccare le difese costiere russe con il suo armamento principale e ingaggiare le navi con i cannoni secondari. Separare il fuoco si rivelò essere una scelta sbagliata dato che i cannoni giapponesi da 203 e da 156 mm infliggevano solo danni minori alla flotta russa, che concentrò tutto il fuoco sulle navi giapponesi con efficacia.[9] Molte navi da entrambi i lati furono colpite ma i morti e feriti russi furono circa 150 mentre quelli giapponesi 90, prima che Tōgō disingaggiasse il combattimento.[8]

All'inizio di marzo, il viceammiraglio Kamimura Hikonojō ricevette l'ordine di portare la 2a Divisione a nord e fungere da diversivo davanti a Vladivostok. Mentre cercavano navi russe nell'area, il 6 marzo gli incrociatori giapponesi bombardarono il porto e le difese costiere di Vladivostok, con effetti limitati. Al loro ritorno in Giappone, la 2a Divisione ricevette l'ordine di scortare i trasporti che stavano traghettando la Divisione delle Guardie Imperiali in Corea e poi di unirsi alle navi che stavano bloccando Port Arthur. Kamimura ricevette l'ordine di dirigersi a nord verso metà aprile per coprire il Mar del Giappone e difendere lo stretto di Corea da qualsiasi tentativo della Squadra Indipendente di incrociatori di Vladivostok, al comando del retroammiraglio Karl Jessen, di unirsi alla Squadra del Pacifico. Le due unità si persero per poco il 24 aprile a causa della nebbia fitta e i giapponesi procedettero verso Vladivostok, dove posarono diversi campi minati prima di tornare a Wonsan il 30 dello stesso mese.[8]

La divisione non riuscì ad intercettare la squadra russa mentre questa il 15 giugno attaccava diversi trasporti a sud di Okinoshima, a causa della forte pioggia e della nebbia. I Russi uscirono in mare di nuovo il 30 giugno e Kamimura riuscì finalmente a intercettarli il giorno dopo vicino a Okinoshima. La luce stava tramontando quando i Russi furono individuati e furono però capaci di disingaggiarsi nel buio della notte. Le navi di Jessen uscirono nuovamente in mare il 17 luglio, con rotta verso la costa orientale del Giappone per creare un diversivo e attirare le forze giapponesi fuori dal Mar del Giappone e dentro il Mar Giallo. Le navi russe passarono attraverso lo stretto di Tsugaru due giorni dopo ed iniziarono a catturare navi dirette in Giappone. L'arrivo dei Russi davanti alla baia di Tokyo il 24 luglio portò il Comando Generale della marina imperiale giapponese ad ordinare a Kamimura di fare rotta per Capo Toi Misaki a Kyūshū, per paura che Jessen potesse circumnavigare il Giappone e raggiungere così Port Arthur. Due giorni dopo ricevette invece l'ordine di dirigersi a nord nel canale di Kii e poi il 28 luglio nella baia di Tokyo. Alla fine, il comando generale ordinò che la divisione il 30 luglio si dirigesse a Tsushima; nello stesso giorno fu ricevuta la notizia che le navi di Jessen erano passate dallo stretto di Tsugaru di prima mattina e il 1 agosto raggiunsero Vladivostok.[8]

Battaglia di Ulsan

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Articolo principale: Battaglia di Ulsan

Il 10 agosto le navi di Port Arthur provarono a forzare il blocco per andare a Vladivostok, ma furono respinte nella Battaglia del Mar Giallo. Jessen ricevette l'ordine di riunirsi al resto della flotta, ma l'ordine fu ritardato. I suoi tre incrociatori corazzati, il Rossija, il Gromoboi, e il Rurik, dovevano scaldare le caldaie e quindi non presero il mare fino alla sera del 13 agosto. All'alba raggiunsero Tsushima ma tornarono indietro quando non riuscirono a vedere nessun'altra nave della squadra di Port Arthur. A 36 miglia a nord dell'isola incontrarono la squadra di Kamimura, che consisteva dei quattro moderni incrociatori corazzati Iwate, Izumo, Tokiwa e Azuma. Le due squadre si passarono durante la notte senza identificarsi e tutte e due invertirono la rotta all'alba. Questo mise la flotta giapponese all'inseguimento di quella russa che si dirigeva a Vladivostok.[10]

Quando alle 05:00 avvistò i Giapponesi, Jessen ordinò alle sue navi di virare verso nordest. Questi seguirono la mossa ma con una rotta leggermente convergente. Entrambi i lati aprirono il fuoco verso le 05:23 ad una distanza di 8500 m. I Giapponesi concentrarono il fuoco sul Rurik, l'ultima nave della formazione russa. Questa fu colpita rapidamente e iniziò a rimanere indietro rispetto alle altre navi russe. Jessen virò verso sudest per cercare di allontanarsi ma questa mossa accecò gli artiglieri russi con il sole che stava nascendo all'orizzonte, azzerando l'efficacia delle bordate russe. Verso le 06:00 Jessen girò di 180° a dritta, per cercare di raggiungere la costa coreana e permettere al Rurik di riunirsi alla squadra. Kamimura copiò la manovra alle 06:10 ma virò verso sinistra, mossa che aumentà la distanza tra le due squadre. L'Azuma ebbe quindi dei problemi alla propulsione e la squadra giapponese rallentò per uniformarsi alla sua migliore velocità. Il cannoneggiamento rincominciò alle 06:24 e il Rurik fu colpito tre volte a poppa, allagando il locale timoni; dovette quindi essere timonata con i due motori. La sua velocità continuò a diminuire, esponendolo sempre di più al fuoco giapponese, e verso le 06:40 il timone rimase bloccato tutto a sinistra.[10]

Jessen fece un'ulteriore manovra di 180° per cercare di posizionare le sue due navi funzionanti tra i Giapponesi e il Rurik, ma quest'ultimo virò d'improvviso a dritta ed aumentò la velocità e passò tra le navi di Jessen e quelle nipponiche. Kamimura manovrò anche lui di 180°, così che entrambe le squadre si ritrovarono con rotta verso sudest parallele, ma Jessen rapidamente fece un ulteriore inversione di rotta. I Russi invertirono la rotta per la terza volta verso le 07:45 per cercare di nuovo di dare supporto al Rurik, anche se ora il Rossija stava andando a fuoco; I suoi incendi furono domati circa venti minuti dopo. Kamimura accerchiò il Rurik a sud verso le 08:00, permettendo così alle restanti due navi russe di dirigersi verso nord con una rotta libera per Vladivostok. Comunque Jessen tornò indietro verso le 08:15 e ordinò al Rurik di tornare coi suoi mezzi a Vladivostok, prima di riprendere la rotta verso nord alla massima velocità, circa 18 nodi.[10]

In questo momento, i due incrociatori protetti più anziani di Kamimura, il Naniwa e il Takachiho, stavano arrivando da sud. Il loro arrivo permise a Kamimura di inseguire Jessen con tutti i suoi incrociatori corazzati mentre i due nuovi arrivati si occupavano del Rurik. Fu combattuta una battaglia di caccia con i Russi per la seguente ora e mezza; furono messi asegno abbastanza colpi da limitarne la velocità a 15 nodi. I motori dell'Azuma si ruppero di nuovo durante la caccia e fu quindi sostituito in linea dal Tokiwa. I Giapponesi si avvicinarono fino ad un minimo di 5000 m, ma Kamimura aumentò poi la distanza a 6500 m.[10]

Verso le 10:00, l'ufficiale di artiglieria di Kamimura erroneamente lo informò che l'Izumo aveva già usato tre quarti delle sue munizioni, e quindi si ritirò dopo 5 minuti di fuoco rapido. Non voleva lasciare lo stretto di tsushima senza guardia e pensò di poter utilizzare le munizioni rimanenti sul Rurik, che nel mentre era stato affondato dal Naniwa e dal Takachiho, che si erano avvicinati fino a 3000 m per finire la nave nemica. I due incrociatori più anziani avevano trasmesso via radio a Kamimura dell'affondamento, ma questo non ricevette il messaggio. Poco dopo la virata dei giapponesi il Gromoboi e il Rossija furono forzati a fermari in panne per fare alcune riparazioni. Nessuna delle navi giapponesi fu seriamente danneggiata e l'Azuma durante la battaglia ebbe solo otto uomini feriti.[10]

Il 30 dicembre l'Azuma e l'incrociatore corazzato Asama ricevettero l'ordine di pattugliare lo stretto di Tsugaru per prevenire la fuga di qualsiasi unità che avesse forzato il blocco navale per cercare di raggiungere Vladivostok. A metà febbraio l'Azuma fu sostituito dall'Iwate in modo che il primo potesse essere raddobbato.[8]

Battaglia di Tsushima

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Articolo principale: Battaglia di Tsushima

 
l'Azuma all'ancora, 1905 circa.

Mentre la Seconda e Terza Squadra del Pacifico russe si avvicinarono al Giappone il 27 maggio, dopo aver navigato fno a lì dal Baltico, lo Yakumo fu assegnato alla Seconda Divisione della Seconda Flotta, sotto il comando di Kamimura. I Russi furono scoperti da alcune navi giapponesi n pattuglia di primo mattino, ma la visibilità era limitata e la ricezione radio scarsa. Le informazioni preliminari furono abbastanza per far ordinare a Tōgō a tutte le sue navi di prendere il mare e la Seconda Divisione avvistò le navi russe, al comando del viceammiraglio Zinovy Rozhestvensky, verso le 11:30. Kamimura si avvicinò fino ad una distanza di circa 8000 m, prima di allontanarsi per unirsi alle corazzate di Tōgō.[8] L'Azuma era la seconda unità di sei quando, alle 14:10, Tōgō aprì il fuoco sulla Seconda Squadra del Pacifico e, diversamente dalle altre navi della divisione, inizialmente ingaggio la corazzata Knyaz Suvorov. Alle 14:50, un proietto da 305 mm mise fuori uso il cannone poppiero di dritta da 203 dell'Azuma. Per le 15:00 la formazione russa era in disordine e alle 15:35 la Knyaz Suvorov apparì improvvisamente dalla nebbia ad una distanza di circa 2000 m. Tutte le navi di Kamimura aprirono il fuoco contro questa, con l'Azuma e l'incrociatore corazzato Yakumo che le lanciarono anche siluri, senza alcun effetto.[11]

Dopo le 17:30 Kamimura guidò la sua divisione ad una caccia infruttuosa di alcuni incrociatori russi, lasciando le corazzate di Togo da sole. Verso le 18:03 interruppe la caccia e si diresse di nuovo verso nord per riunirsi con Tōgō. Le navi giapponese avvistarono il retro della linea di battaglia russa verso le 18:30 e aprirono il fuoco ad una distanza tra gli 8000 e i 9000 m. Non è conosciuto alcun effetto del fuoco degli incrociatori sui Russi e quindi il fuoco fu cessato per le 19:30 per ricongiungersi con Tōgō alle 20:08, dato che la notte stava calando.[11] le navi russe sopravvissute furono avvistate la mattina successiva e le navi giapponesi aprirono il fuoco verso le 10:30, stando ad una distanza maggiore di quella a cui i nemici potessero effettivamente rispondere al fuoco. Il contrammiraglio Nikolai Nebogatov decise quindi di arrendersi dato che non poteva rispondere al fuoco o diminuire la distanza di tiro.[8] Durante l'intera battaglia l'Azuma fu colpito da sette proietti grandi, principalmente da 305 mm, quattro da 152 mm e quattro da 75 mm. Questi fecero solo danni minori oltre alla distruzione di un cannone da 152 mm e dell'affusto di un cannone da 12 libbre.[11]

Il 14 giugno l'Azuma (insieme allo Yakumo, e gli incrociatori corazzati Nisshin e Kasuga) fu assegnato alla Terza Flotta, sotto il comando del viceammiraglio Kataoka Shichirō, per catturare a luglio l'isola di Sakhalin.[8]

Restante carriera

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L'Azuma all'ancora in Australia, primi anni '10.

L'Azuma fu assegnato alla Squadra d'Addestramento il 20 aprile 1912, dove condusse crociere oceaniche a lungo raggio e addestramento dei cadetti dell'Accademia Navale Imperiale Giapponese. Dal 5 dicembre 1912 al 21 aprile 1913 la nave accompagnò l'incrociatore protetto ex-russo Soya in una crociera d'addestramento in Australia e sud-est asiatico, la prima di cinque crociere d'addestramento che avrebbe svolto. L'Azuma fu brevemente sollevato dal ruolo tra il 1 maggio e il 1 dicembre 1913, prima di iniziare una nuova crociera verso le Hawaii e il Nord America, insieme all'Asama, dal 20 april all'11 agosto 1914. La nave fu nuovamente rimossa dalla Squadra d'Addestramento il 18 agosto e non fu riassegnata fino al 1 settembre 1915, in preparazione della successiva crociera che durò dal 20 aprile al 22 agosto 1916 e si spinse fino a Australia e sud-est asiatico. Il mese successivo fu assegnata come nave ammiraglia della Squadra Cacciatorpediniere (Suiraisentai) 2 , a partire dal 1 dicembre 1916 al 28 marzo 1917, e poi nuovamente dal 4 agosto 1917 al 24 gennaio 1918.[12] Agli inizi del 1917 l'Azuma fu mandato in missione diplomatica per riportare negli Stati Uniti il corpo dell'ambasciatore in Giappone George W. Guthrie, che era morto in servizio.[13] La nave si riunì alla Squadra d'Addestramento il 10 agosto 1918, insieme al Tokiwa, e svolse le ultime due crociere d'addestramento nei due anni successivi. Dal 1 marzo al 26 luglio 1919 gli incrociatori visitarono i porti australiani e del sud-est asiatico e poi il Mediterraneo dal 24 novembre al 20 maggio 1920. L'Azuma lasciò la Squadra d'Addestramento il 6 giugno 1920.[12]

Ultimi anni

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Il 1 settembre 1921 la nave fu ridesignata come nave di difesa costiera di prima classe. In quel periodo i suoi motori erano in pessime condizioni e la settimana successiva divenne una nave scuola per le reclute del distretto navale di Maizuru.[12] Nel 1924 furono rimossi quattro dei cannoni da 12 libbre, come anche i cannoni a tiro rapido da 2.5 libbre, aggiungendo solo un cannone antiaereo 76/40 Type 3 . Inoltre furono rimossi tre tubi lanciasiluri.[5] Il 1 ottobre 1927 divenne una nave scuola statica per la scuola di ingegneria di Maizuru.[12] L'Azuma fu ammodernata nuovamente nel 1930, includendo la sostituzione delle caldaie che ridussero la potenza installata a 7000 kW (9400 hp) e la sua velocità massima a 16 nodi (30 km/h). Quattro dei cannoni da 152 mm e altrettanti cannoni da 12 libbre furono rimossi.[5]

L'Azuma fu radiato dalle liste della marina, disarmato e disallestito nel 1941. Il 18 luglio 1945 fu pesantemente danneggiato da un aereo della Task Force 38 della marina americana durante un attacco su Yokosuka. La nave fu demolita nel 1946.[3]

I^ "Cwt" è l'abbreviazione di hundredweight, 12 cwt è il riferimento al peso del cannone.

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Bibliografia

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Collegamenti esterni

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Lo Yakumo (八雲, Otto Nuvole) fu un incrociatore corazzato (Sōkō jun'yōkan) costruito per la marina imperiale giapponese negli ultimi anni '90 del XIX secolo. Dato che il Giappone non aveva la capacità industriale per costruire questo tipo di unità, la nave fu costruita in Germania. La nave partecipò nella maggioranza delle battaglie navali della guerra russo-giapponese e fu leggermente danneggiata durante la Battaglia del Mar Giallo e la Battaglia di Tsushima. Lo Yakumo non vide l'azione durante la prima guerra mondiale e svolse la prima delle molte corciere d'addestramento nel 1917, anche se non fu ufficialmente riclassificato come nave d'addestramento fino al 1931. L'ultima crociera d'addestramento fu nel 1939 ma la nave continuò a servire come nave scuola in acque nazionali per tutta la guerra del Pacifico. LoYakumo divenne un trasporto per il rimpatrio delle truppe alleate alla fine della guerra e fu demolito tra il 1946 e il 1947.

Storia e progetto

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Il piano di espansione navale del 1896 fu stilato dopo la prima guerra sino-giapponese e includeva quattro incrociatori corazzati, in aggiunta a quattro corazzate, tutte da ordinarsi a cantieri d'oltremare dato che il Giappone non aveva le capacità per costruire domesticamente. Ulteriori considerazioni sul programma navale russo portarono la marina imperiale a pensare che navi ordinate non sarebbero state abbastanza. Limitazioni budgettarie bloccavano l'ordine di ulteriori corazzate e quindi si decise di aumentare il numero dei più convenienti incrociatori corazzati da quattro a sei, con l'idea che l'introduzione della superiore corazzatura Krupp gli avrebbe permesso di prendere parte ad una linea di battaglia. Il piano revisionato è comunemente conosciuto come Flotta Sei-Sei. Le prime quattro navi furono costruite da Armstrong Whitworth nel Regno Unito, ma le ultime due furono costruite in Germania e Francia. Per assicurare la compatibilità delle munizioni la marina imperiale giapponese richiese ai costruttori di usare gli stessi cannoni britannici delle prime quattro navi. In generale la marina giapponese fornì solo un disegno di massima ed alcune specifiche ai costruttori, per il resto ogni cantiere fu libero di costruire le navi come preferì. A differenza della maggior parte degli incrociatori del tempo, progettati per interdire il commercio nemico o difendere le colonie e i trasporti, lo Yakumo e la sue mezze sorelle furono progettate per fungere da esploratori della flotta e per poter combattere nella linea di battaglia.

Descrizione

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La nave era lunga fuori tutto 132,3 m e 124,64 m tra le perpendicolari. Aveva un baglio massimo di 19,57 m e un'immersione media di 7,21 m. LoYakumo dislocava 9'646 t a carico normale e 10'288 t a carico massimo. La nave aveva un'altezza metacentrica di 0,95 m. L'unità aveva un doppio fondo e il suo scafo era suddiviso in 247 compartimenti stagni. L'equipaggio consisteva in 670 tra ufficiali e marinai.

Lo Yakumo aveva due motori a vapore a triplice espansione a 4 cilindri, ognuno collegato ad un elica. Il vapore per i motori era generato da 24 caldaie a tubi d'acqua tipo Belleville con una potenza indicata di 11600 kW. La nave aveva una velocità di progetto di 20 nodi e raggiunse i 21,5 nodi durante le prove in mare, ad una potenza di 12650 kW. Poteva trasportare fino a 1300 t di carbone e quindi navigare a 10 nodi per 7000 miglia nautiche.

Armamento

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L'armamento principale degli incrociatori della Flotta Sei-Sei erano 4 cannoni Armstrong Whitworth 203/45 in torrette binate a prora e poppa della sovrastruttura. Le torrette, operate elettricamente, erano capaci di rotazione di 130° verso dritta o sinistra e i cannoni potevano essere elevati a +30° o abbassati a −5°. La torretta ospitava 65 proietti, ma poteva essere ricaricata solo attraverso portelli nel ponte della torretta che permettevano ad un argano elettrico di sollevare i proietti dalla polveriera sottostante. La nave trasprotava un totale di 320 proietti da 203 mm. I cannoni erano caricatimanualmente con una velocità di circa 1.2 colpi al minuto. I cannoni da 203 mm sparavano proietti da 113.5 kg ad una velocità alla volata di 760 m/s con una gittata fino a 18000 metri.

L'armamento secondario consisteva in una dozzina di cannoni a tiro rapido Elswick "Pattern Z" 152/40. Solo quattro di questi non erano montati in casematte sul ponte principale e i lor affusti erano sul ponte superiore, protetti da scudi. I proietti ad alta penetrazione da 45.4 kg erano sparati ad una velocita alla volata di 700 m/s. I cannoni avevano ognuno 150 proietti. Lo Yakumo aveva anche una dozzina di cannoni a tiro rapido da 12 lb 12 cwt e otto cannoni a tiro rapido Yamanouchi da 47 mm per la difesa a distanza limitata da torpediniere. I primi cannoni sparavano proietti da 76 mm pesanti 5.7 kg con una velocità alla volata di 719 m/s.

Lo Yakumo fu equipaggiato con cinque tubi lanciasiluri da 457 mm, uno sopra il galleggiamento a prua e quattro sommersi, due per ogni lato. I siluri Type 30 avevano una testata da 100 kg e tre settaggi di distanza/velocità: 800 m a 27 kn, 1000 m a 23,6 kn o 3000 m a 14,2 kn.

Corazzatura

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Tutta la flotta Sei-sei di incrociatori corazzati utilizzava los tesso schema di corazzatura con differenze minime, una delle quali fu che le ultime quattro unità utilizzarono corazzatura Krupp cementata. La cintura al galleggiamento correva per tutta la lunghezza della nave e lo spessore variava dai 178 mm a mezza nave agli 89 mm alle estremità. Aveva un'altezza di 2.13 m, dei quali 1,49 m normalmente sommersi. Il fasciame superiore della cintura era di 127 mm e si estendeva dal margine della cintura corazzata al ponte principale e tra le barbette prodiere e poppiere per una lunghezza di 61,49 m. Lo Yakumo aveva una singola paratia trasversale corazzata da 127 mm che chiudeva l'estremità prodiera della citadella corazzata centrale.

Le barbette, le torrette e le pareti frontali delle casematte erano spesse tutte 152 mm, mentre i lati e il retro delle casematte erano spessi 51 mm. Il ponte corazzato era da 63 mm e la corazzatura della torre di comando era spessa 356 mm.

Costruzione e carriera

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Lo Yakumo, chiamato così da una strofa del waka di Susanoo nella mitologia giapponese, fu ordinato il 1 settembre 1897 e impostato un anno dopo nel cantiere AG Vulcan a Stettino, allora in Germania. La nave fu varata l'8 luglio 1899 e completata il 20 giugno 1900. Lasciò Stettino due giorni dopo ed arrivò a Yokosuka, in Giappone, il 30 agosto.

Guerra russo-giapponese

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All'inizio della guerra russo-giapponese, lo Yakumo fu assegnato alla Seconda Divisione della Seconda Flotta. Partecipò alla Battaglia di Port Arthur il 9 febbraio 1904, quando il viceammiraglio Tōgō Heihachirō guidò la Flotta Combinata in un attacco alle navi russe della Squadra del Pacifico ancorate poco fuori Port Arthur. Tōgō si aspettava un successo maggiore dall'attacco notturno a sorpresa dei suoi cacciatorpedinere, anticipando che i Russi sarebbero stati disorganizzati e indeboliti dall'attacco, ma in realtà si erano riorganizzati ed erano pronti per il suo attacco. I Giapponesi furono avvistati dall'incrociatore protetto Bojarin, che stava pattugliando davanti alla costa e allertò i Russi. Tōgō decise di attaccare le difese costiere russe con le sue armi principali e ingaggiare le navi nemiche con l'armamento secondario. Dividere il fuoco si rivelò una decisione sbagliata dato che i cannoni da 203 mm e quelli da 152 mm provocarono pochi danni alle navi russe, che concentrarono invece l'intero fuoco sulle navi giapponesi con qualche risultato. Anche se molte navi di entrambi gli schieramenti furono colpite, le perdite russe furono di circa 150 uomini, mentre i Giapponesi soffrirono circa 90 vittime prima che Tōgō disingaggiasse il combattimento. Lo Yakumo non fu colpito durante il combattimento ma riuscì a colpire l'incrociatore protetto Novik una volta con un proietto da 203 mm.

All'inizio di marzo, il viceammiraglio Kamimura Hikonojō ricevette il compito di portare la Seconda Divisione Rinforzata verso nord e portarsi davanti a Vladivostok. Mentre cercavano navi russe nell'area, gli incrociatori russi bombardarono il porto e le difese di Vladivostok il 6 marzo, con poco effetto. Al loro ritorno in Giappone, pochi giorni dopo, la Seconda Divisione ricevette l'ordine di scortare i trasporti truppe della divisione della guardia imperiale in Corea e poi di unirsi alle navi che stavano bloccando Port Arthur. Lo Yakumo fu poi trasferito alla Terza Divisione dell'contrammiraglio Dewa Shigetō. Il 23 giugno la nave ricevette la bandiera di Dewa, quando la Squadra del Pacifico uscì in vano per cercare di raggiungere Vladivostok, ma il comandante della nuova squadra, il contrammiraglio Wilgelm Vitgeft, ordinò alla squadra di tornare a Port Arthur appena incontrò la linea di battaglia giapponese poco prima del tramonto, dato che non voleva ingaggiare ila forza nemica numericamente superiore in una battaglia notturna.

Battaglia del Mar Giallo

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Articolo principale: Battaglia del Mar Giallo

La mattina del 10 agosto 1904 gli incrociatori di Dewa erano oltre 15 miglia nautiche a sud della Prima Divisione di Tōgō quando i Russi uscirono da Port Arthur per tentare nuovamente di raggiungere Vladivostok. All'inizio della battaglia, Dewa cercò di ingaggiare gli incrociatori russi che seguivano le corazzate, seguendo gli ordini di Tōgō, ma fu respinto dal fuoco delle corazzate nemiche. Mentre Dewa si avvicinava ai Russi per tentare nuovamente di colpirne gli incrociatoi, alle 15:40 un proietto da 305 mm colpì lo Yakumo a mezza nave, uccidendo 12 e ferendo 11 persone. A questo punto la distanza d'ingaggio era di oltre 8 miglia nautiche, oltre la gittata di qualsiasi cannone della squadra, quindi Dewa ordinò il disingaggio. Per le 17:45 lo Yakumo era arrivato a 8000 o 9000 metri dalla danneggiata corazzata russa Poltava e aprì il fuoco. Lo Yakumo continuò ad avvicinarsi fino a che la squadra russa non entrò in confusione per la morte di Vitgeft verso le 18:40.

La Terza Divisione allora seguì le navi di Tōgō nella manovra di accerchiamento delle navi russe, che cercavano di organizzarsi, iniziando a sparare sugli incrociatori russi con poco effetto. Questo fino a che Tōgō non ordinò a Dewa di attaccare i cacciatorpedinere russi, verso le 19:44. Dewa cancellò l'ultimo ordine e virò verso sud alle 20:00 per inseguire diversi incrociatori russi che stavano scappando in quella direzione, cercando di evitare che questi potessero raggiungere le flottiglie isolate di caccia e torpediniere. Le navi russe furono ingaggiate da altri incrociatori giapponesi, prima che potessero raggiungere le unità minori, e Dewa smise la caccia verso le 20:25 dato che la luce stava svanendo. Continuò durante la notte sulla rotta verso sud-est e scoprì un incrociatore e due cacciatorpedinere, ma non riuscì a prenderne nessuno. Il 14 agosto loYakumo e la Terza Divisione ricevettero ordine di fare rotta su Qingdao per confermare che i Tedeschi avessero effettivamente internato la corazzata Cesarevi e tre caccia, che si erano riparati lì dopo la battaglia. Dopo il loro ritorno le navi furono riassegnate al blocco di Port Arthur.

A metà settembre loYakumo fu trasferito di nuovo alla Seconda Divisione di Kamimura, che era indifesa dello stretto di Tsushima,anche se la nave iniziò un raddobbo alla fine del mese. Il 15 novembre la nave tronò all'unità di Dewa, che vi trasferì nuovamente la sua bandiera. Il 13 dicembre la nave cercò di salvare i sopravvissuti del Takasago dopo che questo colpì una mina, ma non fu trovato nessuno ancora vivo. Cinque giorni dopo lo Yakumo fu mandato all'arsenale di Sasebo per un ulteriore raddobbo. Il 1 febbraio 1905 la nave ricevette l'ordine di unirsi alla Seconda Divisione del retroammiraglio Shimamura Hayao nel blocco di Vladivostok, anche se questo ruolo durò solo poche settimane e a metà febbraio la nave fu poi inviata all'arsenale di Kure per un raddobbo finale, prima della battaglia che si prevedeva ci sarebbe stata con le navi russe mandate dalla Flotta del Baltico.

Battaglia di Tsushima

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Articolo principale: Battaglia di Tsushima

Mentre la Seconda e Terza Squadra del Pacifico della flotta russa si avvicinavano al Giappone il 27 maggio, doppo essere partite dal Mar Baltico, lo Yakumo fu assegnato alla Seconda Divisione della Seconda Flotta. I Russi furono avvistati da alcune navi giapponesi di pattuglia di prima mattina, ma la visibilità era limitata e la ricezione radio scarsa. I report preliminari furono abbastanza per far ordinare a Tōgō di far salpare tutte le navi e la Seconda Divisione avvistò le navi russe, al comando del viceammiraglio Zinovij Rozhestvenskij, verso le 11:30. Kamimura si avvicinò fino a circa 8000 m prima di accostrare per evitare il fuoco nemico ed unirsi alla corazzate di Tōgō. Lo Yakumo era la quarta unità di sei quando Tōgō aprì il fuoco sulla Seconda Squadra del Pacifico alle 14:10 e, come la maggioranza delle navi nella divisione, ingaggiò la corazzata Osljabja, che fu forzata a uscire dalla formazione alle 14:50 e affondò venti minuti dopo. Per questo momento la formazione russa era nel disordine e la corazzata Knyaz Suvorov apparì di colpo dalla nebbia alle 15:35, ad una distanza di circa 2000 m. Tutte le navi di Kamimura la ingaggiarono per cinque minuti, con lo Yakumo e l'Azuma che lanciarono anche siluri alla nave nemica, senza sortire alcun effetto.

Dopo le 17:30 Kamimura condusse la sua divisione ad un'infruttuosa caccia ad alcuni incrociatori russi, lasciando le corazzate di Tōgō da sole. La caccia fu abbandonata verso le 18:03 e la rotta fu ordinata verso nord, per riunirsi a Tōgō. Gli incrociatori avvistarono il retro della linea di battaglia russa verso le 18:30 e aprirono il fuoco quando arrivarono ad una distanza di 8000–9000 metri. Non si conoscono eventuali danni subiti dalle unità russe in questa fase della battaglia e il fuoco fu cessato verso le 19:30 e le navi si ricongiunsero con quelle di Tōgō alle 20:08, mentre scendeva la notte. Le navi russe sopravvissute furono avvistate la mattina dopo e le navi giapponesi aprirono il fuoco verso le 10:30, rimanendo oltre la gittata dei cannoni nemici. Il contrammiraglio Nikolaj Nebogatov decise quindi di arrendersi, deto che non poteva nè rispondere al fuoco nemico nè ridurre la distanza.

Nel mentre, la nave da difesa costiera Admiral Ushakov era rimasta indietro rispetto alle navi di Nebogatov e fu avvistata dall'incrociatore protetto Chiyoda al mattino presto, ma i Giapponesi furono più interessati a cercare il grosso della flotta russa che ad attaccare una singola nave isolata. L'Admiral Ushakov fu poi avvistata di nuovo alle 14:10, molto dopo la resa di Nebogatov, da Shimamura, che aveva ricevuto il permesso di inseguirla con la sua nave ammiraglia, l'incrociatore corazzato Iwate, e lo Yakumo. Raggiunsero la nave russa alle 17:00 e ne chiesero la resa. La Admiral Ushakov cercò di avvicinarsi agli'incrociatori giapponesi per poter aprire il fuoco ma questi furono abbastanza veloci da rimanere ad una distanza di sicurezza e non furono mai colpiti. Dopo circa mezz'ora, la Admiral Ushakov stava sbandando fortemente, così tanto da compromettere la capacità di alzo dei cannoni, e il comandante ordinò quindi di abbandonare la nave e autoaffondarla. La nave affondò in tre minuti e 12 ufficiali e 327 uomini dell'equipaggio furono salvati dai Giapponesi. Tra di loro, lo Yakumo e l'Iwate spararono 89 colpi da 203 mm e 278 colpi da 152 mm. Durante l'intera battaglia lo Yakumo fu colpito una volta da un colpo da 305 mm e poi altre sei volte, tra cui tre o quattro da proietti da 152 mm. Questi inflissero solo danni minori.

Il 14 luglio lo Yakumo fu assegnato come nave ammiragli al viceammiraglio Kataoka Shichirō, comandante della Terza Flotta, come parte dell'operazione per catturare l'isola di Sakhalin.

Prima guerra mondiale

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Nel novembre 1914 lo Yakumo fu dislocato a Singapore in preparazione alla ricerca del incrociatore corsaro tedesco Emden, ma la nave nemica fu affondata ancora prima che la missione iniziasse. Lo Yakumo servì come ammiraglia della Squadra di Cacciatorpediniere (Suiraisentai) 2 dal 13 dicembre 1915 al 1 dicembre 1916 e poi del Suiraisentai 1 dal 1 al 12 December. Nel febbraio 1917 la nave iniziò un pattugliamento nel Pacifico del sud e nell'Oceano Indiano, in cerca di navi corsare tedesche. Il 5 aprile iniziò una delle molte crociere d'istruzione verso il nord America e le Hawaii, prima di tornare in Giappone il 17 agosto. Nell'ottobre 1918 Kichisaburō Nomura fu nominato comandante dello Yakumo per due mesi, di cui solo uno passato a bordo per per mettere a Nomura di prendere il grado di ammiraglio.

Periodo tra le guerre

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Il 1 settembre 1921 lo Yakumo fu riassegnato come nave per la difesa costiera di primo rango e usato principalmente per l'addestramento in navigazioni oceaniche di lungo raggio e per l'addestramento di ufficiali e cadetti dell'Accademia Imperiale della Marina Giapponese. In questa veste fece più di 13 viaggi negli anni 20 e 30 verso l'Europa, il Nord e Sud America, il Pacifico del sud e una circumnavigazione del globo dall'agosto 1921 all'aprile 1922, in compagnia dell'incrociatore corazzato Izumo. Due dei cadetti che parteciparono alla crociera furono i principi Kuni Asaakira e Kachō Hirotada.

In 1924, four of Yakumo's 12-pounder guns were removed, as were all of her QF 2.5-pounder guns, and a single 8 cm/40 3rd Year Type anti-aircraft gun was added. In addition three of her torpedo tubes were removed. Three years later, her boilers were replaced by six Yarrow boilers, formerly from the battleship Haruna, which reduced her power to 7,000 ihp (5,200 kW) and maximum speed to 16 knots (30 km/h; 18 mph). These boilers used a mix of coal and fuel oil, and the ship now carried a total of 1,210 metric tons (1,190 long tons) of coal and 306 metric tons (301 long tons) of oil.

During a visit to Qingdao in 1932, Yakumo and Izumo had to land marines on 13 January to quell a riot by Japanese residents there. The following year, the ship was reclassified as a training ship. On 6 November 1936, between the islands of Saipan and Truk, an accidental explosion in her front magazine killed four crewmen and flooded her front food locker. Repairs were made underway and Yakumo arrived home two weeks later. A month after her return, in December 1936, Captain Matome Ugaki assumed command of Yakumo until he took command of the battleship Hyūga the next year. Her last training cruise ended on 20 November 1939.

Seconda guerra mondiale

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After the start of the Pacific War, Yakumo was reclassified as a 1st class cruiser on 1 July 1942, and her eight-inch guns were replaced by four 12.7 cm (5.0 in) Type 89 dual-purpose guns in two twin mounts. In addition her light anti-aircraft armament was augmented. However, Yakumo remained within the confines of the Seto Inland Sea throughout the war as she was assigned to training duties, and was not used in any combat operations. On 24 July US Task Force 38 launched a massive attack on Kure to destroy any and all remaining units of the Japanese Navy. Yakumo was damaged and re-designated as a special transport ship. Yakumo began service as a repatriation transport on 7 December. Her mission was to return troops and civilians to the home islands from Japan's former overseas possessions, primarily from Taiwan and mainland China. She completed her last voyage in June 1946, repatriating a total of 9,010 people. Yakumo arrived at the Maizuru shipyard of Hitachi Shipbuilding & Engineering on 20 July 1946 to begin demolition that lasted until 1 April 1947.

  1. ^ "Cwt" is the abbreviation for hundredweight, 12 cwt referring to the weight of the gun.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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