Utente:Adert/SandBox2: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
{{Infobox edifici religiosi
|NomeEdificio = Pieve di San Giorgio di Valpolicella
|Immagine = PieveSanGiorgioGrande.jpg
|Didascalia = Entrata della Pieve di San Giorgio
|Larghezza = 300px
|Città = [[Sant'Ambrogio di Valpolicella]]
|Regione = [[Veneto]]
|Stato = [[Italia]]
|Religione = [[Chiesa Cattolica Romana|Cattolica]]
|Diocesi = [[Diocesi di Verona]]
|AnnoConsacr =
|Architetto =
|StileArchitett = [[Architettura romanica|Romanica]]
|InizioCostr = [[XI secolo]]
|FineCostr =
|Website =
|Note = Edificata su un precedente edificio di culto [[longobardi|longobardo]] probabilmente risalente al [[VIII secolo]]
}}
La '''Pieve di San Giorgio di Valpolicella''' (chiamata anche '''pieve di San Giorgio Ingannapoltron'''<ref>Il soprannome ''Ingannapoltron'', nato probabilmente a partire dal [[XV secolo]], deriva dalla lunga salita necessaria per arrivare al paese e dalla sua collocazione in un area ricca di cave (chiamate ''ganna'') come descritto in {{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p. 15}}</ref>) è una antica [[pieve]] che si trova posta nel comune di [[Sant'Ambrogio di Valpolicella|Sant'Ambrogio]], in [[Valpolicella]], nella frazione di San Giorgio.
Costruita probabilmente su di un luogo di culto [[paganesimo]], risalente al [[VIII secolo]] (secondo alcuni storici anche al [[VII secolo|VII]])<ref>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 90}}</ref> l'attuale edificio religioso rappresenta uno dei più interessanti e antichi esempi di [[architettura romanica]] presenti nella [[provincia di Verona]]<ref>Luigi Simeoni in {{cita libro|titolo=Guida storico artistica di Verona e Provincia|anno=1909|pagine=p.381}} afferma essere la chiesa più antica del veronese, sia per la presenza di un ciborio datato 712 che per la sua primitiva orientazione con la facciata rivolta verso oriente</ref>.
Ricostruita in gran parte probabilmente intorno al [[XI secolo]], durante il periodo [[basso medioevo|medioevale]], la pieve di San Giorgio, era posta a capo di uno dei tre ''piovadenghi'' in cui era divisa amministrativamente la Valpolicella. Insieme con essa ricoprivano questo ruolo anche la [[pieve di San Floriano]] e quella di [[Negrar]]<ref>Era presente una ''pieve'' anche a ''Arbizzano'' ma non aveva un ruolo così importante da poter disporre di un proprio piovedengo</ref><ref name=Silvestri44>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 44}}</ref>. Era inoltre sede di una collegiata di sacerdoti che gestiva una ''schola juniorum'' (cioè un seminario)<ref name=portale_valpolicella/>.
Oltre all'interessante struttura architettonica, al chiostro adiacente e agli [[affresco|affreschi]] presenti all'interno, di grande pregio la presenza di un antico [[ciborio]] che presenta delle scritte che lo collocano in piena epoca [[longobardi|longobarda]] e precisamente nel periodo del regno di [[Liutprando]].
==Storia==
===Prime tracce di insediamenti===
Scavi [[archeologia|archeologici]] recenti<ref>Per lo più effettuati tra il [[1985]] e il [[1989]]</ref> hanno messo in luce alcuni reperti che attestano la presenza dell'uomo in zona fin da tempi anitichi. In particolare è stata rinvenuta una capanna a pianta rettangolare dell'[[età del bronzo]] e alcune strutture successive appartenenti al [[IV secolo a.C.]] Gli edifici scoperti presentavano una forma caratteristica di "casa [[Reti|retica]]", tipica dei territori alpino e subulapino.
Gli abitanti di questo villaggio, che si dedicavano alla [[agricoltura|coltivazione]] di [[cereale|cereali]] e all'[[allevamento]], erano gli antenati degli [[Arusnati]], popolazione che si sarebbe poi insediata in Valpolicella durante il [[storia romana|periodo romano]]<ref>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.15}}</ref>.
Nell'area del [[chiostro]] sono oggigiorno esposti alcuni reperti risalenti all' [[storia romana|età romana]] (databili tra il [[I secolo a.C.]] e il [[I secolo]]), quali un [[sarcofago]] realizzato in un [[monolite]] di [[marmo rosso di Verona]], un [[pozzo]], alcuni resti di una colonna con [[capitello]] ornato da una decorazione a forma di foglie e altri conci non meglio identificabili. Altri resti più piccoli, come [[ex voto]] a dei pagani, steli, [[statua|statuine]] in [[terracotta]] e iscrizioni romane, sono oggi conservati nel piccolo museo annesso alla pieve o presso il [[museo lapidario maffeiano]] che si trova a [[Verona]].
I manufatti trovati sono per lo più inneggianti a divinità come ''Fortuna'', ''Vesta'', ''Sol'', ''Luna'' a testimonianza che San Giorgio è stato un'importante centro religioso fin dall'epoca degli Arusnati. Sulla parte posteriore della chiesa è stato reipiagato un frammento di una lapide con inciso "''LVALDE''", il nome della dea ''Lualda''<ref>Nome che richiamerebbe quello della divinità ''Lua'', associata nel pantheon romano a Saturno e protettrice dell'agricoltura.</ref>.
===Luogo di culto longobardo===
[[File:GiorcesSGiorgioValp.02.jpg|250px|left|thumb|Faccaita orientale, probabilmente risalente all' epoca longobarda]]
Nonostante che nell'[[alto Medioevo]] la zona di San Giorgio dovesse essere caratterizzata da insedimaenti di modesta entità (lo testimoniano i pochi reperti trovati), rimaneva certamente un importante centro, perlomeno religioso. Fu dunque in quest'epoca che assunse il rango di "pieve" con il potere di [[battesimo|battezzare]], di formare chierici e di riscuotere la [[decima]]<ref>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=pp. 7-8}}</ref>.
Per quanto riguarda l'edificio sacro, considerando la sua primitiva orientazione con la facciata rivolta verso [[Levante (geografia)|levante]] e sopratutto dalle iscrizioni presenti su due colonnine del [[ciborio]] conservato all'interno, fanno ritenere che prima della costruzione dell'edificio [[cattolicesimo|cattolico]] fosse presente un luogo di culto dell'epoca [[longobardi|longobarda]]. In particolare si fa risalire la sua costruzione durante il regno di [[Liutprando]] ([[712]]-[[744]]), anche se alcuni storici pongono la sua fondazione anche al [[VII secolo]]<ref>Come Luigi Simeoni {{cita libro|titolo=Guida storico artistica di Verona e Provincia|anno=1909|pagine=p.381}}</ref> in piena epoca barbarica. In quest'ultimo caso, si potrebbe ritenere che inizialmente fosse un luogo di culto [[paganesimo|pagano]], poiché i Longobardi si sono convertiti interamente al Cristianesimo solamente verso la fine del VII secolo<ref>L'intero popolo divenne, almeno nominalmente, cattolico sul finire del regno di [[Cuniperto]] (morto nel [[700]]), e i suoi successori (su tutti, Liutprando) fecero coscientemente leva sull'unità religiosa (cattolica) di Longobardi e Romanici per ribadire il loro ruolo di ''rex totius Italiae'' come si legge su {{cita libro| Sergio| Rovagnati| I Longobardi| 2003| Xenia| Milano|id=ISBN 8872734843|pagine=p.64}}</ref>
Oltre all'edificio di culto, a San Giorgio, era presente un [[castello]] longobardo, distrutto poi nell'[[alto medioevo]], che era posto a capo di una [[Sculdascio|sculdascia]], cioè una circoscrizione minore nell'ambito di un [[Ducati longobardi|ducato]] che disponeva di ampi poteri amministrativi, militari e giurisdizionali<ref>{{cita libro|nome=Amelio|cognome=Tagliaferri|titolo=I Longobardi nella civiltà e nell'economia italiana del primo medioevo|pagine=p. 52}}</ref>.
Dell'epoca Longobarda, oltre al ciborio, si ipotizza che ci rimanga a testimonianza anche il muro di facciata. L'analisi di quest'ultimo ha fatto ritenre che in quest'epoca la [[Pianta (architettura)|pianta]] dell'edificio dovesse avere una forma pressoché quadrata e rivolata verso oriente<ref>Questi rilevamenti sono stati fatti da Alessandro da Lisca durante il suo restauro, e citati in {{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 92}}</ref>.
===La pieve cristiana nell'alto medioevo===
Le prime testimonianze di San Giorgio come edificio [[cristianesimo|cristiano]] risalgono al [[XII secolo]] e più precisamente ne troviamo traccia in una [[bolla pontificia]] di [[papa Eugenio III]] datata [[1145]]. È però probabile che a seguito del [[Terremoto del 3 gennaio 1117|terremoto del 1117]] possa essere stato oggetto di lavori e restauri che hanno portato alla trasformazione da edificio pagano a un luogo di culto della cristianità in stile romanico. Oltre a queste fonti scritte, la caratteristica pianta a due absidi è simili ad altri edifici di culto italiani sorti tra il [[X secolo]] e il [[XII secolo]]<ref name="ReferenceA">{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 94}}</ref>.
[[File:PieveSanGiorgioValpolicellaColonnatoChiostro.jpg|250px|right|thumb|Il colonnato del chiostro, risalente al periodo cristiano]]
Una [[leggenda]] vuole che la pieve di San Giorgio, insieme a quella di San Martino a Negrar e San Floriano, siano state commissionate dalla regina Matilde Cristina Malaspina nel [[1101]]<ref>Così viene riportato da {{cita libro|Gianbattista|Biancolini|Notizie storiche delle chiese di Verona}}</ref>, ma non c'è nessun elemento storico a prova di questa tesi.
Fin dai primi anni dopo la costruzione dell'odierno edificio, la pieve di San Giorgio, è stata sede di una [[parrocchia]] a cui era annessa una collegiata di [[sacerdote|sacerdoti]], come ci testimonia il piccolo chiostro presente. Il [[clero]] che qui risiedeva aveva creato una ''schola juniorum'', l'analogo di un [[seminario]] moderno. Sempre Papa Eugenio III, nella già citata bolla pontificia, ricorda: "''Plebem S. Georgii cum capellis et decimis et familiis et dimidia curte''".
La fonte battesimale, posta sul lato sinistro dell'edificio, è datata all'inizio [[XII secolo]]. Gli [[affresco|affreschi]], per la verità molto rovinati dal tempo, sono databili invece posteriormente e cioè verso la fine dello stesso secolo. Il campanile sembra essere più recente, forse costruito sulla base di uno già esistente.
Durante tutto il [[basso medioevo]] la pieve di San Floriano era a capo di uno dei piovedenghi in cui era divisa la Valpolicella. Ogni piovedengo era sorretto da una propria pieve che ne rappresentava il centro. Di un'epoca leggermente posteriore a San Giorgio, sono la [[pieve di San Floriano]] e la pieve di Negrar.
===Studi e restauri===
La pieve di San giorgio ha destato interesse negli studiosi fin dal [[XVII secolo]]<ref>La colonnina con l'iscrizione che nomina Liutprando è già citata in alcuni scritti di eruditi di questo secolo</ref> ed in particolare, più tardi, in [[Scipione Maffei]] che prelevò le due colonnine del ciborio e alcune iscrizioni romane, per arricchire il suo museo lapidario veronese.
Nell'ottocento vennero fatti numerosi e accurati studi sulla planimetria a cura di Giovanni Orti Manara, il quale ebbe, tra l'altro, il merito di trovare la colonnina del ciborio recante la scritta "''In nomine Domini....''".
Tra [[1923]] e il [[1924]], la pieve, è stata oggetto di restauri ad opera dell'[[architetto]] Antonio Da Lisca. Questi lavori portarono, oltre alla ricostruzione del ciborio, anche al rifacimento del tetto e alla modifica di alcune finestre delle pareti<ref>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.15}}</ref>. Negli [[Anni 1960|anni sessanta]] furono messi in luce ulteriori manufatti in pietra dell'epoca romana, rinvenuti nei pressi della [[canonica]].
==Architettura==
[[File:PiantaSanGiorgioDiValpolicella.png|180px|left|thumb|Pianta della pieve]]
La chiesa presenta una caratteristica pianta con lo spazio suddiviso in tre [[navata|navate]], con quella centrale di larghezza doppia rispetto alle laterali. Le dimensioni della pianta evidenziano un notevole equilibrio dell'edificio, la facciata della chiesa è infatti larga circa la metà (16 [[metro|metri]]) rispetto ai due lati (32,5 metri).
Il lato orientale, edificato probabilmente nel XI secolo e in chiaro stile romanico, è costituito da tre [[abside|absidi]], uno maggiore al centro e due più piccoli lateralmente. L'abside centrale presenta tre aperture a [[monofora]] [[Strombatura|strombata]] con arco a tutto sesto, mentre le due laterali ne hanno un'unica di simile costruzione ma con gli archetti realizzati in [[tufo]]. Il muro è formato da [[concio|conci]] di pietra bianca assemblati mediante abbondante [[malta]] e ordinati orizzontalmente.
Nel lato occidentale, secondo alcuni sudiosi appartenete all'edificio originario longobardo, si trova un'ulteriore e unico abside, dove è stata ricavata, già prima del [[1840]], la porta principale d’ingresso, in stile [[gotico]] e realizzata in calcare bianco e rosso<ref name=Bolla12>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.12}}</ref>. Sopra l'abside, in corrispondenza della navata centrale, sono inserite due semplici monofore.
Il muro laterale a sud presenta due porte (di cui una oggigiorno murata) che comunicano sul [[sagrato]], mentre più in alto sono aperte sette monofore. All'esterno di questo lato, a ricalcare il puro stile romanico dell'edificio, troviamo una torre [[campanile|campanaria]] e un [[chiostro|chiostrino]] di cui è andata perduta la parte perimetrale occidentale. Il lato a nord della chiesa invece non presenta alcuna apertura.
Il soffitto dell'edificio è a travature in legno e il tetto è composto in larghe tegole in pietra e [[Coppo (tegola)|coppi]]. All'esterno, Entrambi gli elementi si trovano sul lato meridionale della chiesa.
[[File:PieveSanGiorgioEsterno.jpg|250px|right|thumb|Pieve di San Giorgio]]
L'analisi dell'architettura della pieve ha portato al formulare diverse teorie riguardo alla datazione del complesso. In particolare, il probabile mescolarsi di elementi dell'edificio originale longobardo con quelli dell'edificio più moderno cristiano ha creato degli elementi di incertezza nella ricostruzione storica.
Secondo quanto esposto dallo studioso [[Wart Arslan]]<ref>{{cita libro|Wart|Arslan|L'architettura romanica veronese|pagine=pag.33 e seguenti}}</ref> e dallo storico [[Pietro Toesca]]<ref>{{cita libro|nome=Pietro|cognome=Toesca|titolo=Storia dell'Arte Italiana. Il medioevo|pagine=pp. 150 e 387}}</ref>, considerando l'altezza perfettamente uguale di tutte le arcate interne e l'uniformità delle mura perimetrali, si può pensare che questo edificio derivi (come molti altri sorti in Italia tra il [[X secolo]] e il [[XI secolo]]) dalle chiese biapsidiate [[Ottone I del Sacro Romano Impero|ottoniani]] e [[carolingi]] del [[VIII secolo|VIII]] e [[IX secolo]], come possono essere tipici esempi l'[[abbazia di Saint-Riquier]] in [[Normandia]], l'[[abbazia di Fulda]], l'[[abbazia di Obermünster]] a [[Ratisbona]], la [[Cattedrale di San Pietro (Worms)|cattedrale di Worms]] e molte altre. Questa teoria ha contribuito, pertanto, alla datazione della pieve cristiana<ref>Wart Arslan conclude la sua esposizione con queste parole: "Se la nostra ipotesi è giusta il San Giorgio di Valpolicella attesterebbe dunque un rifluire, punto inverosimile lungo la valle dell'Adige, al cui sbocco è questo borgo, testimonio di antichissima cultura italica, di una vena potente dell'arte tedesca; di quell'arte che, a sua volta, tanto doveva più tardi per la stessa via ricevere. Infatti, anche il vecchio duomo di Bressanone aveva pianta bi absidata. E non si saprebbe collocare San Giorgio altrimenti che nel secolo XI, per quanto in esso è riecheggiato, per quanto esso preannuncia</ref>.
Di diversa opinione gli storici [[Carlo Cipolla|Cipolla]], Cattaneo, Mothes e Simeoni che ipotizzano due fasi costruttive. La prima avrebbe come unico resto la parte posta ad occidente, che rappresenterebbe oggi un raro esempio di [[basilica]] longobarda, mentre viene considerata la parte orientale, a tre absidi, più tarda (tra il [[IX secolo|IX]] e il [[XII secolo]])<ref name=Bolla11>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.11}}</ref>. In questo caso, viene inoltre ipotizzato, che la chiesa fosse inizialmente orientata in senso inverso rispetto all'attuale. L'edificio si sarebbe poi esteso fino all'attuale gradino interno, in coorrispondenza dove poi sarebbe sorto il campanile. Più tardi la chiesa srebbe stata ampliata, con la facciata a tre absidi, e di conseguenza inglobato il campanile<ref name=Bolla11/>.
Oggigiorno non è possibile stabilire con precisione quale parte dell'edificio sia di origine Longobarda e quale invece antecedente. L'impiego dell'identico materiale e i rudimentali metodi di costrizione rendono difficoltosi i tentativi di identificare le differenze tra le due parti. Le due differenze più visibili, comunque, tra la parte occidentale e orientale consistono nella sostituzione delle colonne ai pilastri e dalla sopraelevazione del pavimento, proprio in corrispondenza dell'inizio della parte con le colonne<ref>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 95}}</ref>. Va anche rilevata che il maggior riutilizzo di lapidi romani è concentrato sulla parte orientale<ref name=Bolla12/>.
===Interno della chiesa===
[[File:InternoPieveSanGiorgio3.jpg|250px|left|thumb|Interno della pieve: la navata centrale]]
[[File:PieveDiSanGiorgioAffresco2.jpg|150px|right|thumb|Una pittura raffigurante probabilmente [[San Bartolomeo]]<ref>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.27}}</ref>, sul quarto pilastro che divide la navata di destra]]
La suddivisione interna della chiesa in tre [[navata|navate]] è realizzata grazie a dei pilastri e delle colonne. Osservand nel dettaglio, troviamo a destra quattro pilastri e tre colonne, mentre l'altro lato presenta cinque pilastri, di cui uno inserito tra due colonne. I pilastri sono tutti a pianta rettangolare, quelli a sinistra sono privi di decorazioni, mentre quelli che dividono la navata destra presentano delle pitture la cui datazione è fatta risalire al [[XIV secolo]]<ref>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.12}}</ref>. Sono su di esse possiamo riconoscere raffigurati: [[Santa Caterina]] (sul primo pilastro dall'ingresso), un Vescovo con [[mitra]] e [[pastorale]] (sul secondo pilastro), una [[Madonna]] con bambino e [[Sant'Antonio Abate]] (sul terzo), un'altra Madonna e [[San Bartolomeo]] (sul quarto) ed infine [[Maria Maddalena]] sull'ultimo pilastro. Le colonne e i pilastri sostengono otto archi longitudinali per parte, i cui sottoarchi presentano delle decorazioni con motivi a cerchi con foglie a stella e calici, dipinti in rosso.
Le colonne poggiano su dei [[capitello|capitelli]] realizzati riutilizzando delle [[Altare|are]] romane. Su tre di esse si possono ancora leggere delle incisioni in [[lingua latina]]<ref>In particolare, la base della prima colonna a sud è costituita da una ara romana realizzata su una pietra monolitica che presenta la seguente scritta, parzialmente rovinata: "''SOLI ETIVNA - O SERTORIVS OF - FESTVS FLAMIN''", tratto da: {{cita web|url=http://www.thais.it/Romanico/Itinerario/SGValpolicella/Medie/scheda0003.htm|titolo=Romanico Minore in Italia - Interno della pieve di San Giorgio in Valpolicella|accesso=02-08-2010}}</ref>
Sul muro longitudinale, che divide la navata centrale dalla navatella, a destra sono presenti sette [[monofora|monofore]], mentre nel lato contrapposto non è presente alcuna apertura. Sempre nella navata minore destra troviamo due porte squadrate che portano verso il sagrato (una di queste ormai murata) e una che va ad aprirsi sul chiostro. Quest'ultima è sormontata da un [[arco (architettura)|arco]] a tutto sesto, con pareti intonacate.<ref>{{cita web|url=http://www.thais.it/Romanico/Itinerario/SGValpolicella/Medie/scheda0003.htm|titolo=Romanico Minore in Italia - Interno della pieve di San Giorgio in Valpolicella|accesso=02-08-2010}}</ref>
{{nota
|titolo= Affresco del [[XIV secolo]]
|larghezza=290px
|dim-testo = 87%
|allineamento = sinistra
|contenuto= <center>[[File:PieveSanGiorgioAffresco.jpg|260px]]</center>Sul lato est all'interno della chiesa è presente un [[affresco]], datato al [[XIV secolo]] circa, con una classica rappresentazione dell' ''[[Ultima Cena]]'' con i membri del convitto tutti in piedi frontali. [[Cristo]] viene qua rappresentato al centro e con barba mentre [[San Giovanni]] risulta glabro e con aspetto giovanile. Interessante la testa della figura col bicchiere di vino nell'atto di portarlo alla bocca e di quella che taglia il pane. La particolarità di quest’opera è nell’aver raffigurato la scena con vari oggetti tipici del tempo. Purtroppo l'affresco ha risentito gravemente degli interventi fatti nel corso dei secoli alla pieve. In particolare intorno al [[XV secolo|quattrocento]] in seguito alla chiusura di una porta "originale" [[gotico|gotica]] è stato steso dell'[[intonaco]]. Verso la fine del [[XVIII secolo|settecento]], inizio del [[XIX secolo|ottocento]] è stata aperta una nuova sulla stessa parete che ha causato la demolizione di buona parte della pittura. Il recente restauro ha permesso di limitare i danni e mettere in luce anche una bella rappresentazione di [[San Martino]] che con la spada taglia il mantello per donarlo al povero.
}}
Nell'abside posto ad occidente ora è aperta una porta [[neogotico|neogotica]]<ref name=Silvestri44/> che ne costituisce l'ingresso principale e inoltre presenta degli affreschi nel lato interno. Questa parte, molto probabilmente, apparteneva alla prima chiesa cristiana, ansime alla grande [[fonte battesimale]] per immersione, realizzata in un unico pezzo di pietra e attualmente posizionata a sinistra dell'ingresso<ref name=portale_valpolicella>{{cita web|url=http://www.valpolicella.it/lev3.asp?ID=120&sez=Chiese&liv=cosavedere|titolo=Portale Valpolicella.it - Pieve di san Giorgio di Valpolicella|accesso=03-08-2010}}</ref>.
Diversamente dal lato occidentale, nel muro orientale, sono presenti tre absidi, uno centrale maggiore, dove è oggi collocato l'[[altare]] e due minori ai lati. A tutta l'area occidentale la luce viene fornita mediante tre [[monofora|monofore]] presenti nell'abside maggiore e da due inserite in ciascuno di quelli minori. Sempre in quest'aria, ma nel muro rivolto verso nord, si trova una [[scultura]], raffigurante una [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] con a lato quattro santi, risalente all'epoca [[gotico|gotica]] e realizzata in [[stucco]]. Tornando all'abside maggiore, in centro si trova una porticina che chiude la nicchia dove è custodito l'olio santo per i [[battesimo|battesimi]] e verso sinistra è presente un [[tabernacolo]], in stile [[tardo gotico]]<ref name=Bolla14/>.
La [[Altare|mensa]], che serve da altare maggiore, sorregge il già citato ciborio, ed è costituita da una lastra di pietra con recante un'iscrizione relativa alla sua consacrazione, avvenuta probabilmente nell'agosto del [[1412]]<ref>L'iscrizione risulta essere alquanto danneggiata e dunque non c'è certezza sull'anno</ref>.
Il pavimento dell'edificio è realizzato con mattonelle di [[calcare]] chiaro senza che sia presente una [[cripta]]. Davanti all'ingresso, sempre sul pavimento, è presente un lastrone circolare ([[diametro]] di 2.60 [[metro|m.]]) che indicava, secondo un'ipotesi, il punto ove stavo il seggio di un funzionario pubblico, secondo un'altra dove era posta la [[fonte battesimale]] (ora collocata nella navata di sinistra)<ref name=Bolla12/>. La suddetta fonte battesimale (del tipo ad immersione) è realizzata in pietra locale e dalla forma ottagonale; un tempo doveva essere provvista di un coperchio in [[bronzo]]. La copertura è a [[capriata|capriate]] con travi a vista di epoca recente.
[[File:InternoPieveSanGiorgioArchi.jpg|230px|right|thumb|Particolare delle decorazioni dei sottoarchi e dell'abside occidentale]]
Per quanto riguarda gli affreschi qui conservati, nonostante essi siano alquanto deteriorati, rappresentano un interessante esempio di pittura datata al [[XI secolo]]<ref>Sia l'Arslan che il Toesca che il Cipolla concordano con questa datazione</ref>. Nell'abside occidentale troviamo, posto nel semicatino, un "''Cristo giudice''" con un mantello rosso sulla spalla e attorniato da simboli degli [[evangelisti]]. Sotto il giro dell'abside si possono vedere tre [[serafino|serafini]] mentre sulle pareti a fianco della zona absidea sono raffigurati, sulla destra, un [[santo]] barbuto con una [[tunica]] corta e stratia di verde, sulla sinistra invece un santo soldato di aspetto più giovanile e con una [[clamide]] orlata di gemme<ref name="ReferenceA"/>.
Nel lato opposto, nella zona dell'attuale altare, troviamo un "arco trionfale", orlato da [[Greca (architettura)|greche]], in cui si intravedono delle figure che ricordano un [[angelo]], un "battesimo di Cristo" e tre vecchi in vesti rossastre con fondo verde. L'analisi di queste pitture rileva una certa somiglianza con gli affreschi realizzati da [[Fratel Bonizzo]], nel [[1011]], presso la [[Chiesa di Sant'Urbano alla Caffarella]] a [[Roma]].
Sul lato orientale sono presenti alcuni interessanti affreschi (vedi nota a fianco) di epoca più tarda. Le [[pittura su tela|tele]] appese alle pareti delle navate minori sono per lo più opera di [[Giovanni Battista Lanceni]] (tra cui un ''Martirio di San Giorgio'')<ref>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 100}}</ref> ([[XVIII secolo]]). Vicino alla fonte battesimale è collocata, dal [[1840]] e proveniente da [[Venezia]], una ''Resurrezione di Cristo'' attribuita a [[Palma il Giovane]] ([[XVI secolo]])<ref>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.15}}</ref>.
{{Gallery
| titolo = Alcuni degli affreschi interni della chiesa
| footer =
| larghezza = 150
| Immagine:PieveDiSanGiorgioAffresco2.jpg|Didascalia 1
| Immagine:PieveDiSanGiorgioAffresco2.jpg| egegewgw
| Immagine:PieveDiSanGiorgioAffresco2.jpg |dsgewg ertger te4t4et4wyt4wy43y 4y 4 y4 y4y4y
| Immagine:PieveDiSanGiorgioAffresco2.jpg |dsgewg ertger te4t4et4wyt4wy43y 4y 4 y4 y4y4y
| Immagine:PieveDiSanGiorgioAffresco2.jpg |dsgewg ertger te4t4et4wyt4wy43y 4y 4 y4 y4y4y
}}
====Ciborio====
[[File:InternoPieveSanGiorgio2.jpg|230px|left|thumb|Il celebre ciborio]]
{{nota
|titolo= Iscrizioni sul ciborio
|larghezza=380px
|dim-testo= 87%
|contenuto=<center>Sull'antico ciborio si trovano delle iscrizioni<ref>La versione qui riportata è quella che si trova su {{cita libro|nome=Luisa|Cognome=Billo|titolo=Le iscrizioni veronesi dell'Alto Medio Evo|edizione="Archivio Veneto", XVI|anno=1934|pagine= p. 25 e seg.}}, altri testi precedenti differiscono di poco</ref><ref>La traduzione è presa da {{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p.8}}</ref>, in caratteri rustici, incise su due colonnine. Grazie ad esse si è riusciti a collocare il manufatto con precisione nella storia. Sulla prima si può leggere:
{{quote|Nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo. Dai doni di San Giovanni Battista fu edificato questo ciborio, al tempo del sovrano nostro signore Liutprando e del venerabile nostro padre vescovo Domenico, e dei suoi custodi venerabili sacerdoti Vidaliano e Tancol, e del gastaldo Refol. Io Godelmo, indegno diacono, scrissi.
|
|In nomine Domini Jesu Christi. De donis sancti Juhannes Bapteste edificatus est hanc civorius sub tempore domno nostro Lioprando rege et viro beatissimo pater nostro Domnico epescopo et costodes eius venerabilibus Vidaliano et Tancol presbiteris et Refol gastaldio Gondelme indignus diaconus scripsi
|lingua=la}}
Il resto segue sull'altra colonnina:
{{quote|Maestro Orso maestro con i suoi discepoli Iuvintino e Iuviano edificò questo ciborio. Scari Vergondo e Teodoalfo
|
|Ursus magester cum discepolis suis Juvintino et Juviano edificavet hane civorium, Vergondus, Teodoalfo scari
|lingua=la}}
}}
Il ciborio, ora utilizzato come [[altare maggiore]], rappresenta una delle parti più interessanti della pieve, sia per la testimonianza storica che riporta (grazie alle precise iscrizioni qui incise, caso raro per opere del periodo longobardo-altomedievale) sia per il suo pregevole valore [[arte|artistico]].
Dall'iscrizione ivi incisa (trascritta nella nota qui accanto) sappiamo che esso fu eretto sotto il regno di [[Liutprando]] (che regnò tra il [[712]] e il [[744]]) mentre la [[diocesi di Verona]] era governata dal [[vescovo]] Domenico<ref name=Silvestri>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=pp. 96-97-98}}</ref>. Sempre grazei alle iscrizioni veniamo a sapere che i nomi dei rettori della chiesa (Vidaliano e Tancol) e di quelli di altri amministratori (Vergondo e Teodoalfo) indicati, quest'ultimi, come ''scari'' e cioè amministratori di beni a livello locale<ref name=thais3>{{Cita web|url=http://www.thais.it/Romanico/Itinerario/SGValpolicella/Medie/scheda0003.htm|titolo=Pieve di San Giorgio di Valpolicella pag.3|accesso=24-07-2010}}</ref><ref>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p. 9}}</ref>. L'iscrizione è stata commissionata da un certo Refol, [[Gastaldato|gastaldo]] dell'epoca e probabilmente [[mecenate]] di artisti. Sono, inoltre, incisi i nomi dei costruttori: un certo Orso, capomastro, con i suoi allievi o discepoli Iuvintino e Iuviano, nomi che rivelano la loro origine [[latini|latina]] e dunque possono essere considerati i precursori della scuola lombarda di [[scultore|scultori]] che sparse, in quegli anni, tanti capolavori nelle [[basilica|basiliche]] dell'alta [[Italia]]<ref name=Silvestri/><ref>Presso la ''Collegiata di Santa Maria'' a [[Ferentillo]] in [[Umbria]] troviamo un'altra opera, coeva del ciborio di San Giorgio, con la firma "''Ursus magester fecit''", ma non ci sono altri elementi che possano far ritenere con certezza che ambedue appartengano al medesmio autore o che sia sia semplicemente un caso di omonimia</ref>.
Il suddetto ciborio rimase all'interno della chiesa longobarda, probabilmente, fino alla sua trasformazione in romanica, quando fu scomposto e i vari elementi utilizzati per altri scopi<ref name=Silvestri/>. Sembra, ad esempio, che le quattro colonnine che lo compongono siano state usate, fino dal [[1412]], per sostenere l'altare maggiore (consacrato appunto quell'anno). Nel [[1738]] l'altare, dichiarato sospeso in seguito di una visita vescovile, fu abbandonato nel chiostro ove rimase fino al 1923<ref name=Silvestri/>.
L'attuale ciborio è così il risultato di ricostruzioni basate sulle iscrizioni. Il suo ripristino lo si deve ad Alessandro Da Lisca, ispettore ai monumenti di Verona<ref>{{cita web|url=http://www.ufficignam.beniculturali.it/index.php?en/150/scheda/83088|titolo=Soprintendenza alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|accesso=24-07-2010}}</ref>, che però rileva che con ogni probabilità, come testimonia il ritrovamento di ben sette [[archivolto|archivoliti]], dovesse essere in origine ben più fastoso e completo<ref>Alessandro Da Lisca ebbe a dire in proposito:«L'esame diligentissimo dei frammenti nei loro fianchi d'incastro, e il loro numero, e l'esame dei vani degli appoggi superiori nei capitelli delle colonne, escludono che l'opera di maestro Orso e dei suoi discepoli Juventino e Juviano si limitasse ad un semplice baldacchino con quattro archivolti e quattro colonne, anzi induce a ritenere che quegli scultori abbiano eseguita una vera iconostasi dividendo in due piani l'abside barbarica, la quale si presenta ora sproporzionatamente lunga; nel piano inferiore vi doveva essere una specie di cripta, aperta verso la chiesa da una serie di arcatelle poggianti su colonnine; nel piano superiore, cui si accedeva da scalette laterali, l'altare e il ciborio propriamente detto.»</ref>
===Torre campanaria===
[[File:CampanilePieveSanGiorgio.jpg|thumb|190px|right|Torre campanaria]]
Per quanto riguarda il campanile, gli storici concordano con [[Arthur Kingsley Porter]] nel considerarlo non posteriore alla chiesa<ref>{{cita libro|nome=Arthur|cognome=Kingsley Porter|titolo=Lombard Architecture|pagine=p.363}}</ref>. Inoltre lo studioso di architettura veeronse Arslan evidenzia che le decorazioni sono molto simili, seppure realizzate con diversi materiali, ad altri campanili dell'epoca come quello della cittadina [[basilica di San Zeno]] (del [[1120]] circa) e delle pievi San Martino a Negrar e di [[Pieve di San Floriano|San Floriano]] e dunque ipotizza che quello di San Giorgio possa essere una rozza realizzazione di questi ultimi<ref>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 93}}</ref>.
Esso è edificato in pianta quadrata e la sua composizione, in pietre calcaree di diversa misura appena sbozzate poste in linee orizzontali, richiama la costruzione dei muri perimetrali della chiesa. Diversi sono invece i [[contrafforte|contrafforti]], posti ad una altezza di circa 4-5 [[metro|metri]] da terra e larghi un metro. La pianta del campanile penetra nel perimetro della chiesa per alcuni [[centimetro|centimetri]] rendendo così chiaro che esso non può essere stato edificato posteriormente alla chiesa.
Sul fianco occidentale la cella campanaria è formata da una [[trifora]] (caratteristica del romanico veronse maturo), a cui più in basso è posto un [[orologio]], con archi compositi in [[pietra]] che si sorreggono su due colonnine monolitiche composte da semplici [[capitello|capitelli]]. Sugli altri fianchi troviamo invece, come apertura, delle [[bifora|bifore]] ad archetti costruiti in [[laterizio]] e dotati di una singola colonna con capitelli senza alcuna decorazione.
Il campanile ha una lunghezza di circa 5,5 [[metro|metri]] e sporge dal lato della chiesa di 3,5 [[metro|metri]].
===Il chiostro===
[[File:ChiostroPieveSanGiorgio.JPG|thumb|230px|left|Chiostro della pieve]]
Il chiostro, adiacente al lato est della chiesa, viene datato ai primi del [[XII secolo]]<ref>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 95}}</ref><ref>Non tutti gli storici concordano con questa datazione, l'Orti Manara e il Mothes lo collocano al [[X secolo]], mentre il Simeoni addirittura al XIII secolo</ref> coevo con quello della [[chiesa di San Giovanni in Valle]] di Verona. Dei quattro lati perimetrali formati da dei [[colonnato|colonnati]] ne rimangono soltanto tre, il lato occidentale è stato sostituito, in epoca recente, da un cancellata. I colonnati posti a nord e a est sono coperti da un tetto, formato da [[coppo|coppi]] e grosse [[tegola|tegole]] in pietra. Al centro è posto un rustico [[pozzo]].
Le arcate, a tutto sesto, sono sostenute da delle colonnine che poggiano, a loro volta, su un muretto continuo, discontinuo in altezza. Le murature presentano delle caratteristiche costruttive similari all'intero complesso. Le colonnine sono ornate da alcuni [[capitello|capitelli]], in discreto stato di conservazione, con raffigurazioni di animali e fiori.
Il lato perimetrale più interessante del chiostro è sicuramente quello posto più ad est. Il colonnato, che qui si trova, presenta quattordici archi, suddivisi da un pilastro monolitico, costituito da una pietra chiara e squadrata. I pilastrini, edificati in diversi materiali, sono sormontati da dei capitelli privi di decorazioni. A differenze dei pilastrini, le colonnine, presentano capitelli scolpiti che raffigurano diversi soggetti come piante, animali e una testa umana presente su di uno. Sempre su questo lato, nel muro interno del chiostro restano alcune tracce di un [[affresco]] che raffigurano i tratti di un leone.
Sempre nel lato orientale, il chiostro comunica con l'ormai abbandonata [[canonica]] di grande antichità. Essa è costruita mediante calcare annerito dal tempo, sistema che caratterizza gran parte delle antiche case del paese<ref>{{cita libro|cognome=Silvestri|nome=Giuseppe |titolo= La Valpolicella |pagine=p. 96}}</ref>. All'interno sono presenti alcuni affreschi del [[XIV secolo]] raffigurati motivi floreali, stelle, scudi e versetti tratti dal [[Vangelo]]<ref name=Bolla14>{{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|pagine=p. 14}}</ref>.
==Museo==
{{Museo
|NomeMuseo= Museo della Pieve di San Giorgio di Valpolicella e Museo archeologico
|Data di fondazione= 1992
|Indirizzo= Piazza della Pieve - San Giorgio, [[Sant'Ambrogio di Valpolicella]]
|Tipologia= [[archeologia]] e [[Etnologia|etnografico]]
|Immagine=
|Didascalia=
|Larghezza=
}}
Di fianco all'edificio religioso è presente un museo. Esso comprende Museo etnografico, istituito negli anni Settanta del Novecento che documenta le attività e le tradizioni locali e dove all'interno è allestita una cucina tipica della [[Valpolicella]]. Il Museo archeologico è stato invece inaugurato ne [[1992]] e raccoglie alcuni reperti trovati in loco come are e iscrizioni romane, sculture e rilievi longobardi e carolingi, oggetti d'arte svariate epoche<ref>{{cita web|url=http://www.sangiorgiovalpolicella.it/territorio.htm|titolo=Portale San Giorgio di Valpolicella - Il territorio|accesso=08-08-2010}}</ref>.
{{clear}}
==Note==
{{references|2}}
==Bibliografia==
===Fonti antiche===
* {{cita libro|Gianbattista|Biancolini|Notizie storiche delle chiese di Verona|1750||Verona}}
* {{cita libro|Giovanni|Orti Manara|Di due antichissimi tempi cristiani veronesi: San Giorgio di Valpolicella e San Pietro in Castello|1840||Verona}}
* {{cita libro|C.|Schnaase|Geschichte der bild Kùnste|1866-1879||Stoccarda}}
* {{cita libro|R.|Cattaneo|L'architettura italiana dal secolo VI al 1000 circa|1888||Venezia|pagine=pp. 82-83}}
* {{cita libro|wkautore=Carlo Cipolla|Carlo|Cipolla|La chiesa di San Giorgio Ingannapoltron e i freschi nuovamente in essa rinvenuti|1898}}
* {{cita libro|Luigi|Simeoni|Guida storico artistica di Verona e Provincia|1909||Verona}}
* {{cita libro|wkautore=Arthur Kingsley Porter|nome=Arthur|cognome=Kingsley Porter|titolo=Lombard Architecture|citta=New Haven|anno=1917|pagine=p.363}}
* {{cita libro|Lorenzo|Priuli Bon|Intorno alla chiesa di San Giorgio in Valpolicella|1912}}
* {{cita libro|Alessandro|da Lisca|San Giorgio di Valpolicella|1924||Verona}}
* {{cita libro|nome=Pietro|cognome=Toesca|wkautore=Pietro Toesca|titolo=Storia dell'Arte Italiana. Il medioevo|città=Torino|anno=1927|pagine=pp. 150 e 387}}
* {{cita libro|wkautore=Wart Arslan|Wart|Arslan|L'architettura romanica veronese|1939||Verona}}
* {{cita libro|Wart|Arslan|La scultura e la pittura veronese dal secolo VIII al secolo XII|1943||Milano}}
===Fonti moderne===
* {{cita libro|Giuseppe|Silvestri|La Valpolicella|1950|Centro di documentazione per la storia della Valpolicella}}
* {{cita libro|nome=Amelio|cognome=Tagliaferri|titolo=I Longobardi nella civiltà e nell'economia italiana del primo medioevo|editore=Giuffrè|città=Milano|anno=1965|pagine=p. 52}}
* {{cita libro|Eugenio|Cipriani|Escursioni in Valpolicella|1991|Cierre|Verona}} ISBN 88-85923-22-4
* {{cita libro|Andrea Castagnetti|e Gian Maria Varanini|Il veneto nel medioevo: Dai Comuni cittadini al predominio scaligero nella Marca|1991|Banca Popolare di Verona|Verona|cid=castagnetti varanini}} ISBN 88-04-36999-X.
* {{cita libro|Giovanni|Solinas|Storia di Verona|1981|Centro Rinascita|Verona|cid=solinas}}
* {{cita libro|Margherita|Bolla|La chiesa di San Giorgio di Valpolicella|anno=1999|editore=Pro loco San Giorgio di Valpolicella}}
== Voci correlate==
* [[Pieve di San Floriano]]
* [[Pieve]]
* [[Comunità Montana della Lessinia]]
* [[Pievi milanesi]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:San Giorgio di Valpolicella}}
==Collegamenti esterni==
* [http://www.vacanzeitinerari.it/schede/chiesa_di_san_giorgio_di_valpolicella_sc_1765.htm Informazioni sulla pieve]
* [http://www.valpolicella.it/lev3.asp?ID=120&sez=Chiese Pagina dedicata sul portale della Valpolicella]
* [http://www.thais.it/Romanico/Itinerario/SGValpolicella/Medie/scheda0001.htm Romanico minore in Italia - Descrizione della pieve di San Giorgio di Valpolicella]
* [http://www.sangiorgiovalpolicella.it/ Portale di San Giorgio di Valpolicella]
{{Portale|architettura|cattolicesimo|veneto|verona}}
|