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La donna fatale che ha economicamente rovinato molti amanti, malvista al punto di ispirare la scandalosa protagonista del romanzo [[Mimì Bluette fiore del mio giardino]], vede in Totò l'uomo della sua vita, e per restargli vicino a Napoli rifiuta ulteriori scritture. Il suo amore è sincero ma, com'è tipico del suo carattere, morboso e per molti aspetti malsano. Entrambi sono poi bersaglio di maldicenze e pettegolezzi che trascinano Liliana in un profondo stato di [[depressione]]. Già nel febbraio [[1930]] la relazione inizia a deteriorarsi mentre la donna, in un moto di attaccamento morboso al suo uomo, propone di farsi scritturare nella stessa compagnia. Sentendosi sempre più oppresso dal suo comportamento Totò, che più volte ha meditato di lasciarla, accetta un contratto con la compagnia della soubrette "Cabiria" per una [[tourneè]] in tutta Italia. Nella notte tra il 2 e il 3 marzo, rimasta sola dopo aver scongiurato più volte Totò di non partire, si toglie la vita ingerendo un intero tubetto di [[sonniferi]].
 
Viene trovata morta dallo stesso Totò al mattino con al suo fianco una lettera d'addio a Totò:
 
{{citazione|Antonio,