Wajeha al-Huwaider
Wajeha al-Huwaider (in arabo وجيهة الحويدر?; 1962) è un'attivista e scrittrice saudita, che ha svolto un ruolo chiave nella campagna contro la tutela maschile e il movimento sociale Women to drive[1] all'inizio del ventunesimo secolo. È cofondatrice dell'Associazione per la protezione e la difesa dei diritti delle donne in Arabia Saudita.
Attivismo
modificaDopo essere stata bandita dall'editoria in Arabia Saudita nell'agosto del 2003, Wajeha al-Huwaider è diventata nota a livello internazionale per aver scritto sui diritti delle donne. Ha pubblicato sul quotidiano in lingua araba Al-Watan e sul quotidiano in lingua inglese Arab News.
Nel 2004 è stata insignita del Premio Oxfam Novib/PEN destinato a scrittori e giornalisti perseguitati per il proprio lavoro.[2]
Il 6 agosto 2006, è stata arrestata dopo aver protestato pubblicamente con un cartello che riportava la scritta "Date alle donne i loro diritti". È stata nuovamente detenuta il 20 settembre 2006 per sei ore. Prima di essere rilasciata, al-Huwaider è stata costretta a firmare una dichiarazione in cui accettava di cessare ogni attivismo per i diritti umani e le è stato vietato di viaggiare fuori dall'Arabia Saudita, divieto revocato poi il 28 settembre.
Al-Huwaider ha sostenuto la nomina di Norah al-Faiz aggiungendo che spetta al governo saudita il compito di promuovere i diritti delle donne[3] Al-Huwaider ha scritto: "Le donne saudite sono deboli, non importa quanto sia alto il loro status, persino quelle 'coccolate' non hanno alcuna legge che le protegga da alcun attacco. L'oppressione delle donne e la cancellazione della loro individualità è un difetto che colpisce la maggior parte delle case in Arabia Saudita ". Nel 2008, quando un video di lei mentre guidava in Arabia Saudita è stato pubblicato su You Tube, ha ricevuto l'attenzione dei media internazionali. All'epoca era illegale per le donne guidare[1][4]. Nel 2007, al-Huwaider ha presentato una petizione al re Abdullah chiedendo la fine del divieto delle donne di guidare; nonostante varie intimidazioni e il blocco continuo del suo indirizzo di posta elettronica, al-Huwaider ha raccolto firme a favore della petizione nelle aree pubbliche e tramite Internet. Al-Huwaider ha lanciato anche una campagna contro il mahram e le leggi sulla tutela che attribuiscono ai parenti maschi il controllo sulla vita quotidiana delle donne, incluso il permesso di viaggiare fuori casa[5]. Nel 2009, senza l'approvazione di un tutore maschile, ha deliberatamente tentato in tre diverse occasioni di attraversare il confine con il Bahrain; le è stata rifiutata la partenza tutte e tre le volte. Come protesta contro il sistema di tutela maschile ha incoraggiato altre donne a fare lo stesso.
Un breve periodo trascorso negli Stati Uniti l'ha spinta a diventare un'attivista femminista:[6]
Il direttore del riformista Aafaq ha paragonato al-Huwaidar a Rosa Parks[7]
Nel 2011 al-Huwaider e Fawzia al-Oyouni sono state accusate di rapimento per aver tentato di aiutare Nathalie Morin a sfuggire dal marito violento e recarsi nell'ambasciata canadese a Riyadh[8][9]. Le accuse furono ritirate grazie all'influenza di un importante politico della regione, ma un anno dopo al-Huwaider e Fawzia al-Oyouni furono accusate del crimine minore di takhbib (incitamento alla separazione tra marito e moglie). Due anni dopo, il 15 giugno 2013, al-Huwaider e al-Oyouni sono state giudicate colpevoli e condannate a dieci mesi di carcere con un ulteriore divieto di viaggio di due anni.
Note
modifica- ^ a b Saudi women make video protest, BBC, 11 marzo 2008
- ^ (EN) Pagina del premio con albo d'oro, su pen-international.org. URL consultato il 16 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2019).
- ^ "Saudi activist: Female minister 'first step' but more needed." CNN. 15 February 2009. Retrieved on 15 February 2009
- ^ Setrakian, Lara. "Saudi Woman Drives on YouTube." ABC News. 10 March 2008. Retrieved on 23 May 2010
- ^ Saudi Women Drivers: Threat to State Religion and Politics, in Huffington Post, 15 October 2013.
- ^ Copia archiviata, su pittsburghlive.com. URL consultato il 16 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2008).
- ^ aafaq.org, http://www.aafaq.org/english/aafaq_today.aspx?id_news=146 .
- ^ huffingtonpost.ca, http://www.huffingtonpost.ca/shahla-khan-salter/nathalie-morin-saudi-arabia_b_3576561.html .
- ^ Copia archiviata, su pen.org. URL consultato il 16 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).