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MURA E FORTIFICAZIONI DI VICENZA
Mura romane
Come le altre città venete, nel 49 a.C. Vicenza divenne municipium romano optino iure, cioè con pienezza di diritti civili e politici. A questi anni risalgono la ristrutturazione dell'abitato secondo un tracciato urbanistico ad assi ortogonali, la sostituzione di abitazioni in legno con costruzioni in pietra o laterizio e l'edificazione delle prime mura erette, come avvenne per altre città consimili, per delimitare lo spazio urbano da quello rurale e conferire prestigio al nuovo status di città romana[8], in un tempo in cui tutta la regione era pacificata e apparentemente non erano necessarie: dalla vittoria contro i Cimbri del II secolo a.C. e fino al II secolo d.C. il Veneto non fu più territorio di incursioni barbariche[7].
Nel I secolo d.C. Vicenza aveva acquisito una certa importanza, tanto da demolire in parte le mura per consentire lo sviluppo della città e costruire il Teatro, in cui si svolgevano i ludi scenici e di cui si può vedere ancora l'esatto perimetro[10],
Nel II secolo a Vicenza fu risparmiato il saccheggio da parte dei Quadi e dei Marcomanni che avevano invaso la Regio, ma furono fermati a Opitergium[1]. Quando ormai l'impero era entrato in piena crisi, nel IV-V secolo, le mura di Vicenza furono ricostruite e le difese rafforzate[8 ]. Non risulta comunque documentato che la città sia stata saccheggiata o distrutta, neppure durante le spedizioni dei Visigoti o degli Unni[11] nel V secolo.
Prima cinta: altomedievale
Pianta
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Castelli di campagna e torri cittadine
Delega per la difesa al vescovo
Le 100 Torri di città e quelle rimaste
Torri dei Loschi, in contrà S. Antonio, probabilmente della fine dell'XI secolo. Secondo la tradizione furono risparmiate da Federico II nel sacco di Vicenza del 1236, perché vicine alla cattedrale[23].
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Al mancato riconoscimento delle sue prerogative, Federico II ordinò, il giorno di Ognissanti, l'assalto della città da parte delle sue truppe, che la saccheggiarono e incendiarono i palazzi comunali e molte case-torri, risparmiando solo gli edifici religiosi.Castello san pietro – palazzo territorio – torre coxina
gallery altomedievale
Seconda cinta scaligera est
Pianta
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A ovest, invece, la nuova cinta si inserì nella struttura fortificata di Porta Castello per dirigersi verso nord, creare l'avamposto della Rocchetta, aprirsi nelle porte Nuova e S. Croce, per poi seguire il corso del Bacchiglione e innestarsi nuovamente nei pressi del ponte Pusterla. Il nuovo tratto racchiudeva così un'area non ancora abitata che, per volontà di Antonio della Scala, fu dotata di un tracciato viario ad assi ortogonali, con isolati regolari di notevoli dimensioni. La costruzione delle mura, che comportò alcune modifiche al percorso del Bacchiglione e della roggia Seriola per diventare i fossati di completamento, rispettò l'integrità della vecchia cinta. Questo fatto mantenne integra l'identità del nucleo storico cittadino, al punto che le nuove inclusioni furono ancora sempre chiamati, dagli storici locali come nel linguaggio corrente, i borghi della città.
gallery scaligera est
Seconda cinta scaligera ovest
Pianta
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Percorso attualizzato ovest
gallery scaligera ovest
Terza cinta veneziana sud
Pianta
Percorso attualizzato sud
gallery veneziana sud
Terza cinta veneziana nord
Pianta
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