https://en.wikipedia.org/wiki/John_Dillinger

Dillinger nel 1934

John Herbert Dillinger (Indianapolis, 22 giugno 1903[1]Chicago, 22 luglio 1934[2][3]) è stato un criminale statunitense, rapinatore di banche attivo durante il periodo della grande depressione. Fu a capo di una banda nota come Dillinger Gang, responsabile di ventiquattro rapine in banca e a quattro stazioni di polizia. Dillinger venne arrestato più volte ed evase di prigione in due occasioni.

Nella cultura popolare viene spesso rappresentato come un gangster americano vestito impeccabilmente, che imbraccia un mitra Thompson. Già all'epoca dei fatti, i media lo dipinsero in modo esagerato descrivendolo come un moderno Robin Hood.[4][5] J. Edgar Hoover, direttore dell'allora Bureau of Investigation (BOI), usò i crimini di Dillinger e della sua gang come giustificazione per trasformare il BOI nell'odierno Federal Bureau of Investigation (FBI), sviluppando tecniche di investigazione più sofisticate per la lotta al crimine organizzato.[6]

In seguito alla seconda evasione, Dillinger sfuggì alle forze dell'ordine per circa un anno, prima di essere scovato e ferito in uno scontro a fuoco. Ripresosi, fece ritorno a Chicago, dove il 22 luglio 1934, agenti di polizia e federali lo rintracciarono presso il cinema Biograph Theater.[7] Quando gli uomini del BOI si mossero per arrestarlo all'uscita dal cinema, Dillinger tentò di scappare ma gli agenti gli spararono uccidendolo. Dillinger era considerato un uomo estremamente pericoloso perciò, all'epoca, l'uso letale della forza venne ritenuto legittimo nonostante fosse in fuga.[2]

Biografia

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Infanzia

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John Dillinger nacque il 22 giugno 1903 nel quartiere Oak Hill di Indianapolis,[8] dove crebbe, come secondo figlio di John Wilson Dillinger (1864–1943), un commerciante violento in famiglia,[9] e di Mary Ellen "Mollie" Lancaster (1870–1907),[9] la quale morì poco prima del quarto compleanno di John.[10] Era nipote di un cittadino tedesco nato nel 1831 in Prussia a Gisingen (vicino a Dillingen/Saar, oggi quartiere di Wallerfangen, circondario di Saarlouis) Mathias Dillinger (1831–1912), che nel 1854 emigrò dall'odierna Germania verso gli Stati Uniti.[11] Dopo la morte della madre, il padre, nel 1912, sposò Elizabeth "Lizzie" Fields (1878–1933), vivendo assieme a Dillinger e sua sorella maggiore Audrey (1889–1987), con il rispettivo marito, e altri tre fratelli nati da John Wilson e Lizzie.[10][12]

Adolescenza, primi reati e il matrimonio

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Da adolescente, John Dillinger finì spesso nei guai per rissa e piccoli furti, divenendo noto per la sua "personalità sconcertante" e per aver bullizzato i ragazzini più piccoli.[9] Abbandonò presto la scuola per lavorare in un'officina meccanica a Indianapolis. Temendo che la città potesse corromperlo, il padre decise, nel 1921, di trasferire la famiglia a Mooresville, sempre nello stato dell'Indiana.[13] Nonostante ciò, il carattere del ragazzo non mutò e, nel 1922, venne infine arrestato per furto d'auto e, da quel momento, il rapporto con il padre andò definitivamente deteriorandosi.[14]

Nel 1923, a causa dei suoi problemi con la giustizia, fu arruolato nella Marina militare, dove servì come sottufficiale macchinista di terza classe a bordo della corazzata USS Utah.[15] Dopo pochi mesi, però, mentre la nave era all'ancora a Boston, Dillinger disertò e fu congedato con disonore.[9] Tornò così a Mooresville, dove conobbe Beryl Ethel Hovious, che sposò il 12 aprile 1924. Una volta sposato, tentò di trovare un lavoro onesto ma ebbe molta difficoltà,[6] così cominciò a pianificare una rapina con un amico ed ex-carcerato, Ed Singleton.[16]

Dillinger e Singleton, il 6 settembre 1924, rapinarono così la drogheria vicino a casa, a Mooresville, rubando 50 dollari (circa 900 dollari nel 2024).[9] Durante la rapina, Dillinger colpì una vittima al capo con un bullone per automobili avvolto in un panno e aveva con sé una pistola che però era scarica. Mentre i due lasciavano il negozio, furono visti da un testimone che li riconobbe e informò la polizia. Dillinger e Singleton furono così arrestati il giorno seguente. Il secondo si dichiarò non colpevole, mentre Dillinger padre, che era il locale diacono, dopo aver discusso la cosa con Omar O'Harrow, il procuratore della contea di Morgan, convinse il figlio a confessare e dichiararsi colpevole senza richiedere un avvocato.[9]

Dillinger venne così incarcerato con le accuse di aggressione, di minaccia con l'intento di rapinare e di cospirazione per commettere un crimine. Egli si aspettava una sentenza morbida, con la libertà vigilata, per via dell'intercessione di suo padre con il procuratore, tuttavia fu condannato dai dieci ai dodici anni di prigione.[10] John Wilson Dillinger, da parte sua, riferì ai giornalisti che si pentiva del suggerimento dato al figlio, che era inorridito dalla sentenza e che aveva pregato il giudice di accorciare la condanna ma senza successo.[17] Successivamente, lungo la via tra il carcere e Mooresville, dove avrebbe dovuto testimoniare contro Singleton, Dillinger riuscì a fuggire ma venne ricatturato pochi minuti dopo.[18]. Singleton venne infine condannato a scontare dai due ai quattordici anni di carcere. Morirà il 2 settembre 1937, dopo essersi addormentato ubriaco sulle rotaie.[19]

Il periodo in prigione e le prime rapine in banca

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Foto segnaletica di John Dillinger, 1924

Incarcerato dapprima nel Riformatorio dell'Indiana e poi nella Prigione Statale dell'Indiana, Dillinger sviluppò un vero e proprio stile di vita criminale. All'ingresso nella prigione, gli venne diagnosticata la gonorrea, la cui cura all'epoca era dolora,[9] e ben presto sviluppò un forte risentimento contro la società a causa della lunga sentenza che gli era stata comminata. Divenne inoltre amico di altri criminali, inclusi i rapinatori di banche Harry Pierpont, Charles Makley, Russell Clark e Homer Van Meter, il quale gli insegnò come essere un criminale di successo. Il gruppo pianificò una rapina che avrebbero commesso non appena fossero stati tutti rilasciati.[20] Dillinger ebbe anche la possibilità di studiare il meticoloso sistema di rapina ad una banca sviluppato dal tedesco-americano Herman Lamm, sistema che poi avrebbe adottato in futuro.[21] Nel 1929, non sopportando più la situazione, la moglie ottenne il divorzio da Dillinger.[22]

Il padre di Dillinger, nel frattempo aveva cominciato una campagna pubblica per il suo rilascio e riuscì ad ottenere una petizione con 188 firme. Il 10 maggio 1933, dopo nove anni e mezzo di carcere, a John fu concessa la libertà vigilata.[9] Rilascianto all'apice della Grande Depressione, aveva poche possibilità di trovare un impiego,[23] così tornò immediatamente al crimine.[24]

Il 21 giugno 1933, John commise la sua prima rapina in banca a New Carlisle in Ohio, rubando 10 000 dollari (241 000 dollari nel 2024).[25] Il 14 agosto rapinò un'altra banca a Bluffton. La polizia però lo rintracciò e arrestò a Dayton, trasferendolo poi alla prigione della contea di Allen, a Lima, per essere processato in relazione alla rapina a Bluffton. Durante la perquisizione, la polizia gli trovò addosso ciò che sembrava un piano per un'evasione di prigione. Alle conseguenti domande degli agenti, Dillinger non rispose.[10]

In precedenza, Dillinger aveva contribuito a pianificare l'evasione di Pierpont, Clark e altri sei carcerati. Questi erano riusciti a far contrabbandare armi all'interno della prigione che usarono poi per fuggire, quattro giorni dopo l'arresto di Dillinger. Il gruppo, conosciuto poi come la "prima Dillinger Gang", era formato da Pierpont, Clark, Makley, Ed Shouse, Harry Copeland e John "Red" Hamilton. Pierpont, Clark e Makley giunsero a Lima il 12 ottobre 1933, dove si finsero degli agenti della Polizia di Stato dell'Indiana lì per estradare Dillinger nell'Indiana. Quando lo sceriffo Jess Sarber chiese loro delle credenziali, Pierpont gli sparò uccidendolo, poi il gruppo liberò Dillinger e assieme si unirono al resto della gang in Indiana.[10]

Complessivamente la "Dillinger Gang" è accusata di aver commesso dodici rapine in banca, avvenute tra il 21 giugno 1933 e il 30 giugno 1934.[8] Dillinger rimase impresso alle vittime di tali crimini per la foggia elegante dei suoi abiti, il cappello in stile e la qualità del suo cappotto di alta sartoria: il suo stile fascinoso, infatti, contribuì non poco a fare di lui un mito. Considerato dall'FBI e dal suo direttore J. Edgar Hoover il nemico pubblico n.º1, Dillinger si guadagnò la fama di moderno Robin Hood del quando, al termine delle abituali rapine, immedesimandosi in quegli anni di grave crisi economica, prese l'abitudine di dare alle fiamme i registri contabili su cui erano annotati i debiti e le ipoteche delle persone in difficoltà economiche, riuscendo ad attirare su di sé la riconoscenza di tanti clienti a corto di denaro e la simpatia di buona parte dell'opinione pubblica.

La fuga da Crown Point

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Avviso di ricerca del BOI per la Frechette

Mary Evelyn "Billie" Frechette conobbe Dillinger nell'ottobre 1933 e i due iniziarono una relazione già il mese successivo. La relazione durò fino alla morte di Dillinger, tanto che in seguito la Frechette accettò, sotto pagamento, di scrivere le sue memorie, pubblicate nel Chicago Herald-Examiner nell'agosto 1934.[26]

 
Esposizione di un taglio di giornale raffigurante la cattura di John Dillinger e del suo gruppo
 
La casa di John Dillinger a Tucson (Arizona)
 
La taglia su John Dillinger.

Nonostante la sua verve ed il suo stile mai troppo brutale, però, verso la fine della sua carriera, isolato dalla malavita che temeva di attirare su di sé l'attenzione della polizia, ma isolato anche grazie ai metodi innovativi di ricerca dell'FBI, Dillinger si alleò con la gang di un altro noto criminale dell'epoca, cioè "Baby Face" Nelson, che era ben più rude e privo di scrupoli di Dillinger (e che insieme a lui arrivò a dividersi la fama di "nemico pubblico") per operare nuove rapine e rimpolpare le casse della sua gang. Per far perdere le sue tracce, Dillinger tentò persino di cancellare le proprie impronte digitali con l'acido.

Il 25 gennaio 1934, Dillinger e la sua gang furono arrestati a Tucson, in Arizona.[27][28] Dillinger fu estradato in Indiana scortato da Matt Leach,[29] il Capo della Polizia di Stato dell'Indiana, e incarcerato nella prigione di Crown Point nella contea di Lake, accusato dell'omicidio di un agente di polizia durante una rapina in banca a East Chicago, il 15 gennaio 1934.

Il 3 marzo 1934 evase ancora, stavolta dalla prigione di Crown Point, dove era stato rinchiuso (e dove fu immortalato in alcune famose foto che lo ritraevano abbracciato al direttore del carcere oltre che nel corso di un'intervista), arrivando a scatenare un vero e proprio caso politico nazionale. Dillinger fu in grado di fuggire durante gli esercizi mattutini con altri quindici carcerai. Dillinger aveva ottenuto una pistola, all'insaputa delle guardie e degli inservienti, con la quale riuscì a fuggire senza sparare un colpo. Subito dopo, crebbero congetture sul fatto che l'arma fosse reale o finta, quest'ultima ipotesi venne sostenuta anche dal BOI.[30][31]

Dillinger fu subito incriminato da un grand jury e il BOI organizzò una caccia all'uomo a livello nazionale[32] mentre, a poche ore dall'evasione, l'uomo si era già riunito con Billie Frechette.[33]

In base alla testimonianza al processo della Frechette, lei e Dillinger stettero assieme per "quasi due settimane". Effettivamente, fu dimostrato che i due avevano viaggiato fino alle Città Gemelle, dove avevano affittato un appartamento a Minneapolis, in Minnesota, rimanendovi per quindici giorni.[34][35] Tuttavia, Dillinger aveva subito ripreso i contatti con Hamilton e i due avevano radunato una nuova gang, formata da Baby Face Nelson e i suoi uomini: Homer Van Meter, Tommy Carroll e Eddie Green. La nuova Dillinger gang, ad appena tre giorni dalla fuga di prigione, avevano rapinato una banca a Sioux Falls, in South Dakota, e, una settimana dopo, avevano rapinato anche la First National Bank a Mason City, in Iowa.[36]

La sparatoria agli appartamenti Lincoln Court

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Lincoln Court Apartments shootout


Purtroppo, per lui, la fuga momentanea (agevolata dall'utilizzo di una pistola finta in legno, che tutt'oggi non si sa se gli sia stata recapitata dal suo avvocato o se l'abbia realizzata da sé con un pezzo di legno trovato in carcere)[37] non fu foriera di salvezza, perché per scappare Dillinger prese in ostaggio alcuni agenti e rubò la vettura del direttore del carcere, con la quale varcò il confine dello stato dell'Indiana. Così facendo, infatti, Dillinger commise un reato federale, cosa che permise all'FBI (forte di una nuova legge sul furto d'auto varata dal Congresso americano) di intervenire e quindi, dopo 4 mesi dalla sua fuga, di riacciuffarlo.

Dillinger fu identificato e ucciso con cinque colpi d'arma da fuoco da alcuni agenti dell'FBI mentre si trovava all'esterno di un cinema di Chicago, dal quale usciva insieme alle prostitute Polly Hamilton e Ana Cumpanas, dopo aver assistito alla proiezione del film poliziesco Le due strade con Clark Gable. Era il 22 luglio 1934 e Dillinger aveva appena 31 anni.

A tradirlo fu proprio Ana Cumpanas, conosciuta nell'ambiente dell'epoca anche come Anna Sage[10] e in seguito nota come la "Donna in rosso" (per via del colore sgargiante dell'abito, indossato per farsi riconoscere dalla polizia, anche se in realtà l'abito indossato era una gonna arancione),[10] la quale passò ai servizi segreti le informazioni utili per catturare il criminale, in cambio della sua permanenza negli Stati Uniti d'America e al fine di evitare l'espulsione in Romania, sua terra natale, senza peraltro riuscirvi visto che il provvedimento fu poi confermato.

Partecipò all'agguato decisivo anche Melvin Purvis[10], giovane G-Man nominato in prima persona da J. Edgar Hoover per coordinare le ricerche di Dillinger assieme agli uomini del nuovo FBI, tra cui l'esperto investigatore Charles Winstead. Lo stesso Melvin Purvis, infine, lasciò l'FBI solo un anno dopo la morte di Dillinger e morì a causa di un colpo partito accidentalmente dalla propria pistola nel 1960, anche se non si esclude la possibilità che si sia suicidato.[38] Nonostante la sua morte prematura e la sua vita criminale, John Dillinger, rapinatore fascinoso ed elegante, è rimasto noto nell'immaginario collettivo come una sorta di eroe popolare dell'America della grande depressione.[39] A Crown Point, nell'Indiana, esiste un museo a lui dedicato. Inoltre presso l'Allen County Museum è esposta la ricostruzione della cella in cui negli anni trenta era imprigionato a Lima, con la sua statua di cera insieme a quella dello sceriffo Jess Sarber.[40]

Dopo la morte Dillinger venne sepolto nel cimitero di Crown Hill ad Indianapolis, nell'Indiana.

La figura nei media

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  • Il 10 novembre 1963 è uscito il n. 11 di Diabolik, intitolato Trappola infernale. Nella storia il personaggio principale, per poter compiere una rapina ai danni di una banca situata proprio di fronte ad una stazione di polizia, organizza un colpo molto ingegnoso. L'idea è una finta rapina da girare per un film; Diabolik per l'occasione assume le sembianze del regista De Ville, Eva quelle di Jane Harlen, una famosa e bellissima attrice, mentre gli uomini sul set fingono di essere rapinatori e invece lo sono per davvero. Viene specificato che il film che Diabolik si appresta a girare è dedicato alla vita del gangster Dillinger.
  • Nella canzone "Danny Bailey" (1973) Elton John cita Dillinger, e la figura del protagonista è chiaramente ispirata a lui.
  • Il gruppo mathcore americano The Dillinger Escape Plan ha affermato di essersi ispirato al criminale per il nome della band.
  • Nel 1994 è apparsa su Topolino la storia Topolino e il leggendario Rattinger, in cui uno dei protagonisti è l'ex rapinatore John Cirillo Rattinger, prozio di Topolino e parodia di Dillinger.[41]
  • Nel 1994 all'attore Robert Clohessy è stata affidata la parte di John Dillinger nel settimo episodio della seconda stagione di Lois & Clark - Le nuove avventure di Superman, La vecchia gang.[42]
  • Il gruppo musicale partenopeo Blue Staff gli ha dedicato un pezzo dal titolo John Dillinger.
  • Nel 2001 Stephen King ha pubblicato sul New Yorker magazine La morte di Jack Hamilton, racconto breve ispirato agli ultimi giorni di Dillinger e reperibile nella raccolta Tutto è fatidico.
  • Il rapper italiano Signor K ne racconta le gesta nel brano Jack Rabbit.
  • Viene citato nel penultimo episodio della quinta stagione di Breaking Bad da Saul Goodman.
  • Viene citato dal rapper italiano Kid Yugi nel brano 64 barre da censura prodotto per Red Bull
  • Nel 2023 il personaggio televisivo Fabrizio Corona fa uso del suo nome e della sua immagine per il sito Dillingernews

Filmografia

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Di seguito, vengono elencati i film più famosi e i nomi degli attori che hanno prestato il volto al gangster statunitense:

  1. ^ (EN) Edgar and Melvin and John, su coopertoons.com.
    «John Herbert Dillinger was born in Indianapolis, Indiana on June 22, 1903.»
  2. ^ a b (EN) Kill Dillinger here, in Chicago Daily Tribune, 23 luglio 1934, p. 1. URL consultato il 3 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2016).
  3. ^ (EN) FBI, John Dillinger: The FBI Files, Filiquarian Publishing, 2007, ISBN 978-1599862460. URL consultato il 27 giugno 2015.
  4. ^ (EN) Dean Reynolds, On the trail of John Dillinger, su cbsnews.com, 21 giugno 2009. URL consultato il 28 giugno 2018.
    «Dillinger's robberies netted more than $300,000 (equal to $4 million today). To many, though, he was more Robin Hood than robber. 'Middle Americans were so angry at the bankers and businessmen who had taken their money, their home, their jobs, hundreds of thousands of Middle Americans especially were cheering on Dillinger,' said Burrough.»
  5. ^ (EN) Christopher Goodwin, America's own Robin Hood The Dillinger legend, in The Sunday Times, 28 giugno 2009. URL consultato il 28 giugno 2018.
    «Dillinger's audacious string of robberies and prison escapes in the early 1930s turned him into an American folk hero, a Depression-era Robin Hood. His gang robbed more than a dozen banks between May 1933 and July 1934, stealing over $300,000. He also destroyed thousands of mortgage records during the robberies, helping many poor people escape payments to banks.»
  6. ^ a b (EN) Elliott J. Gorn, Dillinger's Wild Ride: The Year That Made America's Public Enemy Number One, New York, 2009, p. 101.
  7. ^ (EN) A Byte Out of History – How The FBI Got Its Name, su fbi.gov, Federal Bureau of Investigation, 24 marzo 2006. URL consultato il 17 febbraio 2011.
  8. ^ a b (EN) Famous Cases & Criminals – John Dillinger, su fbi.gov. URL consultato il 21 aprile 2017.
  9. ^ a b c d e f g h Matera (2005).
  10. ^ a b c d e f g h (EN) Famous Cases: John Dillinger, su fbi.gov, Federal Bureau of Investigation. URL consultato il 26 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2009). Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "fbi" è stato definito più volte con contenuti diversi
  11. ^ (DE) Bernd Winter, John H. Dillinger, 1933/34 Amerikas Staatsfeind Nr. 1., in Unsere Heimat. Mitteilungsblatt des Landkreises Saarlouis für Kultur und Landschaft, vol. 35, n.º 2, 2010, pp. 53–58.
  12. ^ (EN) Depression-era gangster John Dillinger's sister dies in Mooresville at 92, su wthr.com, 15 gennaio 2015. URL consultato il 16 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2015).
  13. ^ Matera (2005), p. 15.
  14. ^ Matera (2005), pp. 16-17.
  15. ^ (EN) Shadow box, su navy.togetherweserved.com. URL consultato il 19 febbraio 2018.
  16. ^ (EN) Chris Landers, Dillinger played ball before he robbed banks, su mlb.com, MLB Advanced Media. URL consultato il 26 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2020).
  17. ^ Matera (2005), p. 25.
  18. ^ Matera (2005), p. 27.
  19. ^ (EN) Dillinger's Partner In First Crime Killed, in Reading Eagle, 2 settembre 1937, p. 14. URL consultato il 10 agosto 2018.
  20. ^ Matera (2005), p. 32.
  21. ^ Helmer & Mattix (1998), pp. 165–166.
  22. ^ (EN) John Dillinger: The Making Of A Rock Star Bank Robber, 7 agosto 2014. URL consultato il 2 settembre 2017.
  23. ^ Matera (2005), p. 35.
  24. ^ Matera (2005), p. 39.
  25. ^ (EN) Bandits Bind Cashier, Clerk and Assistant, in Dayton Daily News, 21 giugno 1933, pp. 1, 5.
  26. ^ (EN) Defining Documents in American History: The 1930s (1930–1939), Ipswich (Massachusetts), Salem Press, 2014, p. 269, ISBN 978-1-61925-4954.
  27. ^ (EN) Dillinger Captured in Tucson, su library.pima.gov, Pima County Public Library, 10 febbraio 2015. URL consultato il 15 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2017).
  28. ^ (EN) Elaine Raines, 1934: Dillinger captured in Tucson, su tucson.com, 22 gennaio 2016. URL consultato il 15 gennaio 2018.
  29. ^ (EN) ISP: The Pursuit of Public Enemy #1, su in.gov, 28 maggio 2021.
  30. ^ Girardin, Helmer & Mattix.
  31. ^ Storie di 12 grandi evasioni, su ilpost.it, 6 agosto 2017. URL consultato il 9 gennaio 2021.
  32. ^ (EN) FBI History – Famous Cases, John Dillinger, su fbi.gov, FBI. URL consultato l'8 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2011).
  33. ^ (EN) Evelyn "Billie" Frechette (1907-1969) | American Experience | PBS, su pbs.org. URL consultato il 18 maggio 2024.
  34. ^ (EN) U.S. District Court, District of MN, USA vs. Evelyn Frechette, et al., pp. 590–592.
  35. ^ Girardin, Helmer & Mattix, p. 274
  36. ^ (EN) Plenty of folks still remember infamous Dillinger bank robbery, su globegazette.com, 19 settembre 2008. URL consultato il 1º ottobre 2018.
  37. ^ Storie di 12 grandi evasioni, su ilpost.it, 6 agosto 2017. URL consultato il 9 gennaio 2021.
  38. ^ (EN) People & Events: Melvin Purvis, 1903-1960, su pbs.org. URL consultato il 4 settembre 2011.
  39. ^ Silvia Bizio, Johnny Depp diventa Dillinger gangster-eroe dell'America in crisi, in la Repubblica.it, 22 giugno 2010. URL consultato il 29 agosto 2010.
  40. ^ Sito web del museo della contea di Allen, su allencountymuseum.org. URL consultato il 19 febbraio 2023.
  41. ^ Gli anni novanta, su papersera.net. URL consultato il 29 agosto 2010.
  42. ^ (EN) "Lois & Clark - Le nuove avventure di Superman" That Old Gang of Mine (1994), su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 26 novembre 2011.

Bibliografia

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  • (EN) G. Russell Girardin, William J. Helmer e Rick Mattix, Dillinger: The Untold Story.
  • (EN) William J. Helmer e Rick Mattix, Public Enemies: America's Criminal Past, 1919–1940, New York, Facts on File, 1998, ISBN 0-8160-3160-6.
  • (EN) Dary Matera, John Dillinger: The Life and Death of America's First Celebrity Criminal, Carroll & Graf Publishers, 2005, ISBN 0-7867-1558-8.

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