Utente:Petronilla15/Sandbox
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Alfio Cavoli (Manciano, 22 agosto 1927-Roma, 30 settembre 2008) è stato un insegnante, scrittore, storico, divulgatore, giornalista pubblicista e amministratore pubblico italiano.
Numerosi sono i suoi libri pubblicati con editori diversi.[1]
È Grifone d'oro 1992.
Biografia
modificaAlfio Cavoli nasce il 22 agosto 1927 in una casa del centro storico di Manciano primogenito di quattro fratelli. I suoi genitori, Corrado e Petronilla Franci, sono operai. Dopo i cinque anni di scuola elementare nel suo paese natale, le minime risorse economiche a disposizione della famiglia lo obbligano ad attenderne altri due prima che possa intraprendere la strada di proseguire gli studi, tra l'altro, con l'imposizione paterna dell'indirizzo scelto ai fini di una futuro lavorativo certo. Degli anni dell'infanzia racconterà nel capitolo Paese mio nativo del libro illustrato[2] Sapor della mia terra. Nel 1948 si diploma all'Istituto Tecnico Agrario Statale “Angiolo Vegni (Angelo Vegni)”[3] delle Capezzine (AR), vivendo il periodo della seconda guerra mondiale in convitto. Al suo ritorno a Manciano, prende in carico la famiglia. Inizia a lavorare facendo supplenze in materie tecniche all'Avviamento Professionale Agrario Statale di Castel del Piano. È il 1949. Nei primi anni Cinquanta esercita, in contemporanea all'insegnamento, la professione di Perito Agrario aprendo con il più giovane amico e collega Lindo Narciso Pascucci, anche lui mancianese, uno studio tecnico. Nel 1962 si sposa a San Marino con la professoressa Maria Luisa Michelotti (1929-1991) originaria della piccola Repubblica alla quale nel 1961, essendo il direttore della scuola, ha dato l'incarico d'insegnare Matematica e Scienze naturali nell'Avviamento Professionale Agrario di Roccalbegna. Avranno due figlie.
Nel 1965, ha già scritto un discreto numero di articoli riguardanti la Maremma su Il Telegrafo con il quale inizia una prima collaborazione come corrispondente sportivo poi trasformatasi e durata a lungo. Raccoglie i pezzi di storia, archeologia, arte, costume pubblicati dal 1958 al 1965 nel suo primo libro Uomini, cose e paesi della Maremma dal quale, Luigi Veronelli, trae e trascrive nel supplemento al n. 179 di Panorama Italia gastronomica (n. 2, Italia centrale), l'articolo dedicato al piatto tipico mancianese originariamente pubblicato l'8 febbraio 1964 sul quotidiano livornese.[5]
Continua a scrivere per Il Telegrafo anche quando «il giornale che ingiustamente superiori interessi […] avevano condannato a pena capitale»[6] viene pubblicato dalla Coop Libera Informazione. Nell'edizione straordinaria del 21 maggio 1977, Il Telegrafo Speciale centenario, composto da cinque fascicoli, in totale 88 pagine, è presente anche un suo pezzo. Continua a scrivere per il quotidiano anche quando diventa Il Tirreno.[7] Oltre a pubblicare sue recensioni, articoli nelle rubriche Il mondo dell'arte e Oggi in Libreria e in terza pagina, la Redazione di viale Alfieri a Livorno realizzerà due volumi a fascicoli settimanali a firma Alfio Cavoli: La Maremma dei briganti e Maremmani.
Collabora, negli anni, con numerose testate. Tra altre, e in aggiunta a Il Telegrafo/Il Tirreno, scrive per Il Tempo, La Nazione, Paese Sera, Toscana Qui, Le Antiche Dogane. Sull'ultima in elenco – stampata dal 1999 – sono apparsi ininterrottamente pezzi di Alfio Cavoli e molte recensioni nei numeri che vanno dal 2 al 60.[8]
Suoi articoli di archeologia, storia, arte, tutela dell'ambiente e del paesaggio, costume, tradizioni, soprattutto, riguardanti le peculiarità della Maremma, sono pubblicati su riviste di settore come Archeologia viva (Bimestrale di archeologia arte etnologia), Civiltà da scoprire (Trimestrale di etruscologia), Cultura d'Oggi, L'Era (Bimestrale di lettere ed arti) e numerose altre.
Nel 1972-1973 Alfio Cavoli fa parte del Comitato di Redazione della rivista semestrale Confronti la cui direzione passa al commediografo Marcello Morante dopo un primo numero intitolato La Comune diretto da Giuseppe Guerrini.[9]
Negli anni Ottanta è responsabile del notiziario di Radio Grosseto.
Membro della Società Storica Maremmana, collabora al bollettino del sodalizio con studi e recensioni a sua volta ripetutamente recensito da altri Collaboratori. Uno degli studi, Maremma canora, [10] è una testimonianza della intraprendenza vocale dei vecchi mancianesi – donne e uomini – che, spesso analfabeti, cantavano improvvisando in rime spontaneamente perfette. Nel 2022, a cura della figlia maggiore Daniela, è stato ristampato, ed è leggibile gratuitamente online La terra lavoratela solo con la zappa,[11] un ulteriore contributo al bollettino relativo alle lotte contadine dei primi anni del Novecento a Manciano.[12] Nell'aprile 2023, Maremma Magazine, distribuisce in omaggio copie del libriccino ai suoi lettori.[13] Il mensile ha ospitato scritti di Alfio Cavoli negli ultimi anni della sua vita e, dal 2022, ripropone vecchi articoli dello scrittore in una rubrica dedicata.
Scrittore
modifica«Il più attendibile studioso di cose maremmane.»[14] Corrado Augias
Il brigantaggio
modificaAlfio Cavoli si occupa costantemente di studiare e divulgare la storia del brigantaggio soprattutto ottocentesco, soprattutto maremmano. La scelta di affrontare questo fenomeno sociale è conseguenza diretta della sua frequentazione infantile con il dottore del paese che, tra le altre mansioni, ha dovuto supplire, quando necessario, anche a quella delle autopsie, talvolta dei briganti. Tommaso Fratini, questo il nome del medico, abita una casa poco distante da quella del bambino e, divenuto quasi cieco, lo invita a trascrivere quanto gli detta sul proprio diario.[15] Alfio Cavoli, accettando, incomincia a conoscere i nomi dei vari fuoriusciti della zona, a incuriosirsi fra i libri che il medico gli suggerisce e gli presta volentieri.
Tommaso Fratini muore nel 1944, ma in Alfio Cavoli rimane fermo riferimento per il futuro ciò che apprende sui briganti in quegli incontri. Dopo gli studi scolastici incomincia ad approfondire la tematica per avere un quadro chiaro della situazione sociale nella Maremma di fine Ottocento. Raccoglie in volume le sue deduzioni. Recensito anche su Il Corriere della Sera da Carlo Laurenzi,[16] che lo definisce un «libro assurdo e quasi profetico» specificando: «Alfio Cavoli, chiunque sia, scrive cupo e antico, mi piace», La Maremma di Tiburzi venderà presto le copie stampate. Il brigantaggio vi è trattato in nuce come inevitabile conseguenza delle disastrose condizioni di vita delle masse proletarie in quella terra subito dopo l'Unità d'Italia. Le ricerche storiche compiute in seguito da Alfio Cavoli approfondiscono ulteriormente il fenomeno in Maremma e nel resto d'Italia. Sono sue quattro successive monografie dedicate a questo tema sul quale è stato invitato a scrivere anche uno studio riguardante il brigantaggio a San Marino inserito nel primo volume dell'enciclopedia Storia illustrata della Repubblica di San Marino.[17]
L'introduzione alla ristampa del libro Il brigantaggio nel Viterbese[18] è un ulteriore tassello del mosaico costruito sull'analisi di fatti e scritti dimenticati su cui Alfio Cavoli continuerà a lavorare fino alla fine dei suoi giorni. Come lo è la presentazione al volume di Angelo La Bella e Rosa Mecarolo Tiburzi senza leggenda[19] anch'essa dello scrittore.
Al noto brigante Domenico Tiburzi spettano i primati di latitanza e notorietà fra i fuorilegge maremmani di fine Ottocento, ma non quello di ferocia che è stato conquistato dal contemporaneo Enrico Stoppa di Talamone. Anche su quest'ultimo, nato solo due anni prima di Domenichino e morto alle Murate di Firenze, Alfio Cavoli scrive un libro Lo sparviere della Maremma.
Domenico Tiburzi
modificaCavoli contribuisce fattivamente al miglioramento della conoscenza di Domenico Tiburzi.[20] Nel 1975, licenzia alle stampe Il giustiziere di Cèllere che delinea, con una prosa semplice, ma incalzante, spesso pervasa di poesia, la figura del criminale in sette racconti. Sono tanti quanti erano gli omicidî attribuiti a Domenico Tiburzi e documentati al 1975. Sempre su Domenico Tiburzi, in tempi successivi diversi, scrive altri quattro volumi e, infine, ma non ultimo, il saggio Tiburzi perché proposto sulla rivista fiorentina Stazione di posta.[21]
Consulenze storiche
modificaIn tema di brigantaggio ottocentesco, il regista Sergio Rossi chiede la consulenza storica dello scrittore per la realizzazione del documentario Briganti della Maremma tosco-laziale dell'800 prodotto nel 1986 per il Dipartimento Scuola Educazione dalla RAI. Documentario del quale Alfio Cavoli scrive anche i testi poi proposti personalmente in video. Il film è inserito la prima volta nel palinsesto di RAI 2 in due puntate passate rispettivamente il 18 e il 25 maggio 1987.[22]
Anche Paolo Benvenuti invita Alfio Cavoli a collaborare, sempre in veste di storico, alla realizzazione del film Tiburzi (1996) presentato al 49° Festival del film di Locarno.[23] Consulenza che, insieme a quella sulla patrimonializzazione, è nuovamente contributo dello studioso per l’istituzione del Museo del Brigantaggio di Cellere.[24]
Il terzo video in cui è coinvolto Alfio Cavoli è prodotto nel 2004 dalla Regione Toscana, Giunta Regionale per la serie Case della memoria in Toscana.[25] Alfio Cavoli scrive il testo che propone nel filmato diretto da Fabrizio Todesco su Monte Labro Davide Lazzaretti di Arcidosso. Nel Trailer Case della memoria,[26] proposto su YouTube dal regista, il titolo del video è stato modificato dall'originale Monte Labro Davide Lazzaretti in Centro Studi Lazzaretti. Del profeta dell'Amiata Alfio Cavoli si era già occupato nel suo libro Il Cristo della povera gente.
Alfio Cavoli partecipa a varie trasmissioni sulle reti RAI tra le quali, nel 1985, Italia mia[27] nella puntata dedicata alla Maremma. Nell'occasione è intervistato da Gigi Marzullo.
Le altre «cose maremmane»
modificaL'interesse storico di Alfio Cavoli non è rivolto solo al brigantaggio. Già negli anni Sessanta è cronista de Il Telegrafo, collabora con La Nazione e Il Tempo, è – quindi – attento a tutte le vicende del passato e presenti. Nel 1967 assiste alla scoperta della biga (530-520 a.C.) oggi restaurata e conservata nel Museo nazionale etrusco di Rocca Albornoz[28] a Viterbo, effettuata da un' équipe archeologica belga. Dall'esperienza nasce un lungo racconto-testimonianza, La biga del principe etrusco. Nel 1972, analizza, in un altro studio, ancora in forma narrativa, ma con chiarezza di dati reali tratti dall'archivio storico di Manciano, i fatti significativi che negli anni Sessanta dell'Ottocento sono stati cause primarie di morte neonatale e infantile nel territorio del Comune. Per la copertina di Bambini si muore l'artista Orlando Paladino Orlandini lo autorizza a utilizzare la sua opera La malaria.
Scrive – Alfio Cavoli – sull'arte e sulla vita dei due pittori mancianesi Pietro Aldi e Paride Pascucci. Sul «pittore degli umili»,[29] numerosi sono i suoi articoli pubblicati su periodici diversi al fine di promuovere l'artista rimasto nell'ombra soprattutto per il suo carattere schivo. Già nel 1966 l'attento sguardo di Alfio Cavoli verso l'uomo e le opere pascucciane colpisce Maria Agnese Neri. L'autrice riporta nel suo libro La pittura in Maremma[30] un brano su Pascucci da un articolo di Cavoli e annota:
«... Lo troviamo sempre, come attratto da un richiamo prepotente, nei luoghi in cui la sua gente soffre o muore, prega o lavora, e dove, qualche volta, dimentica delle sue miserie, si raduna numerosa per trascorrere una serata carnevalesca in allegria. Egli vi entra in questi ambienti, col cuore e con l'anima del poeta, subitamente impressionato e commosso fino al punto di non potersene distaccare. E non se ne staccherà mai...
Così scrisse di lui Alfio Cavoli, un giovane mancianese, in occasione della retrospettiva del pittore che si tenne a Grosseto nell'ottobre del '58 nella Sala d'Arte Comunale a lui dedicata.»
Vent'anni dopo l'articolo citato, su Paride Pascucci Alfio Cavoli scrive ancora. È pubblicata una monografia sulla quale la critica d'arte Francesca Petrucci, seppur omettendo l'editore e la collezione di cui fa parte il volume, esprime il giudizio:
«[...] nel 1978 fu edito da Alfio Cavoli il volume che presentava l'intervista da lui fatta a Concetta Garbati, oltre a una ricca antologia del materiale archivistico conservato dagli eredi, volume che ancora oggi costituisce la più ricca documentazione sul carattere e le abitudini del maestro mancianese».[31]
Nel XXV anniversario della morte del pittore, Alfio Cavoli cura per il Comune di Manciano il catalogo stampato dall’Amministrazione Provinciale di Grosseto: Paride Pascucci. Gli scritti Il poeta della Maremma (pp. 11-24) e Il giudizio di Dario Durbè (pp. 43-44) nel libro sono suoi. Per il catalogo dell'esposizione Paride Pascucci fra ‘800 e ‘900 tenutasi a Grosseto, al Cassero della Fortezza Medicea dal 1 agosto al 30 settembre 1987, viene nuovamente coinvolto e dà un ulteriore contributo. È un suo scritto il Ricordo di Paride Pascucci inserito nel volume.[32]
Mentre viene dato alle stampe Paride Pascucci, Alfio Cavoli collabora alla realizzazione del volume Album della Maremma[33] a cura di Giorgio Batini che nei ringraziamenti puntualizza: «Ringraziamo tutti coloro che ci hanno fornito le informazioni necessarie a inquadrare e commentare le vecchie immagini, e in modo particolare ringraziamo lo scrittore mancianese Alfio Cavoli, per l’amichevole, preziosa collaborazione.»
Per il libro, distribuito a fascicoli settimanali da La Nazione, è anche l'autore del fascicolo riguardante Manciano.[34] Nel 1981 l'Amministrazione provinciale di Grosseto pubblica una monografia i cui autori sono Piero Bargellini, Alfio Cavoli,[35] Bruno Santi, Lilio Niccolai su Pietro Aldi. In occasione del centenario della morte del pittore, l'Assessorato alla Cultura del Comune di Manciano, retto da Alfio Cavoli, pianifica eventi che si prolungano dal maggio al luglio 1988. Viene realizzato anche il catalogo della mostra organizzata in collaborazione con la cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea, Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell'Università di Siena che Cavoli presenta e nel quale è un suo contributo.[36] È, inoltre, uno dei curatori della mostra il cui comitato scientifico è composto da Enrico Crispolti e Giovanni Marziali. Dello stesso anno è la pubblicazione dell'Annuario della Maremma[37] patrocinato dalla Camera di Commercio di Grosseto. Ad Alfio Cavoli, facente parte del Comitato di Redazione, è dato l'incarico di Coordinatore per la cultura e il folklore. Suoi contributi sono in numerose pagine e di lui è scritto alle pagine 21 e 148.
Collaborazione con Giovanni Tellini
modificaNel 1979 – Cavoli professore di ruolo nella Scuola media statale “Paride Pascucci” del suo paese natale, già da quattro anni Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Manciano, collaboratore de Il Tirreno in terza pagina e di altri quotidiani e riviste – il Libraio e editore Giovanni Tellini[38] pubblica un dattiloscritto: Quando l'inferno era in Maremma, il cui successo di vendite è immediato. È il primo libro di Alfio Cavoli con la casa editrice pistoiese che verrà ristampato dagli eredi di Tellini in nuova veste grafica, con il titolo abbreviato rispetto all'originale nel 1990.
Fino alla prematura dipartita di Giovanni Tellini, la collaborazione con l'autore è proficua e continuativa. Lo testimoniano le numerose lettere tra i due nel Fondo Alfio Cavoli[39] dalla morte dello scrittore conservato dalla figlia Daniela.
L'editore propone a vari autori di occuparsi di monografie per la collana Profilo di una città etrusca. I cinque volumi scritti da Alfio Cavoli sono dei veri e propri ritratti artistico-storico-archeologici a tutto tondo. Escono a breve distanza di tempo l'uno dall'altro i titoli: Tarquinia (1980), Saturnia (1980, 1987), Vulci (1980, più volte ristampato e tradotto in lingua tedesca), Cerveteri (1980), Orvieto (1982). Oltre ai cinque volumi – circa 120 pagine ognuno, con illustrazioni in bianco e nero e a colori scelte soprattutto tra quelle del ricco archivio fotografico dell'editore –, di Alfio Cavoli, Tellini pubblica, nel 1982, Sovana e, subito dopo, La Maremma. Quest'ultimo lavoro invita i lettori a conoscere e visitare le bellezze artistiche e ambientali dei ventotto Comuni della provincia di Grosseto approfondendo anche la storia e le tradizioni di ognuno dalle origini e fino ai giorni della pubblicazione.
Nel frattempo Augusto Vivaldi, caporedattore de Il Tirreno a Livorno, cura un nuovo progetto sulla provincia di Grosseto che, pubblicato, s'intitolerà Chi siamo,[40] i cui fascicoli riferiti a Manciano, Porto Ercole e Porto Santo Stefano sono scritti da Alfio Cavoli.[41]
Dal 1988 alla 2008
modifica«Quante volte mi è stato chiesto nei dieci anni durante i quali ero Sindaco dell'Argentario: Non avete un libro che racconti la storia di questo comune? Con rammarico ero costretta a rispondere: No, non l'abbiamo. Alfio Cavoli riempie dunque uno spazio che attendeva da molto tempo di essere colmato.»[42]
Negli anni Ottanta la fitta agenda d'impegni pubblici di Alfio Cavoli predomina e rallenta l'attività di scrittore. L'Argentario – che viene presentato per la Casa editrice e l’Azienda di Soggiorno della Costa d’Argento dagli scrittori Guglielmo Petroni e Marcello Morante presso l’Auditorium dell’ex Caserma Umberto I di Orbetello il 25 giugno 1988 – è il libro che rianimerà l'avventura editoriale dello studioso. L'anno successivo, un altro suo lavoro tenuto nel cassetto – nell'intento dello scrittore avrebbe dovuto essere in libreria nel 1984 con Tellini – trova, finalmente, un editore. È il già ricordato Il Cristo della povera gente su David Lazzaretti (1834-1878) che nel 2000, vede una nuova edizione con l'aggiunta di una lettera del segretario della Fratellanza Giurisdavidica di Monte Labbro Marino Tommencioni. Ernesto Balducci ne scrive la presentazione. Il 25 aprile 1992 Balducci muore a causa di un incidente stradale. Santa Fiora, suo paese natale, lo riaccoglie. Il Centro Studi “Fernando Di Giulio” pubblica il volume Un ricordo per Ernesto[43] nel quale è inserito il ricordo del presbitero scritto da Alfio Cavoli: Ancor più soli (pp. 70-71). Due edizioni, nel 1989 e 1996, sono realizzate anche per Maremma amara. Tra la prima e la seconda, nel 1990, Alfio Cavoli decide di ritirarsi dagli impegni pubblici.
Il curatore Giuseppe Guerrini lo chiama in causa tra coloro che realizzeranno le schede dei castelli e delle torri per il volume Torri e castelli della provincia di Grosseto.[44] È ripetutamente citato nei rilevamenti degli altri Collaboratori.
È, questo, il periodo in cui Felice Scipioni inaugura la collana, da lui diretta, Sturmundrang-Alchimia dell'immaginario alla quale Alfio Cavoli dà i tre studi: Puccini in Maremma, prima pubblicazione in assoluto che permette di conoscere l'animo contrastato del compositore lucchese alle prese con la caccia, le solitudini della Maremma ottocentesca mentre nella Torre della Tagliata, oggi Puccini, si tormenta per la Turandot; Lo sparviere della Maremma, già ricordato; La Cartagine della Maremma, sulla storia della distrutta città di Castro.
I maremmani, del 1991, è dedicato alla moglie «“maremmana” di San Marino» che lo stesso anno muore a causa di un tragico incidente stradale in Sicilia[45] e si propone di evidenziare, con attenti approfondimenti storico-documentali, come «la popolazione maremmana nel suo insieme sia costituita da uno straordinario miscuglio di popoli e di razze che la rendono, dal punto di vista umano e culturale, certamente una realtà sui generis nel panorama demografico della nostra Penisola.[46]
Nel 1992 è Olimpia Maidalchini a catturare compiutamente l'attenzione di Alfio Cavoli. Ingombrante figura nella storia della Roma papalina del XVII secolo, ebbe anche l'ardire di istigare Innocenzo X, suo cognato, a distruggere la capitale del Ducato di Castro ubicato sulla sponda viterbese del fiume Fiora nei pressi di Manciano.
È, nel 1993, Leggende della Maremma e della Tuscia, riedito ampliato nel 1999, a continuare la collaborazione con l'editore Scipioni che pubblicherà altri tre titoli di Alfio Cavoli: Amata Amiata, sentito, poetico omaggio alla «montagna maremmana»[47]; La Maremma si racconta, libro illustrato con disegni di Duilio Cambellotti e scritto con l'esplicito intento di far conoscere la storia del territorio ai ragazzi; Tiburzi La leggenda della Maremma arrivato in libreria nell'anno in cui la Maremma e, soprattutto, la Tuscia, celebrano il centenario della morte del pericoloso fuorilegge con manifestazioni e convegni nei quali Alfio Cavoli è chiamato a intervenire come storico, esperto della materia.[48]
Nel frattempo, quando il Comune di Manciano propone un secondo catalogo del Museo di Preistoria e Protostoria, Alfio Cavoli è incaricato di scrivere il capitolo Manciano, la storia e i monumenti.[49]
Sempre nel 1995, esce il primo Vocabolario maremmano.[50] Cavoli raccoglie e commenta per il ricchissimo tomo i lemmi in dialetto mancianese.
Il 2000 è anno di Grande Giubileo. Lo scrittore ha incontrato Marcello Baraghini, direttore artistico di Stampa Alternativa. Il primo progetto realizzato con la casa editrice è Sommi peccatori, un volume incentrato sulle vite dei pontefici non limpidi che hanno lasciato traccia di sé nella storia dei papi proprio per la loro pessima condotta esistenziale. Segue – intercalata solo, nel 2001, dal libro edito da effequ L'orgoglio, facente parte della serie di sette dedicati a I vizi capitali dei maremmani – la pubblicazione di quattro volumi con Aldo Sara Editore che inaugurano la collana Le Antiche Dogane.[8]
Con L'orgoglio Alfio Cavoli puntualizza il fatto che la superbia – il vizio capitale al quale avrebbe dovuto essere dedicato il libro – non è caratteristica propria dei maremmani e propone, circostanziando le motivazioni, i nomi delle persone, degli enti, delle istituzioni che hanno contribuito a far crescere la Maremma dalle origini ai giorni della pubblicazione.
Mentre collabora continuativamente con Le Antiche Dogane viene chiamato a scrivere il saggio introduttivo dell'annuario di Santa Fiora Tracce....[51]
Nel 2004, Stampa Alternativa pubblica Addio, Maremma bella, libro-denuncia sull'ormai compiuta scomparsa della società contadina a favore di una corsa al progresso vilipendiosa, con l'insindacabile risultato di uno sconvolgimento del territorio agricolo, ambientale, artistico, turistico rappresentativi della zona per soddisfare il desiderio consumistico. Il libro di Alfio Cavoli dà lo spunto per un articolo[52] anche all'urbanista, docente universitario, Preside della facoltà di Pianificazione del territorio presso l'Università di Venezia Edoardo Salzano (1930-2019) che condivide totalmente l'approccio dell'autore al fenomeno divenuto anche maremmano come, prima di lui, aveva già fatto lo storico e critico d'arte Philippe Daverio[52] (1949-2020).
Sulla Resistenza in Maremma è il terzo libro con la stessa casa editrice. In Aspettando gli angloamericani (2005) Alfio Cavoli esamina la storia della lotta partigiana combattuta eroicamente in tutti i comuni del Grossetano. In particolare, e per amore di verità, dedica un intero capitolo a Sante Gaspare Arancio, fino alla pubblicazione del volume, dimenticato badogliano primo fondatore di una banda partigiana in Maremma.
Nel 2006, sono riprodotte dodici fotografie di Lorenzo Adolfo Denci in formato cartolina per essere raccolte in Sorano inedita. Alfio Cavoli scrive la biografia dell'artista pitiglianese, poi tradotta anche in inglese, inserita nell’astuccio. Scrive due capitoli del libro curato da Corrado Mornese e Gustavo Buratti Banditi e ribelli dimenticati.[53]
Nello stesso anno, convinto da Marcello Baraghini, tira le somme di un lavoro di studio quarantennale con la storia romanzata Tiburzi, il brigante in cui, tra l'altro, pone l'attenzione e commenta la recente scoperta del cosiddetto “memoriale Rosatelli” nell'archivio della parrocchia di Capalbio, documento che mette in dubbio le ufficiali dinamiche della morte del fuorilegge. Ancora nel 2006, esce un libro sull'amico Morbello Vergari nel quale i curatori Corrado Barontini, Alessandro Giustarini e Nanni Vergari riportano una sua Testimonianza.[54] Condivide con i precedenti l'anno di edizione anche il titolo Principesse e popolane di Toscana che inaugura la collaborazione con una casa editrice locale, la Laurum di Pitigliano, la quale pubblicherà, nel 2008, anche il libro Storie e leggende della Toscana e, postumo, con l'apporto operativo di Daniela Cavoli che, tra altro, suggerisce di inserirvi dei percorsi di trekking:[55] Saturnia e dintorni.
Il quinto e ultimo libro con Stampa Alternativa, nel 2007, riguarda la storia di uno dei tre fratelli minori del molto più noto Napoleone (1769-1821): Luciano Bonaparte (1775-1840), che fu insignito nel 1814 da Pio VII del titolo nobiliare di principe di Canino – località viterbese limitrofa al Comune di Manciano.
Ancora tre volumi di Alfio Cavoli escono a breve distanza l'uno dall'altro tra il 2007 e il 2008. La casa editrice che ne cura la pubblicazione è la effigi di Arcidosso. La Maremma raccontata da Alfio Cavoli e Maremma d'altri tempi raccolgono episodi di vita maremmana che arricchiscono profondamente la minuta ricostruzione delle vicende di vari secoli. Infine, con La “bella donna” di Sovana, storia romanzata, Alfio Cavoli trascina a rivivere l'epoca del Medioevo solcata dai passi dell'ultima “Signora di Maremma”: Margherita Aldobrandeschi.
Poesie di Alfio Cavoli sono presenti in varie antologie. Un solo suo racconto, Il pettirosso,[56] è stato pubblicato.
Pier Vittorio Orlandini ha tradotto in esperanto una biografia e testi di Alfio Cavoli per il volume Toskana Maremo (2ª parto-Maremo)[57] e, in occasione di una giornata organizzata a Roccalbegna,[58] due brani dei libri Amata Amiata e Il Cristo della povera gente.[59]
Ruoli pubblici
modificaDopo la prima esperienza del 1949 a Castel del Piano, Alfio Cavoli insegna, prima Educazione Fisica e in seguito Applicazioni Tecniche (Educazione Tecnica), in molte scuole della provincia di Grosseto e quindi nella Scuola Media Statale “Paride Pascucci” di Manciano ricoprendo anche incarichi direttivi e raggiungendo il collocamento in pensione quarant'anni dopo. In quegli anni è membro del locale Distretto scolastico.
Membro della Comunità Montana Colline del Fiora, del Comune di Manciano è per venticinque anni Consigliere (quindici dei quali Assessore alla Cultura, alla Pubblica Istruzione e al Turismo). Inizia la propria attività di amministratore pubblico nel 1965, essendo eletto Consigliere comunale durante la tornata elettorale del 22 novembre 1964.[60]. Si presenta l'ultima volta come Insegnante (Indipendente) Ass. Uscente nella lista del PCI Comitato Comunale di Manciano nelle elezioni amministrative del 12-13 maggio 1985 per essere rieletto e ricoprire nuovamente il ruolo di Assessore alla Cultura fino al 1990.
Tre, tra molti, sono stati gli importanti progetti realizzati da Alfio Cavoli in questa veste.
Il primo è la ristampa del voluminoso tomo Gli Aldobrandeschi (nella storia e nella Divina Commedia)[61] di Gaspero Ciacci che, uscito nel 1934 in soli 350 esemplari, era introvabile ed è opera di riferimento per lo studio della storia della Maremma.
Alla fine degli anni Sessanta propone l'istituzione di un museo di preistoria a Manciano. Le tenaci e lungimiranti battaglie, la convinta dedizione alla riuscita del progetto permettono la realizzazione dello scopo. Nel 1985 il Museo di Preistoria e Protostoria della valle del fiume Fiora è aperto al pubblico. Nel primo catalogo dell'Istituzione[62] Alfio Cavoli scrive la presentazione e il capitolo La valle del fiume Fiora (pp. 9-12).
Collocata al piano inferiore del Museo di Preistoria e Protostoria della valle del fiume Fiora, nel 1988, apre le porte anche la Pinacoteca “Aldi-Pascucci”. Durante le celebrazioni organizzate nella ricorrenza del centenario della morte di Pietro Aldi (maggio-luglio 1988) dall'Assessorato alla Cultura del Comune, retto da Alfio Cavoli, si tiene l'inaugurazione del realizzato progetto proposto, la prima volta, nel lontano 1969.[63]
La galleria municipale è smantellata quando Alfio Cavoli si ritira dall'attività di amministratore pubblico.
Su proposta del Soprintendente archeologico della Toscana dottor Guglielmo Maetzke, nel febbraio 1978, il ministro per i Beni Culturali e Ambientali lo nomina ispettore onorario per l'archeologia del Comune di Manciano.[64].
Nel 2023 esce paese, terra, persone[65] libro in cui la figlia Daniela ha raccolto discorsi e scritti ritrovati nel Fondo Alfio Cavoli inerenti l'attività di amministratore pubblico. la cui lettura è disponibile gratuitamente online.
Riconoscimenti
modificaIl 4 dicembre 1992 Il Venerdì di Repubblica, nel dossier La banda degli onesti, gli dedica un servizio con foto di Massimo Sestini realizzato dal giornalista Pietro Del Re.[66]
Alfio Cavoli è insignito del Grifone d'oro 1992. Il 10 agosto 1993 gli è consegnata la maggiore onorificenza attribuita da Grosseto a coloro che fanno conoscere la città e la Maremma fuori dai confini locali. La motivazione:
«La città di Grosseto, in una visuale che al di là delle sue mura spazia sull'intero territorio maremmano, ha individuato nello scrittore Alfio Cavoli, per la sua operosità coronata da successo ma non disgiunta da una innata modestia, il cittadino più meritevole del Grifone d'oro 1992. In una trentennale attività di fecondo divulgatore della storia, della geografia e dell'arte della nostra terra, Cavoli ha fatto conoscere in ogni angolo d'Italia le risorse culturali della Maremma. A lui è dovuta la presenza nella natia Manciano del delizioso Museo preistorico della Valle del Fiora, a lui la consapevolezza per la cittadinanza che vivere nel cuore della provincia non ostacola, ma favorisce le reali attitudini e capacità di chi si adopera disinteressatamente per la collettività.»[67]
La morte e le sepolture
modificaMuore il 30 settembre 2008 al Policlinico Umberto I di Roma per i postumi di due interventi chirurgici consecutivi. È sepolto il 3 ottobre nel cimitero di Manciano dopo la funzione religiosa celebrata nella locale chiesa di San Leonardo. Il 25 novembre 2024, a seguito di Ordinanza Sindacale del Comune di Manciano n. 104 del 22 agosto 2024, avviene l'esumazione. I resti mortali, dal 18 dicembre 2025, sono riuniti con quelli della moglie Maria Luisa Michelotti nel cimitero di Montalbo a San Marino.
Curiosità
modificaNel 2002, nel CD musicale di Tuscae gentes Quando il merlo canta[68] Daniele Poli canta e accompagna con la chitarra nove ottave delle venti de La vita strapazzata pubblicate in Tiburzi La leggenda della Maremma. Nel libretto che accompagna il CD è riportato quanto scritto da Alfio Cavoli nel capitolo del libro La miseria in poesia[69] riguardo alla genesi e alle versioni della composizione poetica in endecasillabi. Nel 2010 il gruppo musicale realizza un ulteriore CD in occasione del centocinquantesimo dell'Unità d'Italia: 150 e oltre, storie d'Italia.[70] Daniele Poli scrive la canzone Repubblica Dio e Libertà sulla vicenda di David Lazzaretti e, in una pagina del libretto allegato al CD (senza paginazione), cita alcuni libri della «sterminata bibliografia» tra i quali è anche Il Cristo della povera gente.
Lo scrittore Alessandro Angeli dedica il suo romanzo La lingua dei fossi[71] ad Alfio Cavoli e chiude il libro con una Postfazione in forma di ricordo, p. 87.
Il funerale di Alfio Cavoli è raccontato nel romanzo di Michele Marchiani, Le orme del Tiburzi.[72]
Nel 2012 è prodotto dall'autrice Sara Scaramucci il gioco da tavolo Conquista Maremma. La zona della Maremma individuata dal tabellone sul quale si dipanano le partite è la provincia di Grosseto. Le carte che indicano le mosse da effettuare (sfidare, conquistare, perdere, etc.) hanno singolarmente una breve didascalia tratta, di volta in volta, da libri di autori diversi. Tra i citati è anche Alfio Cavoli.
Dal 2022, è proposto in Maremma un reading teatrale intitolato Il giustiziere di Cellere che fa seguire a parte dei racconti dell'omonimo libro di Alfio Cavoli pagine del volume di Alessandro Angeli La lingua dei fossi. L'adattamento teatrale è dell'attore Mirio Tozzini che interpreta la lettura avvalendosi dell'accompagnamento di Paolo Mari alla chitarra.
Opere
modifica- Uomini, cose e paesi della Maremma, San Marino, Gruppo Poligrafico Editoriale, 1965.
- La Maremma di Tiburzi, San Marino, Gruppo Poligrafico Editoriale, 1966. Prefazione di Maurizio Danesi.
- La biga del principe etrusco (Una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi tempi), San Marino, Gruppo Poligrafico Editoriale, 1967.
- Sapor della mia terra, (in collaborazione con Lilio Niccolai), San Marino, Gruppo Poligrafico Editoriale, 1970.
- Briganti di Maremma, Pisa, Giardini Editori e Stampatori in Pisa, 1970. Prefazione di Lilio Niccolai. Presentazione di Giorgio Batini.
- Bambini si muore, San Marino, Gruppo Poligrafico Editoriale, 1972.
- Il giustiziere di Cellere (Storia degli omicidî di Domenico Tiburzi), Pisa, Giardini Editori e Stampatori in Pisa, 1975. Prefazione di Furio Bartorelli.
- Paride Pascucci (Testimonianze inedite per una biografia dell’artista maremmano), Pisa, Giardini Editori e Stampatori in Pisa, 1978.
- Quando l'inferno era in Maremma, Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1979.
- Tarquinia (Profilo di una città etrusca), Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1980.
- Saturnia (Profilo di una città etrusca), Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1980.
- Vulci (Profilo di una città etrusca), Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1980.
- Cerveteri (Profilo di una città etrusca), Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1980.
- Sovana (Storia e arte), Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1982.
- Orvieto (Profilo di una città etrusca), Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1982.
- La Maremma, Pistoia, Libreria Editrice Tellini, 1982.
- Briganti in Maremma, Pistoia, Tellini, 1983.
- L'Argentario, Roma, Multigrafica Editrice, 1988. ISBN 88-7597-026-2
- Il Cristo della povera gente, Siena, Nuova Immagine Editrice, 1989. Prefazione di Ernesto Balducci. ISBN 88-7145-017-5
- Maremma amara, Valentano (VT), Scipioni, 1989. La seconda edizione ampliata e in veste grafica nuova è del 1996.
- L'inferno in Maremma, Pistoia, Tellini, 1990. Ristampa di Quando l'inferno era in Maremma in nuova veste editoriale.
- Puccini in Maremma (L’uomo, l’artista, il cacciatore nel suo lungo rapporto con la terra degli Etruschi e dei briganti), Sturmundrang 5, Roma, Scipioni Editore, 1990.
- Lo sparviere della Maremma (Storia di Enrico Stoppa, il feroce brigante di Talamone (1834-1863), Sturmundrang 6, Roma, Scipioni Editore, 1990.
- La Cartagine della Maremma (Castro dalle origini alla distruzione), Sturmundrang 7, Roma, Scipioni Editore, 1990.
- La Maremma dei briganti, Grosseto, Belforte Editore, 1990. Fascicoli in regalo con Il Tirreno dal 24 aprile 1990. In edicola ogni martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato.
- I briganti italiani (nella storia e nei versi dei cantastorie. Il ribellismo sociale in Maremma e altrove, dalla Romagna al Lazio meridionale), Roma, Scipioni Editore, 1991.
- I maremmani (La loro singolare diversità d’origine in un excursus storico dal XV secolo ai giorni nostri), Roma, Scipioni Editore, 1991.
- La papessa Olimpia (Storia della Pimpaccia di Piazza Navona, la donna avida di potere e di ricchezza che per un decennio resse le sorti della Chiesa), Roma, Scipioni Editore, 1992.
- Leggende della Maremma e della Tuscia (L’immaginario collettivo in settanta testimonianze religiose e profane), Roma Scipioni Editore, 1993. Ristampato in seconda edizione ampliata con l'aggiunta di trenta leggende nel 1999.
- Tiburzi L'ultima notte (Verità di vita e di morte nella Maremma dei guitti e dei briganti), Curiosità 19, Valentano (VT), Scipioni, 1994.
- Amata Amiata (Viaggio sentimentale attraverso i paesi e le terre della Montagna maremmana), Valentano (VT), Scipioni, 1994.
- La Maremma si racconta (dalla preistoria alla istituzione del Parco Naturale), Valentano (VT), Scipioni, 1995.
- Tiburzi (La leggenda della Maremma), Valentano (VT), Scipioni, 1996.
- Maremmani, Livorno, FINEGIL Editoriale per Il Tirreno, 1998. Prefazione di Sandra Bonsanti.
- Sommi peccatori (Storie di papi corrotti, nepotisti e pornocrati), Eretica 29, Viterbo, Stampa Alternativa, 1999. ISBN 88-7226-474-X
- Avvenne in Maremma (Guerre di conquista, lotte intestine, episodi di violenza e di sanguinaria follia, figure nobili e ignobili di una terra tormentata), Le Antiche Dogane 1, Roma, Aldo Sara Editore, 2001.
- L'orgoglio (I vizi capitali dei maremmani), Le garzette 6, Orbetello, Effequ, 2001.
- I briganti dell'Ottocento nella Maremma e nella Tuscia (Storia e leggenda), Le Antiche Dogane 2, Roma, Aldo Sara Editore, 2001.
- I saccomanni del mare (Storie mediterranee di pirateria barbaresca con episodi accaduti sulle coste tirreniche, dalla Maremma alla Versilia), Le Antiche Dogane 3, Roma, Aldo Sara Editore, 2002.
- Etruschi in Maremma (Viaggio storico-archeologico attraverso i luoghi della civiltà rasenia), Le Antiche Dogane 4, Roma, Aldo Sara Editore, 2003.
- Addio, Maremma bella (Fasti e nefasti dal mare alla montagna), Eretica 28, Viterbo, Stampa alternativa, 2004. ISBN 88-7226-782-X
- Aspettando gli angloamericani (La Resistenza in Maremma fra eroi esaltati, eroi dimenticati, contraddizioni e mezze verità), Strade bianche della scrittura 15, Viterbo, Stampa Alternativa, 2005. ISBN 88-7226-822-2
- Sorano inedita (Foto di Adolfo Denci), Roma, Graffiti, 2006.
- Principesse e popolane di Toscana (Quaranta stuzzicanti storie di donne, da Matilde di Canossa alla compagna del Robinson di Giannutri. Amore e odio, tradimenti e vendette, intrighi e meschinità alla corte dei Medici e delle loro parentele dinastiche.), Pitigliano (GR), Editrice Laurum, 2006. ISBN 9788887346121
- Tiburzi, il brigante (Storia romanzata), Strade bianche della scrittura 18, Viterbo, Stampa Alternativa, 2006. ISBN 88-7226-912-1
- Il ribelle (Storia di Luciano Bonaparte Principe di Canino), Strade bianche della scrittura 21, Viterbo, Stampa Alternativa, 2007. ISBN 9788872269657
- La Maremma raccontata da Alfio Cavoli (Storie di paesi e di feudi, di corrotte comunità religiose e civili, di banditi e di pirati, di ribelli e di conflitti, di persone importanti e di gente comune ), Parole e memorie 17, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2007. ISBN 9788889836415
- La "bella donna" di Sovana (Storia di Margherita Aldobrandeschi e dei suoi cinque mariti), Parole e memorie 19, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2008. ISBN 9788889836491
- Maremma d'altri tempi (Viaggio fra gli eventi, le condizioni sociali, i personaggi di una terra amara, dal Medioevo al Novecento), Parole e memorie 20, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2008. ISBN 9788889836514
- Storie e leggende della Toscana (Cento gustosi episodi fra realtà e fantasia popolare), Pitigliano, Laurum Editrice, 2008. ISBN 9788887346510
Postume
- Saturnia e dintorni (Storia, archeologia, arte e natura), con Trekking "Le vie per le acque" a cura di Irene Belli e Massimo Bondi, Pitigliano (GR), Laurum Editrice, 2010.ISBN 9788887346558
- La terra lavoratela solo con la zappa, I nuovi bianciardini, Pitigliano (GR), Le strade bianche di Stampa Alternativa, 2022.
- Paese, terra, persone, a cura di Daniela Cavoli, Sconfinatipiù, Pitigliano (GR), Le strade bianche di Stampa Alternativa, 2023.
Prefazioni di libri d'argomento maremmano
modifica- Mario Lanzillo, Oltre l'orizzonte, Grosseto, Tipo-Lito “La Commerciale”, 1977.
- Leone Becci, Capalbio e il brigante Tiburzi (Storia della Maremma e della Provincia di Grosseto), Grosseto, Fratelli Bonari Editori, 1980.
- Tito Cipriani, Maremma (Storie di cavalli e di butteri), Monteriggioni, Industria Grafica Pistolesi Editrice “Il Leccio”, 1985.
- Giorgio Giubelli, La costa della Maremma, Milano, COGRAF Editrice, 1988.
- Mila Morelli Pettinati, Paese di Maremma (Spassosi squarci di vita popolare), Valentano, Scipioni, 1994.
- Pier Luigi Albini, Cara Maremma (Vagabondaggi nella terra della memoria), Valentano, Scipioni, 1995.
- Angelo La Bella, Rosa Mecarolo, Tiburzi senza leggenda (realistica ricostruzione della vita del brigante attraverso il maxiprocesso ai suoi “manutengoli”), Valentano, Scipioni, 1995
- Licio Macelloni, La merca in Maremma, Grosseto, Editrice Innocenti, s.d.
- AA. VV., Giallo di Maremma (Racconti Gialli e Noir), Pitigliano, ChiaroScuro 2, Editrice Laurum, 2004.
Curatele
modifica- Bianca Saletti Asor Rosa, Alfio Cavoli, Lilio Niccolai, a cura di Alfio Cavoli per il Comune di Manciano, Paride Pascucci (Nel XXV anniversario della morte, Catalogo della mostra di disegni, pastelli e acquerelli, tenutasi a Manciano, a cura del Comune, dal 1° al 20 luglio 1979), Grosseto, Amministrazione provinciale di Grosseto, 1980.
- AA. VV., a cura di Alfio Cavoli, Claudia Cencini, Lilio Niccolai per L’Associazione Pro Loco di Manciano, Manciano Ieri e Oggi, Pitigliano, Azienda Tipo-Litografia Artigiana, 1987.
- Anonimo, a cura di Alfio Cavoli in collaborazione con Romualdo Luzi, Il brigantaggio nel Viterbese (Ristampa dell’edizione del 1893 con in appendice: La risposta dell’anonimo di Gradoli del 1895), Valentano (VT), Scipioni Editore, 1993.
Note
modifica- ^ Alfio Cavoli nel Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale, su opac.sbn.it. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ Fotografie di dei mancianesi Bruno Baccioli, Romano Ballerini, Boero Bellezzi, del pitiglianese Lorenzo Adolfo Denci, dei grossetani F.lli Gori.
- ^ Gianfranco Santiccioli, Graziano Tremori, Istituto Vegni (Dalle origini ai giorni nostri), Cortona (AR), Arti Tipografiche Toscane, 2007, p. 494.
- ^ Iscritto all'Albo dei giornalisti della Toscana dall'8 luglio 1974. Ordine dei Giornalisti della Toscana, Albo professionale degli iscritti al 31 dicembre 1975, Firenze, Tipografia Cavicchi & C., s.d.
- ^ Alfio Cavoli, Il “ciaffagnone” mancianese, Il Telegrafo, 8 febbraio 1964. Regione Toscana, Biblioteca Digitale Toscana, Il Telegrafo, 8 febbraio 1964, su 159.213.233.182. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ Editoriale del direttore del quotidiano Carlo Lulli, ne Il Telegrafo, anno 101, n. 119, sabato 21 maggio 1977, edizione straordinaria.
- ^ Anno 101, n. 141 (1977).
- ^ a b Il mensile – edito da Aldo Sara, Roma –, che Alfio Cavoli ha contribuito a far nascere, continua a pubblicizzare per anni i primi quattro titoli della collana editoriale Le Antiche Dogane, pubblicati dal 2001 al 2003, opere dello scrittore.
- ^ Confronti, Rivista semestrale, Tipografia La Grafica, Grosseto, 1972/1973.
- ^ Alfio Cavoli, Maremma canora, in Bollettino della Società Storica Maremmana, n. 28, 1973, pp. 43-64.
- ^ Alfio Cavoli, La terra lavoratela solo con la zappa, I nuovi Bianciardini, Pitigliano, Le Strade Bianche di Stampa Alternativa, 2022 (PDF), su stradebianchelibri.com. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ Alfio Cavoli, Lotte contadine a Manciano - 1904-1908, in Bollettino della Società Storica Maremmana, nn. 39-40, dicembre 1980, pp. 86-100.
- ^ Celestino Sellaroli, L'editoriale, in Maremma Magazine, Anno XXI, n. 2, aprile 2023, p. 13.
- ^ Corrado Augias, Paesaggi di Maremma nei dipinti di Savina Tavano Amodeo, Vallecchi, Firenze, 1992, p. 26.
- ^ Intervista ad Alfio Cavoli, Io da ragazzetto, in Il fatterello è questo (Storie e memorie contemporanee dal Museo del Brigantaggio di Cellere), Bolsena, Sistema museale del Lago di Bolsena, 2015, p. 70.ISBN 9788895066332
- ^ Carlo Laurenzi, Maremma amara, ne Il Corriere della Sera, 17 novembre 1966, recensione poi riproposta nel libro Carovana di mare (Vallecchi, Firenze, 1968) come paragrafo intitolato: Maremma, pp.111-114.
- ^ Alfio Cavoli, Briganti a San Marino (La malavita a San Marino nel Settecento e la banda del brigante Tommaso Rinaldini della Isabellona - Mason Dla Blona), in Storia illustrata della Repubblica di San Marino, a cura del Centro di Documentazione della Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino, San Marino, AIEP Editore, 1985, primo volume, pp. 253-268.
- ^ Alfio Cavoli, Introduzione, ne Il brigantaggio nel Viterbese , Valentano, Scipioni Editore, 1993, pp. 5-15.
- ^ Alfio Cavoli, Presentazione, in Tiburzi senza leggenda, Valentano, Scipioni, 1995, pp. 5-10.
- ^ Giulio Tatasciore, Tiburzi, Domenico Luigi, detto Domenichino, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 95 (2019), Domenico Tiburzi, su treccani.it. URL consultato il 17 ottobre 2025.; Marco D'Aureli, Il fatterello è questo, 2015, op. cit., pp. 104-108.
- ^ Alfio Cavoli, Tiburzi perché, in Stazione di posta n. 11/12/13 maggio-ottobre 1986, pp. 57-73.
- ^ La Repubblica, Programmi televisivi di domani, domenica 17/lunedì 18 maggio 1987; La Repubblica, Programmi televisivi di domani, domenica 24/lunedì 25 maggio 1987.
- ^ 49° Festival internazionale del film, Locarno 8-18 agosto 1996.
- ^ Museo del Brigantaggio di Cellere, Prospettiva antropologica, su museobrigantaggiocellere.org. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ Le prime undici Case della memoria in Toscana scelte dalla Giunta regionale sono: Casa Siviero (Firenze), Casa Pascoli (Castelvecchio, Lucca), Casa Studio Melani (Pistoia), Monte Labro Davide Lazzaretti (Arcidosso, Grosseto), Casa Mazzini (Pisa), Castello Malaspina (Massa), Casa Carducci (Castagneto Carducci, Livorno), Casa Datini (Prato), Palazzo Piccolomini (Pienza, Siena), Casa Vasari (Arezzo). Elenco tratto dalla copertina del VHS realizzato dalla Regione Toscana, produzione: Giunta Regionale Toscana, Direzione generale Beni e Attività culturali, Direzione generale della Presidenza, Regia Fabrizio Todesco, Realizzazione: POLITELEVISION Fi Publitoscana, s.d.
- ^ Trailer Le case della memoria, su youtube.com. URL consultato il 17 ottobre 2025..
- ^ Italia mia, regia di Giampaolo Taddeini, conduttori Gigi Marzullo, Jocelyn Hattab, Jinny Steffan e Mario Marenco, RAI 1, 1985.
- ^ La biga nel Museo nazionale etrusco di Rocca Albornoz, su cultura.gov.it. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ Alfio Cavoli, Manciano ospita le opere di Paride Pascucci, «Il pittore degli umili a 25 anni dalla morte», ne Il Tirreno, Cronaca di Grosseto, 23 giugno 1979.
- ^ Maria Agnese Neri, La pittura in Maremma (dalle origini al 1966), Grosseto, Tipo-Lito La Commerciale, 1966, p. 34.
- ^ Francesca Petrucci, Volti e storie della Maremma nei dipinti di Paride Pascucci, in Paride Pascucci (Volti e storie della Maremma), Arcidosso, Microcosmi delle arti, Edizioni Effigi, 2024, p. 41. ISBN 9788855247511
- ^ Alfio Cavoli, Ricordo di Paride Pascucci, in Paride Pascucci (Un pittore fra Ottocento e Novecento), Milano, Nuove Edizioni Gabriele Mazzotta, 1987, pp. 97-100. ISBN 88-202-0793-1
- ^ AA. VV., a cura di Giorgio Batini, Album della Maremma, Firenze, La Nazione, 1978.
- ^ Alfio Cavoli, in Album della Maremma, Firenze, op. cit., pp. 169-176.
- ^ Alfio Cavoli, capitoli Un maestro del disegno, pp. 19-25 e Il grande rimpianto per la morte dell’Aldi, pp. 53-55, in Pietro Aldi, Grosseto, Amministrazione provinciale di Grosseto, 1981.
- ^ Alfio Cavoli, Pietro Aldi e la Maremma, in Pietro Aldi (Pittore di storia), Catalogo della mostra organizzata dal Comune di Manciano-Assessorato alla Cultura in collaborazione con la cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea-Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti-Università di Siena. Manciano, Scuola elementare “Pietro Aldi”, 23 luglio-30 agosto 1988, Milano, Nuove Edizioni Gabriele Mazzotta, 1988, pp.73-77. ISBN 88-202-0862-8
- ^ AA. VV., Annuario della Maremma, Grosseto, Cooperativa Editrice Il Cavaliere d’Italia, 1988.
- ^ Alice Vannucchi, Giovanni Tellini (Libraio e editore), Pistoia, ISRPt (Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea in Provincia di Pistoia), 2014, il capitolo 4.2 riguarda Alfio Cavoli, pp. 83-88. ISBN 9788861440487
- ^ SIUSA (Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche, Archivi di personalità, su siusa-archivi.cultura.gov.it. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ AA. VV., Chi siamo, Livorno, Editoriale il Tirreno, 1980.
- ^ Alfio Cavoli, ottavi riguardanti Porto Ercole (pp. 25-32), Porto Santo Stefano (pp. 33-40), Manciano (pp. 57-64), in Chi siamo, Livorno, Editoriale il Tirreno, 1980.
- ^ Susanna Agnelli, ne L'Argentario, Multigrafica Editrice, Roma, 1988, p. 7.
- ^ AA. VV., a cura di Lucio Niccolai, Un ricordo per Ernesto (Balducci) (Dal villaggio all’età planetaria), Santa Fiora, Centro Studi “Fernando Di Giulio”, 1992.
- ^ Alfio Cavoli, schede alle pagine: 175, 176, 177, 178, 179, 180, 232, 233, 244, 245, 246, in Torri e castelli della provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine Editrice, 1990. Del suo contributo è traccia a pagina 7. Con la sigla “a.c.” sono identificate le schede nell’elenco alle pagine 12 e 13.
- ^ Redazione, Muore una insegnante, in La Nazione, 23 novembre 1991; Sette morti sulle strade in Giornale di Sicilia, Prima pagina, 24 novembre 1991; Claudia Cencini, Muore la moglie di Alfio Cavoli in uno scontro vicino a Palermo, ne Il Tirreno, Cronaca di Grosseto, 25 novembre 1991; Giorgio Mulè, Redazione, Verrà sepolta a S. Marino la moglie di Cavoli, ne Il Tirreno, Cronaca di Grosseto, 26 novembre 1991; A. B., Cosa è accaduto in Maremma nei dodici mesi del 1991, ne Il Tirreno, Cronaca di Grosseto, 12 gennaio 1992.
- ^ Alfio Cavoli, ne I maremmani, 1991, Roma, Scipioni Editore, 1991, p. 2.
- ^ Carlo Alberto Nicolosi, La montagna maremmana, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo, 1911.
- ^ Giuseppe Castellini, Costituito un comitato scientifico per ricordare il fenomeno Tiburzi, Corriere di Viterbo, 10 ottobre 1995.
- ^ Alfio Cavoli, Manciano, la storia e i monumenti, in Museo di preistoria e protostoria, Firenze, OCTAVO: Franco Cantini Editore, 1994, pp. 18-20. ISBN 88-8030-071-7
- ^ AA. VV., a cura di Mario Barberini, Vocabolario maremmano, Pisa, Nistri Lischi, 1995.
- ^ Alfio Cavoli, La Fiora racconta, in Tracce… (Anno VI, 2001, Percorsi storici culturali e ambientali per Santa Fiora), a cura di Lucio Niccolai, San Domenico di Fiesole, Edizioni Cultura della Pace, 2001, pp. 11-18.
- ^ a b Eddyburg.it, Addio Maremma bella. L'albergo e la cattedrale, su eddyburg.it. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ Alfio Cavoli, I fratelli Urùg e Kheyr-ed-Din: l'incredibile storia di due pirati del Cinquecento, pp. 39-44 e Enrico Stoppa di Talamone. Il più sanguinario brigante della Maremma, pp. 97-102, in Banditi e ribelli dimenticati (Storie di irriducibili al futuro che viene), Novara, Edizioni Lampi di Stampa, 2006. ISBN 88-488-0469-1
- ^ Alfio Cavoli, Testimonianza, in Morbello Vergari, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2006, p. 124.
- ^ A cura di Irene Belli e Massimo Bondi.
- ^ AA. VV., I contemporanei '73, Siena, CTET Editrice Scambi Culturali Lalli Editore, 1974.
- ^ Pier Vittorio Orlandini, Toskana Maremo (2ª parto-Maremo), Pisa, Edistudio, 2008. ISBN 9788870360806
- ^ La giornata patrocinata dal Comune di Roccalbegna è stata organizzata dall'Associazione culturale “Alfio Cavoli” in collaborazione con il Gruppo esperantista grossetano “La Grifo”, la Federazione Esperantista Italiana, l’Associazione Cella Sancti Miniati, la Pro Loco di Roccalbegna. Angelo Buscema, pittore, ha allestito una personale nella sala della Provincia dove ha avuto luogo l’evento.
- ^ AA. VV., Ricordo di Alfio Cavoli a cinque anni dalla scomparsa (Roccalbegna, 24 agosto 2013), a cura di Daniela Cavoli, Manciano, Associazione culturale “Alfio Cavoli”, 2013.
- ^ L'assegnazione dei seggi nei 21 comuni della provincia, ne Il Telegrafo, 25 novembre 1964.
- ^ Gaspero Ciacci, Gli Aldobrandeschi (nella storia e nella Divina Commedia), Roma, Multigrafica Editrice, 1980, ristampa anastatica dell'edizione del 1934. La prefazione alla ristampa è di Alfio Cavoli.
- ^ AA. VV., a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Museo di Preistoria e Protostoria della valle del fiume Fiora, Catalogo del museo, Roccastrada, Tipo-litografia Vieri, 1987, pp. 9-12.
- ^ Nel Fondo Alfio Cavoli è copia della lettera di Alfio Cavoli del 20 ottobre 1969 indirizzata al Sindaco di Manciano con la richiesta di inclusione nel successivo ordine del giorno del Consiglio Comunale dell'argomento: Costituzione della Pinacoteca comunale.
- ^ Il Tirreno, 7 febbraio 1978.
- ^ Alfio Cavoli, paese terra persone, Sconfinatipiù, Pitigliano, Le Strade Bianche di Stampa Alternativa, 2023, su stradebianchelibri.com. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- ^ Pietro del Re, Alfio Cavoli, un amore chiamato Maremma, in Il Venerdì di Repubblica (Supplemento del quotidiano La Repubblica) n. 251, 4 dicembre 1992, pp. 69, 74-75 riproposto anche nel n. 254 del supplemento l'8 gennaio 1993 (pp. 51, 56-57).
- ^ AA. VV., a cura di Giuseppe Guerrini, 1982-1992 La città nel decennio, Grosseto, Associazione Pro Loco Grosseto, 1993, p. 49.
- ^ Tuscae gentes, Quando il merlo canta (Canti e suoni delle migrazioni stagionali in Toscana tra Appennino, Corsica e Maremma), Vaiano, TGCD, 2002, traccia 11, libretto senza paginazione.
- ^ Alfio Cavoli, Tiburzi La leggenda della Maremma, op. cit., pp. 143-144.
- ^ Daniele Poli & Tuscae gentes, 150 e oltre, storie 'Italia, Vaiano, TGCD 006, 2010.
- ^ Alessandro Angeli, La lingua dei fossi, Nardò LE, Salento Books, 2008.ISBN 9788849706666
- ^ Michele Marchiani, Le orme del Tiburzi (Domenichino una fiaba nera della Maremma), Piombino LI, Edizioni Il Foglio, 2011, pp. 14-15.
Bibliografia
modifica- Giorgio Fontanelli Alfio Cavoli, in Maremmana (Antologia delle opere di Renato Fucini con documenti sulla condizione contadina), Messina-Firenze, Casa Editrice G. D'Anna, 1979, pp. 168, 205-210.
- Giuseppe Guerrini, Alfio Cavoli, in La Maremma nella Letteratura Italiana ('800-'900), Firenze, Ferdinando Brancato Editore, 1992, pp. 179-180. ISBN 9788895066332
- Emilio Guariglia, Alfio Cavoli, in Manciano (Un territorio oltre), Bagnore, Cesare Moroni Editore, 2002. Libro senza paginazione, 4 pagine.
- Raffaele Nigro, Alfio Cavoli e la sua Maremma, in Giustiziateli sul campo (Letteratura e banditismo da Robin Hood ai giorni nostri), Milano, Rizzoli, 2006, pp. 66, 371, 647. ISBN 9788817009843
- Daniela Cavoli, Biografia e bibliografia, in Alfio Cavoli, Manciano, Associazione culturale “Alfio Cavoli”, 2009, p. 9-15, 21-64.
- Daniela Cavoli, Biografia e bibliografia, in Per ricordare Alfio Cavoli (30 settembre 2008-30 settembre 2010), Associazione culturale “Alfio Cavoli”, 2010, p. 11-22. Per ricordare Alfio Cavoli, su calameo.com. URL consultato il 17 ottobre 2025.
- Vincenzo Padiglione, Un ricordo di Alfio Cavoli, in Tiburzi è vivo e lotta insieme a noi (Catalogo del Museo del Brigantaggio di Cellere), Arcidosso, Edizioni Effigi, 2012, pp. 263-264, 319-321. ISBN 9788864331225
- Dario Castriota, Alfio Cavoli, la voce della Maremma, in Itinerario maremmano, Arcidosso GR, Edizioni Effigi, 2018, pp. 279-284. ISBN 9788864338934
- Rossano Marzocchi, Alfio Cavoli, in La storia dei Grifoni (Sessant'anni del Premio della Pro Loco di Grosseto), Grosseto, Innocenti Editore, 2018, pp. 85-86. ISBN 9788898310890
Voci correlate
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