Vangelo greco degli Egiziani
Il Vangelo greco degli Egiziani è un vangelo gnostico in lingua greca, composto tra la metà del I secolo e la metà del II secolo, più probabilmente nel tardo I secolo o agli inizi del II. Andato perduto, se ne sono conservate solo indirette citazioni di alcuni Padri della Chiesa (Clemente Alessandrino, Ippolito di Roma ed Epifanio di Costantinopoli).
| Vangelo greco degli Egiziani | |
|---|---|
| Datazione | metà II secolo ma sono state proposte datazioni più antiche |
| Manoscritti | frammenti patristici |
| Destinatari | Encratiti; Naasseni; Sabelliani |
| Tema | ascetismo sessuale |
Diffuso in Egitto nel II e III secolo, fu utilizzato dagli Encratiti per sostenere le loro posizioni su temi quali il rifiuto del matrimonio; il vangelo è infatti caratterizzato da un notevole ascetismo sessuale e dalla necessità di rimuovere le differenze sessuali (caratteristica che condivide con alcuni logia del Vangelo di Tommaso, come il 37 e il 114).
Non va confuso con un altro Vangelo degli Egiziani di matrice gnostica, il Vangelo copto degli Egiziani.
Datazione e attestazioni
modificaLa data di composizione più antica potrebbe essere la metà del I secolo, quando si formarono alcuni detti inclusi sia nel Vangelo degli Egiziani che nelle lettere paoline (come Prima lettera ai Corinzi 12:13[1]); la data più tarda è la metà del II secolo, quando il Vangelo fu utilizzato da alcuni gruppi gnostici e fu poi per questo motivo citato dagli scrittori egiziani. In base a considerazioni morfologiche, la datazione più probabile è tra la fine del I secolo e l'inizio del II, tuttavia gli scopritori dei frammenti di Ossirinco, Bernard Grenfell e Arthur S. Hunt, lo datano agli inizi del II secolo[2], pur sottolineando che una parte dei detti qui contenuti possono essere parte di una tradizione indipendente alla quale hanno attinto gli stessi vangeli canonici del I secolo. Anche altri autori propendono per il II secolo[3].
Il Vangelo degli Egiziani era noto a Clemente Alessandrino, che ne riporta alcuni brani nella sua opera Stromata, citazioni che costituiscono la gran parte dei brani conservatisi; anche Ippolito di Roma lo conosceva, collegandolo alla setta dei Naasseni. L'eresiologo del IV secolo Epifanio di Costantinopoli affermò che ne facevano uso i Sabelliani; questo collegamento confermerebbe la datazione al II secolo dell'opera, confermata anche dall'uso del termine "logos" come appellativo del Cristo e frutto dell'influenza del Vangelo secondo Giovanni.
Contenuto
modificaData la natura frammentaria e il fatto che i frammenti conservatisi sono quelli contenuti in opere che confutavano il Vangelo stesso, non è possibile farsi un'idea generale e completa dell'opera.
I frammenti preservatisi riportano un dialogo di Gesù risorto presso il sepolcro con la discepola Salome: «ciascun frammento sostiene l'ascetismo sessuale come mezzo per interrompere il ciclo letale di nascita e per superare le differenze peccaminose tra maschio e femmina, permettendo a tutti di tornare a quello era inteso come il loro stato primordiale ed androgino».[4]
La stessa teologia si riflette in una reinterpretazione del racconto della creazione e della caduta dell'uomo come riportato dalla Genesi: in base al Vangelo degli Egiziani la creazione della donna, con la conseguente differenziazione dei sessi, aveva causato la rottura dell'unità dell'uomo, la cui ricomposizione, ottenuta attraverso la rimozione dei corpi e la riunione dei sessi, era l'essenza della salvezza.
Note
modifica- ^ 1Cor 12:13, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ James McConkey Robinson, Christoph Heil, Jozef Verheyden, The Sayings Gospel Q: Collected Essays, Peeters Publishers, 2005, p. 220
- ^ James Keith Elliott, “The Apocryphal New Testament: A Collection of Apocryphal Christian Literature”, Oxford University Press, 2005, p. 16
- ^ Cameron.
Bibliografia
modifica- Ron Cameron,. The Other Gospels : Non-Canonical Gospel Texts, Philadelphia, PA: The Westminster Press, 1982, pp. 49–52.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (EN) Traduzione inglese delle citazioni patristiche pervenute a cura di Montague Rhode James dal sito earlychristianwritings.com
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