Francesco Pandone: differenze tra le versioni

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|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
}}
{{Militare
{{militare
|Nome = Francesco Pandone
|Immagine =
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|GiornoMeseMorte = aprile
|AnnoMorte = 1457
|Epoca = 14001300
|Epoca2 = 1400
|Attività = condottiero
|Attività = nobile
|AttivitàAttività2 = condottiero
|Nazionalità = italiano
Fu|PostNazionalità = , [[conte]] di [[Venafro]] e [[Signore (titolo nobiliare)|signore]] di [[Ailano]], [[Bojano]], [[Cerro al Volturno]] e [[Prata Sannita]].
}}
 
Fu [[conte]] di [[Venafro]] e [[Signore (titolo nobiliare)|signore]] di [[Ailano]], [[Bojano]], [[Cerro al Volturno]] e [[Prata Sannita]].
 
== Biografia ==
Diseredato dalla madre Maria Capuano a favore dei tre fratellastri Niccolò, Antonello e Jacopo, figli di Filippo Sanframondo, mutò partito e combatté gli [[Angioini]] sotto gli [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] di [[Alfonso V d'Aragona]].
 
Nel [[1435]] prese parte alla [[Assedio di Gaeta e battaglia navale di Ponza|battaglia navale di Ponza]]. Venne catturato e condotto prigioniero fino a [[Milano]], dove fu fatto liberare dal duca [[Filippo Maria Visconti]]. L'anno successivo mutò nuovamente partito e, sotto [[Jacopo Caldora]], fronteggiò gli Aragonesi. Dopo aver ottenuto la contea di [[Venafro]] dagli Aragonesi, tornò a servirli, scatenando l'ira del Caldora, che l'attaccò a più riprese. Giunse poi in soccorso degli abitanti di [[Prata Sannita]], i quali erano vessati dai suoi fratellastri, schierati con gli Angioini. Nel [[1437]] espugnò [[Bojano]], scacciando la madre dal feudo.
 
Morto il Caldora verso la fine del [[1439]], si impadronì di alcuni suoi feudi. Si diresse poi ad assediare [[Carpinone]], feudo del figlio [[Antonio Caldora]]; respinto, conquistò alcuni feudi circostanti.
 
Nel [[1442]] prese parte alla cerimonia di incoronazione di Alfonso V d'Aragona, divenuto Rere del [[Regno di Napoli]].
 
Nel [[1451]] fu [[scomunica]]to da [[Papapapa Niccolò V]] poiché parte delle terre di cui è signore un tempo appartenevano all'[[Abbazia di San Vincenzo al Volturno]]; decise quindi di accordarsi col pontefice, ottenendo anche il feudo di [[Cerro al Volturno]].
 
Francesco Pandone morì nell'aprile [[1457]].
 
== Ascendenza ==
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== Discendenza ==
Francesco Pandone sposò una dama della casata dei [[Carafa]], da cui ebbe Carlo, Ippolita (che sposò Raimondo [[Delladella Leonessa]]), Altobella (che sposò Luigi [[Didi Capua]], 5º [[conte]] di [[Altavilla Irpina|Altavilla]]), Polissena (che sposò Antonio [[Didi Sangro]]), Pandolfo e Galeazzo. Ebbe inoltre un figlio naturale, Palamede.<ref>[{{Cita web|url=http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie%20e%20Persone/254 |titolo=Francesco Pandone, conte di Venafro].}}</ref><ref>{{Cita|Scipione Ammirato, ''Delle famiglie nobili napoletane'', vol. 2, Firenze, 1651, |p. 66}}.</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Scipione{{Cita Ammirato]], ''libro|titolo=Delle famiglie nobili napoletane'',|autore=Scipione vol. 2,Ammirato|wkautore=Scipione Ammirato|città=Firenze, |anno=1651.|volume=2|cid=Scipione Ammirato}}
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Cita web|url=https://condottieridiventura.it/francesco-pandone-conte-di-venafro/|titolo=Francesco Pandone|cid=Condottieridiventura.it}}
 
{{Portale|biografie|medioevo}}